Cossiga, l’omicidio di Giorgiana Masi e le sirene delle ambulanze che dovevano sentirsi ovunque, più di quelle dei carabinieri

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Giorgiana MasiQuesto brano è contenuto nel libro Piccone di Stato – Francesco Cossiga e i segreti della Repubblica, Nutrimenti, 2010

Proviamo allora a ripercorrerla la vicenda che ha portato alla morte – anzi, all’omicidio – di Giorgiana Masi. Era il 12 maggio 1977 e il Partito radicale aveva indetto una manifestazione per celebrare il terzo anniversario del referendum sul divorzio e raccogliere firme per l’abrogazione delle leggi sull’ordine pubblico. Dal 21 aprile 1977, dopo gli scontri e una sparatoria che al termine di una manifestazione portò alla morte dell’agente Settimio Passamonti, ventitré anni, nel Lazio era vietato radunarsi in piazza.

Lo aveva deciso il ministro dell’Interno Francesco Cossiga con il supporto del Partito comunista, e quando i Radicali annunciarono la loro intenzione di scendere per strada il 12 maggio gli si fece notare che esisteva un’unica eccezione prevista dal decreto del Viminale: appartenere all’arco costituzionale. A quel punto si innescò un braccio di ferro per impedire il sit-in e vennero distribuiti sul territorio della capitale circa cinquemila agenti tra polizia e carabinieri. Fu un crescendo di tensione e infine, tra le 19 e le 20, si iniziò a sparare. A restare feriti furono un carabiniere e una ragazza, mentre dalle parti di ponte Garibaldi venne uccisa Giorgiana Masi, che avrebbe compiuto diciannove anni il successivo 6 agosto.
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“Le altre Gladio”: Giacomo Pacini torna in libreria raccontando la rete anticomunista nata dopo l’estate del 1945

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Le altre GladioEsce tra pochi giorni il libro Le altre Gladio – La lotta segreta anticomunista in Italia. 1943-1991 (Einaudi). Lo ha scritto lo storico Giacomo Pacini, già autore di Le organizzazioni paramilitari nell’Italia repubblicana (1945-1991), Il cuore occulto del potere. Storia dell’ufficio affari riservati del Viminale (1919-1984) e di Divo Giulio. Andreotti e sessant’anni di storia del potere in Italia (quest’ultimo lo abbiamo scritto insieme per Nutrimenti). Giacomo è uno studioso scrupoloso e serissimo e dunque alta è l’attesa per questo suo nuovo lavoro, presentato così:

Diverso tempo è passato da quando Giulio Andreotti, in qualità di presidente del consiglio, svelò l’esistenza di un’organizzazione segreta denominata Gladio. Ma Gladio, nata nel 1956, non era che una parte di un sistema di sicurezza ben piú complesso, articolato e oscuro, una rete anticomunista che operava fin dall’estate del 1945. Qual è la storia di questo sistema? Quali sono le sue origini? Che ruolo ebbe questa rete segreta nei tragici anni della strategia della tensione? E quali furono le reali motivazioni che spinsero Andreotti a rivelare l’esistenza di Gladio? Giacomo Pacini risponde a queste e ad altre domande, in un volume rigoroso nell’esame delle fonti e misurato nella scrittura.

“Cosa resta della democrazia”: tra libertà privata e regime politico, ecco come si svuota un sistema costituzionale

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Cosa resta della democraziaManca il punto interrogativo alla frase – all’apparenza una domanda – che dà il titolo al nuovo libro di Remo Bassetti, Cosa resta della democrazia, in uscita a febbraio per Nutrimenti. Ed ecco la presentazione del volume, che a fronte di quel punto punto interrogativo mancante ne pone altri, di punti, che suonano interessanti:

“La democrazia è il peggior sistema politico, salvo tutte le altre forme che si sono sperimentate finora”: parola di Winston Churchill. Forse proprio questa consapevolezza ci ha reso nel tempo così pigri da lasciarne appassire contenuto e modi, al punto che, in un momento storico in cui tutti si proclamano democratici, la democrazia è ormai a uno stadio larvale, svuotata di significato e obiettivi.

