“Con il sangue dei partigiani ci laverem le mani”: l’eccidio dei martiri di Villamarzana

Standard

L'eccidio dei martiri di Villamarzana

“Ricordo che alla sera si sentivano da lontano solo le loro voci che cantavano a squarciagola: ‘Con il sangue dei partigiani ci laverem le mani’. E così è stato”. Nazzarena Boaretto, il 15 ottobre 1944, aveva appena compiuto 16 anni, ma si ricorda nei dettagli gli anni della guerra, soprattutto quelli dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. I repubblichini, i nazisti dentro casa, i rastrellamenti, le deportazioni in Germania, le violenze, il coprifuoco, la caccia a chi aveva deciso che avrebbe combattuto per la Resistenza.

Ma lei, nata in provincia di Rovigo, si ricorda in particolare dell’eccidio dei martiri di Villamarzana. A cercare notizie sulla fucilazione di 43 partigiani, passati per le armi come rappresaglia dopo la cattura e la sparizione di quattro collaborazionisti, tra cui il figlio di un colonnello a capo di una caserma locale, la Silvestri, se ne trovano. Ma Nazzarena Boaretto, che oggi ha 88 anni e vive a Cervesina, nell’Oltrepo pavese, ha deciso di andare oltre e di mettere in fila i ricordi della ragazzina che fu.

Continua a leggere su IlFattoQuotidiano.it

“I carnefici”: il libro di Daniele Biacchessi sull’estate del 1944 e le stragi naziste sull’Appennino

Standard

I carnefici di Daniele BiacchessiIl giornalista e scrittore Daniele Biacchessi torna in libreria con I carnefici – Sono un sopravvissuto. Uno che ha visto l’orrore. Uno che non vuole dimenticare (Sperling & Kupfer):

In una tiepida sera di fine estate, nel cortile di una cascina a Monte Sole, un vecchio mostra al nipote un tesoro fatto di vecchie fotografie, mappe militari ingiallite, cartine geografiche, carte processuali segnate dall’uso. Testimonianze e ricordi di una storia avvenuta settant’anni fa, di cui il nonno, nella sua comunità, è diventato il custode. È la storia di una lunga estate di sangue, quella del 1944: per contrastare l’avanzata delle truppe alleate, i tedeschi rinforzano le difese lungo la linea Gotica e intanto pianificano una persecuzione spietata delle brigate partigiane. Il compito è assegnato a una divisione speciale delle SS combattenti, che viene lanciata contro i «banditi» come su un fronte di guerra: i borghi in cui si nascondono i ribelli devono essere rasi al suolo, la popolazione eliminata come complice. Nei piccoli paesi dell’Appenino fra Toscana ed Emilia – Sant’Anna di Stazzema, Bardine, Vinca, Casaglia, Marzabotto – il beffardo suono di un organetto annuncia l’arrivo dei militari della divisione assassina e dà inizio al martirio di centinaia di vecchi, donne e bambini. Il nonno ha ancora negli occhi l’orrore conosciuto nella sua infanzia, ma il suo racconto ha la lucidità di chi per decenni si è dedicato a ricostruire i fatti e individuare le responsabilità dei singoli, a seguire i processi e denunciare i silenzi e le omissioni di giudici e politici. Daniele Biacchessi, impegnato da anni a portare in libreria e in teatro le pagine più drammatiche, oscure e controverse della storia italiana, offre, in questo libro, una narrazione delle stragi naziste che rende la memoria pulsante e viva.

Per saperne di più si veda qui.

“Voci partigiane”: in un libro di Simona Teodori storie e volti all’ombra della Linea Gotica

Standard

Voci partigianeEcco un interessante libro in uscita il prossimo 20 ottobre. Si tratta di Voci partigiane – Storie all’ombra della linea gotica (Edizioni della Sera) di Simona Teodori

Settembre 1943. I crepuscoli si avvicendavano fra i castagni dell’Appennino al formarsi delle prime bande armate sulla Linea Gotica. Chiudendo gli occhi è ancora possibile udire quei suoni, quei passi, quei sussurri. Il vento conserva il tempo e la memoria, li trattiene in un canto di ricordi: soffi di vita, di dolore, di coraggio e speranza, di quella che non muore mai. In queste pagine, alcune voci partigiane si staccano dal coro rievocando quei giorni lontani. Il lettore imparerà a distinguere i volti e le emozioni di coloro che hanno silenziosamente preso un posto nella storia d’Italia, schiacciati tra il conflitto clandestino e la speranza di pace, tormentati da ore estreme in cui azioni orribili venivano compiute sull’una e l’altra sponda di una feroce guerra di resistenza. Si porga l’orecchio al fruscio delle chiome boscose e si guardi negli occhi ciascun personaggio. Solo dopo averne ascoltato la voce sarà più facile comprenderlo come essere umano, al di là di ogni bandiera, senza condanne o assoluzioni.

Continua qui.

