L’audiodocumentario “Oltre la morte”: Nino Agostino e Ida Castelluccio, un delitto fra mafia e Stato

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“Oltre la morte”. Non è un caso che si intitoli così l’audiodocumentario scritto e realizzato per Antimafia Duemila sull’omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio. E non è un caso nemmeno che nel sottotitolo si parli di “un delitto fra mafia e Stato”. Il primo caso mancato si deve all’iscrizione incisa sulla lapide di Giacoma Augusta Schiera: “Qui giace la madre dell’agente Antonino Agostino, una mamma in attesa di giustizia anche oltre la morte”. Il secondo, legato al precedente, si spiega nel fatto che quell’omicidio, avvenuto esattamente trent’anni fa, il 5 agosto 1989, è stato compiuto da uomini appartenenti alla criminalità organizzata, ma con complicità che vanno rintracciate all’interno delle istituzioni.

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Spuntano le cassette registrate tra Falcone e l’ex estremista Volo

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Ci sono diverse cassette audio delle conversazioni che Giovanni Falcone ebbe con Alberto Stefano Volo, l’ex neofascista che amava definirsi “agente al servizio dello Stato”. Volo, siciliano, oggi in precarie condizioni di salute e indisponibile a qualsiasi tipo di colloquio, rivelò al magistrato ucciso a Capaci il 23 maggio 1992 di aver fatto parte, dal 1967 al 1980, di un’organizzazione segreta che si chiamava Universal Legion, forse un “grappolo” di Gladio. Peraltro Volo parlò di qualcosa di molto simili all’organizzazione militare clandestina, nata ufficialmente per contrastare un’invasione da Est, prima che lo facesse il 24 ottobre 1990 l’allora presidente del consiglio, Giulio Andreotti.

La dichiarazione è nota da tempo, ma solo di recente sono saltate fuori le cassette nell’ambito delle indagini della Procura di Palermo. Si tratterebbe di un pozzo di informazioni, anche se non è possibile per il momento conoscerne il contenuto. Volo suggerì a Falcone una pista? Oppure il magistrato aveva già messo le mani su informazioni preziose e di assoluta novità al tempo? Vedremo.

Intanto bene ha fatto l’avvocato Fabio Repici a opporsi all’archiviazione delle indagini sull’omicidio dell’agente del commissariato San Lorenzo Antonino Agostino, ucciso a Villagrazia di Carini il 5 agosto 1989 insieme alla moglie, Ida Castelluccio, sposata un mese prima e incinta di cinque mesi. Il legale, che rappresenta Augusta e Vincenzo Agostino, i genitori e i suoceri delle vittime, si sta battendo perché non si chiuda il capitolo delle indagini che chiama in causa i boss Nino Madonia e Gaetano Scotto e l’ex poliziotto Giovanni Aiello, più noto come “faccia di mostro”. Motivo: esistono “acquisizioni sulla sinergia tra [gli indagati] e un blocco criminale individuato tra polizia e servizi segreti”.

Continua a leggere sul Antimafia Duemila. Articolo scritto con Stefania Limiti

5 agosto 1989: 25 anni fa l’omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie Ida. Rimane il segreto di Stato

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Venticinque anni fa l’omicidio dell’agente Antonino Agostino e della moglie Ida Castelluccio. Era il 5 agosto 1989 e ancora oggi, a distanza di così tanto tempo, non se ne conoscono le ragioni, per quanto si sappia che possano essere legate alla tentata strage dell’Addaura del 21 giugno 1989, poche settimane prima del duplice delitto. Inoltre su questa storia è calato il segreto di Stato, nonostante il movente dell’agguato fosse stato attribuito a ragioni passionali. Un movente altrettanto assurdo era stato appiccato anche alla scomparsa di Emanuele Piazza, ex il poliziotto e collaboratore del Sisde sparito pochi mesi dopo (il 16 marzo 1990). Qui, in queste due storie, sta un pezzo della verità sulle stragi degli anni Novanta, oltre che delle trattative con lo Stato.

Qui la puntata di Blunotte di Carlo Lucarelli che racconta per intero di Antonino Agostino ed Emanuele Piazza.

Vittime e familiari: per quelle del 2 agosto 1980 c’è il “vilipendio di Stato” mentre per i familiari di Nino Agostino niente, tutto azzerato

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Strage di Bologna: il Pdl prima diserta la piazza, ora denuncia i familiari delle vittime. Un articolo, di seguito, scritto a quattro mano con Davide Turrini per il Fatto Quotidiano. E sempre in tema vittime e mancanza di verità si legga anche L’omicidio dell’agente Agostino. Vent’anni dopo si riparte da zero. La vicenda (barbara) è questa e su di essa, tanto per rimanere in tema, c’è segreto di Stato.

Si riaccende la polemica attorno alle parole che Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione vittime strage del 2 agosto, ha pronunciato nei confronti del governo dal palco di Piazza delle Medaglie d’Oro, a Bologna, martedì scorso, nel trentunesimo anniversario della strage. Un discorso durante il quale Bolognesi, ha chiesto di proseguire le indagini su quello che accadde alla stazione, soprattutto per capire chi furono i mandanti e se quella fu o meno una delle cosiddette stragi di Stato, maturate in un disegno che gli storici definiscono come “strategia della tensione”.

Oggi il deputato del Pdl, Fabio Garagnani (lo stesso deputato che alla vigilia della commemorazione aveva chiesto l’esercito a Bologna) ha presentato un esposto alla magistratura ipotizzando il reato di vilipendio contro la Repubblica e i suoi organismi previsto dall’articolo 290 del codice penale. “Le gravi affermazioni del presidente dell’associazione delle vittime della strage del 2 agosto non possono essere lasciate sotto silenzio, non tanto perché contenenti critiche di natura politica, quanto perché delegittimano in modo inconfutabile lo Stato e le Istituzioni democratiche”, ha affermato Garagnani dimenticando che il governo del Paese, gli uomini del suo stesso partito, hanno disertato la commemorazione per il secondo anno consecutivo.

“Certe affermazioni, che non sono critica politica, bensì violenta contestazione verbale ed oltraggio allo Stato, alle assemblee legislative e al Governo – spiega il parlamentare del Pdl – che ne sono parte costitutiva, non possono essere tollerate, pena il venir meno della credibilità delle istituzioni medesime”.
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