Dalla Nato il “Tallinn Manual on the International Law Applicable to Cyber Warfare”. Wikileaks: previste misure estreme contro attaccanti

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Il Tallinn Manual on the International Law Applicable to Cyber Warfare viene presentato non come un documento ufficiale, ma “espressione di opinioni di un gruppo di esperti indipendenti che agiscono esclusivamente a titolo personale”. Sta di fatto che il documento, che analizza le frontiere digitali della guerra e non esclude il ricorso a misure estreme contro attaccanti telematici, esce sotto l’egida del Cooperative Cyber Defence Centre of Excellence della Nato ed è edito dalla Cambridge University Press. Su Twitter Wikileaks presenta il volume così:

“What Is an Assange?”: dialogo sull’Huffington Post Usa a proposito di Wikileaks, libertà di stampa e futuro dell’informazione

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What Is an AssangeL’attore John Cusack, il docente della George Washington Law School Jonathan Turley e il cofondatore di Community Partnerships Kevin McCabe dialogano sull’Huffington Post (edizione statunitense) in occasione del lancio della Freedom of the Press Foundation di cui si parlava qui.

La conversazione si intitola What Is an Assange? e si concentra sull’impatto sulla trasparenza avuto da Wikileaks, le risposte dei governi e un confronto con un’altra fuga di notizia, quella dei Pentagon Papers, documenti sul Vietnam pubblicati nel 1971 dal New York Times. In un passaggio conclusivo dice McCabe:

Sono interessato ai movimenti e abbiamo bisogno di uno che protegga il primo emendamento preservandolo nella sua portata più ampia. Di Assange mi importa in quanto è un individuo i cui diritti vengono violati. E questo significa che anche i miei diritti sono stati violati. Il motivo per cui si dovrebbe seguire ciò che accade ad Assange negli Stati Uniti è questo: quello che capita a lui capita al primo emendamento.

(Via BoingBoing)

L’iniziativa della Freedom of the Press Foundation: raccogliere fondi per realtà giornalistiche trasparenti e responsabili

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Freedom of the Press Foundation

È l’iniziativa della Freedom of the Press Foundation:

[La fondazione] offre in modo semplice la possibilità di effettuare una donazione alle organizzazioni giornalistiche che lavorano secondo criteri di trasparenza e responsabilità.

Le organizzazioni sono WikiLeaks, MuckRock News, The National Security Archive e The UpTake.

(Via Boing Boing)

Luca Baiada su Julian Assange: “Wikileaks conta sull’imprevedibile complessità del genere umano”

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Luca Baiada pubblica su Carmilla Online un bell’articolo ripreso da Il Ponte di ottobre 2012. È per Julian Assange:

La gestione di grandi quantità di dati renderà sempre più difficile limitare la loro gestione a pochi addetti ai lavori. Le persone a conoscenza di segreti saranno sempre di più, sempre peggio pagate, più frustrate, più esposte a cedimenti. Wikileaks si basa anche su questo: non paga le sue fonti, ma conta su una cosa complessa, imprevedibile e disseminata in uno scrigno insospettabile: nel genere umano. È una cosa fatta di curiosità, di malcontento, di sdegno e di angoscia: stati d’animo che il modello sociale del Ventunesimo secolo sparge in abbondanza, e da cui si può mietere sapere.

Stati d’animo in cui tremola una scintilla preziosa, la coscienza. Arma imprevista, persino lama senza manico che può ferire chi la impugna. Bradley Manning (accettiamo per un momento che quanto si dice sia vero) consegna a Wikileaks dati di eccezionale importanza, ma poi, sconvolto, lo racconta su una chat a uno sconosciuto, che lo denuncia. Il travaglio interiore che sconvolge Manning è simile, quando vede i crimini immensi del suo paese, e quando teme di aver fatto la cosa sbagliata a rivelarli, ed ecco che in questa storia la logica combinatoria e i sentimenti si fronteggiano come giganti, alle spalle di uomini che l’ingranaggio della storia si affretta a macinare.

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Anonymous: hacker, attivismo e libertà d’informazione. Due libri e l’articolo di Pier Luca Santoro

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Anonymous - Noi siamo legioneLo European Journalism Observatory (Ejo) scrive di Anonymous e di hacker, attivismo e libertà d’informazione. Lo fa con un articolo di Pier Luca Santoro che parla di due libri. Oltre ad Anonymous – Noi siamo legione, c’è anche l’ebook uscito da pochi giorni e firmato da Carola Frediani, Dentro Anonymous. Viaggio nelle legioni dei cyberattivisti. Pier Luca, in merito al primo, scrive:

Le parti più interessanti del volume sono quelle che raccontano l’intervento di Anonymous a fianco delle rivolte tunisine, egiziane, degli indignados spagnoli, degli studenti inglesi, del movimento NoTav. La vera differenza tra la loro attitudine hacker e quella dei loro fratelli maggiori sta proprio nel cercare un legame tra le rivolte dentro la Rete e le rivolte al di fuori delle schermo.

Dentro Anonymous. Viaggio nelle legioni dei cyberattivistiSul secondo, invece, viene raccontato:

Si inizia dal caso di Sabu, nickname di Hector Xavier Monsegur, leader del movimento arrestato nel giugno del 2011 e da allora spia, traditore, collaboratore dell’FBI, per poi analizzare le molte teste, quelle che l’autrice definisce Idra ispirandosi alla mitologia greca, e ovviamente il caso, ed anche la lezione di WikiLeaks. Numerosi i casi analizzati, sia a livello internazionale con l’operazione Free Assange e il caso TrapWire, che in specifico riferimento alla realtà italiana attraverso l’illustrazione e l’analisi, per citarne alcuni, degli attacchi alle università italiane e al Cnaipc, i retroscena sull’attacco a Paniz e Grillo sino a quello recentissimo dell’Ilva di Taranto.

