Hunger: nel 1974 Peter Foldès realizzò un corto animato su brame e claustrofobia. E vinse una scommessa: anticipare la computer grafica

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Hunger from National Film Board of Canada on Vimeo.

Correva l’anno 1974 e il regista d’origine ungherese Peter Foldès si lanciò in qualcosa che ai tempi sembrava un esperimento ardito: realizzare un cortometraggio animato avvalendosi di un computer. Divenuta patrimonio del National Film Board of Canada, l’opera – che si chiama Hunger e che ha vinto il Festival di Cannes nella categoria degli “shot film” – sembra raccontare un mondo ancora attuale, sia per claustrofobia della realtà raccontata che per resa tecnica del filmato.

(Via BoingBoing)

Ora lui è destinato a diventare leggenda. Scompare Richard Matherson, lo scrittore oltre i confini e oltre i generi

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Aveva 87 anni e la sua ora era giunta. Adesso lo attende la leggenda. Forse non quella descritta nel suo romanzo più celebre (se ne legga qualcosa anche qui, in un pezzo per Carmilla firmato da Valerio Evangelisti), purtroppo diventata una scadente trasposizione cinematografica che con la storia originale c’entra fino a un certo punto, ma la leggenda comunque se la merita, Richard Matherson. A cui l’etichetta di scrittore di genere – o scrittore horror o fantastico – sta stretta perché, nelle sue pagine, è andato molto oltre i confini del genere stesso (e sui giochi di parole si aggiunga che anche oltre i confini della realtà è andato). Meno noto forse di Stephen King o di Joe R. Lansdale, entrambi più giovani ed entrambi in debito d’ispirazione da lui, rimarrà indimenticabile anche per passaggi come questo:

Ai loro occhi lui era un flagello spaventoso, sconosciuto, persino peggiore della malattia con cui avevano imparato a convivere. Era uno spettro invisibile che per provare la propria esistenza si era lasciato dietro i corpi esangui dei loro cari. Capì quel che provavano e non li odiò. La mano destra strinse la bustina di pillole. Purché la fine non fosse violenta, purché non si trasformasse in un massacro sotto i loro occhi.

Robert Neville posò lo sguardo sui nuovi abitanti della Terra. Sapeva di non essere uno di loro; sapeva di essere un anatema, un orrore nero da distruggere, come i vampiri. E quell’idea lo colpì come un fulmine, divertendolo perfino nel dolore. Un risolino strozzato gli riempì la gola. Si girò e si appoggiò alla parete mentre ingoiava le pillole.

«Il cerchio è completo», pensò mentre il letargo definitivo gli strisciava nelle membra. «Il cerchio è completo. Un nuovo terrore prende forma dalla morte, una nuova superstizione penetra la fortezza inattaccabile dell’infinito. Io sono leggenda».

“Io ho visto”: un libro di Pier Vittorio Buffa e un sito web per conservare la memoria delle vittime del nazifascismo

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Io ho visto

Io ho visto di Pier Vittorio Buffa è un libro appena uscito per Nutrimenti ed è anche un progetto web con uno scopo ben definito:

non dimenticare quello che è accaduto durante la guerra contro la popolazione civile italiana condotta dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945. Un progetto semplice. Fatto di immagini e di parole. Di parole e di immagini. Le parole sono quelle che servono per cercare di dare corpo alle emozioni, come quelle del libro. Le immagini sono quelle di chi ha portato per sempre con sé il dolore di quegli anni.

Partecipare al progetto è semplice. È sufficiente scrivere qua sotto [qui il link, ndb] quello che si è visto allora. O un pensiero, un ricordo. O anche solo il modo per essere rintracciati e raccontare.

Quello che ne nascerà non lo so: racconti da pubblicare qui sul web, una nuova edizione del libro, una semplice raccolta di ricordi… Quello che Io ho visto diventerà lo deciderà soprattutto chi deciderà di parteciparvi.

Al momento nel libro sono raccolte trenta storie di sopravvissuti alle stragi nazifasciste mentre in rete, nella sezione dedicata alle fotografie, ci sono i volti di queste persone. Volti accompagnati dai rispettivi nomi, dalla località in cui i fatti si sono consumati e da una breve descrizione di ciò che accadde.

“Distribuzioni dal basso”, un progetto web per la libera circolazione di film e documentari indipendenti

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Dopo Produzioni dal basso, ecco un progetto da tenere d’occhio, Distribuzioni dal basso, che si descrive con tre hashtag: #filmsharing, #folkfunding per nuovi meccanismi della condivisione cinematografica e #creativecommons per la libera circolazione delle idee. Inoltre si presenta così:

L’obiettivo del nostro progetto redazionale è quello di sostenere la circolazione di film e documentari indipendenti realizzati dalla nuova generazione di freelance, nata sull’onda del fenomeno Creative Commons e dei nuovi meccanismi di produzione basati sul crowdfunding.

