Contromafie: agli stati generali dell’antimafia si parla di segreti della Repubblica nelle carte degli archivi italiani

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Contromafie - Stati generali dell'antimafia

Il dibattito è stato inserito nella sezione battezzata Per una domanda di giustizia e verità in programma sabato 25 ottobre a Roma, nell’ambito di Contromafie – Stati generali dell’antimafia 2014. E l’incontro si intitola “I segreti della Repubblica nelle carte degli archivi italiani”, e di questo parla:

La recente iniziativa della Presidenza del Consiglio di rendere pubblici tutti i documenti riguardanti le stragi compiute nel nostro paese (conservati presso gli archivi dei servizi segreti, delle forze di polizia, dei ministeri, dei tribunali, ecc.) ha suscitato grandi speranze e aspettative che da questa documentazione possa giungere un maggiore contributo alla ricerca della verità. Contestualmente però si pone una questione forse più importante della stessa “desecretazione”: la possibilità di esercitare appieno il diritto di ogni cittadino a conoscere gli atti pubblici contenuti negli archivi pubblici. La consultazione per cittadini, studiosi, magistrati spesso risulta difficile se non impossibile. Eppure le applicazioni informatiche potrebbero agevolare l’esercizio di tale diritto. Ma a oggi così non è. L’ipotesi poi di procedere a ricerche trasversali, coordinando le informazioni agli atti dei singoli archivi, è puro miraggio. Occorre capire l’entità e il valore del patrimonio documentale ma soprattutto quali iniziative devono essere messe in campo per restituirlo alla collettività. La “Rete degli archivi per non dimenticare” nasce proprio dall’esigenza di recuperare atti, documenti, testimonianze utili a comprendere quello che è accaduto, in una lettura corale, per identificare quello che vorremmo non accada mai più.

Tutor: Ilaria Moroni, Rete degli archivi per non dimenticare
Relatori:

  • Piera Amendola, ricercatrice già archivista della Camera dei Deputati
  • Enzo Ciconte, storico
  • Elisabetta Cesqui, magistrato
  • Vincenzo Macrì, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Ancona

Interventi:

  • Francesco M. Biscione, storico
  • Michele Di Sivo, archivista, Archivio di stato di Roma
  • Tommaso Nelli, giornalista
  • Maurizio Torrealta, giornalista e scrittore
  • Giulio Marotta, già Consigliere parlamentare

Il programma completo di Contromafie, che inizia il 14 e si conclude il 26 ottobre, è disponibile qui.

Gli archivi, la memoria e le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo: un volume sugli anni Settanta e Ottanta

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Archivi - Memoria di tutti

Pubblicato ieri dal sito Il mondo degli archivi, il post parla di Archivi memoria di tutti. Le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo:

Il volume, a cura di Maria Lucia Xerri della Soprintendenza archivistica per l’Emilia Romagna e di Tommaso Mario Bolis, di Officina Immagine di Bologna, trae origine dal convegno «Archivi negati, archivi ‘supplenti’: le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo» tenutosi a Bologna il 13 giugno 2011. I contributi propongono una riflessione sul tema della accessibilità delle fonti per la storia degli anni Settanta e Ottanta, con particolare riferimento a quelle relative allo stragismo, al terrorismo e al ruolo dei corpi separati dello Stato. Rivolto anche a un pubblico non specialistico contiene contributi di storici, archivisti, politici e appartenenti alla società civile che nel corso degli anni hanno costituito delle vere e proprie comunità di riferimento per la conservazione della memoria e, attraverso le loro iniziative di raccolta e messa a disposizione di documentazione, hanno di fatto supplito al vuoto delle istituzioni pubbliche. Il volume vede la luce nel momento in cui l’iniziativa del presidente del Consiglio Renzi relativa alla declassificazione degli archivi dei Servizi e al loro versamento negli archivi di Stato rende di particolare attualità le tematiche trattate.

Tra i file messi online, si dia un occhio a quello intitolato Il dovere di ricordare e l’accesso agli archivi dei servizi e se si vuole saperne di più, il volume verrà presentato il prossimo 25 giugno a Bologna presso il dipartimento di storia, culture, civiltà (Piazza San Giovanni in Monte, 2).

Fonti Italia Repubblicana: sono online gli atti in pdf prodotti dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla P2

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P2: gli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta

Ecco un ottimo esempio di ciò che si chiama patrimonio collettivo: P2: gli atti della Commissione parlamentare d’inchiesta, progetto realizzato dalla Rete degli archivi per non dimenticare e dalla Direzione generale per gli archivi.

A Bologna “Una città per gli archivi” diventa realtà: online i documenti dei primi 55 fondi documentali. Entro l’anno saranno 200 mila

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Una citta' per gli archivi

Di Una città per gli archivi se n’era già parlato tempo fa, quando era stata annunciata. Adesso il progetto, che mira a inventariare, restaurare e sistemare in ambienti idonei circa 150 fondi documentali pubblici e privati mettendoli a disposizione in rete, diventa realtà con “la pubblicazione delle centinaia di schede descrittive relative a 55 archivi e delle riproduzioni digitali di una parte consistente della loro documentazione”. Un’occhiata la si può dare consultanto l’elenco alfabetico degli archivi. Inoltre, nei prossimi mesi, è prevista la messa online di nuovo materiale fino a raggiungere i 200 mila documenti. Intanto, sulla strage di Ustica, sono consultabili due mostre virtuali: la prima raccoglie materiale rinvenuto negli archivi di Daria Bonfietti e dell’Associazione vittime mentre la seconda è un percorso iconografico che si dipana nei manifesti del gruppo che riunisce i parenti.

