Terrorismo stragista negli anni Settanta e Ottanta: un testo sulla Rete degli archivi

Standard

L’ex magistrato Claudio Nunziata pubblica sul sito della Rete degli archivi per non dimenticare il saggio (in pdf) Alcune chiavi di lettura sull’uso del terrorismo stragista negli anni Settanta e Ottanta:

È difficilmente contestabile che il terrorismo negli anni Settanta-Ottanta è entrato di forza nella storia del nostro Paese incidendo su quel processo di crescita democratica che si era avviato con l’approvazione della Costituzione. E poiché esso si è sviluppato di pari passo con una strategia di disinformazione, la sua memoria non può essere circoscritta alla sola serie storica degli avvenimenti, ma deve tendere a comprenderne anche i retroscena e le dinamiche che lo hanno suscitato, a sceverare le informazioni genuine da quelle manipolate ed essere continuamente aggiornata e arricchita dall’analisi dei nuovi dati di conoscenza disponibili.

L’approfondimento delle conoscenze è l’unico efficace meccanismo di dissuasione per chi per il futuro intenda sabotare la democrazia. La disponibilità di materiali processuali in materia, che il progetto della Rete degli archivi per non dimenticare intende rendere fruibili apre la strada a una memoria più ampia, rivolta a indagare e comprendere la natura delle forze, spesso sommerse, che hanno manovrato le varie leve di questa storia.

Per scaricare il testo questo è link.

A settant’anni dall’eccidio di Marzabotto, la memoria e la storia passano dal web (e dai familiari delle vittime)

Standard

Monte Sole - Storia e memoria di Bologna

Settant’anni fa iniziava l’eccidio di Marzabotto. Un sito, realizzato dai familiari delle stragi nazifasciste anche di Grizzana Morandi e Monzuno, ne ricostruisce la storia e ne conserva la memoria.

(Via Storia e memoria di Bolgona)

Studenti bolognesi a Bolzano per “2 agosto 1980: non c’ero, ma so”, presentato al Festival delle Resistenze contemporanee

Standard

Sarà presentato in anteprima domani, 25 aprile, al Festival delle Resistenze contemporanee di Bolzano il lavoro realizzato dagli studenti della 3AM dell’istituto tecnico bolognese Belluzzi-Fioravanti, lavoro realizzato sotto il coordinamento dell’associazione Piantiamolamemoria. È un file audio, progettato e realizzato come una trasmissione radiofonica, e si intitola 2 agosto 1980: non c’ero, ma so: come ragazzi la cui nascita era ancora parecchio là da venire hanno interpretato i fatti della strage alla stazione di Bologna. Dunque, chi fosse a Bolzano domani, faccia un salto all’evento inserito nel programma con il titolo Confronto e sintesi di 5 progetti dedicati alla memoria e ai giovani. L’appuntamento è alle 10 in piazza Matteotti.

“Carte a rischio: sulle tracce di una memoria sommersa”: e online andranno i documenti della commissione P2

Standard

Carte a rischio: sulle tracce di una memoria sommersa

È un convegno importante, quello in programma a Firenze fra due settimane. Si chiama Carte a rischio: sulle tracce di una memoria sommersa e durante i lavori sarà presentata la pubblicazione on line prodotta dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2. Questa la sua presentazione:

Il 5 maggio 2014, a Firenze, nei locali dell’Archivio di Stato (viale Giovine Italia, 6), alle ore 10 avrà inizio il convegno “Carte a rischio: sulle tracce di una memoria sommersa. Le fonti documentarie toscane sul terrorismo e la criminalità organizzata”, organizzato dalla Direzione Generale per gli Archivi (Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo) e dal Centro di Documentazione Archivio Flamigni, in collaborazione con l’Archivio di Stato di Firenze, la Soprintendenza archivistica per la Toscana e la Rete degli Archivi per non dimenticare.

