Ustica, Daria Bonfietti: “Sappiamo tutto, ora serve la verità”

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Strage di Ustica

Il testo che segue è di Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle Vittime della strage di Ustica, ed è stato pubblicato dal quotidiano Il manifesto lo scorso 25 giugno 2016. Qui, invece, il podcast della trasmissione di Rai3 Fahrenheit di oggi intitolata Verità opache sul missile che il 27 giugno 1980 uccise le 81 persone a bordo del Dc9 dell’Itavia e sul “segreto di stato strisciante” che non oppone un segreto di Stato vero e proprio, ma rende difficile, se non impossibile, l’accesso alle fonti documentali. In onda, ospiti di Loredana Lipperini, anche Daria Bonfietti e il giornalista Fabrizio Colarieti di Stragi80.it.

Ricordiamo il 36° Anniversario della strage di Ustica e continuiamo il cammino verso la verità. Sappiamo già molto di quello che è accaduto nel cielo: sappiamo che «il DC9 è stato abbattuto all’interno di un episodio di guerra aerea, guerra di fatto e non dichiarata», come ci rivela il giudice Rosario Priore già nel 1999.
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Contromafie: agli stati generali dell’antimafia si parla di segreti della Repubblica nelle carte degli archivi italiani

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Contromafie - Stati generali dell'antimafia

Il dibattito è stato inserito nella sezione battezzata Per una domanda di giustizia e verità in programma sabato 25 ottobre a Roma, nell’ambito di Contromafie – Stati generali dell’antimafia 2014. E l’incontro si intitola “I segreti della Repubblica nelle carte degli archivi italiani”, e di questo parla:

La recente iniziativa della Presidenza del Consiglio di rendere pubblici tutti i documenti riguardanti le stragi compiute nel nostro paese (conservati presso gli archivi dei servizi segreti, delle forze di polizia, dei ministeri, dei tribunali, ecc.) ha suscitato grandi speranze e aspettative che da questa documentazione possa giungere un maggiore contributo alla ricerca della verità. Contestualmente però si pone una questione forse più importante della stessa “desecretazione”: la possibilità di esercitare appieno il diritto di ogni cittadino a conoscere gli atti pubblici contenuti negli archivi pubblici. La consultazione per cittadini, studiosi, magistrati spesso risulta difficile se non impossibile. Eppure le applicazioni informatiche potrebbero agevolare l’esercizio di tale diritto. Ma a oggi così non è. L’ipotesi poi di procedere a ricerche trasversali, coordinando le informazioni agli atti dei singoli archivi, è puro miraggio. Occorre capire l’entità e il valore del patrimonio documentale ma soprattutto quali iniziative devono essere messe in campo per restituirlo alla collettività. La “Rete degli archivi per non dimenticare” nasce proprio dall’esigenza di recuperare atti, documenti, testimonianze utili a comprendere quello che è accaduto, in una lettura corale, per identificare quello che vorremmo non accada mai più.

Tutor: Ilaria Moroni, Rete degli archivi per non dimenticare
Relatori:

  • Piera Amendola, ricercatrice già archivista della Camera dei Deputati
  • Enzo Ciconte, storico
  • Elisabetta Cesqui, magistrato
  • Vincenzo Macrì, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Ancona

Interventi:

  • Francesco M. Biscione, storico
  • Michele Di Sivo, archivista, Archivio di stato di Roma
  • Tommaso Nelli, giornalista
  • Maurizio Torrealta, giornalista e scrittore
  • Giulio Marotta, già Consigliere parlamentare

Il programma completo di Contromafie, che inizia il 14 e si conclude il 26 ottobre, è disponibile qui.

5 agosto 1989: 25 anni fa l’omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida. Rimane il segreto di Stato

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Venticinque anni fa l’omicidio dell’agente Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. Era il 5 agosto 1989 e ancora oggi, a distanza di così tanto tempo, non se ne conoscono le ragioni, per quanto si sappia che possano essere legate alla tentata strage dell’Addaura del 21 giugno 1989, poche settimane prima del duplice delitto. Inoltre su questa storia è calato il segreto di Stato, nonostante il movente dell’agguato fosse stato attribuito a ragioni passionali. Un movente altrettanto assurdo era stato appiccato anche alla scomparsa di Emanuele Piazza, ex il poliziotto e collaboratore del Sisde sparito pochi mesi dopo (il 16 marzo 1990). Qui, in queste due storie, sta un pezzo della verità sulle stragi degli anni Novanta, oltre che delle trattative con lo Stato.

Qui la puntata di Blunotte di Carlo Lucarelli che racconta per intero di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza.

