“L’invasione degli scarafaggi”: da BeccoGiallo la mafia spiegata ai bambini (e agli adulti che non vogliono capire)

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L'invasione degli scarafaggi. La mafia spiegata ai bambini

A Castelgallo, un colorato paese affacciato sul mare e abbracciato dalle montagne, si è diffusa una strana malattia. Gli abitanti hanno cominciato a trasformarsi in disgustosi scarafaggi. Ma c’è un filo conduttore tra le vittime di questo morbo: tutti hanno compiuto degli atti criminali, piccoli e grandi. Ci sono bulli e prepotenti, taglieggiatori ed estorsori, speculatori criminali e rapinatori.

È un estratto della presentazione del volume a fumetti che uscirà il prossimo 31 ottobre per la casa editrice BeccoGiallo. Si intitola L’invasione degli scarafaggi. La mafia spiegata ai bambini (e agli adulti che non vogliono capire!) e ne sono autori Marco Rizzo (sceneggiatura) e Lelio Bonaccorso (disegni). Qui si possono vedere anche alcune delle tavole che compongono il libro.

“Partigiano Inverno”: in uscita il romanzo di Giacomo Verri sulla Resistenza in Valsesia

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Partigiano InvernoEsce a breve per Nutrimenti il romanzo Partigiano Inverno scritto da Giacomo Verri, insegnante di lettere alle scuole medie nato nel 1978 a Borgosesia, in provincia di Vercelli. Finalista al Premo Calvino 2011, questa è in sintesi la storia che racconta:

Sono i giorni d’Avvento dell’anno quarantatré e uno scontro a Varallo fra partigiani e fascisti segna il battesimo del fuoco della Resistenza in Valsesia. Nel gruppo dei ribelli, accampati tra le nevi del Briasco, c’è Jacopo Preti, che ha lasciato gli studi in città e il conforto dell’amata Flora per unirsi ai garibaldini del comandante Cino. Giù a valle Umberto Dedali, che ha dieci anni e vive in casa del nonno, sogna di aggiungersi anche lui agli uomini barbuti della montagna e, col contegno del combattente per la libertà, farsi bello davanti alla Maria, che gli fa salire il brivido su per la pancia. Ogni sera fa il presepe col fratello del nonno, Italo Trabucco, professore in pensione tornato alla nativa Borgosesia da Vercelli, che il subbuglio di un conflitto sconnesso obbliga al confronto con la propria inadeguatezza. Finché un giorno il professore è arrestato, apparentemente senza motivo, torturato con altri venti e lasciato fuori, per un gioco del caso, dal gruppo dei dieci che finiranno fucilati.

Se ne può leggere ancora qui.

“Pacifisti. Ecco dove siamo”: l’ebook (completo e gratuito) di Luca Kocci su dieci anni di attivismo per la pace

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Pacifisti. Ecco dove siamoTerreLibere.org, tra i suoi libri, mette a disposizione in versione integrale e gratuita l’ebook di Luca Kocci intitolato Pacifisti. Ecco dove siamo – 2001-2011. Dieci anni di attivismo per la pace (sopra l’anteprima dell’opera).

Un luogo comune afferma che i pacifisti sono spariti. Dopo le grandi manifestazioni contro la guerra in Iraq (2003) furono definiti dal “New York Times” la “seconda superpotenza mondiale”. Da allora, i grandi media e la politica hanno deciso di ignorarli. Nell`immaginario collettivo non esistono più. Questo archivio raccoglie dieci anni di attività dal 2001 al 2011. E dimostra che i pacifisti non sono solo quelli che scendono in piazza quando scoppia una guerra. Hanno fatto ben altro.

Sono parte del movimento contro il neoliberismo e per i beni comuni. Hanno informato su temi che nessun “grande” organo di informazione ha trattato, come l`uranio impoverito. Sono stati a fianco delle comunità locali contro le “grandi opere” e l’ampliamento delle basi militari, da Vicenza al radar USA di Niscemi, nella Sicilia profonda. Sono l’ossatura delle reti di economia solidale che stanno offrendo una risposta alla crisi e alle ingiustizie.

Da qui si può scaricare la versione in pdf mentra per quella ePub si veda qui.

