Giorno della memoria: le storie ancora senza finale. Dopo 69 anni tante le persone che sparirono nel nulla e cercate tutt’oggi

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Per chi afferma che occorre chiudere capitoli più recenti della storia, andrebbe data un’occhiata, almeno nel Giorno della memoria, a quanti ancora cercano notizie di parenti – se non propri parenti mai più tornati – dai lager nazisti. Nel 2009 si pubblicava un post, Il libro dei deportati, volume I: 23.826 nomi di italiani finiti nei lager. Nei mesi e negli anni a venire sono stati nell’ordine delle decine i commenti di cui ancora si aspettano risposte su persone inghiottite per sempre della brutalità della soluzione finale senza nemmeno lasciare un’eco di cosa accadde loro.

“Il futuro non si cancella”: verso Berlino dove gli studenti di Reggio Emilia studiano gli anni della deportazione e della Resistenza

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Il futuro non si cancella

Il futuro non si cancella è il sito dedicato al progetto (nato nel 1999) che vede coinvolti mille studenti di Reggio Emilia: un viaggio verso Berlino per studiare gli eventi legati alla seconda guerra mondiale, alla deportazione e alla Resistenza. Qui il percorso del 2014.

“Io mi sono salvato”: Shoah e stragi naziste del 1943 sul lago Maggiore. La storia (in parte inedita) di Aldo Toscano

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Io mi sono salvatoGli accadimenti legati alla seconda guerra mondiale e dalla Shoah continuano a raccontare e a riproporre storie di costante interesse. È il caso del libro Io mi sono salvato. L’olocausto del lago Maggiore e gli anni dell’internamento in Svizzera (1943-1945) di Aldo Toscano, che esce (di nuovo) per Interlinea Edizioni a ridosso del settantesimo anniversario di una strage nazista:

Nei giorni immediatamente successivi all’armistizio, tra il 15 settembre e l’11 ottobre 1943, sulla sponda occidentale del lago Maggiore i soldati del primo battaglione SS del secondo reggimento della divisione corazzata Leibstandarte “Adolf Hitler” compirono uno dei più efferati eccidi di ebrei in territorio italiano. A oggi le vittime accertate sono 57, uomini, donne, vecchi e bambini, implacabilmente rintracciati e immediatamente sterminati. I contorni della strage emersero in tutta la loro tragica evidenza, soltanto nel 1963, grazie all’indagine condotta da Gerhard Wiedmann sull’attività del capitano delle SS Theodor Saewceke.

Prese avvio un’istruttoria giudiziaria che si concluse con un processo contro i maggiori responsabili dell’eccidio che venne celebrato nel 1968 a Osnabrück. Dopo 61 udienze e l’escussione di 180 testi, gli ufficiali vennero condannati all’ergastolo e i due sottoufficiali a pene minori. Nell’appello svoltosi il 17 aprile 1970, la corte suprema di Berlino li mandò assolti, con la stupefacente motivazione dell’avvenuta prescrizione dei termini.

Aldo Toscano, ebreo novarese nato nel 1907, dopo essere scampato all’eccidio rifugiandosi in Svizzera dove venne internato, fu il primo a dedicarsi alla ricostruzione storica di quegli avvenimenti, pubblicando il risultato delle sue ricerche nel 1993 su una rivista storica novarese. In occasione del settantesimo anniversario della strage e a vent’anni dalla morte di Toscano, si ripubblica lo studio insieme al diario che ricostruisce gli anni dell’internamento, rimasto inedito fino ad oggi.

CampiFascisti.it: progetto creato per censire i luoghi di deportazione e internamento dall’Italia all’Africa passando per i Balcani

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Campi fascisti

Il progetto è supportato da realtà come Audiodoc, Museo della Shoah e Europe for citizen programme, oltre ad avere la collaborazione di Anna Pizzuti e del suo Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico. Si chiama Campi fascisti e parte da questi presupposti:

Lo stato fascista italiano si è avvalso di diversi strumenti e luoghi per imprigionare, segregare e deportare popolazioni straniere, oppositori politici, ebrei, omosessuali e rom. Dai campi di concentramento per i civili sloveni e croati, a quelli dove furono deportati migliaia di eritrei, etiopi e libici, dalle località di internamento per ebrei stranieri, fino ai luoghi di confino per oppositori politici.

