ExpoLeaks: la prima piattaforma anonima targata Irpi e Centro Hermes per dare spazio alle “gole profonde” anti-corruzione

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Expoleaks

È opera del centro di giornalismo d’inchiesta IRPI (Investigative Reporting Project Italy) con il supporto tecnologico – oltre che la collaborazione fondamentale – del Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali. Si tratta di ExpoLeaks, la prima piattaforma web indipendente di whistleblowing anonimo dedicata a raccogliere segnalazioni su episodi di corruzione legati alla realizzazione di Expo 2015:

A seguito dell’ondata di arresti avvenuti a marzo 2014 che ha coinvolto numerosi persone del circuito Expo, il paese è stato travolto dall’ennesimo scandalo di malagestione di opere pubbliche. È per questo che crediamo ci sia un reale bisogno di ExpoLeaks, un progetto che fonde giornalismo e tecnologia per favorire la trasparenza e contrastare la corruzione che danneggia l’imprenditoria onesta e la cosa pubblica.

ExpoLeaks è concepita per dare uno spazio a tutti coloro che sono coinvolti nella mostra universale, dai cittadini ai funzionari pubblici, dagli operai ai dirigenti, dai volontari agli imprenditori. Chiunque potrà ora condividere, in modo completamente anonimo e sicuro, informazioni e documenti relativi a possibili irregolarità e forme di illecito. Tutti i cittadini potranno così contribuire al corretto svolgimento dell’Esposizione Universale.

Media partner dell’iniziativa è Wired Italia mentre – elemento tutt’altro che ultimo, anzi – il suo sostegno economico è affidato al crowdfunding tramite Kriticalmass. Per donare, dunque, si può cliccare qui.

L’ossessione per i bunker nell’Albania di Enver Hoxha: in un libro fotografico il racconto dei 700 mila rifugi

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Concresco

A vedere le foto, sembrano cresciuti come funghi i 700 mila bunker costruiti durante il periodo comunista nell’Albania di Enver Hoxha. Gli scatti sono di David Galjaard, vincitore dell’edizione 2012 dell’Aperture Foundation – Paris Photo First Photobook Award con il libro Concresco. Immagini e commento sono diventati oggetto di un articolo, Paranoid Dictator’s Communist-Era Bunkers Now a National Nuisance, scritto da Pete Brooks per il blog Raw file di Wired.com.

(Via BoingBoing)

Collateral Murder e Wikileaks: su Wired i log delle conversazioni tra Bradley Manning e Adrian Lamo

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Baghdad airstrikeThreat Level, blog di Wired, pubblica una parte dei log delle conversazioni via chat (qui la versione completa) tra il militare Bradley Manning, fonte di Wikileaks per quanto riguarda l’attacco Usa “ribattezzato” Collateral Murder, e Adrian Lamo, che riferì alle autorità il contenuto delle confidenze fattegli da Manning. Si legge nell’introduzione al post:

È evidente che Manning è una figura d’importanza storica. Poiché le conversazioni fanno luce sulle pressioni personali esercitate su Manning […], pubblicare i log risponde a un valido interesse di cronaca e a questo punto crediamo che metterli online produrrà un danno limitato alla sua privacy. Laddove indicato, abbiamo deciso di intervenire su certi dati e informazioni per proteggere l’identità di terzi menzionati nei log […]. Per il resto, il testo completo dei log ricevuto da Adrian Lamo è pubblicato di seguito.

Che poi sarebbe qui. Con un’avvertenza:

La chat tra Manning e Lamo inizia il 21 maggio 2010. Così come ricevuti da Wired.com, i log contenevano il timestamp, ma non le date, e sono stati salvati da Lamo in quattro file ordinati progressivamente […]. Abbiamo ordinato i file stessi in base al flusso della conversazione e delle informazioni di Lamo. Le interruzioni tra i file sono indicate da una linea orizzontale [e] parti precedentemente pubblicate da Wired.com sono sottolineate.

Ulteriori informazioni sulla vicenda di Manning anche sul sito Collateral Murder.

Collateral Murder e la fonte che si confida: arrestato militare Usa per diffusione di notizie classificate

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Collateral Murder (se ne parlava qui) è stato uno dei punti più clamorosi messi a segno da Wikileaks. Lo smacco per l’esercito americano però occorreva fosse riparato e così il Post, riprendendo la notizia di Wired, racconta che il Pentagono arresta la fonte che ha passato il video ripreso dall’elicottero Apache al progetto di Julian Assange:

L’FBI, in collaborazione con l’esercito americano, ha ora arrestato Bradley Manning, un ventiduenne analista dell’intelligence sospettato di aver passato il video a Wikileaks. Manning, che è dislocato a Baghdad, aveva condiviso il proprio gesto con Adrian Lamo, un ex hacker che aveva conosciuto online. Il soldato aveva raccontato a Lamo di aver passato a Wikileaks anche altri tre documenti riservati: un video di un raid aereo in Afganistan, un rapporto del Pentagono sulla minaccia Wikileaks e un documento con la stesura di 260.000 comunicazioni tra diplomatici statunitensi. Nonostante Adrian Lamo abbia in passato contribuito economicamente al progetto Wikileaks, ha comunque deciso di segnalare Manning alla polizia, considerando pericoloso il suo atteggiamento rispetto alla sicurezza nazionale.

Leggendo le informazioni disponibili, la falla nel sistema di anonimato di Wikileaks è stato nella fonte, attualmente rinchiusa in Kuwait per diffusione di notizie classificate, e non nel sistema in sé.

Intanto – sempre da Wired – c’è anche questa novità: WikiLeaks Was Launched With Documents Intercepted From Tor.