La libertà privata, per lo più identificata con quella economica, è diventata il vero cardine del regime politico in cui viviamo e ne ha assorbito l’identità. Al distacco dei cittadini dalla vita pubblica, si aggiunge lo spento rituale delle procedure politiche che i finti cantori della democrazia hanno ridotto e manipolato, tracciando strade che il web ha la tendenza a ripercorrere anziché cambiare. D’altra parte, quello che è oggi il tentativo più radicale di ricondurre la democrazia all’autogoverno – il movimento dei grillini – finisce talvolta per coincidere con dinamiche autoritarie, e persino con l’auspicio dello “stato minimo”, lo stesso concetto neoliberista che alla democrazia ha dato il colpo di grazia.

Ispirandosi a teorie che si stanno facendo largo in altre parti del mondo e corredandole di proposte specifiche per la situazione italiana, questo libro traccia le basi per una nuova e originale idea di democrazia, che abbia come scopo la realizzazione della giustizia e superi la dicotomia tra rappresentatività e partecipazione diretta: una democrazia partecipativa responsabile.

“La linea di fondo”: la storia di Freccia, tra talenti sfumati e calcioscommesse, nel racconto di Claudio Grattacaso

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La linea di fondoIn tema di calcioscommesse e corruzione nel mondo del pallone, questa volta si segnala un romanzo in uscita per la casa editrice Nutrimenti. Si intitola La linea di fondo ed è stato scritto da Claudio Grattacaso, un insegnante di professione che con il suo lavoro si è aggiudicato una segnalazione al Premio Calvino. Ecco la presentazione del libro:

Freccia è stato un fuoriclasse, uno di quelli con la palla incollata al piede, sinistro potente, talento e carisma. Pochi anni, il tempo di assaporare il gusto del successo. Poi è arrivato il fallo che gli ha stroncato la carriera, la cessione a una squadra di serie C, la frustrazione, il coinvolgimento nel giro del calcio scommesse. Il sipario è calato, lasciando una ferita impossibile da rimarginare. Ventisette anni dopo quel fallo, quando il cerchio oramai si è chiuso, José Pagliara, quello che un tempo chiamavano Freccia, è ancora una promessa disattesa […].

Parlando di calcio, di passione e ostinazione, di egoismo e corruzione, Claudio Grattacaso racconta la parabola di un campione fallito, costretto dalla vita a fare i conti con le conseguenze delle proprie azioni e a inseguire dentro di sé una nuova consapevolezza, alla ricerca di risposte e di una seconda possibilità.

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“Si può fare” di Giampaolo Gentili: in un libro il racconto di come reinventarsi una vita felice da 500 euro al mese

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Si puo' fareDalla descrizione, non sembra esattamente un’esperienza da ascrivere ai principi del movimento per la decrescita felice, ma rimane una lettura da mettere in coda per capire come qualcun altro ha fatto. Magari non si riuscirà mai a staccarsi reinventandosi una vita diversa, però suona interessante il libro Si può fare (Nutrimenti Editore) di Giampaolo Gentili:

Congedarsi dalla routine, dal lavoro, dal traffico, dai mille impegni e difficoltà di ogni giorno. Sempre più spesso, anche in Italia, c’è chi decide di tagliare i ponti con il passato per una vita più semplice, fatta di poche cose essenziali. Riducendo drasticamente le necessità, rifuggendo le regole di una società consumistica e competitiva, scegliendo di vivere solo le passioni vere.

Si può fare racconta la ‘scelta possibile’ di una coppia, lui italiano, lei turca, che ha deciso di dare una svolta alla propria vita navigando per il Mediterraneo. Si compra una barca, la si adatta ad abitazione e si mollano gli ormeggi. Dal caos cittadino alla tranquillità delle baie turche e greche, in una nuova esistenza in cui torna a contare la meteorologia, in cui le giornate sono scandite dall’incontro con luoghi e persone nuove, da un tempo ritrovato per i propri interessi.

Giampaolo Gentili racconta in questo libro la propria esperienza personale, ma entra anche nel dettaglio di come sia possibile realizzare una scelta di questo tipo, con indicazioni precise sul budget necessario e su come affrontare difficoltà ed esigenze di ogni genere, da quelle tecniche a quelle economiche.

“Io ho visto”: un libro di Pier Vittorio Buffa e un sito web per conservare la memoria delle vittime del nazifascismo

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Io ho visto

Io ho visto di Pier Vittorio Buffa è un libro appena uscito per Nutrimenti ed è anche un progetto web con uno scopo ben definito:

non dimenticare quello che è accaduto durante la guerra contro la popolazione civile italiana condotta dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945. Un progetto semplice. Fatto di immagini e di parole. Di parole e di immagini. Le parole sono quelle che servono per cercare di dare corpo alle emozioni, come quelle del libro. Le immagini sono quelle di chi ha portato per sempre con sé il dolore di quegli anni.

