Strage di Piazza Fontana: per cinquant’anni il futuro di due ragazzi è rimasto tra le macerie

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Manifestazione antifascista

Immaginate due ragazzini, sorella e fratello. Lei, Patrizia Pizzamiglio, nel 1969 ha 15 anni, frequenta il liceo scientifico e deve affrontare da un po’, giorno per giorno, il suo corpo che, da infantile, è diventato adolescente . e già questo cambiamento è sconcertante a quell’età. Poi c’è il futuro da progettare, la facoltà da scegliere dopo la maturità e la ricerca di prospettiva di vita solide.

Enrico, invece, di anni ne ha 12 e va alle medie. La domenica per lui significa l’Inter di Sandro Mazzola a centrocampo, di Giacinto Facchetti in difesa e di Roberto Boninsegna in attacco, ormai candidato a diventare il miglior marcatore della stagione 1969-1970. Enrico, però, non si limita a tifare, vuole anche giocare a calcio da professionista, diventare un fuoriclasse, e si allena con gli amici ogni volta che può.
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Il sito di Guido Salvini, il giudice istruttore che riaprì le indagini su Piazza Fontana

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Il sito di Guido Salvini

Importante sito che debutta sul web. È quello di Guido Salvini, il giudice istruttore che, negli anni Novanta, riaprì le indagini sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e sull’eversione di estrema destra. Quelle indagini, come stabilito in via definitiva dalla Cassazione nel 2005, hanno una matrice ben precisa – Ordine Nuovo – e nomi associazioni a quel massacro, il primo del periodo compreso dagli anni del strategia della tensione. Sono quelli di Franco Freda e Giovanni Ventura. Sul sito del giudice Salvini, di particolare interesse è la sezione Documenti, da cui si possono scaricare atti sulle indagini.

Piazza Fontana: l’uso politico e le vittime preventive di una strage

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Piazza Fontana

All’inizio furono 17 morti e 88 feriti. I numeri si riferiscono al bilancio della strage di Piazza Fontana, quella provocata da una bomba posizionata a Milano, nel salone della Banca Nazionale dell’Agricoltura, che esplose alle 16.37 del 12 dicembre 1969. L’inizio, invece, riguarda un periodo che ormai nei libri di storia va sotto l’espressione di “strategia della tensione”.

Piazza Fontana ne segna l’ingresso e apre un capitolo nel recente passato del Paese in cui il terrorismo indiscriminato – che si è avvalso della complicità operativa delle organizzazioni neofasciste (Ordine Nuovo, nell’episodio specifico) – è stato usato come strumento politico. Ma alcuni precedenti c’erano stati.
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“Depistaggi – Da piazza Fontana alla stazione di Bologna”: il libro che li racconta

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Depistaggi - Da piazza Fontana alla stazione di Bologna

Questo testo è l’introduzione al libro Depistaggi – Da piazza Fontana alla stazione di Bologna di Luna Beggi, Paolo Cianci, Maria Giovanna Drudi, Luca Palestini, Flavio Romani e Amalia Vergari, Castelvecchi Editore, Roma, 2018

A dicembre 2017, alla fine di un anno di lavoro, dissi loro: «Avete ormai quasi scritto un libro, perché non pensare di ultimarlo e pubblicarlo?». Tutto era nato dodici mesi prima, con la fine delle selezioni per accedere ai corsi dell’area non fiction della Bottega Finzioni, la scuola che forma autori per il cinema, la televisione e la radio fondata a Bologna da Carlo Lucarelli. Chi firma oggi il testo del volume faceva parte dei venti allievi che avevano superato le prove di accesso e il successivo gennaio erano iniziate le lezioni.

Per un anno ci siamo frequentati praticamente tutte le settimane, il venerdì e nei fine settimana intensivi. In aula li ho visti lavorare, affiancando i docenti in qualità di responsabile dell’area insieme al regista Francesco Merini, osservandoli mentre si cimentavano in vari aspetti del lavoro autoriale: la ristrutturazione di format tv sull’arte e sulla cultura, la stesura di sceneggiature per trasmissioni di approfondimento oppure l’individuazione di rubriche per l’intrattenimento sul piccolo schermo.
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La strategia della tensione e ciò che si sa: è molto, anche se mancano pezzi di storia

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Banca nazionale dell'agricoltura, piazza Fontana, Milano

Partiamo con una serie di nomi. Sono quelli di Giovanni Arnoldi, Giulio China, Eugenio Corsini, Pietro Dendena, Carlo Gaiani, Calogero Galatioto, Carlo Garavaglia, Paolo Gerli, Luigi Meloni, Vittorio Mocchi, Gerolamo Papetti, Mario Pasi, Carlo Perego, Oreste Sangalli, Angelo Scaglia, Carlo Silva e Attilio Valè. A questi aggiungiamo altri due nomi: Alberto Muraro e Giuseppe Pinelli. I primi 17 sono le vittime dirette che, alle 16.37, fece l’ordigno che esplose il 12 dicembre 1969 all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana.