“I documenti raccontano” e si affacciano sul web: un progetto per ricostruire storie del passato e renderle disponibili in rete

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I documenti raccontano

I documenti raccontano:

È un progetto che realizza diverse attività. Tanto per cominciare cerchiamo delle storie; storie di donne e uomini che hanno avuto una vita grama. Marginalità si dice. Ricerchiamo negli archivi ma anche altrove: carteggi, verbali di polizia, cartelle cliniche, atti processuali, cose del genere. I dossier che raccolgono i documenti li trovate nella sezione Storie dagli archivi.

Questi dossier vengono proposti nelle scuole per laboratori didattici dove si apprendono i rudimenti della ricerca storica e per altri laboratori dove si impara, un pochino, la tecnica del racconto. Ma questi dossier possono essere utilizzati anche in altro modo: ad esempio per concorsi letterari, per corsi di scrittura narrativa rivolti agli adulti, per letture teatrali. Una rassegna delle attività la trovate nelle pagine dedicate a Lavori in corso.

Nell’ambito de I documenti raccontano sono prodotti romanzi e racconti. Alcuni sono stati pubblicati su carta, altri anche sul web. Questi ultimi li trovate nella sezione Racconti dove trovate anche schede informative sui romanzi pubblicati e sui loro autori.

Cercare storie e restituire racconti. Usare gli strumenti della indagine storica e quelli della narratologia. Per raccontare vicende realmente accadute. Non è facile. Qualche aiuto lo trovate qui: Regole e strumenti.

Romanzi storici soprattutto ma anche saggi, film, siti web insomma tutto quanto si muove attorno alla storia e al suo racconto lo segnaliamo, per quanto possiamo, in: Consigli di lettura.

Il progetto, promosso da realtà istituzionali lombarde, è affidato a seguito da esperti del settore (qui una spiegazione).

(Via master in comunicazione storica dell’università di Bologna)

“Aprire gli archivi sul terrorismo? Se lo si vuole fare davvero, lo si faccia subito”

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“Sono trascorsi quasi 31 anni dalla strage alla stazione di Bologna. Se vogliono aprire gli archivi lo facciano subito. Tutto il resto sono chiacchiere”. Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime della strage del 2 agosto 1980 e dell’Unione vittime delle stragi, non ci gira troppo intorno rileggendosi il comunicato stampa che la presidenza del consiglio del ministro ha diffuso a conclusione del giorno della memoria delle vittime del terrorismo di ieri.

Si aprano gli “archivi della vergogna”: retorica o reale intenzione? “Dobbiamo colmare una grande sete di giustizia e di verità, in modo concreto, senza retorica. Lo faremo. E sarà il modo migliore per onorare la memoria delle oltre 400 vittime innocenti della sanguinosa ideologia del terrorismo”, scrive il governo sul suo sito. Onorare come? Esplicitando un’intenzione: aprire archivi ed eventuali “armadi della vergogna” che possano fornire il “sigillo della verità” che ancora manca su quarant’anni di storia italiana.

Vero o falso? Reale intenzione a ottemperare una richiesta ormai pluridecennale di giudici, familiari delle vittime, storici e giornalisti oppure propaganda? Per Bolognesi la verifica è semplice. E soprattutto immediata.

“Il governo ha il potere di accogliere tempo zero le nostre richieste: tutti i documenti relativi agli anni della strategia della tensione, soprattutto in tema stragi, devono essere consegnati immediatamente alla magistratura. Stiamo parlando di documentazione custodita presso le sedi dei servizi segreti, alcuni dei più importanti ministeri (tra cui interni, esteri e difesa), i comandi delle forze di polizia e delle forze armate. Questi sono i fatti che ci attendiamo”.
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Piazza Fontana: un appello per la trasparenza degli archivi

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E sempre in tema Piazza Fontana, riporto qui di seguito l’appello per il 12 dicembre e il relativo manifesto per l’accessibilità e la trasparenza degli archivi nell’interesse dei cittadini che mi ha inviato Daniele Biacchessi. Per aderire va inviata una mail all’indirizzo di Daniele, dbiacchessi[at]retedigreen.com.

Premessa

Il 12 dicembre 2009 ricorre il 40° anniversario della strage di piazza Fontana. Di questa storia, oggi non esiste ancora una narrazione consolidata e condivisa. Così come non esiste per tantissime altre pagine dolorose della storia del nostro Paese. L’Italia, purtroppo è stata segnata da fenomeni eversivi di diversa matrice. Di questo passato tragico, esistono memorie divise e in conflitto tra loro. La ricerca storica è un terreno essenziale su cui impostare un confronto civile superando antiche divisioni.

Per scrivere la storia, servono i documenti, ossia le “tracce” concrete dell’attività delle istituzioni, delle forze dell’ordine, dei servizi di sicurezza e di tutti i soggetti protagonisti della vita democratica. Questa ricostruzione passa necessariamente attraverso la buona gestione degli archivi. In Italia dal 2007 il segreto di Stato è limitato a un massimo di trent’anni. Ma questo non ha risolto il problema: molti armadi in teoria sono aperti, ma non per questo sono accessibili.

L’accesso ai documenti necessari alle ricostruzioni storiche resta in moltissimi casi assai difficoltoso. Spesso ci si scontra con un segreto di stato “strisciante”, anche se, formalmente, il segreto non c’è. Esiste un nesso profondo tra la conoscenza della verità e la convivenza civile: costruire onestà intellettuale attraverso la memoria storica è essenziale per una Nazione se vuole avere cittadini attivi e consapevoli dei propri diritti e dei propri doveri. La conoscenza non formale della storia recente della nostra Repubblica è uno degli elementi portanti del nostro diritto di cittadinanza.
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