“Storia delle spie”: da Odoya il libro di Paul Simpson che parte dagli anni della guerra fredda e arriva al Datagate

Standard

Storia delle spie di Paul SimpsonEsce oggi un libro che mi ha offerto due opportunità. La prima è di collaborare per la prima volta con una casa editrice che ho sempre stimato, Odoya, per la qualità del suo catalogo. La seconda è di poter introdurre e integrare con un capitolo conclusivo sul Datagate (dato che il testo è uscito in lingua originale nel gennaio 2013) il lavoro di Paul Simpson, uno degli autori del sito Sci-Fi Bulletin. Il libro, che sarà in libreria il prossimo 30 aprile, si intitola Storia delle spie e parte dalla guerra fredda:

Dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi il mondo è cambiato profondamente e con esso anche l’arte dello spionaggio. Paul Simpson ci racconta come le spie abbiano reagito alle nuove minacce internazionali e cosa sia cambiato, sia sul piano tecnologico che su quello strategico in ambito bellico durante gli ultimi cinquant’anni.

Gli affascinanti dettagli delle vere vite delle spie, da quelle più famose a quelle che nell’ombra, da ogni lato della Cortina di ferro fino alle ultime operazioni segrete della guerra al terrore, hanno influito sulle scelte dei governi. Unico nel suo genere, il libro arricchisce questa panoramica sul moderno spionaggio con la descrizione degli aspetti tecnici dell’intelligence e con precisi approfondimenti su operazioni compiute nel corso dei maggiori conflitti internazionali.

Le vicende personali delle singole spie rendono il libro emozionante e da leggere tutto d’un fiato; attraverso congegni, trappole e omicidi, Paul Simpson ci guida alla scoperta delle verità celate dietro agli uomini che hanno nutrito il comune immaginario, da George Smiley a Jason Bourne.

Continua qui.

“Il futuro non si cancella”: verso Berlino dove gli studenti di Reggio Emilia studiano gli anni della deportazione e della Resistenza

Standard

Il futuro non si cancella

Il futuro non si cancella è il sito dedicato al progetto (nato nel 1999) che vede coinvolti mille studenti di Reggio Emilia: un viaggio verso Berlino per studiare gli eventi legati alla seconda guerra mondiale, alla deportazione e alla Resistenza. Qui il percorso del 2014.

“The ghost army”: in un documentario si racconta la storia di un pezzo dell’esercito Usa che combatté Hitler con l’illusione

Standard

The ghost army è un documentario girato da Rick Beyer con il supporto della PBS che racconta una storia risalente alla seconda guerra mondiale: quella dell’unità militare americana che dall’estate del 1944 riuscì sul fronte europeo a ingannare le armate di Adolf Hitler facendo ricorso all’illusione e all’illusionismo tra carri armati gonfiabili ed effetti sonori. Molti di coloro che ne fecero parte erano artisti e tutti erano addestrati a confondere il nemico, per quanto per decenni questo pezzo di storia sia stato fatto passare sotto silenzio, forse perché avrebbe preparato le campagne di guerra psicologica che seguirono nell’epoca successiva.

(Via BoingBoing)

“Salviamo la memoria”: un documentario indipendente per non dimenticare la seconda guerra mondiale attraverso le parole di chi la visse

Standard

Il documentario si intitola Salviamo la memoria, opera del videomaker Matteo Tortora, e quello pubblicato sopra è il primo trailer. Così si presenta il film:

È un progetto video che vuole restituire alla cittadinanza […] il senso di una memoria che lentamente si sta sgretolando; gli eventi, le situazioni ma sopratutto le emozioni e i legami affettivi che la seconda guerra mondiale ha scardinato, talvolta distrutto, talvolta ferito cambiando per sempre il volto della nostra nazione, della nostra terra e dei nostri parenti.

Prima che il ricordo diventi soltanto rievocabile attraverso le parole scritte sui libri di storia, il nostro intento è perpetuare il ricordo vivo di chi ancora può testimoniare. Perché soltanto attraverso il racconto, che scaturisce dalle parole, dalle espressioni del viso, talvolta anche dalle lacrime che possono sgorgare dagli occhi, saremo in grado di percepire e di capire realmente l’impatto e le conseguenze che la guerra ha avuto.

Abbiamo paura che le nuove generazioni possano sentire troppo lontano quel periodo storico, perdere il contatto con chi lo ha vissuto e questo progetto di archiviazione digitale delle interviste è un primo passo per un progetto di recupero della storia che passi per la prima attraverso le testimonanze di persone comiuni, il vicino di casa o la nonna, che possano restituire a tutti aspetti persi, ricordi dimenticati, e fare luce su qualcosa che giorno dopo giorno diventa sempre più flebile e lontano.

Il documentario rientra nell’ambito di Produzioni dal basso e dunque chi volesse sostenerlo può farlo qui.

(Via Antonio Mainenti su Twitter)