Gallica: l’applicazione che consente di accedere ai materiali della Biblioteca nazionale di Francia

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Il blog del master in comunicazione storica dell’università di Bologna pubblica un post che si intitola Due milioni di documenti a portata di mano? È possibile con Gallica:

Il 30 ottobre la Bibliothéque national de France (BnF) ha lanciato nel mondo delle app Gallica, costola dell’omonima biblioteca digitale fiore all’occhiello dell’istituzione francese, per dare libero accesso a circa due milioni di documenti digitalizzati provenienti dai suoi fondi.

Fedele alla vocazione enciclopedica della BnF, l’applicazione permette di consultare un corpo di materiali ricco ed eterogeneo: più di 240.000 libri, 880.000 fascicoli di giornali e riviste, 470.000 immagini così come carte, manoscritti, spartiti musicali, stampe, cartelloni pubblicitari a cui si aggiungono ogni settimana migliaia di nuovi documenti.

L’iniziativa segue quella della British Library che nel 2011 lanciò un’applicazione a pagamento che permetteva di esplorare un’accurata selezione dei suoi tesori, ma punta sulla presentazione di una più grande varietà di opere. Questo a scapito però della qualità dei documenti, non essendo purtroppo le immagini caricate in alta definizione.

Continua qui.

“I documenti raccontano” e si affacciano sul web: un progetto per ricostruire storie del passato e renderle disponibili in rete

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I documenti raccontano

I documenti raccontano:

È un progetto che realizza diverse attività. Tanto per cominciare cerchiamo delle storie; storie di donne e uomini che hanno avuto una vita grama. Marginalità si dice. Ricerchiamo negli archivi ma anche altrove: carteggi, verbali di polizia, cartelle cliniche, atti processuali, cose del genere. I dossier che raccolgono i documenti li trovate nella sezione Storie dagli archivi.

Questi dossier vengono proposti nelle scuole per laboratori didattici dove si apprendono i rudimenti della ricerca storica e per altri laboratori dove si impara, un pochino, la tecnica del racconto. Ma questi dossier possono essere utilizzati anche in altro modo: ad esempio per concorsi letterari, per corsi di scrittura narrativa rivolti agli adulti, per letture teatrali. Una rassegna delle attività la trovate nelle pagine dedicate a Lavori in corso.

Nell’ambito de I documenti raccontano sono prodotti romanzi e racconti. Alcuni sono stati pubblicati su carta, altri anche sul web. Questi ultimi li trovate nella sezione Racconti dove trovate anche schede informative sui romanzi pubblicati e sui loro autori.

Cercare storie e restituire racconti. Usare gli strumenti della indagine storica e quelli della narratologia. Per raccontare vicende realmente accadute. Non è facile. Qualche aiuto lo trovate qui: Regole e strumenti.

Romanzi storici soprattutto ma anche saggi, film, siti web insomma tutto quanto si muove attorno alla storia e al suo racconto lo segnaliamo, per quanto possiamo, in: Consigli di lettura.

Il progetto, promosso da realtà istituzionali lombarde, è affidato a seguito da esperti del settore (qui una spiegazione).

(Via master in comunicazione storica dell’università di Bologna)

Il Caso S. – Dialogando di storia, qualcosa ne verrà fuori. Ci provano aspiranti accademici dell’università di Bologna

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Il caso S

Nasce il Caso S. – Dialogando di storia, qualcosa ne verrà fuori, progetto creato da aspiranti storici dell’Alma Mater di Bologna che si presentano in questi termini:

Il Caso S. è un progetto di comunicazione storica animato da studenti che provano a mettersi in gioco con l’unica merce di cui sono produttori: le semplici ricerche che ognuno di noi conduce quotidianamente. La nostra idea di partenza è presto detta. Crediamo che le scienze sociali, tutte, non possano ridursi a svolgere un ruolo di sostanziale mantenimento dello status quo, ma debbano mettere in pratica tutto il loro potenziale critico. Crediamo che la sfida fondamentale, oggi come mai, sia quella di socializzare i saperi, piuttosto che confinarli negli spazi sempre più stretti di un dibattito per soli addetti ai lavori.

Qui alcuni degli argomenti affrontati finora.

Scienza a due voci: il contributo delle donne dal ‘700 al ‘900

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Forse sono io che lo scopro in ritardo, questo sito, ma Scienza a due voci – Le donne nella scienza italiana dal Settecento al Novecento è un progetto che sembra proprio interessante:

Una ricerca minuziosa, approfondita e insieme appassionata, intenta a ricostruire un quadro più veritiero e autentico della scena scientifica, ha invece portato alla luce una presenza femminile reale, cospicua e diversificata: tanti nomi nuovi, interessanti percorsi scientifici, imprese intellettuali e sociali, vite non sempre facili e lineari, volti e voci pressoché sconosciuti o dimenticati. Con questo sito si vuole dunque riparare alla dimenticanza o alla rimozione della storia: riconoscere alle donne il posto che hanno realmente occupato nella cultura scientifica dell’Italia moderna e contemporanea: ridare spazio a quella voce che è rimasta nascosta ma che ha contribuito con pari dignità al cammino della scienza. Per una scienza, appunto, a due voci.

L’iniziativa, nata all’interno dell’università di Bologna, è dedicata ad Aung San Suu Kyi, l’attivista dei diritti umani insignita premio Nobel per la pace nel 1991.