“Pacifisti. Ecco dove siamo”: l’ebook (completo e gratuito) di Luca Kocci su dieci anni di attivismo per la pace

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Pacifisti. Ecco dove siamoTerreLibere.org, tra i suoi libri, mette a disposizione in versione integrale e gratuita l’ebook di Luca Kocci intitolato Pacifisti. Ecco dove siamo – 2001-2011. Dieci anni di attivismo per la pace (sopra l’anteprima dell’opera).

Un luogo comune afferma che i pacifisti sono spariti. Dopo le grandi manifestazioni contro la guerra in Iraq (2003) furono definiti dal “New York Times” la “seconda superpotenza mondiale”. Da allora, i grandi media e la politica hanno deciso di ignorarli. Nell`immaginario collettivo non esistono più. Questo archivio raccoglie dieci anni di attività dal 2001 al 2011. E dimostra che i pacifisti non sono solo quelli che scendono in piazza quando scoppia una guerra. Hanno fatto ben altro.

Sono parte del movimento contro il neoliberismo e per i beni comuni. Hanno informato su temi che nessun “grande” organo di informazione ha trattato, come l`uranio impoverito. Sono stati a fianco delle comunità locali contro le “grandi opere” e l’ampliamento delle basi militari, da Vicenza al radar USA di Niscemi, nella Sicilia profonda. Sono l’ossatura delle reti di economia solidale che stanno offrendo una risposta alla crisi e alle ingiustizie.

Da qui si può scaricare la versione in pdf mentra per quella ePub si veda qui.

Per Napolitano, il “giornalismo d’inchiesta impedisce gravi danni alla collettività”

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Da un lancio di questa mattina dell’Agi, Napolitano: in Italia ci vuole più giornalismo d’inchiesta

(AGI) – Roma, 11 nov. – Giorgio Napolitano chiede che il mondo dell’informazione torni a fare giornalismo d’inchiesta, perché è uno dei modi per impedire gravi danni alla collettività. “Le responsabilità dell’informazione sono tante”, ha detto visitando la sede de “Il Mattino di Padova”, “è importante fare un bilancio sul giornalismo d’inchiesta, è molto importante stare sulla realtà. Da quanto tempo non abbiano grandi inchieste?”. Napolitano ha citato il caso delle alluvioni di questi giorni in Veneto. “È dal ’66 che in Italia non si fa più una grande inchiesta sul dissesto idrogeologico”.

E intanto allora la segnalazione di un blog, Storie che non devono essere raccontate – Il giornalismo minacciato, che è anche il titolo di un convegno in corso a Urbino.

Giulio Mozzi su Zaia, lo statuto del Veneto e il terrore per gli apolidi

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Scrive su Vibrisse Giulio Mozzi a proposito di regioni e statuti:

Mi domando che cosa significhi esattamente quel “dappertutto” pronunciato da Zaia. Mi domando se ci siano somiglianze tra la bandiera veneta da “esporre dappertutto” e le stelle gialle o rosa imposte da certi regimi. Che si tratti di stigma positivo o di stigma negativo, sempre di stigma si tratta. Sarebbe facile liquidare il discorso di Zaia come un discorso idiota. Non è un discorso idiota. È un discorso cattivo. A Zaia non danno noia gli emiliani, i lombardi, i pugliesi che risiedono nel Veneto. No. E non gli danno noia nemmeno i senegalesi, i cinesi, i rumeni.

Gli danno noia, a Luca Zaia, e ho il sospetto che gli ispirino un vero e proprio terrore, gli “apolidi”, ovvero coloro che non accettano la sua retorica. Difendiamodi dunque dalla sua retorica. Non accettiamola. Non accettiamo mai il suo modo di porre il discorso.

Il discorso a cui si fa riferimento è questo e Giulio già ne aveva affrontato qualche tipo.