Partecipare al progetto è semplice. È sufficiente scrivere qua sotto [qui il link, ndb] quello che si è visto allora. O un pensiero, un ricordo. O anche solo il modo per essere rintracciati e raccontare.

Quello che ne nascerà non lo so: racconti da pubblicare qui sul web, una nuova edizione del libro, una semplice raccolta di ricordi… Quello che Io ho visto diventerà lo deciderà soprattutto chi deciderà di parteciparvi.

Al momento nel libro sono raccolte trenta storie di sopravvissuti alle stragi nazifasciste mentre in rete, nella sezione dedicata alle fotografie, ci sono i volti di queste persone. Volti accompagnati dai rispettivi nomi, dalla località in cui i fatti si sono consumati e da una breve descrizione di ciò che accadde.

“Partigiano Inverno”: in uscita il romanzo di Giacomo Verri sulla Resistenza in Valsesia

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Partigiano InvernoEsce a breve per Nutrimenti il romanzo Partigiano Inverno scritto da Giacomo Verri, insegnante di lettere alle scuole medie nato nel 1978 a Borgosesia, in provincia di Vercelli. Finalista al Premo Calvino 2011, questa è in sintesi la storia che racconta:

Sono i giorni d’Avvento dell’anno quarantatré e uno scontro a Varallo fra partigiani e fascisti segna il battesimo del fuoco della Resistenza in Valsesia. Nel gruppo dei ribelli, accampati tra le nevi del Briasco, c’è Jacopo Preti, che ha lasciato gli studi in città e il conforto dell’amata Flora per unirsi ai garibaldini del comandante Cino. Giù a valle Umberto Dedali, che ha dieci anni e vive in casa del nonno, sogna di aggiungersi anche lui agli uomini barbuti della montagna e, col contegno del combattente per la libertà, farsi bello davanti alla Maria, che gli fa salire il brivido su per la pancia. Ogni sera fa il presepe col fratello del nonno, Italo Trabucco, professore in pensione tornato alla nativa Borgosesia da Vercelli, che il subbuglio di un conflitto sconnesso obbliga al confronto con la propria inadeguatezza. Finché un giorno il professore è arrestato, apparentemente senza motivo, torturato con altri venti e lasciato fuori, per un gioco del caso, dal gruppo dei dieci che finiranno fucilati.

Se ne può leggere ancora qui.

Gianni Flamini e il quinquennio che sconvolse la Repubblica: gli anni dal 1990 al 1994 raccontati nel libro “Lo scambio”

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Lo scambioEntrato a far parte della mia libreria solo oggi, è uscito da poche settimane per i tipi di Nutrimenti il libro Lo scambio – I cinque anni che sconvolsero la Repubblica (1990-1994) scritto dal giornalista Gianni Flamini:

Quello compreso tra il 1990 e il 1994 è un lustro di presagi, un quinquennium horribile che sconvolge la vita della Repubblica trasformandola nel prologo fatale di ciò che verrà. In cinque anni si butta via tutto senza buttare niente, mentre è in corso una storica trasmigrazione di Cosa Nostra dai territori della politica democristiana verso altri lidi che suggella uno storico scambio nell’area grigia delle collusioni fra politica e criminalità organizzata. Cosa Nostra non procede alla cieca, abbagliata da nuovissime e inedite opportunità come quelle che sembra offrire Forza Italia. La discesa di Silvio Berlusconi nell’agone politico colma il vuoto venutosi a creare per l’azzeramento del sistema che si reggeva sulla Democrazia cristiana e sul Partito socialista, caduti sotto la scure della corruzione e di un’autorità giudiziaria che affronta il momento con una determinazione inedita. Intanto omicidi di personalità, terrorismo e stragi di mafia imperversano prima in Sicilia e poi sul continente. Sono questi, per le cronache giornalistiche, gli anni dello scandalo Gladio, di Tangentopoli e Mani pulite, degli attentati a Falcone e Borsellino, dei delitti della Uno bianca, della bomba all’Accademia dei Georgofili, della tragedia della Moby Prince, della cattura di Totò Riina. In questo marasma generale si muove a proprio agio la loggia P2, in grande attività per piazzare il suo programma di riforma reazionaria dello Stato che ha chiamato Piano di Rinascita Democratica. Licio Gelli confida, per la realizzazione del suo disegno, proprio in Berlusconi, affiliato alla loggia, che diventa capo del governo nel 1994. Prende così il via una tempestosa stagione politica che si arenerà soltanto nel novembre del 2011.