Caso Toni-De Palo: i familiari di Graziella chiedono ancora dopo 34 anni luce sull’omicidio di Beirut. Basta con il segreto e i segreti dello Stato

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Italo Toni e Graziella De Palo

Il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 34 anni dalla scomparsa a Beirut dei due giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni. A tutt’oggi, dal 1980 al 2014, non si sa che fine abbiano fatto – pochi dubbi però sul fatto che siano stati assassinati – e i familiari non sono stati aiutati affatto dallo Stato a farlo luce sulla vicenda. Dunque, quasi alla vigilia di questo nuovo anniversario, i fratelli e la madre di Graziella, Nicola e Giancarlo De Palo e Renata Capotorti, scrivono questa lettera da leggere fino in fondo. Una lettera che parla di segreti che non si vogliono rivelare, burocrazie assurde e di sordità istitutazionale.

Egregio Direttore,

desideriamo porre alla sua attenzione un evento che i familiari dei giornalisti Graziella De Palo (“Paese Sera” e “l’Astrolabio”) ed Italo Toni (“Diari”) aspettano da decenni: il 28 agosto 2014 cadrà definitivamente il segreto di Stato sul rapimento e l’omicidio dei due giornalisti avvenuto il 2 settembre 1980 a Beirut.

Il valore storico dell’evento (il primo caso di rimozione di un segreto di Stato nella storia repubblicana) meriterebbe di per sé essere oggetto di una approfondita inchiesta giornalistica. Il 10 marzo 2010, alle famiglie De Palo e Toni venne concesso di poter visionare 1.161 documenti conservati presso gli archivi dell’AISE, purtroppo ancora coperti da numerosi omissis. Rimasero esclusi 80 documenti ancora coperti dal segreto. In questi ultimi, in teoria, potrebbero trovarsi nomi, fatti e circostanze che potrebbero permettere di poter almeno ritrovare i poveri resti di Graziella e Italo.
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Piazza Fontana, Salvini: quei pezzi di verità mancanti che non si stanno cercando abbastanza

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Piazza Fontana: nessuno e' statoDue settimane fa, in occasione del quarantaduesimo anniversario della bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, è stata presentata la quinta edizione del libro Piazza Fontana: nessuno è stato di Fortunato Zinni, nel 1969 assessore al bilancio del Comune di Bresso e commissario della commissione interna centrale dell’istituto di credito in cui alle 16.37 esplose l’ordigno che uccise 17 persone e ne ferì 88.

Nel volume è riportato anche un saggio di Guido Salvini, il giudice istruttore che riaprì le indagini su quell’attentato. Il testo del magistrato si intitola Piazza Fontana o della perseveranza e si concentra su tre eventi. La fine del lavoro di digitalizzazione degli atti del processo di Catanzaro, una “fotografia insostituibile della storia dell’Italia contemporanea”. E – sottolinea Salvini – “i nove cd, per una incomprensibile resistenza, sono ancora considerati dal ministero copie di atti giudiziari e non atti pubblici” vanificandosi così, per adesso, il senso dell’iniziativa.

Inoltre a tutt’oggi non c’è ancora traccia di un’altra iniziativa: la rimozione del segreto di Stato dando piena attuazione alla legge 124 del 2007 che riforma i servizi segreti e ciò che deve rimanere riservato. Come già ribadito altrove, sono ancora molti gli archivi da declassificare e rendere, se non pubblici, almeno fruibili al ricercatori. “Per rendere realizzabile la proposta”, scrive Salvini, “basterebbe poco. Sarebbe sufficiente che il ministero della cultura […] potesse nominare una commissione formata da storici, studiosi ed esperti di ricerche d’archivio, autorevoli e indipendenti […]. Sarebbe uno strumento semplice […] e un passo importante per la ricerca di ‘più verità'”.

Infine un riferimento alla richiesta presentata nel 2009 alla procura di Milano dai familiari delle vittime di piazza Fontana per la riapertura delle indagini. “Nuovi documenti”, dice ancora il magistrato, “e nuovi testimoni sono infatti apparsi e altri, anche in modo spontaneo, sono emersi anche di recente. Nuove piste investigative percorribili si sono delineate, che non possono sfuggire a chi ha esperienza di queste cose”. Ma nulla è avvenuto. “Una scelta [che] sembra la continuazione di quanto avvenuto negli anni Novanta, quando le nuove indagini […] furono considerate meritevoli di poca attenzione […] incidendo non poco sull’esito finale” e allontanando “frammenti di verità” che invece devono ancora oggi essere cercati.

Il saggio completo di Guido Salvini è scaricabile in formato pdf (2,8MB) da qui.

Omicidi politici: documenti desecretati e documentazione sull’Assassination Archives and Research Center

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Assassination Archives and Research Center

Si chiama Assassination Archives and Research Center (Aarc) e si tratta di una realtà fondata nel 1984 per radunare informazioni sugli omicidi politici. Dalla presentazione della biblioteca pubblica:

La biblioteca pubblica è una collezione di oltre 35 mila pagine di report, trascrizioni e altri dossier […]. Molti di questi documenti sono stati recentemente declassificati in base ai termini della JFK Assassination Records Collection Act il cui mandato deriva dall’Assassination Records Review Board.