Le frequenze della criminalità organizzata raccontate nel libro “Telecamorra” di Alessandro De Pascale

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TelecamorraÈ uscita lo scorso giugno, con la prefazione di Amato Lamberti (scomparso poco dopo la pubblicazione) e Giommaria Monti, Telecamorra di Alessandro De Pascale (Lantana Editore), un’inchiesta nata nel 2008 e che, a fronte di ciò che è emerso, ha portato la magistratura ad aprire fascicoli d’indagine:

È una storia di soldi, clan e potere, gli ingredienti di sempre quando si tratta di criminalità organizzata. Quella attiva in Campania è una vera e propria «cricca delle telecomunicazioni». Terza regione d’Italia per numero di licenze, dove si contano 77 tv e 165 radio locali registrate, la criminalità organizzata è andata da tempo all’assalto dell’etere. Dal boss iscritto alla Siae all’editore socio dei Casalesi, dall’agente neomelodico, parente del capoclan, al proprietario di una tv che offre un alibi falso al killer della camorra: nell’etere della Campania circola questo e molto di più. Le trasmissioni radio e tv sono utilizzate dai clan per inviare messaggi agli affiliati o boss durante le dirette, «onde killer» sparate a potenze non consentite o peggio completamente abusive. Frequenze rubate allo Stato, con un danno per la collettività stimato in 500 milioni di euro e rivendute con atti di compravendita falsi.

Antenne usate come armi per minacciare, pubblicità sfruttata dalle cosche per giustificare il racket delle estorsioni. Funzionari ministeriali sotto processo per presunti favoritismi e forze dell’ordine indagate perché ritenute colluse con i malfattori. Piccole tv di quartiere diventate in pochi anni grandi gruppi editoriali regionali, ora accusate di aver fatto il salto di qualità grazie alle rapine. In ballo ci sono contributi pubblici per 12 milioni di euro l’anno, centinaia di spot elettorali utilizzati per ottenere protezioni politiche, ma anche il controllo del settore dell’informazione e la gestione dei posti di lavoro dell’indotto a cui si aggiunge l’esercito di cantanti neomelodici e sedicenti maghi. Un’illegalità diffusa e tollerata per anni nonostante le numerose denunce presentate alla magistratura e oggetto di un’inchiesta.

(Via Vittorio Pasteris)

“Il brevetto” di Andrea Capocci: e fu così che l’invenzione cessò di essere bene comune per diventare una merce

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Il brevettoSi parla di smartphone ma anche di Ogm, di computer e di farmaci, di cibo e di fumetti. Il tutto nel libro Il brevetto di Andrea Capocci in uscita per i tipi di Ediesse:

Grazie al brevetto, un’invenzione cessa di essere un bene comune per diventare una merce da scambiare sul mercato. Secondo alcuni, il brevetto rappresenta uno stimolo fondamentale all’attività di innovazione tecnologica, ma, come tutti i monopoli, esso limita la competizione tra le idee innovative e può rallentare la diffusione del progresso. Per farsi un’opinione sui brevetti, dunque, occorre esaminarne costi e benefici sulla base di dati oggettivi e senza pregiudizi ideologici.

Il dibattito sul brevetto dura sin dal Rinascimento e ha visto prevalere ora l’una ora l’altra posizione. Le nazioni e i gruppi sociali che dai brevetti traggono vantaggio o ne subiscono le conseguenze mutano continuamente. Gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone, che hanno scritto le regole del sistema brevettuale globale, devono ora fronteggiare la competizione della Cina, dell’India e degli altri paesi emergenti, che chiedono regole nuove. Gli sviluppi della tecnologia, dall’informatica alla genetica, spingono questo dibattito in territori finora sconosciuti e pongono nuove domande alla politica, al diritto e all’economia.

Pubblicato nella collana Fondamenti, un estratto del libro è disponibile qui.

