Nino Web Radio: “Giustizie e ingiustizie”, i processi di criminalità politica

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Nino Web Radio

Dal mese di maggio, è iniziata una nuova collaborazione. È con Nino Web Radio, un’idea di Michele Pompei, già Radio Città del Capo (Popolare Network). Una volta la settimana, il mercoledì alle 12, va in onda una puntata della trasmissione Giustizie e ingiustizie, osservatorio sui processi di terrorismo, mafia e criminalità politica. Ecco di seguito l’elenco di quanto raccontato finora:

Faccendieri e papi neri: l’analisi di Girolamo De Michele sulle vite parallele degli uomini che sapevano tutto

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Il faccendiereSi parla del libro Il faccendiere, ma anche di Andreotti. Il Papa Nero. Antibiografia del divo Giulio di Michele Gambino e di Divo Giulio – Andreotti e sessant’anni di storia del potere in Italia, scritto con Giacomo Pacini. È l’analisi politica firmata da Girolamo De Michele su Carmilla che scrive:

Tanta ricchezza informativa fa da contraltare all’incredibile “leggerezza”, al limite dell’elogio servile, con la quale gran parte della stampa italiana ha delicatamente glissato sulle peggiori pagine della nostra storia nel momento in cui, morto Andreotti, sarebbe stato imperativo un bilancio non formale della sua carriera politica. C’è voluto “Il Post” di Luca Sofri perché venisse ripubblicata – con scarsa cura per i refusi – la durissima pagina del Memoriale in cui Aldo Moro, dalla galera brigatista, tracciava un ritratto a lettere di fuoco della statura politica e morale dell’ex amico di partito […].

Se le date hanno un significato, il memoriale-Ciolini compare a sette mesi di distanza da un celeberrimo editoriale vergato di proprio pugno da Bettino Craxi, nel quale il segretario socialista paragonava Gelli a «un attivissimo arcidiavolo, un Belfagor dalle mille risorse, dai mille contatti, intese, dossier, trappole e anche ricatti». Insomma, una specie di «grand commis dell’organizzazione, […] un uomo molto abile, una volpe, ma non un capo […]. Belfagor resta una specie di segretario generale di Belzebù. E se c’è Belzebù, ognuno se lo potrà immaginare come meglio crede, sforzandosi di dargli una fisionomia, una struttura, un nome» (Belfagor e Belzebù “Avanti!”, 31 maggio 1981; Divo Giulio, p. 139). Come se all’io so (l’identità di Belzebù) si volesse rispondere con un anch’io so (del conto aperto dal tuo uomo Larini a Lugano).

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“Il faccendiere”: il prossimo 2 maggio per “Il Saggiatore” esce la storia di Elio Ciolini, “l’uomo che sapeva tutto”

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Il faccendiereEsce per i tipi della casa editrice Il Saggiatore giovedì prossimo, 2 maggio, il libro Il faccendiere – Storia di Elio Ciolini, l’uomo che sapeva tutto. Il nome di questo personaggio periodicamente torna sulle pagine dei giornali e nelle cronache giudiziarie è ricordato come colui che depistò le indagini sulla strage alla stazione di Bologna. Ma fu anche colui che il 4 marzo 1992 “previde” gli omicidi eccellenti di quell’anno. Il libro in uscita si presenta con queste parole:

Fingere di sapere. Mescolare il falso al vero. Far correre gli investigatori per mezza Europa alla ricerca di riscontri. C’è un uomo in Italia che sa tutto. Questa è la storia di Elio Ciolini, il depistatore dell’inchiesta sulla strage di Bologna. Condannato per calunnia, Ciolini diventa, dieci anni dopo la bomba del 2 agosto 1980, l’anello di congiunzione con la trattativa Stato-mafia.

Servizi segreti, nomi di copertura, bande criminali, viaggi misteriosi in America Latina; questo è il mondo di un personaggio dai contorni sfumati, sul quale grava una sola domanda: chi è il suggeritore? Nelle pagine del libro si ripercorrono le sue gesta, si consultano quarant’anni di carte giudiziarie, si intervistano giudici, carabinieri, testimoni che scelgono di rimanere nell’anonimato, e si traccia il profilo di un uomo incredibile, una macchietta in apparenza, un criminale nei fatti, che ha tessuto una spy story italiana che di romanzesco non ha nulla e che di reale ha vittime in attesa di giustizia.

Paginauno: cinque articoli per raccontare un romanzo mai scritto sugli anni Novanta

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Il romanzo mai scritto sugli anni NovantaWalter G. Pozzi, già citato da queste parti, firma cinque articoli che compongono un romanzo mai scritto sugli anni Novanta (Paginauno), ispirato alla richiesta di archiviazione di Sistemi criminali, procedimento penale 2566/98 del tribunale di Palermo. Questo l’elenco dei pezzi:

Da qui si può scaricare il pdf completo dei cinque testi (740 KB).

Quando la professione è quella del depistatore

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Domani di Maurizio ChiericiNegli ultimi anni il nome di Elio Ciolini è finito raramente sui giornali. La comparsa più recente risale all’estate 2005 quando alcuni personaggi legati all’estrema destra italiana sarebbero stati in cerca di contatti a Bruxelles per favorire il finanziamento europeo di non meglio definite attività. E ancora, procedendo a ritroso, nel 2001 l’uomo sembra aver confermato una caratteristica già evidenziata in passato: essere un depistatore. Ex vigile urbano nato a Firenze il 18 agosto 1946, Ciolini dieci anni fa raccontò di essere stato avvicinato in Bolivia da un sedicente estremista di sinistra a caccia di supporto logistico per organizzare alcuni attentati in Italia. Tra gli obiettivi, fece il nome del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e di quattro città, Roma, Milano, Bologna e Venezia. Inoltre disse che lo sconosciuto avrebbe fatto parte di un’organizzazione terroristica in contatto con la sacra corona unita e con narcotrafficanti latino-americani.

Si indagò, all’inizio del precedente decennio, su queste affermazioni, ma non saltò fuori nessun riscontro. E a parte la sortita subito rientrata del 2005, quello di Elio Ciolini è un nome rimasto per lo più nella memoria di chi ha seguito la storia giudiziaria delle stragi in Italia. In particolare della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

A rievocarlo è stata nei giorni scorsi la mail di un giornalista belga che indaga sulla cosiddetta banda di Patrick Haemers, un criminale morto quarantenne nel 1993 dopo una vita di rapine (la prima risale al 1978 e per portarsi via il corrispondente di 235 mila euro prende in ostaggio 28 persone). Negli anni Ottanta, con la complicità di Philippe Lacroix e di Thierry Smars, si specializza in furgoni portavalori e, nel giro di sette colpi, arraffa 5 milioni di euro, ma nel 1985 uccide due persone e viene arrestato di nuovo.
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