Il sito di Guido Salvini, il giudice istruttore che riaprì le indagini su Piazza Fontana

Standard

Il sito di Guido Salvini

Importante sito che debutta sul web. È quello di Guido Salvini, il giudice istruttore che, negli anni Novanta, riaprì le indagini sulla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 e sull’eversione di estrema destra. Quelle indagini, come stabilito in via definitiva dalla Cassazione nel 2005, hanno una matrice ben precisa – Ordine Nuovo – e nomi associazioni a quel massacro, il primo del periodo compreso dagli anni del strategia della tensione. Sono quelli di Franco Freda e Giovanni Ventura. Sul sito del giudice Salvini, di particolare interesse è la sezione Documenti, da cui si possono scaricare atti sulle indagini.

Piazza della Loggia: le coperture istituzionali, la P2 e i rischi per la democrazia

Standard

Strage di piazza della Loggia

“Ci sono stati uomini dello Stato che hanno agito contro l’ordine democratico di questo Paese e l’analisi del passato oggi può aprire nuove prospettive di conoscenza”. Lo ha detto ai microfoni di Radio Popolare Manlio Milani, presidente Associazione tra i familiari dei caduti di Piazza della Loggia, nella mattinata del 21 giugno scorso, il giorno dopo la conferma da parte della prima sezione della Cassazione degli ergastoli a Maurizio Tramonte e Carlo Maria Maggi per la strage di Brescia del 28 maggio 1974. Non solo gruppi neofascisti, dunque, che – per dirla con le parole di Vincenzo Vinciguerra – “giudicati nel loro insieme o separatamente […], appaiono incapaci di costruire una minaccia politica”. Per l’autore della strage di Peteano del 31 maggio 1972, queste realtà sono nate “quali formazioni fiancheggiatrici di forze capaci per potenza di giungere a una soluzione del caso italiano, le forze armate”.

Con quale risultato? Secondo Vinciguerra, i “servizi, appoggiati e coadiuvati da ufficiali dei carabinieri e da funzionari di polizia, selezionano e reclutano gli uomini che per caratteristiche appaiono più idonei a trasformarsi in loro collaboratori permanenti, ai quali affidare il compito di creare gruppi d’azione, proporre attentati, svolgere attività informativa”. A fare affermazioni del genere non c’è solo il neofascista all’ergastolo per l’autobomba di Peteano, pur ritenuto attendibile in molteplici procedimenti, da quello per la strage alla questura di Milano alle indagini del giudice istruttore Guido Salvini, secondo cui sull’Italia sono spirati “gelidi venti di golpe”.

Continua sul FattoQuotidiano.it

Il giorno in cui un pezzo d’Italia perse l’innocenza: 47 anni fa la strage di piazza Fontana

Standard

Banca nazionale dell'agricoltura, piazza Fontana, Milano

Si era ancora innocenti, all’ora di pranzo del 12 dicembre 1969, quando il telegiornale delle 13.30 aveva raccontato agli italiani che la Grecia dei colonnelli si era ritirata dal consiglio d’Europa dove si discuteva della sua sospensione. E aveva raccontato anche che la vertenza sindacale dei lavoratori dell’editoria sembrava mettersi al bene mentre nulla cambiava per i metalmeccanici, che restavano in stato di agitazione. Intanto – proseguiva la catena delle notizie – a Palermo non si arrestavano le indagini per la strage di viale Lazio, uno dei momenti più feroci della prima guerra di mafia. Ma in mezzo a tutti quegli scorci di vita e fatti, l’edizione del notiziario si concludeva con un soffio dell’innocenza tramontante degli anni Sessanta.

Lucio Battisti, snobbato dalla sinistra perché poco o per nulla impegnato, un fascistoide per qualcuno, come tutti quelli che non si schieravano, continuava a respirare a pieni polmoni la consacrazione del suo successo dopo ostacoli e delusioni. Era stato un anno fortunato, per lui, il migliore di tutti, iniziato in febbraio con il successo al festival di Sanremo dove aveva cantato Un’avventura e proseguito in estate con Acqua azzurra, acqua chiara, pezzo del trionfo al Festivalbar e al Cantagiro. Con una cadenza burina a rivendicare la sua estrazione sabina, e mentre confessava con una punta di imbarazzo al microfono di Lello Bersani che non aveva mai studiato musica, mescolava la timidezza dello sguardo alla caparbietà del suo percorso artistico.
Continue reading

‘Ndrangheta, pentito: “I De Stefano e i rapporti con l’eversione nera”

Standard

(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 15 LUG – L’inchiesta “mammasantissima” che ha portato alla luce la struttura segreta di vertice della ‘ndrangheta, fa tornare di nuovo alla ribalta quella che puo’ definirsi la “genesi” politico-mafiosa dei De Stefano e i loro collegamenti consolidati con l’eversione nera, con la banda della Magliana, il forte interesse perche’ il capoluogo di Regione rimanga a Reggio Calabria e non si sposti a Catanzaro.

“Sapevano tutto con largo anticipo – hanno detto all’unisono i pentiti Giacomo Lauro e Stefano Serpa – tant’e’ che da loro parte l’idea di convocare il summit di Montalto, nel cuore dell’Aspromonte nell’ottobre del 1969, per spiegare ai rappresentanti delle cosche della provincia di Reggio i motivi per cui aderire con ‘uomini, mezzi, armi e risorse finanziarie’ alla prevedibile ribellione popolare al momento della nomina di Catanzaro a capoluogo della Regione”.
Continue reading

Licio Gelli, origini e avventure del Venerabile

Standard

Licio Gelli, origini e avventure del Venerabile

Il 21 aprile 1919 Ettore Gelli e Maria Gori divennero genitori. Nasce infatti Licio, che alla fine del secondo conflitto mondiale era arrivato alla licenza di scuola media. Dal 1931 al 1937, infatti, aveva frequentato l’istituto tecnico arrivando fino al terzo anno, ma aveva interrotto gli studi diventando volontario nella 735° brigata spedita in Spagna.

Iscritto al Partito nazionale fascista il 29 ottobre 1940, era già entrato nel 1937 nella Milizia volontaria per la sicurezza nazionale (Mvsn) e nell’autunno nel 1939 fu richiamato nel 127° reggimento di fanteria, Divisione Venezia. Era un giovane con una certa inventiva, Licio, che aveva inviato al ministero della Guerra il progetto per un nuovo fucile mitragliatore, ma il disegno non venne preso in considerazione per una serie di difetti.

Poco male. Nel novembre 1940 fu trasferito a Firenze, da cui prese parte alle operazioni greco-macedoni e quando si diede inizio agli arruolamenti per dare vita al corpo speciale dei paracadutisti, fece domanda, entrando alla scuola di Tarquinia. Qui, incorporato nella 195° divisione Folgore, durante un lancio di esercitazione nel settembre 1941 riportò lesioni a entrambe le gambe e per questo fu riconosciuto inabile alle fatiche di guerra.

Continua a leggere su IlFattoQuotidiano.it

Stragi e terrorismo: il governo rispetti le promesse, la petizione dei familiari delle vittime

Standard

Stragi, Renzi rispetti le promesse

Le parole sotto le scrive Paolo Bolognesi, deputato e presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della bomba alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 lanciando la petizione indirizzata a Matteo Renzi perché mantenga le sue promesse sui fatti di strage e terrorismo. Ma non si muove solo in questo ruolo, aderiscono all’iniziativa anche le associazioni delle stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, treno Italicus, Rapido 904, via dei Georgofili:

Credevamo di assistere alla svolta di un parlamento, di un governo che dopo decenni si era accorto della sua storia, fatta di centinaia di morti per terrorismo e stragi e di famiglie a cui è stata stravolta la vita e sospeso il diritto alla verità e alla giustizia. Credevamo di essere testimoni del fatto che i “tempi fossero maturi” per cambiare, per invertire il senso di questo perverso e inquietante sistema che nega alle vittime pure i risarcimenti. Ma un cambiamento a metà, non è un cambiamento, bensì un modo per continuare – da parte di chi ne ha interesse – a conservare il vecchio sistema con metodi diversi. Paolo Bolognesi, deputato e presidente dell’Vi chiediamo solo di mantenere le vostre promesse: risarcimento e indennizzo per le vittime, introduzione nel codice penale del reato di depistaggio, e la reale declassificazione delle carte sulle stragi da parte di ministeri e servizi segreti.

Questo è il link per firmare la petizione.

“Il lato oscuro”: due sorelle, webdocumentario su una storia degli anni di piombo

Standard

Webdocumentario “Il lato oscuro”. Due sorelle, una storia degli anni di piombo, su Repubblica:

Elena, ex terrorista nera, e Mariella, giornalista di sinistra, si ritrovano 35 anni dopo un arresto che sconvolse la famiglia. L’occasione è il libro che Elena ha appena scritto “Non mi abbracciare” (Wingsbert House). Un confronto drammatico sulla giovinezza, il rapporto col padre, Renato Venditti (famoso giornalista comunista), la politica: dal tormento per gli errori fatti fino alla riconciliazione. “Quando uno mette piede nel suo lato oscuro tutto sembra possibile”

di Concetto Vecchio
Riprese di Sonny Anzellotti, Paolo Saracino e Maurizio Stanzione
Montaggio di Paolo Saracino

Un punto sul processo lussemburghese al “seminatore” di bombe (Bommeleeër) per gli attentati avvenuti tra il 1984 e il 1986

Standard

Per maggiori informazioni si veda qui.

Terrorismo stragista negli anni Settanta e Ottanta: un testo sulla Rete degli archivi

Standard

L’ex magistrato Claudio Nunziata pubblica sul sito della Rete degli archivi per non dimenticare il saggio (in pdf) Alcune chiavi di lettura sull’uso del terrorismo stragista negli anni Settanta e Ottanta:

È difficilmente contestabile che il terrorismo negli anni Settanta-Ottanta è entrato di forza nella storia del nostro Paese incidendo su quel processo di crescita democratica che si era avviato con l’approvazione della Costituzione. E poiché esso si è sviluppato di pari passo con una strategia di disinformazione, la sua memoria non può essere circoscritta alla sola serie storica degli avvenimenti, ma deve tendere a comprenderne anche i retroscena e le dinamiche che lo hanno suscitato, a sceverare le informazioni genuine da quelle manipolate ed essere continuamente aggiornata e arricchita dall’analisi dei nuovi dati di conoscenza disponibili.

L’approfondimento delle conoscenze è l’unico efficace meccanismo di dissuasione per chi per il futuro intenda sabotare la democrazia. La disponibilità di materiali processuali in materia, che il progetto della Rete degli archivi per non dimenticare intende rendere fruibili apre la strada a una memoria più ampia, rivolta a indagare e comprendere la natura delle forze, spesso sommerse, che hanno manovrato le varie leve di questa storia.

Per scaricare il testo questo è link.

Mappe di memoria: online il sito su stragi, terrorismo e violenza politica

Standard

Mappe di memoria

È stato presentato lunedì scorso il sito Mappe di memoria – I luoghi delle stragi, del terrorismo, della violenza politica, progetto di documentazione e divulgazione realizzato dalla sinergia di diverse realtà. E qui si è iniziato a mettere insieme materiale sull’Italicus (4 agosto 1974), sulla stazione di Bologna (2 agosto 1980) e sul Rapido 904 (23 dicembre 1984).