La prima legge è illustrata qui mentre l’Assassination Records Review Board è spiegato qui.

WikiLeaks: Nutrimenti pubblica il libro su Assange e contro il segreto di Stato che ha ispirato il film di Spielberg

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WikiLeaks - La battaglia di Julian Assange contro il segreto di StatoNon avevo pensato di scrivere questo post sulla scia di una notizia rimbalzata oggi per i vari media nazionali. Ma per una coincidenza segnalo questo libro uscito per i tipi di Nutrimenti. Si tratta di WikiLeaks – La battaglia di Julian Assange contro il segreto di Stato, firmato da David Leigh e Luke Harding e in uscita in questi giorni per la collana:

Scritto dagli stessi giornalisti che hanno stretto un accordo senza precedenti tra un hacker particolarmente dotato e tre dei più importanti quotidiani di tutto il mondo, questo libro racconta la storia di WikiLeaks vista dall’interno. E si legge come un thriller.

Nel libro i giornalisti del Guardian David Leigh e Luke Harding, più volte premiati, rivelano per la prima volta molti particolari inediti, a cominciare da come sia stato raggiunto l’accordo segreto, in un albergo belga, per sfidare la più grande superpotenza mondiale e diffondere un inarrestabile flusso di documenti militari e diplomatici attraverso le pagine del Guardian, del New York Times e dello Spiegel. Ma anche dettagli sconosciuti della vicenda, come quando Assange si travestì da anziana signora con una parrucca per arrivare a Ellingham Hall, la villa monumentale di Norfolk da cui ha inviato i dispacci del Dipartimento di Stato statunitense al mondo intero, e i particolari della rocambolesca vita dello stesso Assange.

Si tratta del libro a cui si è ispirato Steven Spielberg per questo film.

Caso Toni-De Palo: il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 31 anni dalla scomparsa dei giornalisti

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XXXI anniversario omicidio giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni

Il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 31 anni dalla scomparsa a Beirut dei giornalisti italiani Graziella De Palo, 24 anni, e Italo Toni, 50, mai più ritrovati. Si tratta di una vicenda, come scritto in varie occasioni, su cui grava ancora il segreto di Stato (e così sarà fino al 2014). In questi giorni i familiari hanno annunciato gli eventi in programma (per chi ha un account Facebook, è possibile aderire) per non dimenticare questo anniversario. Eventi che comprendono anche la piantumazione di un ulivo alla confluenza dei viali Graziella De Palo e Italo Toni a Villa Gordiani, a Roma. Intanto, sulla vicenda, si possono leggere questi post:

Vittime e familiari: per quelle del 2 agosto 1980 c’è il “vilipendio di Stato” mentre per i familiari di Nino Agostino niente, tutto azzerato

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Strage di Bologna: il Pdl prima diserta la piazza, ora denuncia i familiari delle vittime. Un articolo, di seguito, scritto a quattro mano con Davide Turrini per il Fatto Quotidiano. E sempre in tema vittime e mancanza di verità si legga anche L’omicidio dell’agente Agostino. Vent’anni dopo si riparte da zero. La vicenda (barbara) è questa e su di essa, tanto per rimanere in tema, c’è segreto di Stato.

Si riaccende la polemica attorno alle parole che Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime strage del 2 agosto, ha pronunciato nei confronti del governo dal palco di Piazza delle Medaglie d’Oro, a Bologna, martedì scorso, nel trentunesimo anniversario della strage. Un discorso durante il quale Bolognesi, ha chiesto di proseguire le indagini su quello che accadde alla stazione, soprattutto per capire chi furono i mandanti e se quella fu o meno una delle cosiddette stragi di Stato, maturate in un disegno che gli storici definiscono come “strategia della tensione”.

Oggi il deputato del Pdl, Fabio Garagnani (lo stesso deputato che alla vigilia della commemorazione aveva chiesto l’esercito a Bologna) ha presentato un esposto alla magistratura ipotizzando il reato di vilipendio contro la Repubblica e i suoi organismi previsto dall’articolo 290 del codice penale. “Le gravi affermazioni del presidente dell’associazione delle vittime della strage del 2 agosto non possono essere lasciate sotto silenzio, non tanto perché contenenti critiche di natura politica, quanto perché delegittimano in modo inconfutabile lo Stato e le Istituzioni democratiche”, ha affermato Garagnani dimenticando che il governo del Paese, gli uomini del suo stesso partito, hanno disertato la commemorazione per il secondo anno consecutivo.

“Certe affermazioni, che non sono critica politica, bensì violenta contestazione verbale ed oltraggio allo Stato, alle assemblee legislative e al Governo – spiega il parlamentare del Pdl – che ne sono parte costitutiva, non possono essere tollerate, pena il venir meno della credibilità delle istituzioni medesime”.
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