Ivo Pukanic: a Belgrado iniziato il processo per il cronista croato assassinato

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Ivo PukanicA proposito di Serbia e a proposito di giornalisti che hanno pagato caro il loro lavoro, Fabio Dalmasso segnala un articolo comparso sul quotidiano Il Piccolo di Trieste di oggi:

È iniziato ieri a Belgrado il processo a tre esponenti della criminalità organizzata serba accusati dell’uccisione nell’ottobre 2008 del giornalista croato Ivo Pukanic. Sul banco degli imputati siedono Sreten Jocic, uno dei boss più famosi della mafia serba,conosciuto col soprannome di “Joca Amsterdam”, Zeljiko Milovanovic e Milenko Kuzmanovic. Tutti e tre furono arrestati a Belgrado lo scorso anno, Jocic in aprile, Milanovic e Kuzmanovic in maggio. Secondo l’atto di accusa, letto al processo, i tre assassinarono Ivo Pukanic, direttore del settimanale croato “Nacional” e il suo collaboratore Niko Franjic in cambio di un milione e mezzo di euro. Il motivo sarebbe stata l’attività giornalistica di Pukanic e la pubblicazione di articoli sull’attività di organizzazioni criminali nei Balcani. Il duplice omicidio avvenne il 23 ottobre 2008 con l’esplosione di una bomba nel centro di Zagabria. Altre quattro persone, accusate di coinvolgimento nello stesso caso, sono giudicate in altro processo apertosi a febbraio a Zagabria.

Per leggere di più sulla vicenda di Ivo Pukanic, si veda quanto riportano Wikipedia e Notizie radicali.

Croazia: Balcani, stato, criminalità e certa informazione

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Osservatorio Balcani (via LSDI) analizza la situazione croata dopo la fine fatta dal giornalista ed editore Ivo Pukanic. Se infatti nel piccolo stato balcanico si sta sfiorando lo stato d’emergenza con coprifuoco almeno di fatto e c’è chi vuole evitare che Zagabria diventi una nuova Beirut, dall’altro si va a caccia dei punti di contatto tra organi dello Stato e organizzazioni criminali. Punti di contatto che sarebbero coincisi proprio con l’informazione o quanto con alcuni suoi pezzi. Si legge infatti nel pezzo O noi o loro di Drago Hedl:

La dichiarazione del presidente Stjepan Mesić, “o loro o noi” rilasciata dopo l’assassinio di Ivo Pukanić, di cui era amico di vecchia data, si è dimostrata più che imprecisa: in Croazia, cioè, è difficile dire chi sono “loro” e chi “noi”. Nonostante Mesić abbia cercato di affermare che “noi” significa lo stato di diritto, il funzionamento del sistema istituzionale e la sicurezza dei cittadini, e “loro” i criminali, i terroristi e i mafiosi, in Croazia non è facile tracciare questa linea. Questo viene fatto notare non solo dagli analisti politici e dai commentatori: ciò si è potuto vedere anche al funerale di Ivo Pukanić, dove qualche fila dietro al presidente dello Stato e alle sue guardie del corpo, c’erano anche i più “rispettabili” appartenenti della malavita zagrebese. Lo stesso Pukanić, come afferma la nota editorialista Jelena Lovrić, è stato “ponte” e “collegamento” tra ciò che Mesić definisce “noi” e “loro” […]. Questa serie di omicidi a Zagabria, anticipata quest’estate con una serie di intimidazioni a chi denunciava il connubio tra politici e mafia, ora preoccupa le autorità inducendole ad un’azione nervosa. Anche se ancor prima dell’omicidio di Pukanić il premier Sanader aveva sostituito i ministri degli Interni e della Giustizia e il capo della polizia, l’omicidio del direttore di Nacional ha dimostrato che la mafia si sta facendo strada seriamente, e fa presagire un punto a cui in Croazia non si è ancora arrivati: gli attentati politici, come quello in Serbia in cui è stato assassinato il premier Đinđić.