Expensive glory of men. Savings the Italian: dalla Finlandia un documentario sulla spesa pubblica tricolore. Con la collaborazione di Irpi

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Expensive glory of men. Savings the Italian

Il documentario di una cinquantina di minuti è stato realizzato dalla giornalista finlandese Pertti Pesonen di Yleisradio con la collaborazione di Irpi – Investigative Reporting Project Italy. Tema: sprechi e dilapidazioni varie all’interno della pubblica amministrazione italiana e questa la sua presentazione:

Expensive glory of men. Savings the Italian – Italy is Europe’s most expensive MPs, heavy and wasteful administration and Greece, the European debt most central government. Italy will survive?

“Cronache da un inverno europeo”: il documentario in crowdfunding sulla crisi. Tre gli episodi e si inizia dalla Grecia

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Dalla presentazione di Cronache da un inverno europeo, realizzato con il supporto del crowdfunding e rilasciato con licenza Creative Commons:

È un documentario in tre episodi realizzato da Etienne Haug, documentarista francese residente a Berlino. Grazie al contributo volontario di traduttori e professionisti della comunicazione di tutta Europa, il primo episodio dedicato alla Grecia è da oggi disponibile gratuitamente con sottotitoli in più lingue: italiano, tedesco, greco e catalano (oltre che inglese e francese).

Il progetto è presente anche su Twitter e su Facebook.

L’Europa ai tempi della crisi: il racconto a cavallo tra il 2011 e il 2012 con il libro di Global Voices Books

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EU in CrisisÈ un libro elettronico in più formati quello che innugura il progetto Books di Global Voices. Si intitola EU in Crisis e raccoglie tredici interventi (un’ottantina quelli online, scritti dalla primavera 2011 al luglio 2012 da altrettanti contributori). Come annuncia Global Voices Italia:

L’e-book è rilasciato sotto una licenza Creative Commons Attribution 3.0 ed è scaricabile in tre formati differenti:

Insieme ad un’originale introduzione che offre un’ampia panoramica sulla scenario in atto, questo e-book comprende [testi] che riguardano Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e altri paesi europei, colpiti dalla crisi delle banche e dell’Euro, attraverso lo sguardo dei media online partecipativi.

Questo e-book è stato pensato come un flessibile strumento per un’ulteriore diffusione e discussione riguardo questi problemi d’attualità.

Continua su Global Voices Books.

Parole e violenza politica. Gli anni Settanta del Novecento: un convegno a Trieste il 22 e il 23 marzo 2012

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Parole e violenza politica. Gli anni Settanta del Novecento

Parole e violenza politica. Gli anni Settanta del Novecento è il titolo di un convegno che si terrà a Trieste, presso l’Aula Magna dell’università in via Tigor 22, il 22 e il 23 marzo prossimi. Questa la presentazione:

La produzione di testi sugli “anni di piombo”, una stagione politica cruciale per la storia dell’Italia repubblicana nel contesto europeo, è senza dubbio imponente; più recente, invece, è l’avvio di una ricostruzione storiografica organica ed articolata su vicende che si collocano, ormai, ben lontano dalla più stretta contemporaneità. Il convegno di Trieste, che è stato stimolato dalla ricerca condotta – grazie al generoso contributo della famiglia del gen. Giorgieri – da un gruppo di lavoro dell’Ateneo, si propone di concorrere innanzitutto all’arricchimento delle ipotesi interpretative e delle conoscenze intorno ai temi del terrorismo e della violenza politica nel nostro Paese, nel corso degli anni Settanta del secolo scorso. Al centro dell’incontro è posto il tema dei “linguaggi della violenza”: sia per riflettere sui modi in cui quella stagione venne vissuta, sia per ragionare sui termini in cui venne (e viene) ricordata, narrata, spiegata e, infine, insegnata. Il confronto multidisciplinare tra le fonti e i diversi ambiti disciplinari (storia, letteratura e cinema) vuole essere il tratto caratterizzante della nostra proposta di dibattito.

Qui il depliant in formato pdf (1,3MB) con il programma completo.