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“Anonymous – Noi siamo legione” nelle parole di “Un libro al giorno” dell’Ansa e della Gazzetta del Sud

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Anonymous - Noi siamo legioneL’Ansa parla di Anonymous – Noi siamo legione con un primo take e una recensione per la rubrica Un libro al giorno firmata da Titti Santamato e ripresa dalla Gazzetta del Sud. Ecco il testo di seguito.

“Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci”. Si annunciano con queste parole gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous e promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su questa forma di lotta del nuovo millennio, a mezzo Internet, che ha finito per colpire indistintamente corporazioni, partiti, dittature e religione. A raccontarla è Antonella Beccaria, giornalista e scrittrice. Collabora con Il Fatto Quotidiano, con la trasmissione di Rai3 Lucarelli racconta e ha alle spalle numerose pubblicazioni tra cui il “Divo Giulio: Andreotti e sessant’anni di potere”.

“Scriverlo è stata una corsa contro il tempo, ma è stato un viaggio fantastico – scrive Antonella Beccaria sul suo blog -. Fantastico perchè si passa dall’evoluzione della cultura ‘geek’ nello strano laboratorio di ‘4chan’ alla guerra scatenata contro Scientology. E poi il sostegno all’Iran post elezioni del 2009, la primavera araba in Tunisia e in Egitto, le campagne ambientaliste in America Latina, i movimenti Occupy e No Tav e il supporto a Wikileaks e contro le torture a cui è stato sottoposto Bradley Manning (il soldato statunitense accusato di aver passato migliaia di documenti riservati a Wikileaks mentre svolgeva il suo incarico di analista informatico in Iraq, ndr)”.
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“Anonymous – Noi siamo Legione”: una battaglia digitale contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo

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Anonymous - Noi siamo legione

Scriverlo è stata una corsa contro il tempo, ma è stato un viaggio fantastico. E così nasce il libro Anonymous – Noi siamo Legione, appena uscito per Aliberti Editore. Fantastico perché si passa dall’evoluzione della cultura geek nello strano laboratorio di 4chan alla guerra scatenata contro Scientology. E poi il sostegno all’Iran post elezioni del 2009, la primavera araba in Tunisia e ìn Egitto, le campagne ambientaliste in America Latina, i movimenti Occupy e No Tav e il supporto a Wikileaks e contro le torture a cui è stato sottoposto Bradley Manning. La versione libraria di Anonymous è tutto questo e viene presentato così:

Gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su una forma di lotta da nuovo millennio che ha finito per colpire sette religiose, corporation, partiti reazionari e dittature mediorientali. Ogni volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori il cui volto è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione.

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Wikileaks, online i “Global Intelligence Files”: in 5 milioni di mail alcuni dei segreti dell’intelligence privata

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Global Intelligence Files

Hanno iniziato ad andare online i Global Intelligence Files, oltre cinque milioni di mail interne della Stratfor, società di intelligence privata. Qui l’elenco delle release via via rilasciate mentre qui un articolo di Stefania Maurizi (di cui si parlava da queste parti) che fa il punto dell’operazione targata Wikileaks. Alcuni di questi i temi:

La schedatura degli utenti di Facebook attuata da un’agenzia privata di intelligence. I soldi a Zuckerberg da un’altra azienda specializzata nel raccogliere informazioni sulle persone. I rapporti tra spionaggio privato e Cia. Il ruolo di informatore di un ambasciatore italiano.

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Wikileaks, la rete e la strage di Ustica. Bonfietti: “Il diritto di cittadinanza passa attraverso istituzioni trasparenti”

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Dossier WikileaksL’etica hacker parte da un assunto, l’informazione deve essere libera. E l’esempio pratico è Wikileaks, progetto divenuto celebre a livello mondiale prima con Collateral Murder e la verità sugli eccidi di Iraq (dimostrando che alla contabilità ufficiale mancavano almeno 15 mila vittime civili) e poi con la diffusione dei cablogrammi diplomatici statunitensi, considerata la più grande fuga di notizie della storia del giornalismo dopo i Pentagon Papers sul Vietnam, pubblicati nel 1971 dal New York Times.

Wikileaks ne è un esempio al punto da pagare le conseguenze che ciò ha determinato. Non solo per le accuse per violenza sessuale formulate in Svezia contro Julian Assange (in realtà determinate dall’uso o meno di un preservativo, i rapporti erano consenzienti per ammissione delle stesse presunte vittime). Ma anche per la dimostrazione che la net neutrality – in base alla quale l’infrastruttura telematica che avvolge il pianeta deve coniugare il verbo dell’agnosticismo rispetto ai contenuti che vi transitano – può andare in frantumi in qualsiasi momento. È accaduto quando Amazon ha rescisso il contratto per gli spazi server venduti (e pagati) dall’organizzazione o con le società di carte di credito e con Paypal che hanno tagliato i canali di finanziamento.

È un punto su cui torna a più riprese Stefania Maurizi, la giornalista dell’Espresso, terminale italiano della rete di giornali di tutto il pianeta che ha collaborato con Wikileaks e con il suo leader, Assange. Presentando a Bologna il suo Dossier Wikileaks – Segreti italiani (Bur) ospite della libreria Modo Infoshop, la cronista, che ha iniziato a essere dentro il progetto dal 2009 e che ha seguito il rilascio degli Afghan War Logs, dei documenti su Guantanamo, dei cablogrammi diplomatici e degli spy files, rimarca che “non c’è alcun elemento legale per il taglio delle donazioni”.
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