“Nei secoli fedele”: arriva il film di Francesco Menghini e Adriano Chiarelli sulla storia completa di Giuseppe Uva

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Nei secoli fedele è un film che racconta una storia che tutti dovrebbero conoscere, quella di Giuseppe Uva. Con il patrocinio di Amnesty International, è girato Francesco Menghini su soggetto e sceneggiatura di Adriano Chiarelli (autore del libro Malapolizia). Non secondario: realizzato il crowdfunding con il supporto di Produzioni dal basso, può essere guardato in rete, scaricato o si può contribuire, oltre che con una donazione, anche organizzando una proiezione. Ecco come si presenta il film:

Varese, estate 2008: due amici passano una serata come tante in un bar, chiacchere e qualche drink. Giuseppe Uva e Alberto Biggiogero quella sera divengono, loro malgrado, protagonisti di una tragica quanto assurda vicenda di morte. Prima di rientrare a casa commettono una bravata e spostano alcune transenne in mezzo alla strada. All’arrivo delle forze dell’ordine i fatti degenerano; Giuseppe Uva viene scaraventato in auto, in una seconda macchina viene caricato Alberto Biggiogero, entrambi trasportati presso la caserma di Via Saffi. Tutto quello che è avvenuto dopo rimane ad oggi ancora inspiegato ed inspiegabile. Unica certezza: la morte di Giuseppe Uva, per arresto cardiaco, tre ore dopo il suo trasferimento nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Varese. La sorella Lucia, al mattino, dovendo effettuare il riconoscimento del fratello nell’obitorio dell’ospedale varesino stenta persino a riconoscerlo: bruciature di sigaretta, ecchimosi ed una vistosa macchia di sangue sul cavallo dei pantaloni raccontano una storia diversa da quella fornita da carabinieri e poliziotti presenti in quella notte all’interno della caserma. Inizia così la battaglia di una famiglia, alla ricerca di una giustizia nonostante questa giustizia.

Ulteriori dettagli qui

“Terra promessa”: su Produzioni dal Basso il documentario sul campo rom campano simbolo del disastro ambientale

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Di Produzioni dal Basso si parlerà ancora nei prossimi giorni per un’iniziativa importante. Intanto qui una segnalazione per un documentario che ospita, Terra Promessa, di Mario Leombruno e Luca Romano:

In un recinto di lamiera quattrocento Rom vivono al centro di un’area divenuta simbolo del disastro ambientale in Campania. Un campo provvisorio costruito dal Comune di Giugliano e costato circa 400 mila euro. Tre centimetri di ghiaia e asfalto per separare un insediamento umano da terreni in cui negli anni è stata sversata ogni sorta di rifiuti.

Per altre informazioni si veda qui.

Rapido 904: mentre si apre il processo a Riina, arriva documentario in crowdfunding sulla strage di Natale

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Mentre si apre oggi a Firenze il processo a Totò Riina, imputato come mandante della strage del Rapido 904 (23 dicembre 1984), ecco un articolo di Redattore Sociale sul documentario in crowdfunding dedicato alla la strage di Natale.

MAFIE. “LA STRAGE DI NATALE”: DOPO 30 ANNI TORNANO LE VOCI DEL RAPIDO 904

Il 23 dicembre 1984 una bomba piazzata dalla mafia distrusse il treno Napoli-Milano mentre passava sotto la galleria più lunga d’Italia: morirono 16 persone. Un documentario di Martino Lombezzi torna a raccontare l’episodio. Lanciato crowdfunding per ultimare il lavoro (RED.SOC.) “Mi ricordo solo il fuoco che entrava dai finestrini rotti. Non capivamo se avevamo avuto un incidente, se ci eravamo scontrati con un altro treno. Poi dopo un bel po’ il treno riesce a fermarsi e ovviamente nel buio ci siamo catapultati, senza pensare che dall’altro lato potesse arrivare un altro treno. E ci siamo buttati dalle porte sventrate. E lì poi c’era questo capotreno, che ci urlava di non scendere e di stare attenti perché sui binari c’erano pezzi di corpi.”
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“Il gioco della memoria”: un documentario “dal basso” su Vo’, provincia di Padova, campo di concentramento creato a fine 1943

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Il gioco della memoria

Il gioco della memoria di Vincenzo Agosto è (sarà) un documentario prodotto dal basso sul campo di concentramento per ebrei creato a fine 1943 nella frazione di Vo’, Padova:

Il 23 dicembre 1943 con decreto della Prefettura di Padova, il campo di concentramento iniziò ufficialmente la sua attività e da quel momento si formalizzò il concentramento degli ebrei che non essendo riusciti per scelta o impossibilità a nascondersi o a fuggire, furono arrestati e ivi tradotti.