Patrocinato dalla Camera dei Deputati, il convegno si proporrà di dare rilievo alla documentazione su terrorismo e criminalità organizzata conservata presso istituti, centri di documentazione e Archivi di Stato della Toscana, cogliendo e sarà l’occasione per riflettere sulle possibilità che si aprono e, viceversa, sulle difficoltà di vario genere che ostano alla piena pubblicità e fruibilità di documenti importantissimi per testimoniare e ricostruire snodi fondamentali delle realtà drammatiche e tragiche vissute nei decenni passati dal nostro Paese (scarsità di fondi, di personale e di spazi, aspetti critici della normativa sulla consultazione di tale tipo di documentazione).

Qui il pdf con il programma completo. La partecipazione è gratuita, ma è necessario registrarsi online.

“Il rumore della memoria – Quei passaporti per Gelli”: il racconto del desaparecido Basterra e dei documenti destinati al capo della P2

Standard

Il rumore della memoria – Quei passaporti per Gelli contiene il racconto del desaparecido Victor Basterra, così descritto dal Corriere.it::

Basterra, un oppositore del regime che lavorava per la Zecca di stato argentina come «operaio grafico», sapeva […] disegnare banconote e produrre passaporti praticamente perfetti. Gliene consegnarono appunto quattro, con nomi di italiani naturalizzati argentini, da falsificare. Però gli diedero una sola foto, in quattro esemplari, che Basterra identificò subito, senza alcun dubbio. La foto era quella del «maestro venerabile», che a Buenos Aires era più noto che in Italia.

I passaporti falsificati furono consegnati a Gelli, che in quel momento era ricercato dalla giustizia italiana e pare si trovasse a Montevideo […]. Gelli tentò di utilizzare uno dei passaporti nella Confederazione elvetica, per prelevare denaro da uno dei suoi conti svizzeri. Basterra, incontrato all’Esma, proprio nel sotterraneo delle torture, ci ha detto: «[…] Sono stato prigioniero per quattro anni e mezzo e [falsificare passaporti] era l’unico modo che avevo per sperare di ottenere la libertà. Il loro era un sistema perverso: potevi trovare uno che ti dava una pacca sulla spalla e poi ti offriva un whisky, e qualche ora dopo finire nella camera della tortura, sottoposto alla scarica elettrica».

Continua qui.

“Il futuro non si cancella”: verso Berlino dove gli studenti di Reggio Emilia studiano gli anni della deportazione e della Resistenza

Standard

Il futuro non si cancella

Il futuro non si cancella è il sito dedicato al progetto (nato nel 1999) che vede coinvolti mille studenti di Reggio Emilia: un viaggio verso Berlino per studiare gli eventi legati alla seconda guerra mondiale, alla deportazione e alla Resistenza. Qui il percorso del 2014.

Anche la memoria falciata dalla crisi: a Roma è a rischio chiusura il Museo storico della Liberazione di via Tasso

Standard

Museo storico della Liberazione di Roma

La storia viene raccontata da Giacomo Russo Spena su Micromega Online e si intitola Se rischiamo di perdere la Memoria:

Rischia la chiusura. Per mancanza di fondi. Eppure è un patrimonio politico, storico e culturale per la nostra Memoria. Quasi 15mila visite solo nel 2013, tra cui moltissimi studenti. “Siamo in attesa che arrivino i soldi dal ministero dell’Istruzione, altrimenti sarà dura andare avanti”, è il grido d’allarme giunto dal Museo storico della Liberazione di Roma, a Via Tasso. Nel cuore della Capitale.

Istituito con la legge 227 del 14 aprile 1957, l’attuale stabile – di proprietà statale – venne utilizzato nei mesi dell’occupazione nazista di Roma (11 settembre 1943 – 4 giugno 1944) come carcere dal Comando della Polizia di sicurezza. Divenne tristemente famoso come luogo di reclusione e tortura da parte delle SS per oltre 2000 antifascisti, molti dei quali caddero poi fucilati a Forte Bravetta e alle Fosse Ardeatine. Le celle di detenzione, che allora occupavano l’intero edificio mentre adesso soltanto due dei quattro appartamenti destinati a museo, sono ancora come furono lasciate dai tedeschi in fuga. Ora sono dedicate alla memoria di coloro che vi furono detenuti, e ricordano le più drammatiche e significative vicende nazionali e romane dell’occupazione.

