5 agosto 1989: 25 anni fa l’omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida. Rimane il segreto di Stato

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Venticinque anni fa l’omicidio dell’agente Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. Era il 5 agosto 1989 e ancora oggi, a distanza di così tanto tempo, non se ne conoscono le ragioni, per quanto si sappia che possano essere legate alla tentata strage dell’Addaura del 21 giugno 1989, poche settimane prima del duplice delitto. Inoltre su questa storia è calato il segreto di Stato, nonostante il movente dell’agguato fosse stato attribuito a ragioni passionali. Un movente altrettanto assurdo era stato appiccato anche alla scomparsa di Emanuele Piazza, ex il poliziotto e collaboratore del Sisde sparito pochi mesi dopo (il 16 marzo 1990). Qui, in queste due storie, sta un pezzo della verità sulle stragi degli anni Novanta, oltre che delle trattative con lo Stato.

Qui la puntata di Blunotte di Carlo Lucarelli che racconta per intero di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza.

Il poliziotto Gianni Pesce su Andreotti: “Mi sono scontrato con il suo sistema e la storia riconoscerà prima o poi le sue responsabilità”

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Radici e sangueUna settimana fa è trapassato uno dei personaggi simbolo della prima Repubblica, Giulio Andreotti. Di lui o, meglio, dei rapporti tra mafia e politica si occupò un poliziotto coraggioso, Gianni Pesce, che dall’argomento ha tratto alcuni romanzi, tra cui Radici e sangue, uscito nel 2010 e del quale si scriveva qui. Pesce, appresa la notizia della morte di Andreotti, ha scritto una mail a una radio nazionale che commentava l’accadimento e nel testo si legge:

Ho preso parte alle indagini sulla corrente andreottiana che hanno portato all’arresto dei cugini Nino ed Ignazio Salvo. Quasi tutti i colleghi e magistrati con i quali ho collaborato sono stati uccisi e in questa strage Andreotti ha avuto una parte predominante. Mi sono scontrato col suo sistema di potere basato sul posizionamento di mele marce, e quindi ricattabili, nel complesso amministrativo-giudiziario dello Stato in ogni ganglio importante delle varie strutture, cancellando di fatto il merito. Il veleno che ha sparso in Italia ha generato la distruzione del sistema etico in oltre mezzo secolo di pratica costante. Ho scritto dei libri su questo, che senz’altro lui ha letto ma si è ben guardato dal querelarmi.

Si continua a sostenere che sia stato assolto ma non è vero: è stato riconosciuto colpevole di avere strettissimi rapporti con Cosa Nostra ma è stato in grado di far durare il processo per oltre venti anni ed ha approfittato della prescrizione, evitando la pena ma non la sentenza che lo ha inchiodato alle sue responsabilità. Mi aspetto dagli organi di informazione grandi lodi per lui, che ha come aggravante l’essere stato fornito di un cervello eccezionale e di nervi d’acciaio, ma la storia, prima o poi, riconoscerà le sue enormi responsabilità. Forse non è morto. È solo tornato a casa. Gianni Pesce.

Il messaggio del poliziotto non è stato letto tra tutti quelli giunti alla redazione dell’emittente radiofonica.

“Il faccendiere”: il prossimo 2 maggio per “Il Saggiatore” esce la storia di Elio Ciolini, “l’uomo che sapeva tutto”

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Il faccendiereEsce per i tipi della casa editrice Il Saggiatore giovedì prossimo, 2 maggio, il libro Il faccendiere – Storia di Elio Ciolini, l’uomo che sapeva tutto. Il nome di questo personaggio periodicamente torna sulle pagine dei giornali e nelle cronache giudiziarie è ricordato come colui che depistò le indagini sulla strage alla stazione di Bologna. Ma fu anche colui che il 4 marzo 1992 “previde” gli omicidi eccellenti di quell’anno. Il libro in uscita si presenta con queste parole:

Fingere di sapere. Mescolare il falso al vero. Far correre gli investigatori per mezza Europa alla ricerca di riscontri. C’è un uomo in Italia che sa tutto. Questa è la storia di Elio Ciolini, il depistatore dell’inchiesta sulla strage di Bologna. Condannato per calunnia, Ciolini diventa, dieci anni dopo la bomba del 2 agosto 1980, l’anello di congiunzione con la trattativa Stato-mafia.

Servizi segreti, nomi di copertura, bande criminali, viaggi misteriosi in America Latina; questo è il mondo di un personaggio dai contorni sfumati, sul quale grava una sola domanda: chi è il suggeritore? Nelle pagine del libro si ripercorrono le sue gesta, si consultano quarant’anni di carte giudiziarie, si intervistano giudici, carabinieri, testimoni che scelgono di rimanere nell’anonimato, e si traccia il profilo di un uomo incredibile, una macchietta in apparenza, un criminale nei fatti, che ha tessuto una spy story italiana che di romanzesco non ha nulla e che di reale ha vittime in attesa di giustizia.