Tutti i film e documentari che vedrai inseriti nel portale rispondono all’esigenza di costruire un modo nuovo di fare cinema e informazione. Potrai richiedere i titoli che più ti interessano, in formato DVD o FILE, attraverso un meccanismo economico di donazione, che permetterà contemporaneamente di sostenere la gestione del portale e di dare il giusto valore alle opere inserite nel portale.

Sono già poco meno di una quindicina i film distribuiti acquistabili in dvd oppure saricabili dal sito dietro una donazione, suddivisi per ambiente e territori, arte e musica, diritti umani e conflitti, economia e crisi, politica e attualità e sport.

“A.L.F.”: a novembre il film francese in omaggio alle azioni del movimento Animal Front Liberation

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A.L.F. – BANDE ANNONCE

Uscirà in Francia il prossimo 7 novembre 2012. È A.L.F. – Animal Front Liberation, il film diretto da Jérôme Lescure sul movimento che ha fatto molto parlare di sé. Qui viene presentata la storia raccontata nel lungometraggio e sul sito Alf – Le Film molto altro materiale.

(Via GreenMe.it)

“Non mi avete convinto” di Filippo Vendemmiati: Pietro Ingrao e il racconto della politica che non c’è più, una forma per cambiare il mondo

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È il trailer del film Non mi avete convinto di Filippo Vendemmiati. La sinossi spiega che:

Non è la biografia storica di Pietro Ingrao, ma il suo racconto in prima persona, sulla politica come passione “come strumento per cambiare un mondo che non mi piaceva”. La vita di Ingrao tra errori, sconfitte e rotture è connotata dalla ricerca continua, quasi dolorosa, di nuove forme di partecipazione e di comunicazione. Da qui la sua grande passione per il cinema e la poesia. “Mi intendo più di cinema che di politica” dice nel documentario. “Volevo fare il regista, sono stato spinto a calci nel sedere verso la politica”. Forse è un film controcorrente o fuori moda, perché ci parla di “bella politica”, proprio oggi che questo “sentire” sembra un orizzonte lontano e inquinato, territorio di sentimenti anticasta, per altro spesso giustificati.

Continua qui la descrizione dei contenuti del film che rientra nella rosa degli eventi speciali delle Giornate degli Autori – Venice Days 2012, in programma dal 30 agosto all’8 settembre.

Romanzo di una strage: “Davvero, commissario, lei pensa che uomini dello Stato possano aver voluto la morte di tante vittime innocenti?”

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Il video è la ricostruzione dell’esplosione che causò la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. È tratta dal film di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una strage, in uscita il prossimo 30 marzo il cui trailer è disponibile qui. In esso si sente una domanda posta a Luigi Calabresi: “Davvero, commissario, lei pensa che uomini dello Stato possano aver voluto la morte di tante vittime innocenti?”

Filmgate: come ti uccido un pezzo del cinema italiano. Storia di Gino Agostini e del suo Cidif

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Domani di Maurizio ChiericiC’è una propaggine bolognese nella vicenda dei diritti cinematografici e televisivi finita sotto l’etichetta di processo Mediatrade, una delle pendenze giudiziarie a carico del presidente del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi. Si tratta della storia di Gino Agostini e del suo Consorzio Italiano Distributori Indipendenti Film (Cidif), finito ad anni Novanta tramontanti nelle fauci del fu Biscione e che ha segnato un pezzo dell’epopea del grande schermo italiano.

La vicenda viene rievocata in un recente libro pubblicato da Editori Riuniti, Filmgate – Come Berlusconi ha ucciso il cinema italiano, scritto dal giornalista Paolo Negro che ha intervistato il produttore cinematografico Silvio Sardi. Il quale è un insider.

Filmgate di Paolo NegroUno che ha lavorato all’interno del sistema dell’entertainment berlusconiano, che aveva costanti rapporti di lavoro con Paolo Berlusconi e Marcello Dell’Utri e che ha pure giocato la carta dell’investimento sulla società che editava l’edizione piemontese del “Giornale”. Senza dimenticare la ricerca di finanziamenti per sostenere le campagne elettorali dello schieramento di centrodestra. Con l’uscita di “Filmgate”, a inizio primavera 2011, Sarti è stato convocato dai magistrati romani per essere ascoltato come testimone informato sui fatti e il libro è stato acquisito agli atti della procura capitolina.
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