Continua qui.

I narratori della memoria per un libro collettivo che promuova l’impegno civile e i cui proventi diano vita a un festival

Standard

Ponti di memoriaIl libro è uscito a fine ottobre e si tratta di un’antologia pubblicata da VoloLibero Edizioni. I suoi autori sono Daniele Biacchessi, Paolo Bolognesi, Elena Invernizzi, Stefano Paolocci, Tiziana Di Masi, Gaetano Liguori, Ezio Guaitamacchi, Marino Severini, Massimo Priviero e Michele Fusiello, i cosiddetti “narratori della memoria”. Così si presenta:

Dalla strage di Bologna ad Aleppo, dalle mafie al rock’n’roll, passando per voci, suoni e tante storie. I narratori della memoria sono giornalisti, scrittori, attori, musicisti. Sovente narrano storie dimenticate attraverso libri, drammaturgia, canzoni, poesie. È loro il bisogno di fare memoria, ma non memoria del passato, bensì memoria viva. Il loro intento è tramandare queste storie alle nuove generazioni. Perché nulla vada mai dimenticato.

“I narratori della memoria” è il primo libro collettivo dell’associazione Ponti di Memoria, nata nel 2012 per promuovere la cultura (non il culto), della memoria e l’impegno civile in Italia. I proventi di questo libro andranno a finanziare il progetto della Città dei Narratori, un format di festival itinerante di musica, teatro, letture, reading, cinema, artivisive.

(Via BooksBlog)

“È come sangue e non va via”: le vittime e la memoria della strage del 2 agosto 1980 in un ebook dei Siciliani Giovani

Standard

E' come sangue e non va viaEsce per I siciliani giovani diretto da Riccardo Orioles l’ebook È come sangue e non va via – 2 agosto 1980: la strage, le vittime e la memoria, testo che va ad aggiungersi a un già nutrito panorama di pubblicazioni elettroniche. Disponibile in tre formati (pdf, mobi ed epub), lo scritto si presenta così:

Anche quella di cui si parla in questo libro è una ferita della storia. Ma lo scopo, questa volta, non è raccontare le vittime delle istituzioni, ma le persone comuni – erano ottantacinque – che il 2 agosto 1980 entrarono in una stazione per non uscirne più. E raccontare anche dei duecento feriti che si sono rialzati conservando a vita, dentro e fuori, le cicatrici impresse da quei fatti.

Per scaricare gratuitamente il libro si veda qui.

Città degli Archivi: a breve online oltre 8 mila fascicoli (1872-1983) del casellario politico della questura di Bologna

Standard

Persone pericolose per la sicurezza dello Stato

È stato annunciato ieri e a breve sarà possibile consultarlo online. È l’archivio della questura di Bologna, nello specifico il casellario politico provinciale dove finivano le schede relative a “persone pericolose per la sicurezza dello Stato”. Lo si scrive sul sito della Città degli Archivi che in proposito anticipa:

Versata nel 2004 all’Archivio di Stato di Bologna, la serie conta 8.644 fascicoli relativi ad altrettanti individui che per la loro militanza politica, per il loro impegno sindacale, o più semplicemente per la loro irrequietezza sociale, sono stati schedati e controllati dall’autorità di pubblica sicurezza su tutto il territorio provinciale.

Tra il 1872 e il 1983, attraverso il mutare delle epoche e delle condizioni politiche, la questura bolognese ha predisposto perquisizioni, arresti e interrogatori, imposto diffide, ammonizioni e confino, deferito a tribunali ordinari e speciali, scattato foto segnaletiche e compilato schede biografiche, sequestrato passaporti, tessere di partito e di sindacato, giornali e corrispondenza personale, allo scopo di attuare un’incisiva azione di “polizia preventiva”.