Lunedì 17 luglio 1944, i tedeschi prelevarono senza preavviso tutti gli internati del campo che vennero trasferiti e incarcerati a Padova, trasferiti poi a Trieste nella risiera di San Sabba ed infine tradotti-stipati in vagoni merci, nel campo di lavoro e di sterminio di Auschwitz-Birkenau in Polonia. Degli ebrei già detenuti a Vo’ soltanto Bruna Namias, Sylvia Sabbadini e Ester Hammer sopravviveranno.

Progetto di Pregiat Photo Video Produzioni di Antonio Attisani.

“Mi cercarono l’anima”: il libro inchiesta sulla storia di Stefano Cucchi che chiede sostegno ai lettori e si produce dal basso

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Mi cercarono l'animaMi cercarono l’anima è un libro inchiesta che racconta la storia di Stefano Cucchi, il giovane romano morto secondo una recente sentenza per malnutrizione, fatto che com’è noto provoca contusioni, ecchimosi e lesioni d’altro genere. Il volume, in uscita il prossimo 22 ottobre, lo pubblica Altreconomia, l’ha scritto Duccio Facchini e viene finanziato attraverso Produzioni dal basso. Abbraccia la ricostruzione dei “vinti” e questa è la storia che racconta:

Stefano Cucchi, geometra trentunenne con la passione per la boxe, muore a Roma il 22 ottobre 2009, nel letto del presidio ospedaliero protetto Sandro Pertini per “presunta morte naturale”. Una settimana prima era stato arrestato per possesso di sostanze stupefacenti. Per 7 giorni resterà nelle mani dello Stato: dai carabinieri alla polizia penitenziaria, dai funzionari del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria al magistrato che ne convalida il fermo per direttissima, dai medici del carcere di Regina Coeli e dell’ospedale Fatebenefratelli al personale del presidio Pertini. In 7 giorni, prima di morire, perderà quasi 10 kg. La famiglia lo rivedrà solo dopo la morte, dietro a una teca di vetro: sul suo corpo, inequivocabili segni di percosse. Dopo tre anni e mezzo di processo, la recente sentenza commina condanne lievi ai medici, assoluzione per tutti gli altri, compresi i tre agenti di Polizia penitenziaria accusati di aver pestato Cucchi nelle celle di sicurezza del tribunale di piazzale Clodio, in attesa dell’udienza.

E perché appoggiarsi a Produzioni dal basso?

Un libro imparziale – ma non neutrale – che ha bisogno del sostegno di chi crede nell’informazione indipendente e dal basso. Altreconomia, cooperativa d’informazione senza padroni politici o commerciali, è un editore tanto forte negli ideali quanto minuto nelle risorse: perciò non si vergogna di chiedere aiuto alle persone e ai gruppi sensibili a questo tema. Ci piacerebbe che questo libro vedesse la luce proprio entro il 22 ottobre 2013, quarto anniversario della morte di Stefano Cucchi.

Per questo il libro lo si prenoti già andando qui.

“No Muos Film”: una produzione dal basso per raccontare ciò che accade nella riserva naturale di Niscemi

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Il documentario dura poco più di un’ora e merita di essere visto. È No Muos Film (con tanto di sottotitoli in inglese per gli stranieri). Il progetto è una produzione dal basso:

All’interno della Riserva Naturale Orientata Sughereta di Niscemi, sito già dichiarato di importanza comunitaria, si sta costruendo una delle quattro stazioni di terra del Mobile User Objective System (MUOS), sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il programma di installazioni è fortemente contestato dagli abitanti di Niscemi e migliaia di siciliani che si sono costituiti in diversi comitati che hanno dato vita al movimento No Muos.

Per leggerne di più, si clicchi qui.