Anonymous: hacker, attivismo e libertà d’informazione. Due libri e l’articolo di Pier Luca Santoro

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Anonymous - Noi siamo legioneLo European Journalism Observatory (Ejo) scrive di Anonymous e di hacker, attivismo e libertà d’informazione. Lo fa con un articolo di Pier Luca Santoro che parla di due libri. Oltre ad Anonymous – Noi siamo legione, c’è anche l’ebook uscito da pochi giorni e firmato da Carola Frediani, Dentro Anonymous. Viaggio nelle legioni dei cyberattivisti. Pier Luca, in merito al primo, scrive:

Le parti più interessanti del volume sono quelle che raccontano l’intervento di Anonymous a fianco delle rivolte tunisine, egiziane, degli indignados spagnoli, degli studenti inglesi, del movimento NoTav. La vera differenza tra la loro attitudine hacker e quella dei loro fratelli maggiori sta proprio nel cercare un legame tra le rivolte dentro la Rete e le rivolte al di fuori delle schermo.

Dentro Anonymous. Viaggio nelle legioni dei cyberattivistiSul secondo, invece, viene raccontato:

Si inizia dal caso di Sabu, nickname di Hector Xavier Monsegur, leader del movimento arrestato nel giugno del 2011 e da allora spia, traditore, collaboratore dell’FBI, per poi analizzare le molte teste, quelle che l’autrice definisce Idra ispirandosi alla mitologia greca, e ovviamente il caso, ed anche la lezione di WikiLeaks. Numerosi i casi analizzati, sia a livello internazionale con l’operazione Free Assange e il caso TrapWire, che in specifico riferimento alla realtà italiana attraverso l’illustrazione e l’analisi, per citarne alcuni, degli attacchi alle università italiane e al Cnaipc, i retroscena sull’attacco a Paniz e Grillo sino a quello recentissimo dell’Ilva di Taranto.

Continua qui.

“Anonymous – Noi siamo legione” arriva in epub (senza DRM) e (presto) per Kindle. Intanto una segnalazione da Panorama.it

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Gli hacker sono eroi. Forse

Anonymous - Noi siamo legioneSi torna a parlare di Anonymous, noi siamo legione, che da oggi è anche in versione epub (ma DRM free) e che nei prossimi giorni sarà disponibile anche per Kindle di Amazon. E se ne torna a parlare dalle pagine culturali di Panorama.it che ospita l’articolo Gli hacker sono eroi. Forse – Criminali o paladini della giustizia? Quattro libri davvero speciali per rispondere e capire, in cui Antonino Caffo scrive:

La storia degli Anonymous in libreria porta anche una firma italiana. Si tratta di […] Anonymous. Noi siamo legione, Aliberti Editore, nel quale l’autrice […] ripercorre alcune delle azioni più plateali del gruppo, condividendone uno degli obiettivi: combattere per la libertà di informazione […]. Questa sorta di biografia non autorizzata […] riesce a dipingere un’immagine alternativa del mondo degli hacker più famosi degli ultimi anni. Il suo lavoro è frutto di chiacchierate, chat e letture con i diretti interessati che hanno lasciato molte tracce del loro pensiero.

Gli altri libri sono Mafia.com di Misha Glenny (Mondadori), Ghost in the Wires: My Adventures as the World’s Most Wanted Hacker (Little Brown) di Kevin Mitnick e We Are Anonymous: Inside the Hacker World of LulzSec, Anonymous and the Global Cyber Insurgency (sempre Little Brown) di Parmy Olson.

“Storia della violenza” di Robert Muchembled: dal suo contenimento pubblico all’uomo che torna a essere lupo

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Storia della violenzaÈ una narrazione particolare quella contenuta in uno dei libri con cui Odoya inaugura la stagione autunnale. Si intitola Storia della violenza. Dal Medioevo ai giorni nostri ed è stato scritto da un docente universitario francese, Robert Muchembled, che si è sempre mosso tra passato sociale, antropologa del crimine, politica e potere. Questa la presentazione del saggio:

Dal XIII al XXI secolo […] la violenza fisica e la brutalità dei rapporti umani seguono una traiettoria discendente in tutta l’Europa occidentale. In controtendenza rispetto al pensiero sociale dominante, [l’autore] mostra come nel corso dei secoli gli atti violenti e gli omicidi siano passati dallo status di “normale linguaggio collettivo creatore di legame sociale” a quello di tabù sociale. Con l’aiuto delle opere di Sigmund Freud, Norbert Elias e Michel Foucault, Muchembled focalizza la sua attenzione sulla teoria di un “incivilimento dei costumi”, di un addomesticamento, nonché di una progressiva sublimazione della violenza nella società europea.