Se n’è parlato su GrParlamento nella puntata della trasmissione Pagine in frequenza dello scorso 20 maggio, condotta da Alessandro Forlani. Titolo della puntata è stato Gli apprendisti stregoni del terrorismo made in Italy e insieme a Flamini in onda c’era Vito Bruschini, autore del libro La strage, il romanzo di piazza Fontana (Newton Compton).

“Le Monde Diplomatique” sul “Divo Giulio”: l’eredità della prima repubblica trasfusa nella seconda

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Le Monde Diplomatique

Sul numero di maggio 2012 di Le Monde Diplomatique si parla di Divo Giulio insieme al libro La Base, un laboratorio di idee per la Democrazia Cristiana di Maria Chiara Mattesini (Edizioni Studium). Firma il pezzo Enzo Di Brango

Non è semplice pensare alla prima repubblica con i disastri della seconda davanti agli occhi. Eppure quel periodo che abbiamo esecrato e rimosso ritorna, alla luce dell’attuale situazione, spesso come termine positivo di paragone. È chiaro che la positività di un attimo si infrange contro la realtà dell’oggi, eppure parlare, nel 2012, di Democrazia Cristiana, non appare un esercizio inutile. Ci sono attimi, momenti della nostra storia, che si legano a un personaggio o a un contenitore che non ci permettono di saltare, a pie’ pari, la storia come è d’uso nel nostro Paese. È il caso di due recenti pubblicazioni che sottopongono al lettore un pezzo di storia ormai passato, ma la cui attualità appare stringente, un pezzo di storia del quale si può cominciare parlare liberi dai condizionamenti cui la prima repubblica ci aveva relegati. È il caso del Divo Giulio scritto da Antonella Beccaria e Giacomo Pacini e de La Base, un laboratorio di idee per la Democrazia Cristiana di Maria Chiara Mattesini.

La Base, un laboratorio di idee per la Democrazia CristianaNel primo caso parliamo della vita e della parabola di Giulio Andreotti, nel secondo della storia di una delle correnti interne della Dc, forse la più a “sinistra” con “Forze nuove”. Insieme, esse rappresentarono un punto di vista alternativo per la coerenza di interpretazione degli umori popolari rispetto al mastodonte governativo. Le correnti della Democrazia Cristiana, soprattutto nell’ultimo scampolo di vita, non si contavano sulle dita di due mani, a dimostrazione del fatto che esercizio del potere e attività politica cominciavano a coincidere in maniera tale che oggi il risultato finale è sotto gli occhi di tutti.

Divo GiulioEppure quella politica che potrebbe essere liquidata come obsoleta, come assolutamente estranea alle dinamiche del XXI secolo, oggi mantiene il suo connotato di attenzione, non fosse altro che per la deriva del sistema partitico odierno. La Base svolse un ruolo fondamentale negli assetti politici dello scorso secolo, favorendo prima i governi di centro-sinistra e poi l’avvicinamento (miseramente naufragato) al Partito comunista italiano che appariva, negli anni Settanta, una forza in grado di proporsi come maggioranza. Ma la Dc non fu solo la Base, fu anche il partito di Andreotti, che ci ha dimostrato, a più riprese, come la politica non sia solo l’arte del possibile, ma anche un esercizio impossibile e tuttavia configurabile.

Il lavoro di Antonella Beccaria e Giacomo Pacini sulla parabola non ancora esaurita di Giulio Andreotti fornisce elementi di assoluta novità: come una telefonata tra il segretario del Divo Giulio, Franco Evangelisti, e la giornalista del Borghese Gianna Preda in cui Andreotti, di fatto, ammette la sua collocazione nell’ambito della destra fascista, e i movimenti dell’onorevole sulla questione triestina in funzione di una battaglia contro il comunismo slavo, le connivenze con la mafia accertate ma prescritte. Un personaggio, insomma, che raccoglie su di sé la storia d’Italia del dopoguerra ai giorni nostri.