Wikileaks: i cablogrammi che raccontano dei soldi italiani ai talebani e degli ammonimenti Usa

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Le tangenti ai Talebani:

In Afghanistan mazzette ai guerriglieri per evitare attacchi contro i nostri soldati. I file di WikiLeaks rivelano: nel 2008 Bush disse a Silvio di finirla con i pagamenti. E da allora i caduti in missione sono quadruplicati. Ecco l’inchiesta de L’Espresso, rilanciata anche da The Times di Londra.

Qui il testo tradotto dei cablogrammi e qui invece il database Wikileaks – L’Italia svelata dai cablogrammi. Per scaricare l’intero flusso dei cablogrammi statunitensi fino a oggi pubblicati da Wikileaks, si veda qui.

L’eccidio di Sant’Anna di Stazzema a 67 anni di distanza: un reportage di Saverio Tommasi

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Saverio Tommasi ricorda (giustamente) che il 12 agosto 1944 si compiva l’eccidio nazifascista di Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca. E proprio per rievocare questo fatto, giudicato crimine contro l’umanità, Tommasi ha realizzato un reportage in cui intervista uno degli ultimi sopravvissuti, Ennio Mancini. I video dell’inchiesta sono suddivisi in capitoli (il primo riportato in testa a questo post). Ecco l’elenco completo:

Collateral Murder e Wikileaks: su Wired i log delle conversazioni tra Bradley Manning e Adrian Lamo

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Baghdad airstrikeThreat Level, blog di Wired, pubblica una parte dei log delle conversazioni via chat (qui la versione completa) tra il militare Bradley Manning, fonte di Wikileaks per quanto riguarda l’attacco Usa “ribattezzato” Collateral Murder, e Adrian Lamo, che riferì alle autorità il contenuto delle confidenze fattegli da Manning. Si legge nell’introduzione al post:

È evidente che Manning è una figura d’importanza storica. Poiché le conversazioni fanno luce sulle pressioni personali esercitate su Manning […], pubblicare i log risponde a un valido interesse di cronaca e a questo punto crediamo che metterli online produrrà un danno limitato alla sua privacy. Laddove indicato, abbiamo deciso di intervenire su certi dati e informazioni per proteggere l’identità di terzi menzionati nei log […]. Per il resto, il testo completo dei log ricevuto da Adrian Lamo è pubblicato di seguito.

Che poi sarebbe qui. Con un’avvertenza:

La chat tra Manning e Lamo inizia il 21 maggio 2010. Così come ricevuti da Wired.com, i log contenevano il timestamp, ma non le date, e sono stati salvati da Lamo in quattro file ordinati progressivamente […]. Abbiamo ordinato i file stessi in base al flusso della conversazione e delle informazioni di Lamo. Le interruzioni tra i file sono indicate da una linea orizzontale [e] parti precedentemente pubblicate da Wired.com sono sottolineate.

Ulteriori informazioni sulla vicenda di Manning anche sul sito Collateral Murder.

Uranio impoverito: un’altra vittima mentre le risposte in argomento restano lontane

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Falco Accame, già ammiraglio della marina militare e poi presidente della commissione difesa, da anni è impegnato nella battaglia sull’uranio impoverito e sulle sue conseguenze. Su Vittimeuranio.com – Il blog sul presunto killer interviene per scrivere che a Palermo muore un reduce dai Balcani. Oltre alla vicenda specifica, considera Accame:

C’è da aggiungere che la morte tra tante sofferenze per malattia contratta da uranio impoverito di un militare che ha preso parte per 10 anni a missioni di pace, passa del tutto ignorata a differenza di quanto accade per altri militari che magari sono morti per esplosione di un ordigno sempre nello svolgimento degli stessi compiti. È inaccettabile una tale differenza di trattamento tra militari ignorati e militari onorati. Purtroppo le ragioni sono facilmente intuibili.

Quella in argomento sembra una battaglia ancora lontana dal giungere a un qualche punto fermo. Dopo la deludente relazione parlamentare, rimangono testimonianze come questa o come quelle dell’Associazione vittime uranio.

