ExpoLeaks: la prima piattaforma anonima targata Irpi e Centro Hermes per dare spazio alle “gole profonde” anti-corruzione

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Expoleaks

È opera del centro di giornalismo d’inchiesta IRPI (Investigative Reporting Project Italy) con il supporto tecnologico – oltre che la collaborazione fondamentale – del Centro Hermes per la trasparenza e i diritti umani digitali. Si tratta di ExpoLeaks, la prima piattaforma web indipendente di whistleblowing anonimo dedicata a raccogliere segnalazioni su episodi di corruzione legati alla realizzazione di Expo 2015:

A seguito dell’ondata di arresti avvenuti a marzo 2014 che ha coinvolto numerosi persone del circuito Expo, il paese è stato travolto dall’ennesimo scandalo di malagestione di opere pubbliche. È per questo che crediamo ci sia un reale bisogno di ExpoLeaks, un progetto che fonde giornalismo e tecnologia per favorire la trasparenza e contrastare la corruzione che danneggia l’imprenditoria onesta e la cosa pubblica.

ExpoLeaks è concepita per dare uno spazio a tutti coloro che sono coinvolti nella mostra universale, dai cittadini ai funzionari pubblici, dagli operai ai dirigenti, dai volontari agli imprenditori. Chiunque potrà ora condividere, in modo completamente anonimo e sicuro, informazioni e documenti relativi a possibili irregolarità e forme di illecito. Tutti i cittadini potranno così contribuire al corretto svolgimento dell’Esposizione Universale.

Media partner dell’iniziativa è Wired Italia mentre – elemento tutt’altro che ultimo, anzi – il suo sostegno economico è affidato al crowdfunding tramite Kriticalmass. Per donare, dunque, si può cliccare qui.

Whistleblower finanziati da ex dell’MI5? Anne Machon lancia il “fondo coraggioso” per proteggere le fonti

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Annie Machon

Whistleblower (gole profonde) finanziati da un’ex agente dei servizi britannici del MI5, Annie Machon. Se ne parla su Wired.com e si parla del suo annuncio al tedesco Chaos Communication Congress (CCC). Annuncio in base al quale nascerà – secondo il nome finora scelto – il “Courage Fund to Protect Journalistic Sources”.

Come fu che Felt divenne “Gola Profonda” nel racconto di Woodward

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Mark FeltIeri è passato a miglior vita l’ex vicedirettore dell’FBI, Mark Felt. Che a lungo per tutti fu solo un dirigente dell’ufficio investigativo federale dimessosi nel 1973 dopo aver lavorato con J. Edgar Hoover, ma che nel 2005 ammise: era lui la Deep Throat (gola profonda) che anonimamente passò le informazioni sullo scandalo Watergate ai giornalisti del Washington Post Carl Bernstein e Bob Woodward. Il quotidiano americano, ricordato ancora oggi come la testata giornalistica che ha fatto scuola in tema di giornalismo investigativo, pubblica uno speciale dedicato alla sua talpa d’oro dentro gli uffici di Quantico. Per leggerlo, occorre registrarsi e la registrazione è gratuita, ma è accessibile pubblicamente un articolo ben più interessante dello stesso Woodward, How Mark Felt Became ‘Deep Throat’, uscito nel giugno 2005 quando l’ex agente federale rivelò al mondo intero di essere stato lui a passare le informazioni che nel 1974 portarono alle dimissioni del presidente Richard Nixon.

Dunque, come fu che Felt si trasformò in Gola Profonda? Era il 1970 quando Bob Woodward fece la conoscenza della sua futura fonte: ai tempi (quelli della guerra in Vietnam) era un ufficiale della marina militare e gli capitava di vedersi passare tra le mani documenti governativi nel periodo che trascorse a Washington. Ma era anche alla ricerca di uno sbocco differente e iniziò a frequentare Felt di cui ignorava il ruolo, all’inizio. Nel frattempo Woodward lasciò la vita militare, iniziò ad avvicinarsi senza successo al Washington Post, ma dovette ripiegare per una testata meno prestigiosa facendo venire un colpo al padre, quando gli disse che rinunciava a una carriera forense per fare il giornalista pagato una fame. Di qui prosegue un racconto sulla scalata professionale di Woodward: i primi contatti con le fonti istituzionali, le attività di controllo della vita privata dei cittadini ritenuti un pericolo interno e la scoperta dei piani “evidentemente illegali” di Nixon. Felt, dal canto suo, riteneva che il gruppo del presidente fosse composto da nazistoidi e dopo aver annunciato la morte del suo capo, Hoover, nel maggio 1972, vide insediarsi ai vertici del bureau uomini di provata fede nixoniana, come L. Patrick Gray III. Decise così che era ora di far trapelare determinate notizie. Comprese, a un certo punto, quelle che riguardavano i cinque individui arrestati nella notte del 17 giugno 1972 al Watergate Hotel di Washington, quartier generale democratico.
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