Al momento molti dei materiali derivano da quanto raccolto per l’indagine I campi fascisti: dalle guerre in Africa alla Repubblica di Salò, conclusa lo scorso novembre. E se il lavoro si annuncia come un continuo work in progress rivolto a studiosi, centri di ricerca e università, sta sempre più assumendo le sembinze di un centro di documentazione on line per intanto suddiviso nelle sezioni campi di concentramento, campi di lavoro coatto, campi di transito, località di confino, località di internamento, località di soggiorno obbligatorio, carceri, campi per prigionieri di guerra, distaccamenti di lavoro e campi provinciali della Repubblica sociale italiana.

(Via Blog del master di comunicazione storica)

Il Fatto Quotidiano: Giornata della Memoria, a Correggio la mostra d’arte su Shoah e Resistenza

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L’asse questa volta parte dalla provincia di Reggio Emilia e arriva a Berlino. E si trasforma in un canale di trasmissione della memoria su olocausto e Resistenza facendo leva sull’arte. Anzi, sull’arte della libertà. Il progetto si chiama “Ars – Art Resistance Shoah” e come anime ha due giovani storici dell’arte, Margherita Fontanesi, che lavora per il museo Il Correggio, e Salvatore Trapani, corrispondente da Berlino per il mensile Shalom.

Il primo evento di questo percorso è fissato per la Giornata della Memoria, il 27 gennaio, quando al Correggio Art Home i due ricercatori terranno una conferenza su arte, Resistenza e Shoah. Ma soprattutto lo è la mostra “Il Volo di Sara” di Sonia Maria Luce Possentini, ospitata fino al prossimo 10 febbraio dalla ludoteca “Piccolo Principe”. “Occuparsi di temi del genere”, dice Margherita Fontanesi, “è un dovere morale, soprattutto adesso, in un momento delicatissimo in cui stanno scomparendo i testimoni diretti. Qualcuno deve raccogliere la loro eredità”.

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A.R.S. – Art Resistance Shoah: le opere che si trasformano in documenti e testimonianze storiche di olocausto e liberazione

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A.R.S. - Art Resistance ShoahMargherita Fontanesi e Salvatore Trapani sono due storici dell’arte. La prima lavora per il museo emiliano Il Correggio e il secondo è il corrispondente da Berlino del mensile Shalom. Insieme hanno dato vita al progetto A.R.S. – Art Resistance Shoah (link su Facebook) che presentano con queste parole:

Entrambi sensibili alle tematiche dell’antifascismo e della Shoah abbiamo maturato la convinzione dell’arte come documento e testimonianza storica importante e dunque quale potentissimo strumento educativo di lotta e denuncia attraverso cui veicolare i valori della libertà, della pace, dell’uguaglianza, della dignità, del rispetto. Da qui l’idea di utilizzare la nostra formazione di storici e critici d’arte per un ampio progetto che si attesti come approfondimento formativo […], un progetto internazionale per la memoria della Shoah e della Resistenza attraverso le arti visive.

Un dei primi risultati sarà un seminario che parli di opere create da sconosciuti sopravvissuti e da nomi noti come Renato Guttuso, Afro, Marino Mazzacurati, Remo Brindisi, Xavier Bueno, Georg Grosz, Otto Dix e Käthe Kollowitz. Tutti artisti che hanno trasformato il loro talento in “arte della libertà”.

Inoltre su Facebook viene annunciato che fino al 10 febbraio sono esposti alla Ludoteca Piccolo Principe di Correggio i disegni originali di Sonia Maria Luce Possentini tratti dal libro Il volo di Sara (, 2012).

(Via Anpi Nazionale)

Banca della memoria ebraica: progetto sulla rinascita dopo la Shoah finanziato con l’8 per mille all’Ucei

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Banca della Memoria ebraica

Nasce la Banca della memoria ebraica che così si presenta:

La Banca della Memoria è un progetto web destinato alla raccolta, alla classificazione e alla diffusione delle esperienze di vita e dei ricordi delle persone nate prima del 1940. È il primo progetto del genere che viene realizzato in ambito ebraico [e] ha l’obiettivo di preservare la memoria delle nostre comunità, fatta di piccole e grandi storie individuali e collettive. Abbiamo un patrimonio di memoria fatto di usi, costumi, abitudini, tradizioni, vita quotidiana, professioni, imprenditoria, una collettività che dopo la tragedia della Shoah ha visto la nascita dello Stato di Israele e il grande sforzo della ricostruzione.

