“Italicus, la verità negata”: la docufiction sulla strage del 4 agosto 1974

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Italicus, la verità negata è un film realizzato dagli allievi CORSO DOC Liceo Laura Bassi Bologna a cui ho lavorato per la Fondazione Bottega Finzioni insieme a DER – Documentaristi Emilia Romagna e Video Magazine di Luca De Donatis. La regia è di Enza Negroni la quale, con un pool di professionisti, ha coordinato il gruppo di studenti che sono gli autori del lungometraggio. Questa la sinossi:

Quella dell’Italicus è una strage senza colpevoli per la giustizia. Attraverso il racconto intrecciato delle vicende che riguardano personaggi di finzione, alternato a interviste ai reali protagonisti della vicenda, si dipana una storia che ha visto trucidare dodici persone e ferirne quarantotto. Una storia su cui grava l’ombra di forze “deviate” dello Stato e di apparati che si sono prestati a un autentico gioco al massacro.

Mappe di memoria: online il sito su stragi, terrorismo e violenza politica

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Mappe di memoria

È stato presentato lunedì scorso il sito Mappe di memoria – I luoghi delle stragi, del terrorismo, della violenza politica, progetto di documentazione e divulgazione realizzato dalla sinergia di diverse realtà. E qui si è iniziato a mettere insieme materiale sull’Italicus (4 agosto 1974), sulla stazione di Bologna (2 agosto 1980) e sul Rapido 904 (23 dicembre 1984).

Declassificazione degli atti sulle stragi: ma quale disclosure? La direttiva Renzi, la trasparenza e la beffa

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La strage di piazza della LoggiaA fine aprile la direttiva Renzi sulla declassificazione degli atti sulle stragi veniva presentata come la più grande operazione di “disclosure” della storia italiana. A sette mesi di distanza, sembra invece un bluff. Ecco il testo di due articoli pubblicati oggi a pagina 24 dal quotidiano La Repubblica. Uno è a firma di Alberto Custodero e si intitola “Il giallo dei faldoni di Piazza della Loggia” mentre il secondo è il commento di Filippo Ceccarelli “L’armadio vuoto dei misteri d’Italia. Così la trasparenza diventa una beffa”. Eccone i testi in integrale.

Il giallo dei faldoni di Piazza della Loggia
Desecretati i documenti del ministero della Difesa: ma dentro ci sono solo vecchie carte sui rapporti internazionali del Pci Nessun riferimento a neofascisti e servizi segreti deviati. E nei dossier le stragi degli anni Settanta vengono definite “Eventi”
Alberto Custodero

Roma – Sorpresa. Tra i carteggi segreti del Ministero della Difesa (resi pubblici dalla direttiva Renzi) sulla strage di Piazza della Loggia, ci sono per la maggior parte documenti sul Partito comunista. Ma quella strage, come quella di “Piazza Fontana” e tante altre del periodo della “strategia della tensione”, non portavano forse la firma di estremisti di destra, ordinovisti in odor di servizi segreti?

All’Archivio Centrale dello Stato nei mesi scorsi erano stati desecretati i documenti del ministero degli Affari Esteri su Ustica. E quelli su Ilaria Alpi. Ora la discovery riguarda il dicastero di Roberta Pinotti. Ma aprendo quei faldoni delle Forze Armate, si scopre che sul frontespizio delle cartelline, le stragi a cavallo degli anni Sessanta e Settanta (Piazza Fontana a Milano. Piazza della Loggia a Brescia. Peteano in Friuli), sono state relegate a “eventi”. Mentre il disastro del Dc9 Itavia precipitato a Ustica, con ogni probabilità colpito da un missile, è stato relegato a “incidente”.
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Dal Fatto Quotidiano: strage Italicus, 40 anni dopo. Storia del ferroviere morto per salvare passeggeri

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Italicus - 1974, l'anno delle quattro stragiChi se lo ricorda il nome di Silver Sirotti? In pochi, probabilmente, e non era un eroe, almeno non nel senso che in genere si attribuisce a un termine del genere. Eppure Silver, 25 anni e da dieci mesi impiegato nelle Ferrovie dello Stato con varie mansioni, il 4 agosto 1974, all’1 e 47 minuti del mattino, era sul treno Italicus per un caso, perché da controllore – mansione che svolgeva in quel periodo – doveva sostituire un collega, in attesa di prendere servizio di lì a poco alla stazione di Faenza, dove si sarebbe occupato della biglietteria. Ma quel giorno, a quell’ora, una bomba devastò la quinta carrozza del convoglio ferroviario partito da Roma alla volta del Brennero. L’ordigno, a base di termite, miscela incendiaria che raggiunge il punto di fusione dell’acciaio, esplose dentro la galleria della Direttissima, nel comune di San Benedetto Val di Sambro, verso Bologna.

E oltre alle dodici vittime che costituiscono il bilancio ufficiale della strage dell’Italicus, altre ce ne sarebbero state se il macchinista non avesse fatto scivolare il treno fuori dal lunghissimo tunnel, oltre 18 chilometri. E se Silver, finito nella conta dei morti, non avesse rinunciato a mettersi in salvo. Invece tornò indietro, in mezzo alle fiamme, afferrando un estintore e tentando di portar fuori chi ancora poteva essere vivo. Per risalire sul treno il ragazzo aveva dovuto addirittura divincolarsi dal placcaggio di un passeggero incolume, che ne aveva intuito le intenzioni e aveva provato a strapparlo a morte sicura. A quel punto, liberatosi, Silver si lanciò verso la quinta carrozza e nessuno lo rivive più vivo.
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Quarant’anni esatti dopo a raccontare questi fatti è il fratello del giovane ferroviere, Franco Sirotti, che oggi lavora alla stazione di Bologna. E con le sue parole si apre il libro Italicus – 1974, l’anno delle quattro stragi (Eir) scritto dal deputato e presidente dell’Associazione vittime del 2 agosto 1980 Paolo Bolognesi e dal giornalista Roberto Scardova.

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Parte con il libro “Le stragi della vergogna” di Speranzoni (crimini nazifascisti) la collana di Editori Riuniti “Segreti di Stato”

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Le stragi della vergogna Prende vita con il libro Le stragi della vergogna di Andrea Speranzoni una nuova collana di Editori Riuniti EIR che si chiama “Segreti di Stato”. Una collana, diretta dallo stesso Speranzoni e da Silvia Buzzelli, con ottime premesse:

Segreti di Stato intende «spazzolare la storia contropelo», per usare una celebre locuzione di Walter Benjamin: vale a dire, restituire alla narrazione della storia lo sguardo non del «carro trionfante dei vincitori» ma della tradizione degli oppressi, riconoscere lo stato di emergenza in cui ci troviamo a vivere. Rovistare nelle pieghe più nascoste della nostra storia più o meno recente, far guizzare balenii improvvisi di luce sulle pagine rimaste oscure o irrisolte, lampi di verità per rendere giustizia a tanti accadimenti trasfigurati o abbandonati all’oblio. La collana ospiterà dunque testi di figure autorevoli del nostro presente su casi giudiziari spinosi, eccidi o crimini di guerra che rimangono senza voce, biografie di singoli o eventi ancora non raccontati degli ultimi decenni del nostro Paese o del mondo, enigmi indecifrati o violazioni dei diritti che appartengono all’intera umanità.

Tra le prossime uscite per “Segreti di Stato”, a breve un libro sulla strage dell’Italicus (4 agosto 1974) scritto da Paolo Bolognesi e Roberto Scardova. In autunno, invece, sarà la volta delle bombe romane del 12 dicembre 1969, scoppiate a ridosso di quella esplosa a Milano, in piazza Fontana, e di un testo sulle “strategie della tensione”. Seguirà poi un volume di Armando Spataro sul caso del 2003 dell’imam Abu Omar, rapito illegalmente da uomini della Cia con la collaborazione dei servizi italiani.

In merito invece al volume Le stragi della vergogna, va detto che il suo autore, Andrea Speranzoni, è un avvocato bolognese che a lungo si è occupato di crimini nazisti. E proprio di questo parla il suo libro:
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“Le stragi ferroviarie tra storia e memorie”: il 13 maggio a Bologna per ricordare l’Italicus (40 anni fa), il Rapido 904 (30 anni) e la stazione

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Le stragi ferroviarie tra storia e memorie

L’associazione Piantiamo la memoria ne sta organizzando di appuntamenti per far in modo che certi periodi della storia italiana non vengano dimenticati. Dopo quella del 6 aprile scorso, Memorie sul binario vivo, il prossimo 13 maggio – a ridosso del giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo – è la volta dell’evento Le stragi ferroviarie tra storia e memorie – Dall’Italicus al Rapido 904, passando dalla stazione di Bologna. E non a caso dato, che il 4 agosto saranno trascorsi 40 anni dalla bomba dell’Italicus (12 morti e 48 feriti) e il 23 dicembre 30 da quella del Rapido 904 (17 morti e 267 feriti).

All’evento del 13 maggio, fissato a Bologna a partire dalle 17.30, saranno presenti la storica Cinzia Venturoli, lo scrittore Carlo Lucarelli, Rosaria Manzo (presidente dell’associazione vittime del Rapido 904), Anna Pizzirani (per l’associazione vittime della strage alla stazione di Bologna) e Franco Sirotti, fratello di Silver Sirotti, vittima della strage dell’Italicus. A coordinare il giornalista Rai Filippo Vendemmiati. Qui il pdf con il programma completo.

