La storia del Narodni Dom o il battesimo dello squadrismo

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Narodni dom TriesteL’incendio della Narodni Dom di Trieste o il battesimo dello squadrismo. I fatti risalgono al 13 luglio 1920 e vengono raccontati sul blog di di Giuseppe Casarrubea attraverso le parole del nuovo dossier della “Nuova Alabarda” scritto da un anonimo triestino. Si intitola “Al bankan con furore. Ardua la vera verità sul Tenente Luigi Casciana. Si può sciogliere un nodo stretto da novant’anni?”:

Attorno alle ore 17, 30 si erano riuniti in piazza Unità d’Italia nazionalisti e fascisti per manifestare contro i cosiddetti jugoslavisti e gli slavi in genere ritenuti responsabili dell’uccisione, avvenuta due giorni prima a Spalato, del capitano Tommaso Gulli, comandante della nave militare Puglia e del motorista Aldo Rossi. La manifestazione a Trieste degenerò in innumerevoli atti di violenza e poi di devastazioni ai danni soprattutto della comunità slovena. Nella giornata, coinvolti nei disordini vi furono due morti, il diciassettenne apprendista cuoco del ristorante Bonavia, pugnalato in piazza Unità e un ospite dell’Hotel Balkan che si buttò da una finestra dell’edificio in fiamme. Vi furono altresì più di venti feriti. Tra questi un reduce nato a Caltanissetta ma residente a Trieste, superstite di due fratelli morti in guerra, il tenente Luigi Casciana del 142° reggimento di fanteria: ricoverato all’ospedale civile, ivi operato di laparotomia, la sera del 19 venne trasferito all’ospedale militare dove morì dopo poche ore. Una morte inopinata su cui venne aperta un’inchiesta. Il neo-costituito fascio di combattimento triestino rivendicò immediatamente con un comunicato la morte del Casciana come di un camerata e di un eroe fascista.

Sulla vicenda dell’Hotel Balkan se ne può leggere anche su Osservatorio Balcani.

“Bocca, occhi, orecchie”, documentario sulle Alpi albanesi di Osservatorio Balcani

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Foto di Andrea PandiniBocca, occhi, orecchie. Un viaggio nelle Alpi albanesi è un documentario prodotto da Osservatorio Balcani (grazie anche al sostegno della regione autonoma del Trentino-Alto Adige) e girato da Micol Cossali e Davide Sighele:

Michael studia l’indoeuropeo, Gianni è arbëresh e insegna albanese presso l’Università della Calabria, Monica è stata la prima in Italia a ottenere un dottorato in albanologia. Un gruppo di linguisti e un viaggio in Albania tra parole, cime maestose e luoghi ai margini. Seguendo una ricerca sulle culture minoritarie dell’Europa allargata, “Bocca, occhi, orecchie” traccia un ritratto unico di un mestiere inconsueto e apre uno sguardo molto particolare sull’Albania di oggi, la sua cultura, il suo paesaggio.

Dura 33 minuti ed è corredato da un reportage realizzato con le fotografie Andrea Pandini. Qui invece per vedere il trailer del documentario.

Osservatorio Balcani: un dossier sulla popolazione gay nel sud-est europeo

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Gay Pride Belgrade

Racconta Osservatorio Balcani a proposito di LGBTIQ Between the State and the EU:

Il 2009 è stato segnato per la popolazione LGBT e queer nel sud-est Europa da un lato da episodi di violenze e intimidazioni (in particolare durante le principali manifestazioni dai Pride in Serbia e Slovenia al festival queer di Sarajevo), senza prese di posizione da parte di amministrazioni locali e Stati nazionali. Dall’altro, pressioni sovranazionali e aspirazioni all’integrazione europea hanno portato all’avanzamento e/o all’approvazione di proposte legislative di stampo progressista. In questo quadro di sviluppi stonati e contrastanti, la popolazione LGBT e queer dei Balcani si ritrova al crocevia tra visibilità e invisibilità, contesto domestico ostile e speranze europee, progresso formale e paure concrete. OBC raccoglie in questo dossier cronache, interviste e analisi dedicate agli sviluppi dell’universo arcobaleno balcanico, al rapporto con le istituzioni internazionali e al ruolo della cooperazione.

Ecco dunque di seguito il dossier Tra stato ed Europa. LGBT e queer nei Balcani. Per quanto riguarda i casi citati nella presentazione: La notte dei cristalli di Sarajevo, Belgrado sotto assedio e Sassi sul Gay pride. Infine un reportage di Jasmina Tešanović dalla capitale serba in occasione del Gay Pride era stato pubblicato un paio di mesi fa. Si intitolava Belgrado, Milosevic, il gay pride e l’opposizione del passato recente.

Dossier di Osservatorio Balcani a un anno dal conflitto Georgia-Russia

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Un anno fa il conflitto tra Georgia e Russia. Osservatorio Balcani ripropone in un unico dossier servizi e reportage realizzati in quei giorni:

Il Caucaso dopo il 7 agosto: la crisi umanitaria, il nuovo scenario regionale e internazionale e il rischio di un confronto Russia-Stati Uniti. In questa sezione tutti i nostri articoli, interviste e analisi sul conflitto insieme alle traduzioni con il punto di vista della stampa della regione.

AestOvest: storia, memoria e attualità di un’area di confine

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AestOvestAestOvest – Storia, memoria e attualità di un’area di confine è un progetto didattico (online e su DVD) ideato dal laboratorio culturale e informativo Osservatorio Balcani per presentare quanto avvenuto lungo una linea divisoria che nel tempo si è spostata. Tre i moduli su cui si struttura questo lavoro: storico, che va dal XIX secolo ai giorni nostri; geografico, che comprende anche i luoghi della memoria dell’alto Adriatico; demografico, che ricostruisce il mosaico umano e linguistico di una zona più che eterogenea, da questo punto di vista. Accanto al progetto didattico, poi, è stata creata un’omonima sezione del sito in quattro lingue (oltre che italiano, si trovano le traduzioni in inglese, sloveno e croato) che si presenta in questi termini:

Promuovere una memoria condivisa sui drammatici eventi avvenuti lungo il precedente confine italo-jugoslavo significa stabilire insieme ai nuovi e ai futuri stati membri dell’UE uno spazio culturale e politico comune, basato su una cittadinanza europea inclusiva preparata a un futuro transnazionale comune.

Croazia: Balcani, stato, criminalità e certa informazione

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Osservatorio Balcani (via LSDI) analizza la situazione croata dopo la fine fatta dal giornalista ed editore Ivo Pukanic. Se infatti nel piccolo stato balcanico si sta sfiorando lo stato d’emergenza con coprifuoco almeno di fatto e c’è chi vuole evitare che Zagabria diventi una nuova Beirut, dall’altro si va a caccia dei punti di contatto tra organi dello Stato e organizzazioni criminali. Punti di contatto che sarebbero coincisi proprio con l’informazione o quanto con alcuni suoi pezzi. Si legge infatti nel pezzo O noi o loro di Drago Hedl:

La dichiarazione del presidente Stjepan Mesić, “o loro o noi” rilasciata dopo l’assassinio di Ivo Pukanić, di cui era amico di vecchia data, si è dimostrata più che imprecisa: in Croazia, cioè, è difficile dire chi sono “loro” e chi “noi”. Nonostante Mesić abbia cercato di affermare che “noi” significa lo stato di diritto, il funzionamento del sistema istituzionale e la sicurezza dei cittadini, e “loro” i criminali, i terroristi e i mafiosi, in Croazia non è facile tracciare questa linea. Questo viene fatto notare non solo dagli analisti politici e dai commentatori: ciò si è potuto vedere anche al funerale di Ivo Pukanić, dove qualche fila dietro al presidente dello Stato e alle sue guardie del corpo, c’erano anche i più “rispettabili” appartenenti della malavita zagrebese. Lo stesso Pukanić, come afferma la nota editorialista Jelena Lovrić, è stato “ponte” e “collegamento” tra ciò che Mesić definisce “noi” e “loro” […]. Questa serie di omicidi a Zagabria, anticipata quest’estate con una serie di intimidazioni a chi denunciava il connubio tra politici e mafia, ora preoccupa le autorità inducendole ad un’azione nervosa. Anche se ancor prima dell’omicidio di Pukanić il premier Sanader aveva sostituito i ministri degli Interni e della Giustizia e il capo della polizia, l’omicidio del direttore di Nacional ha dimostrato che la mafia si sta facendo strada seriamente, e fa presagire un punto a cui in Croazia non si è ancora arrivati: gli attentati politici, come quello in Serbia in cui è stato assassinato il premier Đinđić.