WikiLeaks: Nutrimenti pubblica il libro su Assange e contro il segreto di Stato che ha ispirato il film di Spielberg

Standard

WikiLeaks - La battaglia di Julian Assange contro il segreto di StatoNon avevo pensato di scrivere questo post sulla scia di una notizia rimbalzata oggi per i vari media nazionali. Ma per una coincidenza segnalo questo libro uscito per i tipi di Nutrimenti. Si tratta di WikiLeaks – La battaglia di Julian Assange contro il segreto di Stato, firmato da David Leigh e Luke Harding e in uscita in questi giorni per la collana:

Scritto dagli stessi giornalisti che hanno stretto un accordo senza precedenti tra un hacker particolarmente dotato e tre dei più importanti quotidiani di tutto il mondo, questo libro racconta la storia di WikiLeaks vista dall’interno. E si legge come un thriller.

Nel libro i giornalisti del Guardian David Leigh e Luke Harding, più volte premiati, rivelano per la prima volta molti particolari inediti, a cominciare da come sia stato raggiunto l’accordo segreto, in un albergo belga, per sfidare la più grande superpotenza mondiale e diffondere un inarrestabile flusso di documenti militari e diplomatici attraverso le pagine del Guardian, del New York Times e dello Spiegel. Ma anche dettagli sconosciuti della vicenda, come quando Assange si travestì da anziana signora con una parrucca per arrivare a Ellingham Hall, la villa monumentale di Norfolk da cui ha inviato i dispacci del Dipartimento di Stato statunitense al mondo intero, e i particolari della rocambolesca vita dello stesso Assange.

Si tratta del libro a cui si è ispirato Steven Spielberg per questo film.

Domani: “Debtocracy”, un documentario greco cerca le ragioni della crisi e punta contro le omissioni di governi e media

Standard

Debtocracy

Per la prima volta in Grecia un documentario prodotto dal pubblico. ‘Debtocracy’ va alla ricerca delle cause che hanno generato la crisi legata al debito e propone le soluzioni, nascoste dal governo e dai media dominanti. Il documentario viene distribuito liberamente dalla fine di marzo senza ricorrere a diritti d’uso e verrà diffuso e sottotitolato almeno in tre lingue.

Di fatto, a oggi, Debtocracy, rilasciato con licenza Creative Commons, è già disponibile in ben più di tre lingue (oltre all’originaria greca, ci sono anche inglese, francese, tedesca, italiana, spagnola e portoghese). E vuole raccontare una storia molto raccontata – quella dell’incubo del crack pubblico che dalla penisola illenica si è diffuso per tutto il continente – da un punto di vista diverso rispetto a quello letto e riletto un po’ ovunque. Perché – sostengono coloro che lo hanno realizzato – c’è un’altra versione, taciuta ai cittadini, che merita di essere quanto più sviscerata.

Domani di Maurizio ChiericiL’idea della produzione del basso (che ha un suo corrispettivo anche italiano) ha poi funzionato per coprire i costi, anche se si chiede a chi visionerà il documentario una donazione. Ha funzionato così bene che si avverte sul sito del progetto video si legge:

A causa dell’ampia partecipazione, siamo alle prese con qualche difficoltà nell’elaborazione della lista finale dei produttori che desiderano veder pubblicato il loro nome. Vogliamo essere quanto più possibile accusati ben consapevoli che una pubblicazione sbagliata potrebbe causare problemi. La lista sarà presto disponibile e ovviamente verrà inserita nei titoli del documentario.

Continue reading

Caso Toni-De Palo: lettera aperta di Amedeo Ricucci ai “politici che sanno ma non hanno mai parlato”

Standard

Italo Toni e Graziella De PaloDopodomani, il 2 settembre, saranno trascorsi 31 anni dalla scomparsa a Beirut dei giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni (in un post precedente il programma delle commemorazioni di venerdì prossimo). In vista di questo anniversario, Amedeo Ricucci ha pubblicato sul suo blog una lettera aperta a Giulio Andreotti, Arnaldo Forlani, Emilio Colombo e a tutti gli uomini politici che sanno ma non hanno mai parlato. Eccone il testo completo (sottoscritto dalle famiglie dei due cronisti):

Venerdì 2 settembre 2011 è il 31° anniversario della scomparsa a Beirut di Italo Toni e Graziella De Palo. Due giornalisti onesti e senza protezioni, che sono stati inghiottiti nel buco nero della guerra civile libanese, con la complicità attiva e passiva dei nostri servizi segreti dell’epoca, in particolare del SISMI di Santovito e Giovannone. A differenza di altre nazioni occidentali – che hanno smosso mari e monti alla ricerca dei loro desaparecidos in Libano – le autorità italiane non hanno fatto nulla in tutti questi anni per cercare di sapere cos’era veramente successo a Italo e Graziella. Anzi, hanno apposto il segreto di stato sulla vicenda, imponendo così un muro di silenzio e di omertà, che è servito solo a proteggere le nostre presunte relazioni internazionali, a partire dal “Lodo Moro”. Contro questo muro si sono infrante sia le inchieste giudiziarie che gli appelli lanciati a più riprese da familiari, amici e colleghi.