Vittime del terrorismo: è materia “estranea” alla legge di stabilità. Così lo Stato risponde alle associazioni

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Aiviter

L’Aiviter (Associazione italiana vittime del terrorismo e dell’eversione contro l’ordinamento costituzionale dello Stato) e l’Unione vittime per stragi (piazza Fontana, piazza della Loggia, Italicus, stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, Rapido 904, Firenze Via dei Georgofili) denunciano un nuovo boicottaggio da parte dello Stato:

Apprendiamo che l’emendamento predisposto dalle associazioni delle vittime del terrorismo per essere inserito nella “legge di stabilità” è stato ritenuto inammissibile, per estraneità alla materia e mancanza di copertura, dalla Commissione Bilancio della Camera preposta all’esame degli emendamenti. L’emendamento avrebbe finalmente definito il corretto funzionamento e il completamento della legge 3 agosto 2004 n. 206, “Nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice”.

Questa è l’ennesima riprova di quanto non vengano sistematicamente e platealmente mantenuti gli impegni e le promesse dei vari ministri e autorità durante gli anniversari dei vari eccidi che hanno colpito il nostro paese.

Il parlamento che all’unanimità ha votato vari ordini del giorno e i diversi governi, che si sono succeduti negli ultimi quattro anni, e che si sono impegnati ad attuare l’applicazione integrale della legge e del suo completamento, hanno dimostrato ancora una volta di non voler mantenere le promesse nei confronti delle Vittime del terrorismo: proprio nei confronti di coloro che hanno versato il loro sangue per il Paese e che da oltre trent’anni attendono giustizia.

La legge di stabilità, che ha al suo interno impegni di spesa che potevano essere rinviati (art. 8) e che dovevano essere cassati (ponte di Messina), è la dimostrazione di come ancora una volta si è voluto umiliare le Vittime del terrorismo negando i loro sacrosanti diritti.

La storia della legge 206 del 2004, inattuata da oltre otto anni, viene riassunta qui.

Archivi per la memoria: a Bologna verranno digitalizzati oltre mille faldoni di indagini sul terrorismo

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Rete degli archivi per non dimenticare

C’è un pezzo della storia recente d’Italia, quella che riguarda il terrorismo, che a Bologna può essere quantificato in 1.108 faldoni, 86 scatole e 190 metri di lunghezza. È quanto viene conservato dal tribunale del capoluogo emiliano e che ora confluirà negli Archivi per la memoria, progetto che nasce su impulso di una serie di associazioni, tra cui il Centro di documentazione Sergio Flamigni di Oriolo Romano.

Si tratta di quella organizzazione che, partendo dal materiale raccolto dal senatore del Pci nato a Forlì, è partita con una delle principali banche dati storico-politiche e che dal 2005 è impegnata nella costruzione della Rete per gli archivi per non dimenticare che contribuisca a “una verità storica condivisa e che restituisca dignità e giustizia alle tante vite di donne e uomini bruscamente interrotte dalla violenza e dalla strategia del terrore”.

Il frangente bolognese del progetto parte in questi giorni con le attività di riordino e catalogazione degli atti giudiziari conservati in Emilia Romagna. Atti che riguardano tre i vari filoni l’esplosione alla stazione del 2 agosto 1980, ma anche l’indagine sull’Italicus del 4 agosto 1974, quella sull’assassinio del giuslavorista Marco Biagi ucciso dalle Nuove Brigate Rosse o sul terrorismo neofascista. E a seguire, dopo queste prime fasi, si provvederà alla digitalizzazione dei documenti e i file prodotti verranno infine riversati nell’Archivio di Stato di Bologna. A operare materialmente sono i volontari dell’Auser, che ha sottoscritto una convenzione reiterata da un triennio con il tribunale, mentre il coordinamento è affidato alla Corte d’Assise.
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Documentario sull’Italicus, “quando Bologna scoprì gli anni di piombo”

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Trailer “4 AGOSTO ’74 – Italicus, la strage dimenticata” from Officinemedia on Vimeo.

A proposito del documentario 4 agosto ’74 – Italicus, la strage dimenticata di cui si era parlato qui, Enrico Bandini scrive sul Fatto Quotidiano di quando Bologna scoprì gli anni di piombo:

Due le testimonianze inedite nel film, quelle di Marco Affatigato e Mario Tuti, rappresentanti della cellula toscana del Fronte nazionale rivoluzionario; mentre sono più di una ventina gli intervistati tra cui magistrati, rappresentanti delle istituzioni, avvocati, storici e giornalisti: Leonardo Grassi (presidente della Corte d’Assise di Bologna e istruttore del processo “Italicus – bis”), Vito Zincani (procuratore capo di Modena), Sergio Flamigni (senatore, membro delle commissioni parlamentari d’inchiesta Moro, P2 e antimafia), Valter Bielli (membro delle commissioni d’inchiesta stragi e Mitrokhin) e Giovanni Pellegrino (presidente della commissione stragi), Claudio Santini e Aldo Balzanelli (cronisti al processo Italicus) e Nicola Rao (giornalista Rai ed esperto del neofascismo italiano).

In allegato al pezzo sul documentario di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo prodotto da Officinemedia, sempre Enrico scrive che era il 1974, l’inizio di una stagione orribile.