Strage di Natale, Enza Napoletano, ferita nella bomba del 1984: “In pochi a ricordare, in pochi a parlarne ancora”

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Oggi, 23 dicembre, sono trascorsi trent’anni dalla bomba sul Rapido 904, la strage di Natale del 1984 che provocò 16 vittime e 267 feriti. A questo proposito un po’ di tempo fa Road Tv Italia ha intervistato una sopravvissuta, Enza Napoletano, che quel giorno stava viaggiando da Napoli a Milano con due dei suoi figli e che oggi dice: “In pochi a ricordare, in pochi a parlarne ancora”. Nelle sue parole il racconto di ciò che accadde suddiviso in tre parti: la prima, la seconda e la terza.

E sempre in tema si legga il post Trent’anni dopo la strage di Natale: chi siamo noi? scritto da Riccardo Lenzi, presidente dell’associazione Piantiamolamemoria.

Dal Fatto Quotidiano: strage Italicus, 40 anni dopo. Storia del ferroviere morto per salvare passeggeri

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Italicus - 1974, l'anno delle quattro stragiChi se lo ricorda il nome di Silver Sirotti? In pochi, probabilmente, e non era un eroe, almeno non nel senso che in genere si attribuisce a un termine del genere. Eppure Silver, 25 anni e da dieci mesi impiegato nelle Ferrovie dello Stato con varie mansioni, il 4 agosto 1974, all’1 e 47 minuti del mattino, era sul treno Italicus per un caso, perché da controllore – mansione che svolgeva in quel periodo – doveva sostituire un collega, in attesa di prendere servizio di lì a poco alla stazione di Faenza, dove si sarebbe occupato della biglietteria. Ma quel giorno, a quell’ora, una bomba devastò la quinta carrozza del convoglio ferroviario partito da Roma alla volta del Brennero. L’ordigno, a base di termite, miscela incendiaria che raggiunge il punto di fusione dell’acciaio, esplose dentro la galleria della Direttissima, nel comune di San Benedetto Val di Sambro, verso Bologna.

E oltre alle dodici vittime che costituiscono il bilancio ufficiale della strage dell’Italicus, altre ce ne sarebbero state se il macchinista non avesse fatto scivolare il treno fuori dal lunghissimo tunnel, oltre 18 chilometri. E se Silver, finito nella conta dei morti, non avesse rinunciato a mettersi in salvo. Invece tornò indietro, in mezzo alle fiamme, afferrando un estintore e tentando di portar fuori chi ancora poteva essere vivo. Per risalire sul treno il ragazzo aveva dovuto addirittura divincolarsi dal placcaggio di un passeggero incolume, che ne aveva intuito le intenzioni e aveva provato a strapparlo a morte sicura. A quel punto, liberatosi, Silver si lanciò verso la quinta carrozza e nessuno lo rivive più vivo.
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Quarant’anni esatti dopo a raccontare questi fatti è il fratello del giovane ferroviere, Franco Sirotti, che oggi lavora alla stazione di Bologna. E con le sue parole si apre il libro Italicus – 1974, l’anno delle quattro stragi (Eir) scritto dal deputato e presidente dell’Associazione vittime del 2 agosto 1980 Paolo Bolognesi e dal giornalista Roberto Scardova.

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“Un solo errore. Bologna 2 agosto 1980”: esce in dvd il documentario con booklet inedito. A breve nelle edicole, nelle librerie e nelle videoteche

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Un solo erroreContiene uno scritto di Carlo Lucarelli, uno di Andrea Speranzoni e uno mio il booklet che accompagna il cofanetto con il dvd Un solo errore. Bologna 2 agosto 1980, pubblicato e distribuito dalla Cineteca di Bologna e che a giorni sarà disponibile nelle edicole, nelle librerie e nelle videoteche. E questi i suoi contenuti:

Bologna, 2 agosto 1980. Il più feroce attentato della storia repubblicana, il cinico tentativo di abbattere la democrazia, un sanguinario colpo contro la popolazione inerme che sta partendo per le vacanze. I terroristi commettono un solo errore: aver scelto Bologna come obiettivo. I soccorsi sono immediati, la città manifesta il proprio sdegno e da subito si leva la richiesta di verità e giustizia. Le indagini dei magistrati bolognesi e l’impegno dell’Associazione dei familiari delle vittime conducono per la prima volta ad individuare e condannare gli esecutori materiali di una strage in Italia. Dal lutto nasce un’idea di società civile, antidoto alle trame occulte che ancora oggi avvelenano la nostra democrazia.

