“Anonymous – Noi siamo legione” nelle parole di “Un libro al giorno” dell’Ansa e della Gazzetta del Sud

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Anonymous - Noi siamo legioneL’Ansa parla di Anonymous – Noi siamo legione con un primo take e una recensione per la rubrica Un libro al giorno firmata da Titti Santamato e ripresa dalla Gazzetta del Sud. Ecco il testo di seguito.

“Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo. Aspettateci”. Si annunciano con queste parole gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous e promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su questa forma di lotta del nuovo millennio, a mezzo Internet, che ha finito per colpire indistintamente corporazioni, partiti, dittature e religione. A raccontarla è Antonella Beccaria, giornalista e scrittrice. Collabora con Il Fatto Quotidiano, con la trasmissione di Rai3 Lucarelli racconta e ha alle spalle numerose pubblicazioni tra cui il “Divo Giulio: Andreotti e sessant’anni di potere”.

“Scriverlo è stata una corsa contro il tempo, ma è stato un viaggio fantastico – scrive Antonella Beccaria sul suo blog -. Fantastico perchè si passa dall’evoluzione della cultura ‘geek’ nello strano laboratorio di ‘4chan’ alla guerra scatenata contro Scientology. E poi il sostegno all’Iran post elezioni del 2009, la primavera araba in Tunisia e in Egitto, le campagne ambientaliste in America Latina, i movimenti Occupy e No Tav e il supporto a Wikileaks e contro le torture a cui è stato sottoposto Bradley Manning (il soldato statunitense accusato di aver passato migliaia di documenti riservati a Wikileaks mentre svolgeva il suo incarico di analista informatico in Iraq, ndr)”.

Il volto degli “anonimi fustigatori” della Rete è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes (“una maschera dall’espressione beffarda, leggermente sorridente”) vissuto nella Gran Bretagna del XVII secolo e diventato un simbolo con il film ‘V per Vendetta’ dei fratelli Larry e Andy Wachowski. “Gli Anonymi non ricevono compensi per le loro azioni, sono mossi da un senso di giustizia che trae ispirazione da un glorioso passato di lotte per le libertà, digitali o meno che siano – scrive Antonella Beccaria -. Usando sistemi semplici, ben rodati o del tutto efficaci hanno mandato knock-out i sistemi elettronici di Cia e Fbi, del governo egiziano e di società che si occupano di intelligence privata”.

In Italia Anonymous ha attaccato Vitrociset, “l’azienda privata a cui è demandato il compito di gestire i dati che transitano sulle reti informatiche delle forze dell’ordine. E l’intrusione è stata di una ‘semplicità disarmantè, ha dichiarato un Anonymo italiano alla trasmissione televisiva Le Iene”. Sempre nel nostro Paese, nel mirino di Anonymous sono finiti i siti di Governo, Camera, Senato, dell’Autorità garante delle comunicazioni. Attacchi messi a punto in coincidenza dell’irrigidimento delle leggi sull’informazione e sul diritto d’autore. E sempre su questo tema, negli Stati Uniti, gli Anonymi hanno dichiarato guerra al disegno legge Sopa (Stop Online Piracy Act) e attaccato il sito della Casa Bianca, il sito copyright.gov e tanti altri. “Ogni volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione”, sostiene l’autrice, facendo intravedere la futura evoluzione di Anonymous. Potrebbe diventare un provider “sui generis che fornisce piattaforme per la resistenza politica, economica e culturale anche in Occidente”.