Il crowdfunding come strumento per realizzare l’infografica di quattro minuti dell’Anpi sui valori della Resistenza e della Costituzione

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Che cos’è l’Anpi e quali sono i valori della Resistenza: è il video o, meglio, l’infografica di quattro minuti pubblicata pochi giorni fa e realizzata dalla cooperativa Kiné per l’Anpi di Colle Val d’Elsa attraverso il crowdfunding.

(Via @betapdb)

“Salviamo la memoria”: un documentario indipendente per non dimenticare la seconda guerra mondiale attraverso le parole di chi la visse

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Il documentario si intitola Salviamo la memoria, opera del videomaker Matteo Tortora, e quello pubblicato sopra è il primo trailer. Così si presenta il film:

È un progetto video che vuole restituire alla cittadinanza […] il senso di una memoria che lentamente si sta sgretolando; gli eventi, le situazioni ma sopratutto le emozioni e i legami affettivi che la seconda guerra mondiale ha scardinato, talvolta distrutto, talvolta ferito cambiando per sempre il volto della nostra nazione, della nostra terra e dei nostri parenti.

Prima che il ricordo diventi soltanto rievocabile attraverso le parole scritte sui libri di storia, il nostro intento è perpetuare il ricordo vivo di chi ancora può testimoniare. Perché soltanto attraverso il racconto, che scaturisce dalle parole, dalle espressioni del viso, talvolta anche dalle lacrime che possono sgorgare dagli occhi, saremo in grado di percepire e di capire realmente l’impatto e le conseguenze che la guerra ha avuto.

Abbiamo paura che le nuove generazioni possano sentire troppo lontano quel periodo storico, perdere il contatto con chi lo ha vissuto e questo progetto di archiviazione digitale delle interviste è un primo passo per un progetto di recupero della storia che passi per la prima attraverso le testimonanze di persone comiuni, il vicino di casa o la nonna, che possano restituire a tutti aspetti persi, ricordi dimenticati, e fare luce su qualcosa che giorno dopo giorno diventa sempre più flebile e lontano.

Il documentario rientra nell’ambito di Produzioni dal basso e dunque chi volesse sostenerlo può farlo qui.

(Via Antonio Mainenti su Twitter)

“Distribuzioni dal basso”, un progetto web per la libera circolazione di film e documentari indipendenti

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Dopo Produzioni dal basso, ecco un progetto da tenere d’occhio, Distribuzioni dal basso, che si descrive con tre hashtag: #filmsharing, #folkfunding per nuovi meccanismi della condivisione cinematografica e #creativecommons per la libera circolazione delle idee. Inoltre si presenta così:

L’obiettivo del nostro progetto redazionale è quello di sostenere la circolazione di film e documentari indipendenti realizzati dalla nuova generazione di freelance, nata sull’onda del fenomeno Creative Commons e dei nuovi meccanismi di produzione basati sul crowdfunding.

Tutti i film e documentari che vedrai inseriti nel portale rispondono all’esigenza di costruire un modo nuovo di fare cinema e informazione. Potrai richiedere i titoli che più ti interessano, in formato DVD o FILE, attraverso un meccanismo economico di donazione, che permetterà contemporaneamente di sostenere la gestione del portale e di dare il giusto valore alle opere inserite nel portale.

Sono già poco meno di una quindicina i film distribuiti acquistabili in dvd oppure saricabili dal sito dietro una donazione, suddivisi per ambiente e territori, arte e musica, diritti umani e conflitti, economia e crisi, politica e attualità e sport.

“Green Lies”, il documentario finanziato dal basso che indaga le rinnovabili e cerca di aprire un dibattito su di esse

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Green Lies è documentario in serie di Smk Videofactory che, con il Centro di documentazione conflitti ambientali, si propone di andare a vedere quali sono le contraddizioni contenute nella produzione di energia elettrica verde e di avviare un dibattito in Italia sulle nuove fonti. Quattro in tutto le puntate previste e due al momento quelle realizzate, sull’eolico e la geotermia (il video in testa a questo post). Per partire con quanto già realizzato, proseguire con i nuovi appuntamenti e arrivare al completamento del ciclo, la forma di finanziamento scelta è stata quella partecipativa del crowdfunding attraverso Produzioni dal basso, che finora ha consentito di raccogliere circa l’11 per cento del budget complessivo previsto (diecimila euro).