La banda dei fratelli: la storia della compagnia militare Usa attraverso i suoi poster motivazionali

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Motivational Posters from the Band of Brothers

Band of Brothers (raccontata nel libro Banda dei fratelli di Stephen E. Ambrose e chiamata anche “le aquile urlanti”) era una delle più note compagnie militari statunitensi in campo nel corso della seconda guerra mondiale. Il blog Art of Manliness – Reviving the lost art of manliness pubblica una serie di poster motivazionali risalenti a quegli anni.

(Via Neatorama)

Emilio Carnevali su Micromega: Mladic, Eichmann e i mostri della storia

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Emilio Carnevali, redattore di MicroMega, scrive a proposito di Mladic, Eichmann e i mostri della storia:

L’intreccio fra il calcio e le vicende politiche e belliche della ex Jugoslavia rimanda a un capitolo di quel conflitto che non possiamo affrontare nemmeno sommariamente. Ci limitiamo a ricordare che Zeljio Raznatovic, più noto con il famigerato soprannome di Arkan, era un capo ultras della Stella Rossa, la più blasonata squadra di Belgrado, prima di dar vita al gruppo paramilitare delle Tigri, i cui componenti vennero in gran parte reclutati proprio fra gli ultras e che si rese protagonista di alcuni dei peggiori massacri perpetratati durante la guerra di Bosnia. Quando Arkan fu assassinato – nel 2000, a guerra ormai finita – fu salutato a Belgrado da una folla di 20.000 persone; anche in Italia, nella curva dei tifosi della Lazio (notoriamente infarcita di gruppi di estrema destra), fu issato uno striscione che recitava “Onore alla tigre Arkan”.

Tuttavia il collegamento fra un elemento ordinario della nostra esperienza quotidiana come il calcio ed un evento assai lontano, di difficile comprensione almeno per le generazioni più giovani, come la guerra – la guerra nella sua stra-ordinaria atrocità – può forse essere utile per riflettere sul pericolo che un certo tipo di pratica della memoria possa scivolare paradossalmente nel suo opposto, ovvero in una Grande Rimozione. È il pericolo che corriamo quando separiamo certi fenomeni dall’orizzonte delle nostre possibilità, dei nostri destini collettivi, appiccicandogli addosso l’etichetta della mostruosità dis-umana. Siamo di fronte a una problematica ben al di là del dilemma – anch’esso presente in casi come questi – di una giustizia che opera sempre e solo nei confronti degli sconfitti, ovvero del terribile ammonimento che ci ha lasciato Joseph Goebbels quando nel 1943 dichiarò: “Passeremo alla storia come i più grandi statisti di tutti i tempi, o come i più grandi criminali” (ai giorni nostri George W. Bush non è celebrato come un grande statista, ma c’è da esser certi che non sarà mai condotto alla sbarra per rispondere di crimini contro l’umanità).

Continua qui.

2011 Global Peace Index: l’Italia passa dal 40mo al 45mo posto in classifica

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2011 Global Peace Index from Vision of Humanity on Vimeo.

L’Italia dal quarantesimo al quarantacinquesimo posto nella lista globale dei paesi più pacifici. Lo si afferma nel video 2011 Global Peace Index di Vision of Humanity. Qui più nel dettaglio la situazione italiana.

(Via Luca Conti)

Peacereporter, guerra tra Islam: dal Mediterraneo al Golfo Persico, la religione è uno strumento

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Guerra tra Islam

Chi dice che l’Islam è un corpo unico indifferenziato e/o che è il “movente”, può leggere lo speciale di Peacereporter dal titolo Fitna – Guerra Fredda nel cuore dell’Islam:

Arabia Saudita contro Iran, sunniti contro sciiti. Una lotta senza quartiere, dove anche la religione diventa uno strumento.

E magari può iniziare proprio dall’articolo Il mosaico del Golfo Persico di Christian Elia.