FreedomBox: dal mondo del software libero un sistema per evitare “le più intrusive ambizioni del potere”

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FreedomBox

FreedomBox nasce con questo scopo:

Facilitare la libera comunicazione tra le persone, in modo sicuro, andando oltre le più intrusive ambizioni del potere. Solo loro che possono costruire in via permanente la libertà di pensiero e di informazione, caratteristica ineliminabile della rete che contiene le nostre anime.

Queste parole recano la firma di Eben Moglen, docente alla Columbia Law School di New York, guru del copyleft nelle sue varie declinazioni e fondatore del Software Freedom Law Center. Per saperne di più direttamente sul sito del progetto software si può vedere qui mentre in italiano se ne parla su Cado in piedi e sul quotidiano La Stampa, con un’intervista a Moglen secondo cui Facebook ha gli anni contati. “Fra più di 12 mesi, ma meno di dieci anni, avrà finito di esistere”, dice.

Nato, colpito e affondato: la fine del Francesco Padre

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Nato: colpito e affondatoLa storia raccontata è quella di cinque uomini, un cane e un peschereccio che il 4 novembre 1994 finiscono in fondo al mar Adriatico. Ancora oggi (con l’eccezione del corpo di un solo membro dell’equipaggio) giacciono sul fondale, a 247 metri di profondità, ma andare a recuperarne i resti risulterebbe troppo costoso per la collettività, dicono i magistrati, e dunque occorre accontentarsi. Gli inquirenti si sono fatti bastare perizie discutibili, smentite da successive valutazioni. Si deve allora accettare l’archiviazione del caso?

Sulla sorte del motopesca Francesco Padre e del suo equipaggio, partiti da Molfetta e mai più tornati, c’è chi ha deciso di continuare a parlare. Lo fa il giornalista Gianni Lannes, direttore del sito Italia Terra Nostra, nel libro fresco di stampa Nato: colpito e affondato (Edizioni La Meridiana, collana Passaggi. Clicca qui per sfogliare il libro) che esce con prefazione di Andrea Purgatori.

Lannes, che a lungo ha lavorato su questa vicenda scrivendone per L’Unità e La Stampa, smonta la versione ufficiale, secondo la quale sull’imbarcazione era stato portato dell’esplosivo. Lo fa raccogliendo documentazione, testimonianze e interviste in base alle quali si profila un’ipotesi da Ustica bis: un’azione di guerra partita dalle navi Nato che solcavano (e solcano) i mari italiani.
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