Eppure, la verità è nota: la conoscono diversi uomini politici che stavano fra i banchi del governo negli anni che vanno dal 1980 al 1984, e voi in primo luogo; voi che della vicenda vi siete occupati, viste le cariche ricoperte, e che con il SISMI avevate rapporti istituzionali continui e precisi. Per questo mi rivolgo a voi, chiedendovi di parlare. Parlate perché questa triste vicenda possa finalmente chiudersi. Parlate, in nome della giustizia e della verità.

Qui la ricostruzione della vicenda.

Una “guida ai luoghi più misteriosi del mondo” e ai motivi per cui non ritenerli sempre tali

Standard

Guida ai luoghi piu' segreti del mondoL’economista Stephen Klimczuk e il giornalista e blogger Gerald Warner firmano un volume appena uscito in italiano dal titolo Guida ai luoghi più segreti del mondo:

Se è vero, come è vero, che leggere un libro rappresenta uno dei modi migliori di viaggiare con la mente, questa “Guida ai luoghi più segreti del mondo” è in grado di fare di più perché, per la prima volta, mette nero su bianco tutti quei luoghi che i poteri forti – siano essi di carattere politico, economico, militare e spirituale – non vogliono assolutamente farvi visitare. In questo modo i tunnel sotterranei del Vaticano, il giardino dei «Banchieri della Regina» al 440 Strand di Londra, i club dove albergano le sette massoniche europee e americane o l’inquietante Area 51, la zona del Nevada in cui il governo statunitense condurrebbe esperimenti ufologici, vengono raccontate con la stessa chiarezza che ci si aspetta da una «normale» guida turistica. Un reportage sull’ignoto che comprende il fantomatico – e ufficialmente non esistente – «Club 33», creato da Walt Disney in persona, e il satanico Castello di Wewelsburg, quartier generale delle SS di Himmler, la siciliana caverna dei Beati Paoli e la norvegese isola di Svalbard, dove si dice vengano custoditi i semi di tutte le piante del mondo per porre rimedio a eventuali disastri ecologici.

Di fatto l’ottica è soprattutto quella di capire perché certi luoghi diventano protagonisti di quelle che si possono considerare più o meno leggende. E di sfatare le ragioni per cui lo sono diventati.

WikiLeaks: un libro di Beccogiallo per raccontare la storia di Assange a partire dall’etica hacker

Standard

Julian Assange - Dall'etica hacker a WikiLeaksSi intitola Julian Assange – Dall’etica hacker a WikiLeaks il libro a fumetti uscito nella collezione biografie per la casa editrice Beccogiallo. Sceneggiato dal giornalista Dario Morgante e illustrato dall’artista Gianluca Costantini, si presenta con queste parole:

Il 5 aprile 2010, durante una conferenza stampa a Washington, WikiLeaks diffonde un video che mostra l’assassinio di almeno dodici civili iracheni, tra cui due giornalisti della Reuters, durante l’attacco di due elicotteri Apache americani. Da quel giorno, da quel video denominato “Collateral Murder”, WikiLeaks è diventato uno spauracchio costante per i governi di tutto il mondo. “Julian Assange & WikiLeaks” ricostruisce la storia di Julian Assange e dei suoi “complici”, attraversa due interi decenni di sfide informatiche, e risponde a molte delle domande che molti si fanno su WikiLeaks e sulla comunità che ha generato questa piattaforma: quella degli hacker.

Per il libro è stato creato un sito ad hoc dove è disponibile anche un’anteprima in pdf (3MB). E per andare a (ri)vedere il materiale di “Collateral Murder”, la documentazione è invece qui.

Roma, Alemanno e la violenza: Medici sul “Manifesto”, più che della fiction, è colpa della criminalità organizzata

Standard

Tutta colpa del cinema e del piccolo schermo, per il sindaco Gianni Alemanno, a commento dell’infittirsi di fatti criminali a Roma. Sul tema gli risponde dalle colonne del Manifesto il giornalista Sandro Medici (ripreso da Micromega online) che scrive:

Non sono gli immigrati, le comunità rom, i tanti poveracci che vagano, i problemi di questa città. Non sono loro a minacciarla, come sostiene la destra. Semmai è proprio dalle intolleranze e dal razzismo che affiorano comportamenti sociali rancorosi e incattiviti: aggressioni, spedizioni punitive, violenze sessuali, bastonate e puncicate. Alimentando le paure e scaricandole sui più deboli, è questa la Roma che Alemanno ha finito per offrirci.

Ed è in questo quadro desolato, con una città disorientata e incattivita, oltreché impoverita socialmente e culturalmente, che è in corso un tentativo strategico di insediamento criminale nel tessuto economico romano. Un tentativo che intanto sta progressivamente impossessandosi del sistema operativo della criminalità locale, disarticolando equilibri consolidati, eliminando chi fa resistenza o stringendo nuove alleanze.