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Trentaquattro anni fa l’omicidio del magistrato romano Mario Amato: indagava sulla destra eversiva e fu lasciato solo tra le minacce

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Trentaquattro anni fa, il 23 giugno 1980, veniva ucciso il magistrato Mario Amato che indagava – nella completa solitudine e sotto minaccia – sulla destra eversiva. Per due volte, tra il marzo di quell’anno e qualche giorno prima di morire, aveva denunciato la preparazione di attività terroristiche affermando che il Paese rischiava di scivolare verso la guerra civile. Gli chiusero la bocca mentre attendeva l’autobus sotto casa, diretto in procura a Roma.

Gli archivi, la memoria e le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo: un volume sugli anni Settanta e Ottanta

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Archivi - Memoria di tutti

Pubblicato ieri dal sito Il mondo degli archivi, il post parla di Archivi memoria di tutti. Le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo:

Il volume, a cura di Maria Lucia Xerri della Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna e di Tommaso Mario Bolis, di Officina Immagine di Bologna, trae origine dal convegno «Archivi negati, archivi ‘supplenti’: le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo» tenutosi a Bologna il 13 giugno 2011. I contributi propongono una riflessione sul tema della accessibilità delle fonti per la storia degli anni Settanta e Ottanta, con particolare riferimento a quelle relative allo stragismo, al terrorismo e al ruolo dei corpi separati dello Stato. Rivolto anche a un pubblico non specialistico contiene contributi di storici, archivisti, politici e appartenenti alla società civile che nel corso degli anni hanno costituito delle vere e proprie comunità di riferimento per la conservazione della memoria e, attraverso le loro iniziative di raccolta e messa a disposizione di documentazione, hanno di fatto supplito al vuoto delle istituzioni pubbliche. Il volume vede la luce nel momento in cui l’iniziativa del presidente del Consiglio Renzi relativa alla declassificazione degli archivi dei Servizi e al loro versamento negli archivi di Stato rende di particolare attualità le tematiche trattate.

Tra i file messi online, si dia un occhio a quello intitolato Il dovere di ricordare e l’accesso agli archivi dei servizi e se si vuole saperne di più, il volume verrà presentato il prossimo 25 giugno a Bologna presso il dipartimento di storia, culture, civiltà (Piazza San Giovanni in Monte, 2).

“Basta impunità per chi depista le indagini della magistratura”: online l’appello per il reato di depistaggio commesso da pubblici ufficiali

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Basta impunita' per chi depista le indagini della magistraturaSu Articolo21.org è online la petizione Basta impunità per chi depista le indagini della magistratura e per firmarlo il link è questo:

I depistaggi sono stati lo strumento utilizzato dai responsabili materiali e morali delle vicende stragiste e di terrorismo del nostro Paese per rallentare, se non bloccare, le inchieste e per impedire l’accertamento di fatti delittuosi gravissimi sulle stragi che da piazza Fontana al 1993 hanno insanguinato l’Italia. Un capitolo ancora non completamente scritto, fatto di omissioni, bugie, distruzioni di documenti, emersi giudiziariamente, compiuti da pubblici ufficiali inseriti negli apparati dello Stato.

L’introduzione di un reato specifico che sanzioni penalmente il comportamento omissivo e occultante diviene improcrastinabile. L’attuale ordinamento si è limitato a prevedere, per casi simili, solo i reati di falsa testimonianza, calunnia, omissione o soppressione di atti d’ufficio, senza evidenziare le conseguenze che tali condotte hanno sul piano penale e della verità. Un’impunità non più tollerabile per le conseguenze che quelle condotte hanno causato, e potranno causare, a danno della società e della giustizia.