Acta: un’infografica fa il punto in Europa dei Paesi che hanno aderito all’accordo internazionale che mina la libertà in rete

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Acta: chi ha firmato l'accordo al 21 febbraio 2012

Si intitola Acta: tutto quello che avete sempre voluto sapere e l’infografica pubblicata sopra fa il punto dei Paesi europei che hanno firmato l’accordo internazionale. Un accordo in base al quale, per combattere contraffazione e violazione del copyright, si rischia l’ennesimo giro di vite alla condivizione delle informazioni in rete.

Giornata mondiale anti-Acta: le foto di Berlino e il resoconto nel resto d’Europa

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Acta-Demo Berlin dell’11 febbraio scorso, non un giorno a caso per la libertà d’espressione in rete che si vuole sacrificare in nome del verbo anti-contraffazione. Il nodo della protesta è questo e la Germania non è affatto l’unico luogo in cui si protesta, come racconta oggi Marco Vecchio su Punto Informatico.

Rsf: libertà di stampa, la classifica che vede arretrare Europa (e Italia)

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Classifica della libertà di stampa 2010Reporter senza frontiere pubblica la classifica della libertà di stampa 2010 (qui la versione integrale in inglese) e a proposito di Vecchio Continente (e Italia) scrive:

Reporters sans frontières ha ripetutamente espresso la sua preoccupazione per il peggioramento della situazione della libertà di stampa nell’Unione Europea e il 2010 conferma questa tendenza. Tredici dei 27 membri dell’Unione europea sono nei top 20, ma alcuni degli altri 14 sono in posizioni molto basse della classifica. L’Italia è 49a, la Romania 52a e la Grecia e la Bulgaria sono insieme nella 70a. L’Unione Europea non è un tutt’uno omogeneo per quanto riguarda la libertà dei media. Al contrario, il divario tra le migliori e le peggiori continua ad allargarsi.

Non c’è stato alcun progresso in vari paesi dove Reporters sans frontières ha evidenziato problemi. Tra questi, soprattutto, Francia e Italia, dove gli eventi dello scorso anno – le violazioni della tutela delle fonti dei giornalisti, la continua concentrazione della proprietà dei media, le dimostrazioni di disprezzo e di impazienza da parte di esonenti governativi nei confronti dei giornalisti e del loro lavoro, le convocazioni giudiziarie – hanno confermato la loro incapacità di invertire questa tendenza.

Altra documentazione in proposito:

Osservatorio Balcani: un dossier sulla popolazione gay nel sud-est europeo

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Gay Pride Belgrade

Racconta Osservatorio Balcani a proposito di LGBTIQ Between the State and the EU:

Il 2009 è stato segnato per la popolazione LGBT e queer nel sud-est Europa da un lato da episodi di violenze e intimidazioni (in particolare durante le principali manifestazioni dai Pride in Serbia e Slovenia al festival queer di Sarajevo), senza prese di posizione da parte di amministrazioni locali e Stati nazionali. Dall’altro, pressioni sovranazionali e aspirazioni all’integrazione europea hanno portato all’avanzamento e/o all’approvazione di proposte legislative di stampo progressista. In questo quadro di sviluppi stonati e contrastanti, la popolazione LGBT e queer dei Balcani si ritrova al crocevia tra visibilità e invisibilità, contesto domestico ostile e speranze europee, progresso formale e paure concrete. OBC raccoglie in questo dossier cronache, interviste e analisi dedicate agli sviluppi dell’universo arcobaleno balcanico, al rapporto con le istituzioni internazionali e al ruolo della cooperazione.

Ecco dunque di seguito il dossier Tra stato ed Europa. LGBT e queer nei Balcani. Per quanto riguarda i casi citati nella presentazione: La notte dei cristalli di Sarajevo, Belgrado sotto assedio e Sassi sul Gay pride. Infine un reportage di Jasmina Tešanović dalla capitale serba in occasione del Gay Pride era stato pubblicato un paio di mesi fa. Si intitolava Belgrado, Milosevic, il gay pride e l’opposizione del passato recente.