Il Centro di Cultura Ebraica si è proposto di documentare il periodo della ricostruzione delle istituzioni ebraiche romane e il loro sviluppo negli anni e di raccogliere racconti di vita vissuta, aneddoti, costumi del dopoguerra attraverso una serie di interviste video che saranno inserite in questo sito.

Al momento una quarantina le interviste video raccolte e pubblicate e la realizzazione del progetto è curata dal Centro di Cultura Ebraica attraverso i fondi raccolti con l’8 per mille all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei).

(Via Blitz Quotidiano)

Giorno della memoria 2012: presentato il sito “I nomi della Shoah italiana” del Centro di documentazione ebraica contemporanea

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Con il Giorno della memoria 2012 e dopo la pubblicazione del volume Il libro della memoria – Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945) di cui si parlava qui, adesso arriva il sito I nomi della Shoah italiana – Memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica, iniziativa del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec):

Nel 1979, il Cdec prese in considerazione l’idea di pubblicare in un libro-memoriale l’elenco completo di tutti gli ebrei morti in Italia o deportati dall’Italia nel biennio 1943-1945. La direzione del progetto fu affidata a Liliana Picciotto. Nuovi documenti erano nel frattempo venuti alla luce: la schedatura di 58.000 ebrei o supposti tali messa in atto dal governo fascista nel 1938, i registri-matricola delle carceri italiane con i nomi degli ebrei arrestati, i documenti del Ministero dell’Interno reperiti per le Procure tedesche nell’ambito dei processi a criminali nazisti che avevano operato in Italia.

L’analisi di questo complesso documentario portò alla luce nuovi nomi e nuovi dati. Nel 1986 il Cdec ricevette in dono un raro e prezioso computer che dette una svolta alla ricerca: i dati fino ad allora reperiti furono fatti confluire in un innovativo data base creato con l’aiuto dell’ingegnere informatico Alfonso Sassun. L’esito della ricerca sui nomi è stato pubblicato nel 1991 dalla casa editrice Mursia […], che ha visto successive numerose edizioni. La vasta diffusione del libro permise a parenti e amici delle vittime di entrare in contatto diretto con il Cdec e con l’elenco stesso.

Segnalazioni e integrazioni, inizialmente assai numerose, non sono nel corso degli anni mai cessate, segno dell’interesse costante da parte della società civile e della comunità ebraica verso il proprio passato. Poiché nuovi dati e completamenti ci vengono ancora comunicati, l’elenco non si può considerare definitivo ma un continuo working progress. Il Cdec con i due monumenti: Il libro della memoria e questo sito “I nomi della Shoah Italiana” ha inteso da una parte soddisfare la ricerca storica e dall’altra onorare la memoria delle vittime.

Chi avesse informazioni, notizie o fotografie in tema, può segnalarle qui.

“A Film Unfinished”: un documento originale sulla propaganda nazista nel ghetto di Varsavia

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Si intitola A Film Unfinished:

Alla fine della seconda guerra mondiale vennero scoperti 60 minuti di riprese finite poi nell’archivio della Germania orientale. Girato dai nazisti a Varsavia nel maggio 1942 e denominato semplicemente “Ghetto”, questo filmato è diventato rapidamente una risorsa per gli storici alla ricerca di materiale originale sul ghetto polacco […]. A Film Unfinished presenta il materiale grezzo nella sua interezza, comprese le false annotazioni (inclusa una cena) che mostrano “la bella vita” che conducevano gli ebrei della città, testimoniando la radicalità della propaganda cinematografica nazista […]. Si tratta dunque di un documento che testimonia alcuni aspetti del più grande orrore di tutti i tempi e che presenta gli sforzi [per porsi] in una luce favorevole.

Qui qualche informazione sui filmmaker che hanno lavorato sul documentario che dallo scorso 18 agosto sta circolando nei teatri statunitensi.