Per questo chiediamo al presidente del Consiglio Matteo Renzi, e ai presidenti di Camera e Senato, Pietro Grasso e Laura Boldrini, di calendarizzare e votare la proposta di legge n. 559, presentata dall’on. Paolo Bolognesi – all’esame della Commissione Giustizia – che introduce, dopo l’art. 372 del codice penale, il reato di depistaggio per i pubblici ufficiali che occultano la verità all’autorità giudiziaria – totalmente o parzialmente – non solo per i fatti di terrorismo e strage, ma anche per vicende legate all’associazione mafiosa, traffico di droga, traffico illegale di armi e di materiale nucleare, chimico o biologico. Pena la sanzione della reclusione da sei a dieci anni.

È un appello che intendiamo promuovere in tutte le sedi istituzionali, coinvolgendo anche la società civile, perché non possiamo accettare che il nostro Paese continui a regalare ai depistatori in divisa l’immunità penale e morale dalla verità e dalla giustizia.

“La tredicesima ora”: la storia di Marina, ferita nella strage di Bologna, che da vittima diventa testimone degli effetti del terrorismo

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La tredicesima ora giunge alla sua settima puntata, la penultima. Stasera, alle 23.05, sempre su RaiTre, Carlo Lucarelli racconta la storia di Marina Gamberini, sopravvissuta alla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980:

Una storia vissuta in prima persona, che lascia segni indelebili nel corpo e nell’anima. Marina Gamberini si è trovata coinvolta in uno dei capitoli più terrificanti della nostra storia collettiva. Quando aveva vent’anni lavorava come impiegata in una società che aveva la sede all’interno della stazione di Bologna. Il 2 agosto del 1980 Marina è alla stazione quando alle dieci e venticinque una bomba con ventitré chili di esplosivo, nascosta nella sala d’aspetto di seconda classe, esplode uccidendo ottantacinque persone. I feriti saranno più di duecento. Una fotografia la ritrae nel momento in cui viene tirata fuori dalle macerie e diventa subito il simbolo stesso della strage di Bologna.

Il suo strazio fa il giro del mondo. Attraverso il racconto della protagonista la vicenda di una donna che si è portata dentro una esperienza devastante sino a maturare una scelta: ha deciso di non essere più una vittima ma una testimone per trasmettere alle nuove generazioni l’orrore ma anche la dignità delle vittime: la “voce” di un Paese ferito da uno degli episodi più tragici della nostra storia recente che ancora adesso resta, almeno in sede giudiziaria, senza un mandante e senza un perché.

Update 7 giugno 2014: per chi volesse, qui è stata pubblicata la versione integrale della puntata.

Fonti Italia Repubblicana: il sito che pubblica gli atti P2 si rinnova e a Milano si parla di documenti online su terrorismo e mafie

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P2: gli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta

È stato lanciato meno di un mese fa (era il 5 maggio scorso) e a breve il sito Fonti Italia Repubblicana che ha messo online gli atti della commissione P2 cambierà interfaccia grafica. Ma non solo. Il prossimo 6 giugno, infatti, si parlerà a Milano di nuovi scenari nel trattamento elettronico delle fonti. La messa on line dei documenti sul terrorismo e la criminalità organizzata (appuntamento presso la sede dell’Archivio di Stato, via Senato 10, alle 10.30):

La Rete degli archivi per non dimenticare e la Direzione generale per gli archivi<(a> incontrano in docTrace lo strumento capace di supportare un percorso di trasparenza e diffondere nuove modalità di accesso ai documenti. In linea con i passi compiuti dall’attuale governo, la tecnologia sviluppata da Hyperborea concretizza la volontà di rendere le fonti realmente aperte e accessibili, sollecitando un sempre maggiore utilizzo degli archivi nel quotidiano.

[Il sito] www.fontitliarepubblicana.it verrà costantemente arricchito con la pubblicazione di documenti relativi al terrorismo, all’eversione e alla criminalità organizzata così da renderli accessibili a tutti.

Qui è disponibile il programma della giornata milanese mentre qui è possibile registrarsi.