A vent’anni dall’assedio di Sarajevo, 11.451 sedie dipinte di rosso lungo via Tito per ricordare le vittime del conflitto

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Sono 11.451 (tante quante furono le vittime) le sedie dipinte di rosso e disposte lungo via Tito, a Sarajevo, per il ventesimo anniversario dall’inizio della guerra. “Un anniversario che trova la città balcanica ancora profondamente divisa, il potere spartito tra serbi, croati e musulmani in un solo Stato costruito su quote etniche e unito da governi centrali molto deboli”, scrive Dado Ruvic della Reuters. Se ne può leggere ulteriormente qui.

(Via BoingBoing)

La rete e i lucchetti: dal software ai brevetti fino a oggi, con l’informazione sui social media. Ma il passato insegna che non funzionano

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Viene segnalato l’intervento di Fabrizio Goria su L’Inkiesta. Argomento: Ma davvero Reuters voleva mettere il bavaglio ai miei tweet? Scrive Goria:

Twitter sta rivoluzionando il mondo del giornalismo. Con la sua velocità e la sua capillarità, riesce a raggiungere qualsiasi angolo. Ma può capitare che un colosso come Thomson Reuters decida di prendersela con i reporter, come me, che citano l’agenzia stampa per diffondere news, minacciando azioni legali. L’agenzia di stampa poi, per fortuna, fa marcia indietro dopo che i suoi stessi giornalisti si mostrano sorpresi per l’iniziativa. Ma la storia evidenzia i problemi che hanno i media tradizionali a muoversi nell’innovazione tecnologica e soprattutto in Twitter, che a differenza di Facebook, è un social media e non un social network.

Spunti interessanti che riprongono una questione affrontata con i brevetti sul software (e dunque sulle idee, ma bon solo, si ricordi per esempio quelli sulle pratiche yoga di diverso tempo fa), l’irrigidimento delle norme sul diritto d’autore e anche le recentissime proteste anti-Acta. Sarebbe da formulare un lungo discorso sull’innarestabilità dell’innovazione (e sull’inutilità dei lucchetti: riuscirono per esempio negli anni Novanta ad impedire la diffusione della cifratura di PGP? Pare di no). Ma rimane il discorso che, per quanto impedimenti si possa porre, la diffusione delle informazioni in Rete è qualcosa a cui non si può porre sbarramento. E deve essere così.

Storia di Qamar Hashim, il più giovane fotografo dell’Iraq che gira per le strade di Baghdad e ritrae la vita di tutti i giorni

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La storia del più giovane fotografo dell’Iraq. La racconta la Reuters:

Qamar Hashim è un fotografo di otto anni. Gira per le strade di Baghdad con la sua macchina e […] ha vinto numerosi premi, secondo la Iraqi Society Photographic (Isp).

Qui anche alcuni scatti.

Messico, viaggio all’interno di un laboratorio di metanfetamine tra maschere antigas e forze d’assalto

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Inside a clandestine Mexican meth lab

Inside a clandestine Mexican meth lab (big photo gallery). Lo pubblica Xeni Jardin su BoingBoing riprendendo le fotografie targate Reuters di Alejandro Acosta. Si tratta di scatti effettuati a cavallo di un’operazione antidroga avvenuta lo scorso 23 settembre a Zapotlanejo, in Messico, dove sono state sequestrate decine di tonnellate di componenti per produrre metanfetamine e di cristalli già pronti per la vendita.

WikiLeaks: un libro di Beccogiallo per raccontare la storia di Assange a partire dall’etica hacker

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Julian Assange - Dall'etica hacker a WikiLeaksSi intitola Julian Assange – Dall’etica hacker a WikiLeaks il libro a fumetti uscito nella collezione biografie per la casa editrice Beccogiallo. Sceneggiato dal giornalista Dario Morgante e illustrato dall’artista Gianluca Costantini, si presenta con queste parole:

Il 5 aprile 2010, durante una conferenza stampa a Washington, WikiLeaks diffonde un video che mostra l’assassinio di almeno dodici civili iracheni, tra cui due giornalisti della Reuters, durante l’attacco di due elicotteri Apache americani. Da quel giorno, da quel video denominato “Collateral Murder”, WikiLeaks è diventato uno spauracchio costante per i governi di tutto il mondo. “Julian Assange & WikiLeaks” ricostruisce la storia di Julian Assange e dei suoi “complici”, attraversa due interi decenni di sfide informatiche, e risponde a molte delle domande che molti si fanno su WikiLeaks e sulla comunità che ha generato questa piattaforma: quella degli hacker.

Per il libro è stato creato un sito ad hoc dove è disponibile anche un’anteprima in pdf (3MB). E per andare a (ri)vedere il materiale di “Collateral Murder”, la documentazione è invece qui.

Rotte sottomarine per il narcotraffico tra Colombia e Stati Uniti

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Submarine - Foto di Nils Kuhn

C’è chi usa i terroristi baschi per recuperare i crediti non saldati del traffico di droga. E chi invece trasporta cocaina passando sotto la superficie dei mari. Come accaduto con la scoperta in Honduras: oltre 2 tonnellate e mezzo sequestrate due settimane fa circa mentre viaggiavano sotto il pelo dell’acqua dalla Colombia agli Stati Uniti.

(Via BoingBoing)

Collateral Murder: Wikileaks documenta la strage di Bagdad perpetrata dall’esercito Usa

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Collateral Murder: si intitola così il sito creato da Wikileaks (progetto di cui già si è parlato e che, per la delicatezza dei documenti che pubblica, si è tentato di chiudere in varie riprese) per rendere pubblico il documento video diffuso ieri a proposito della guerra in Iraq:

Il video classificato dell’esercito Usa mostra l’omicidio indiscriminato di una dozzina di persone – tra cui due dello staff dell’agenzia Reuters – in un sobborgo di Bagdad. La Reuters ha provato ai tempi dell’attacco a ottenere il filmato tramite il Freedom of Information Act, ma non ha avuto successo. A sparare è un elicottero Apache dell’esercito Usa e le immagini fanno vedere chiaramente l’immotivato assassinio di un operatore della Reuters ferito e dei suoi soccorritori. Anche due bambini sono rimasti gravemente feriti.

Se ne parla anche su Lsdi, Crimeblog, su Internazionale e sull’Antefatto.

Del video ne esistono due versioni: una breve (17 minuti e 47 secondi) e una più lunga (39 minuti e 14 secondi). Su Collateral Murder è stato reso pubblico anche altro materiale a complemento, come le trascrizioni delle comunicazioni, le foto dell’attacco e la timeline degli eventi. C’è anche una sezione download.

Social media e giornalismo: le linee guida di Reuters

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Martin Stabe segnala le Social media guidelines di Reuters contenute all’interno del suo manuale di giornalismo:

Vogliamo incoraggiarvi ad approcciare i social media nel vostro modo di fare giornalismo, ma dobbiamo assicurarci che siate consapevole dei rischi, in special modo quelli legati alla costruzione della propria indipendenza e della propria libertà. Le nostre raccomandazioni offrono consigli generali con suggerimenti più dettagliati per gestire la vostra presenza sui più popolari social network. Questo è un mondo in rapido cambiamento e occorre esercitare il proprio senso critico in diverse aree.

Trasparanza, separazione dell’utilizzo professionale da quello personale e infine un occhio alle enciclopedie online alcune delle sezioni in cui si articola il documento.