Gli altri due sono le vittime collaterali, addirittura, nel caso di Muraro, preventiva. Quest’ultimo era un carabiniere in pensione che infatti morì tre mesi prima di quell’esplosione, cadendo dal terzo piano di un condominio di Padova, in piazza Insurrezione, dove abitava Massimiliano Fachini, uno degli elementi di vertice di Ordine Nuovo. Una morte a tutt’oggi senza colpevoli. E poi c’è Giuseppe Pinelli, per tutti Pino, un anarchico che fu condotto in questura dopo l’attentato e che morì il 15 dicembre 1969 precipitando da una finestra dopo essere stato trattanuto per tre giorni.
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Alberto Muraro: la vittima preventiva della strage di Piazza Fontana

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Alberto Muraro

Erano le 7 del mattino del 13 settembre 1969. L’estate stava perdendo mordente, la morsa dell’afa padana abbandonava Padova. Ma quell’estate non era stata torrida solo per ragioni climatiche. Alberto Muraro, carabiniere in congedo che faceva il portinaio in uno stabile di piazza Insurrezione, doveva pensare a questo e alla deposizione che due giorni dopo avrebbe dovuto rendere di fronte al procuratore Aldo Fais.

Poi la moglie l’aveva perso di vista, non sentiva più nessuno dei rumori che Alberto produceva mentre faceva le pulizie nel condominio. Così era andata a cercarlo e aveva trovato il corpo del marito a terra, immobile. Allora aveva guardato verso l’alto, verso il terzo piano, scorgendo il secchio con l’acqua e il sapone che si era portato dietro per lavare a terra.
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Il giorno in cui un pezzo d’Italia perse l’innocenza: 47 anni fa la strage di piazza Fontana

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Banca nazionale dell'agricoltura, piazza Fontana, Milano

Si era ancora innocenti, all’ora di pranzo del 12 dicembre 1969, quando il telegiornale delle 13.30 aveva raccontato agli italiani che la Grecia dei colonnelli si era ritirata dal consiglio d’Europa dove si discuteva della sua sospensione. E aveva raccontato anche che la vertenza sindacale dei lavoratori dell’editoria sembrava mettersi al bene mentre nulla cambiava per i metalmeccanici, che restavano in stato di agitazione. Intanto – proseguiva la catena delle notizie – a Palermo non si arrestavano le indagini per la strage di viale Lazio, uno dei momenti più feroci della prima guerra di mafia. Ma in mezzo a tutti quegli scorci di vita e fatti, l’edizione del notiziario si concludeva con un soffio dell’innocenza tramontante degli anni Sessanta.

Lucio Battisti, snobbato dalla sinistra perché poco o per nulla impegnato, un fascistoide per qualcuno, come tutti quelli che non si schieravano, continuava a respirare a pieni polmoni la consacrazione del suo successo dopo ostacoli e delusioni. Era stato un anno fortunato, per lui, il migliore di tutti, iniziato in febbraio con il successo al festival di Sanremo dove aveva cantato Un’avventura e proseguito in estate con Acqua azzurra, acqua chiara, pezzo del trionfo al Festivalbar e al Cantagiro. Con una cadenza burina a rivendicare la sua estrazione sabina, e mentre confessava con una punta di imbarazzo al microfono di Lello Bersani che non aveva mai studiato musica, mescolava la timidezza dello sguardo alla caparbietà del suo percorso artistico.
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Valpreda innocente e Pinelli assassinato: il ricordo a 13 anni dalla morte di Pietro Valpreda

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Su Radio Radicale il dibattito Valpreda innocente. Pinelli assassinato – Ricordo a tredici anni dalla morte di Pietro Valpreda. L’ha organizzato il Circolo Anarchico Ponte della Ghisolfa di Milano:

Partecipano Piero Scaramucci (giornalista e scrittore), Mauro Decortes (amico e compagno di Valpreda, attivista del Ponte), Claudia e Silvia Pinelli (figlie di Pino Pinelli), Saverio Ferrari (dell’Osservatorio Democratico Sulle Nuove Destre), Andrea Di Stefano (economista e direttore del mensile “Valori”), Pia Valpreda (moglie di Pietro). Nel corso dell’incontro vengono proiettate alcune scene del film “Faccia da spia” in cui Pietro Valpreda interpretava se stesso. Il film racconta una serie di operazioni compiute dalla Cia nel mondo, con una parte dedicata alla strage di piazza Fontana (subito dopo l’uscita del film nelle sale, la casa produttrice decise di tagliare quella parte, comprese le scene con Valpreda)

A Milano i ragazzi dei licei girano un video per chiedere la verità sulla morte dell’anarchico Pinelli

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Su Repubblica.it, è stato pubblicato il filmato Milano, il video dei liceali per chiedere la verità su Pinelli, l’anarchico volato giù da una finestra della questura il 15 dicembre 1969. Era lì da tre giorni, “invitato” dai poliziotti dopo la strage di Piazza Fontana senza che avesse alcuna responsabilità nell’eccidio del 12 dicembre alla Banca Nazionale dell’Agricoltura.