Cosa c’è dietro questa incontestabile regressione dell’aggressività? Un controllo sociale sempre più stretto sugli adolescenti, a cui va aggiunta un’educazione coercitiva. La violenza scompare progressivamente dallo spazio pubblico per concentrarsi nella sfera privata, mentre una vasta letteratura popolare viene investita di un ruolo catartico: sono i duelli dei tre moschettieri e i crimini di Fantomas a essere ormai incaricati di veicolare e catalizzare le pulsioni umane più violente. I primi anni del XXI secolo sembrano inaugurare, tuttavia, una vigorosa ricomparsa della violenza nella vita di tutti i giorni, specialmente tra bande di giovani che vivono nelle periferie di grandi città europee: «L’uomo sta forse ridiventando lupo per l’altro uomo?», si chiede Muchembled.

In attesa di commenti e recensioni all’edizione italiana, intanto si può vedere come è stata presentata l’opera in versione originale.

“L’ultima notte dei fratelli Cervi”: un romanzo di Dario Fertilio sulla Resistenza e l’eccidio avvenuto a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943

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L'ultima notte dei fratelli CerviEsce in questi giorni per Marsilio il romanzo L’ultima notte dei fratelli Cervi, scritto dal giornalista Dario Fertilio. L’ambientazione è quella della lotta di Resistenza e la vicenda narrata si increccia a quella di un noto eccidio avvenuto il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia, nel poligono di tiro. Il volume viene presentato con queste parole:

La storia di Archimede, giovane contadino reggiano reclutato nei Gap fra il 1943 e il 1945, si intreccia con la tragedia dei sette eroici fratelli Cervi fucilati dai fascisti. I crescenti dubbi del protagonista, di fronte all’ordine di uccidere a freddo esponenti della Repubblica Sociale in agguati programmati, lo portano prima a scoprire, e poi a confrontarsi con una realtà scomoda: i Cervi, al momento della cattura, erano stati isolati dai compagni comunisti che dirigevano la Resistenza nella provincia, perché accusati di comportarsi “da anarchici”. Così la guerra civile, fra attentati e rappresaglie, bombardamenti, viltà e atti di coraggio quotidiani, gli rivela progressivamente il suo volto disumano. La svolta morale di Archimede si completa nell’apprendere un ulteriore segreto: in quella medesima ultima notte dell’agguato fascista, i Cervi erano stati traditi e denunciati da un infiltrato. Una verità che, nel clima surriscaldato del dopo 25 aprile a Reggio, tra lotte politiche e regolamenti di conti, deve essere nascosta.

Sulla vicenda dei fratelli Cervi si veda la scheda pubblicata sul sito dell’Anpi.

Caso Toni-De Palo: trentadue anni senza risposte. E in un libro si ricostruisce l'”Omicidio di Stato”

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Omicidio di StatoOggi ricorre il trentaduesimo anniversario della scomparsa dei giornalisti italiani Graziella De Palo e Italo Toni (la loro storia è stata raccontata qui). Era infatti il 2 settembre 1980 quando sparirono a Beirut senza mai più essere ritrovati e di recente sulla vicenda, su cui grava con rare interruzioni un pesante silenzio da sempre, è uscito un libro. Si intitola Omicidio di Stato (Armando Curcio Editore) ed è stato scritto da Nicola De Palo, parente della cronista scomparsa e così si presenta il volume:

Graziella De Palo, collaboratrice di Paese Sera e L’Astrolabio, viene rapita e uccisa a Beirut il 2 settembre 1980 con il collega Italo Toni, cronista dei Diari. Un disegno criminoso, ideato in Italia, ha messo a tacere per sempre i due giornalisti, “colpevoli” di aver indagato sui rapporti tra i servizi segreti italiani e la loggia massonica P2, l’industria delle armi e i movimenti terroristici, il “lodo Moro-Giovannone” e, con ogni probabilità, i mandanti e gli esecutori della strage di Bologna. Questa è la loro storia, raccontata in modo rigoroso e sintetico.

Di questa storia se ne parla anche sul sito dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione.