“Made In Italy (Behind the Scene)”: il documentario che racconta il retroscena dell’industria italiana delle armi

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Le politiche industriali e le sorti del Paese. Segnalato da Irpi – Investigative reporting project Italy in questo post, il breve documentario (dura 10 minuti) diretto da Anke Riester e Isacco Chiaf racconta l’Italia e i suoi retroscena – Made In Italy (Behind the Scene) il suo titolo -, che comprendono un dato di fatto: la nazione è il primo esportatore e il secondo produttore al mondo di armi leggere. I paesi destinatari delle esportazioni annoverano una lista di 117 Paesi (di cui 7 sotto embargo da parte della comunità europea) e tra questi ne compaiono alcuni come la Libia, che ne compra per un valore di 950 milioni di euro all’anno. Il mini documentario, presentando dati e statistiche, dimostra anche come si siano aggirate leggi italiane e direttive europee per vendere laddove non si poteva.

“I am Bradley Manning” (#iambradleymanning): voci che chiedono lo stop della guerra ai whistleblower

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I am Bradley Manning perché “è ora di finirla con la guerra ai whistleblower”, come il giovane soldato accusato di aver passato i cablogrammi diplomatici a Wikileaks. Il video è stato prodotto da una rete indipendente di volontari che ha collaborato con il Bradley Manning Support Network. E per chi vuole rilanciare su Twitter, l’hashtag è #iambradleymanning.

“Lucarelli racconta” non chiuda: la trasmissione tagliata per ragioni di budget e una petizione per chiedere alla Rai di ripensarci

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Lucarelli Racconta

Raitre cancella Blu Notte di Lucarelli. Per poche decine di migliaia di euro. Ed è vero, rimandando un’eventuale nuova stagione al 2014. E così in rete parte una petizione, CDA RAI, Presidente della RAI, Direttore Generale Rai, Direttore RAI 3: Non chiudete il programma Di Carlo Lucarelli:

Le stragi di Stato, il terrorismo, le mafie, i delitti eccellenti, i tragici giorni del G8, le morti in carcere e sul lavoro, le ecomafie che divorano il territorio. Per quattordici anni Carlo Lucarelli, su Rai 3, ci ha raccontato di misteri ancora irrisolti. Storie nere che pesano come macigni sul nostro passato ma anche sul nostro futuro.

È importante raccontarle, queste storie, per ricordare e interrogare le tante pagine oscure e incomplete che hanno segnato, con tratto indelebile, la storia del nostro Paese. Eppure la trasmissione di Lucarelli è sparita dai palinsesti della Rai.

Non è una buona notizia; non chiudiamolo, questo programma.

Per chi volesse sottoscrivere la petizione, il link è questo.

“Estrema destra”: in un libro del giornalista Guido Caldiron la mappa nera dell’Europa del terzo millennio

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Estrema destraÈ uscito in questi giorni per i tipi di Newton Compton il libro Estrema destra del giornalista Guido Caldiron:

Dalla strada al Parlamento: chi sono i protagonisti del nuovo fascismo mondiale? Lupi solitari o gruppi strutturati? Giovani esaltati o uomini di governo? Le loro idee si fermano agli slogan o possono tradursi in violenza? Populisti, xenofobi, identitari, i nuovi fascisti del Terzo millennio fomentano l’odio razziale e spesso cavalcano l’onda dell’antieuropeismo e del rifiuto del mondo globalizzato, “colpevole” ai loro occhi della grande crisi economica. Dall’Italia all’Inghilterra, dall’Europa dell’Est alla Francia, dalla Scandinavia alla Grecia, fino agli Stati Uniti, la nuova destra estrema sta prendendo sempre più potere persino in Paesi dalla lunga tradizione democratica, che insospettabilmente stanno aprendo i loro “salotti buoni” a idee e personaggi che fino a pochi anni fa ne sarebbero stati banditi. Eppure le istanze degli estremisti neri prendono piede anche per le strade di periferia, puntando sul malcontento popolare, sull’islamofobia post 11 settembre, sulla rabbia dei delusi della politica tradizionale. Guido Caldiron – giornalista che da anni studia l’ascesa della destra estrema – analizza, grazie a una vastissima documentazione, un fenomeno inquietante e in espansione, che sta passando dal sottobosco della cultura underground a forme sempre più evidenti di esercizio del potere.

Se ne può leggere anche qui (Il Messaggero del 16 giugno) e qui (Left del 22 giugno).

Ora lui è destinato a diventare leggenda. Scompare Richard Matherson, lo scrittore oltre i confini e oltre i generi

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Aveva 87 anni e la sua ora era giunta. Adesso lo attende la leggenda. Forse non quella descritta nel suo romanzo più celebre (se ne legga qualcosa anche qui, in un pezzo per Carmilla firmato da Valerio Evangelisti), purtroppo diventata una scadente trasposizione cinematografica che con la storia originale c’entra fino a un certo punto, ma la leggenda comunque se la merita, Richard Matherson. A cui l’etichetta di scrittore di genere – o scrittore horror o fantastico – sta stretta perché, nelle sue pagine, è andato molto oltre i confini del genere stesso (e sui giochi di parole si aggiunga che anche oltre i confini della realtà è andato). Meno noto forse di Stephen King o di Joe R. Lansdale, entrambi più giovani ed entrambi in debito d’ispirazione da lui, rimarrà indimenticabile anche per passaggi come questo:

Ai loro occhi lui era un flagello spaventoso, sconosciuto, persino peggiore della malattia con cui avevano imparato a convivere. Era uno spettro invisibile che per provare la propria esistenza si era lasciato dietro i corpi esangui dei loro cari. Capì quel che provavano e non li odiò. La mano destra strinse la bustina di pillole. Purché la fine non fosse violenta, purché non si trasformasse in un massacro sotto i loro occhi.

Robert Neville posò lo sguardo sui nuovi abitanti della Terra. Sapeva di non essere uno di loro; sapeva di essere un anatema, un orrore nero da distruggere, come i vampiri. E quell’idea lo colpì come un fulmine, divertendolo perfino nel dolore. Un risolino strozzato gli riempì la gola. Si girò e si appoggiò alla parete mentre ingoiava le pillole.

«Il cerchio è completo», pensò mentre il letargo definitivo gli strisciava nelle membra. «Il cerchio è completo. Un nuovo terrore prende forma dalla morte, una nuova superstizione penetra la fortezza inattaccabile dell’infinito. Io sono leggenda».

“The Crisis of Civilization”: un documentario su un’altra via che non solo sarebbe possibile, ma anche in fieri. Forse

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The Crisis of Civilization: Trailer from thecrisisofcivilization on Vimeo.

Altre informazioni qui. Qui invece il libro da cui il documentario è tratto, A user’s guide to the crisis of civilization: and how to save it di Nafeez Mosaddeq Ahmed.

“Il quotidiano del muretto”: in un film di Riccardo De Sanctis la storia del “manifesto” in settanta minuti

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Il quotidiano del muretto:

un film di 70 minuti di Riccardo De Sanctis per uno sguardo curioso e appassionato dentro il manifesto, il quotidiano col cuore che batte tutto a sinistra. I redattori del giornale e alcune firme storiche, da Valentino Parlato a Luciana Castellina a Stefano Rodotà, passando per Ermanno Rea, Piero Bevilacqua, Enrico Pugliese, raccontando le sfide e le speranze di un’esperienza politica, editoriale e umana straordinaria. Oggi che la rivoluzione digitale sta trasformando il panorama dell’editoria mondiale, la sfida del manifesto è ancora più difficile: raccontare la realtà con indomito spirito partigiano, continuare a essere Davide contro i giganti Golia dell’informazione.