“Walter Koessler Project”: su Tumblr oltre 700 scatti inediti dalle trincee tedesche della prima guerra mondiale

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Walter Koessler Project

Una serie di foto inedite dalle trincee tedesche della prima guerra mondiale. È il Walter Koessler Project, dal nome del bisnonno di Dean Putney, che fu un fotografo indipendente che viveva in Germania e che andò a vivere a Los Angeles dopo la fine del conflitto. Nell’album sopravvissuto al tempo e in via di digitalizzazione da parte del bisnipote sono sopravvissuti oltre 700 scatti finora mai pubblicati.

Walter Koessler Project

(Via BoingBoing)

Quel documentario sulla strage nazista non s’ha da proiettare: ad Harsefeld, in Germania, minacce per il film “Il violino di Cervarolo”

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Sil sito dell’Anpi viene rilanciata questa notizia: in Germania minacce al locale dove si doveva proiettare film su una strage nazista:

Minacce al gestore del locale dove doveva essere proiettato il film “Il violino di Cervarolo”, un documentario che racconta della strage consumata dai nazisti nel 1944 nella frazione di Villa Minozzo, una delle tante che ebbero per sanguinoso teatro l’Appennino reggiano e modenese. È successo a Harsefeld, paese del nord della Germania, dove ancora abita Alfred Lühmann, condannato per gli eccidi di Monchio e Vallucciole.

Se ne parla più diffusamente sul sito della Gazzetta di Reggio.

Il Fatto Quotidiano: Ustica 32 anni dopo, le verità mancanti della strage

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UsticaIl delitto è stato ricostruito, ma manca il colpevole. Se fosse un giallo, l’accertamento delle verità sulla strage di Ustica si potrebbe riassumere così: si sa infatti che il 27 giugno 1980 il Dc9 dell’Itavia inciampò in un’azione di guerra calda avendo la peggio e si sa che in volo c’erano altri 18 aerei. Ma a tutt’oggi non c’è una conferma ufficiale sulla nazionalità di quei mezzi e dunque manca uno Stato – per cui uno o più piloti – a cui imputare la colpa di aver ucciso 32 anni fa 81 cittadini italiani, tutti civili.

Le rogatorie: gli Stati non rispondono agli inquirenti italiani
. È lo schema, ormai via via sempre più classico, tale per cui alla verità storico-politica si riesce ad arrivare quasi completamente. Ma a quella giudiziaria – necessaria per colmare determinati vuoti, sanzionare condotte personali che hanno dato vita a un reato e garantire ai familiari le dovute tutele – manca spesso un pezzo. E nel caso di Ustica quel pezzo passa per le responsabilità degli Stati, Francia, Gran Bretagna, Germania e Belgio in primis.

A oggi tutte le nazioni interpellate per rogatoria non hanno risposto. Anzi, quasi tutte, dato che alla procura di Roma è giunto dal Belgio un segnale, ma negativo. Per il Paese che ospita a Mons il quartier generale delle potenze alleate in Europa, fornire informazioni alla magistratura italiana – o anche solo confermare quelle già in possesso – è fuor di discussione perché sono di “natura tale da pregiudicare gli interessi militari”.

Continua sul Fatto Quotidiano. Si veda anche il post Ustica, la verità cercatela a Roma di Toni De Marchi.

Giornata mondiale anti-Acta: le foto di Berlino e il resoconto nel resto d’Europa

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Acta-Demo Berlin dell’11 febbraio scorso, non un giorno a caso per la libertà d’espressione in rete che si vuole sacrificare in nome del verbo anti-contraffazione. Il nodo della protesta è questo e la Germania non è affatto l’unico luogo in cui si protesta, come racconta oggi Marco Vecchio su Punto Informatico.

Cermis, storia di una sciagurata ingiustizia a stelle e strisce. La ricostruzione di Claudio Messora su “Cado in piedi”

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Ieri gli aggiornamenti sulla vicenda di Ustica del 27 giugno 1980 (si vedano gli articoli sull’inchiesta difensiva legata al disastro di Ramstein del 1988 e sulle altre morti sospette intrecciate alla sorte del Dc9 Itavia). Domani invece, sempre in tema di voli, è l’anniversario numero 14 della strage del Cermis avvenuta il 3 febbraio 1998, il giorno in cui per una coincidenza “bizzarra” la Cassazione pronunciava sentenza definitiva sull’aereo militare caduto sull’istituto tecnico-commerciale Salvemini di Casalecchio di Reno il 6 dicembre 1990. A proposito del Cermis, Claudio Messora ne scrive sul blog Cado in piedi commentando, tra le altre nefandezze, la storia della videocassetta bruciata. Storia ricostruita nel video di cui sopra.