Un processo che di certo determinerà nuove linee di comando: da cui non sembrano estranee le potenti organizzazioni camorriste e ‘ndranghetiste, bisognose di riversare e riciclare i loro giganteschi profitti illegali in una rete immobiliare e commerciale sostanzialmente «pulita» come quella romana; il recente sequestro di storici e prestigiosi locali, segretamente acquistati da alcuni clan, ne è una clamorosa dimostrazione.

Continua qui.

Su Peacereporter il racconto degli affari di una guerra (sporca), quella libica

Standard

Libia, affari di guerra sporca

Scrive Peacereporter a proposito di Libia, affari di guerra (sporca):

Lunedì, dopo l’ingresso dei ribelli a Tripoli, precipita il prezzo dell’oro e schizzano i titoli di banche e aziende petrolifere che, come Unicredit e Eni, hanno interessi nel Paese e che hanno finanziato i ribelli. Sui quali pesa l’incognita di Al Qaeda.

Il dossier continua qui. Inoltre, sempre in tema, Peacereporter segnala anche questi altri articoli correlati:

Caso Toni-De Palo: il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 31 anni dalla scomparsa dei giornalisti

Standard

XXXI anniversario omicidio giornalisti Graziella De Palo e Italo Toni

Il prossimo 2 settembre saranno trascorsi 31 anni dalla scomparsa a Beirut dei giornalisti italiani Graziella De Palo, 24 anni, e Italo Toni, 50, mai più ritrovati. Si tratta di una vicenda, come scritto in varie occasioni, su cui grava ancora il segreto di Stato (e così sarà fino al 2014). In questi giorni i familiari hanno annunciato gli eventi in programma (per chi ha un account Facebook, è possibile aderire) per non dimenticare questo anniversario. Eventi che comprendono anche la piantumazione di un ulivo alla confluenza dei viali Graziella De Palo e Italo Toni a Villa Gordiani, a Roma. Intanto, sulla vicenda, si possono leggere questi post:

Torna “Storia della Gestapo” di Jacques Delarue, premio per la letteratura della Resistenza in Francia

Standard

Storia della Gestapo di Jacques DelarueIn lingua originale è stato pubblicato dalle edizioni Fayard e, oltre a essere stato tradotto in diciassette lingue, vinse il Prix Littéraire de la Résistance. Ora la casa editrice Odoya ripubblica il libro di Jacques Delarue, classe 1919, intitolato Storia della Gestapo, in uscita il prossimo 12 settembre:

I personaggi, le azioni, la propaganda, le strategie della temibile polizia politica di Hitler. Dalla nascita dell’organizzazione, fino al suo declino in un crescendo di orrore raccontato fin nei gangli del suo meccanismo. Dai sotterfugi attuati per screditare gli oppositori (come l’incendio del Reichstag), fino al perfezionamento delle strumentazioni per il controllo della popolazione (come le intercettazioni), la sua storia spiega come la Gestapo riuscì a creare un dominio reticolare e a tenere di fatto intatto il regime fino a quando i suoi stessi capi non si scontrarono tra loro per il dominio.

Per quanto riguarda le notizie biografiche sull’autore, ecco cose si dice:

Jacques Delarue è stato operaio della Renault di Boulogne-Billancourt dal 1935, poi agente della polizia regionale di Stato di Limoges, impegnato nella Resistenza francese, arrestato e imprigionato fino alla liberazione. Reintegrato nella polizia, è stato chiamato nel dicembre 1945 presso la Direzione centrale della polizia giudiziaria, dove ha partecipato a numerose indagini sui crimini nazisti in Francia. Comandante della X regione militare ad Algeri nel 1957, è attualmente vicepresidente dell’Associazione per gli studi sulla Resistenza (Aeri).

Aldo Giannuli e il racconto di una tradizione italiana, il dossieraggio a uso privato

Standard

Aldo Giannuli racconta sul suo blog di una “tradizione” (“un pezzo di identità nazionale, metà fra storia e folklore, come la pastasciutta, Va pensiero e la mamma”) a cui l’Italia sembra tenere molto, il dossieraggio a uso privato. E ne fa un po’ di storia:

Il generale De Lorenzo si difese davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul Sifar dicendo: “La pratica dei dossier non l’ho inventata io, quando arrivai alla guida del Sifar, essa già c’era”. Infatti, se è con Giolitti che inizia la schedatura sistematica degli oppositori con il Casellario Politico Centrale, con Mussolini nasce la prassi di schedare le massime autorità dello Stato.

Aggiungendo una particolarità:

Il nostro è un dossieraggio democratico: mica solo spionaggio del governo contro l’opposizione, ma anche nei confronti dei colleghi di governo. Tutti schedati, tutti a rischio sputtanamento. La prassi raggiunse livelli di arte sopraffina con la guerra fra i vari potentati Dc dal 1953 in poi.

Per ripercorrerla, la storia di questa tradizione, ricostruisce il caso Montesi e poi si inoltra nello zelo che dimostrò il generale Giovanni De Lorenzo. Il post di Giannuli continua qui.