In italiano la storia di Monika Ertl, “La ragazza che vendicò Che Guevara”, raccontata da Jürgen Schreiber

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La ragazza che vendico' Che GuevaraUn altro libro interessante pubblicato da Nutrimenti. Si tratta dell’inchiesta del giornalista tedesco Jürgen Schreiber intitolata La ragazza che vendicò Che Guevara – Storia di Monika Ertl tradotta da Vincenzo Gallico e Fabio Lucaferri. Questa la presentazione del volume:

Il primo aprile 1971 Roberto Quintanilla, il colonnello dei servizi segreti boliviani che aveva voluto la morte di Che Guevara e aveva posato trionfante sul corpo del suo luogotenente Inti Peredo, viene assassinato nella sede del consolato boliviano di Amburgo. I colpi mortali partono da una Colt Cobra registrata a nome di Giangiacomo Feltrinelli. La vendetta si consuma per mano di una giovane di origine tedesca che abbracciando la lotta armata ha scavato un solco tra sé e il padre, alpinista e operatore di cinema compromesso con il nazismo e amico di Klaus Barbie, il ‘macellaio di Lione’.

Cosa spinge la giovane figlia prediletta di un emigrato tedesco, che ha abbandonato la Germania a causa dei suoi rapporti ambigui con il precedente regime nazista, a rinunciare a una vita agiata, a un matrimonio borghese, a una posizione rispettabile per fare di sé una guerrillera? Cosa la porta a mettersi sulle tracce dell’ex colonnello dei servizi segreti boliviani Roberto Quintanilla, colui che aveva ordinato l’esecuzione di Ernesto Che Guevara, e a ucciderlo in un’anonima mattina amburghese?

La morte del Che ha trascinato dietro di sé una scia di eventi che all’epoca non potevano essere previsti. Vi contribuì probabilmente anche l’estremo tentativo di umiliarne e denigrarne il corpo senza vita, quelle foto che lo volevano mostrare sconfitto e alla mercé dei suoi nemici, e che invece fecero il giro del mondo diventando il simbolo del suo sacrificio e trasformandolo in un’icona, ispirando riflessioni e azioni che cambiarono la vita di molte persone.

La biografia della protagonista del libro, Monika Ertl, è disponibile qui.

Archivio della Oregon State University: scatti dalla Germania dopo la fine della seconda guerra mondiale

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Post-WWII in Germany Set

La Germania in parte in macerie dopo la fine della seconda guerra mondiale. Una serie di scatti viene pubblicata su Flickr dall’archivio della Oregon State University. Sugli scatti non ci sono restrizioni conosciute in termini di copyright.

Le biblioteche di Colonia rilasciano 5,4 milioni di dati sotto Creative Commons

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HBZQuesto progetto ha visto la collaborazione di molteplici realtà: il servizio bibliotecario centrale della Renania settentrionale-Vestfalia e, per quanto riguarda Colonia, l’università e la biblioteca pubblica, la biblioteca dell’università delle scienze applicate e quella della Academy of Media Arts, oltre alla biblioteca centrale della Renania-Palatinato. Si tratta della prima volta che in Germania viene dato accesso aperto a dati bibliografici affinché vengano pubblicati e utilizzati liberamente. L’annuncio (in inglese) è disponibile qui, sul sito di HBZ, e viene rilanciato da CreativeCommons.org con il post Cologne-based libraries release 5.4 million bibliographic records via CC0:

La pubblicazione dei dati consente a chiunque di scaricarli, modificarli e usarli per qualsiasi scopo. “In periodi in cui gli editori e alcune organizzazioni bibliotecarie vedono i dati come fonte di capitale, è importante difendere l’obiettivo originario di biblioteche e bibliotecari. I quali si sono sempre sforzati di rendere accessibile un’ampia fetta della conoscenza a quante più persone possibile e con il minor livello di restrizioni possibile”, dice Silke Schomburg, vicedirettrice di HBZ. “Per di più le biblioteche ricevono fondi pubblici e ciò che viene finanziato in questo modo deve essere accessibile”.

La cooperazione e lo scambio di dati tra le biblioteche è stato esplicitamente stabilito più di cento anni fa. Offrire liberamente dati bibliografici non solo accrescerebbe la collaborazione, ma ne agevolerebbe l’uso anche da parte di istituzioni differenti. “Nel corso dello sviluppo di Internet è divenuto chiaro che molti servizi possono essere migliorati non di poco dai dati di catalogazione. La versione tedesca di Wikipedia, per esempio, è stata arricchita dai dati della Biblioteca Nazionale a lungo. Questo genere di ricchezza è stata spesso ostacolata e ristretta da un accesso aperto solo a metà”, ha proseguito Schomburg.

Il passo successivo sarà quello verso il web semantico. Ulteriori informazioni sono disponibili qui e la licenza di utilizzo è la CC0.