“The Colony”: il documentario di Al Jazeera sul presidio nazista nella Patagonia cilena. Storia di esperimenti e torture

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Internazionale presenta il documentario realizzato da Al Jazeera con il titolo Colonia Dignità: il passato nero del Cile:

Nel 1961 Paul Schäfer, un ex nazista scappato dalla Germania, si rifugiò nelle montagne della Patagonia cilena dove fondò una colonia tedesca chiamata Colonia Dignidad o Villa Baviera. Un documentario di Al Jazeera ricostruisce i rapporti della colonia con il regime di Augusto Pinochet. Durante la dittatura il paese andino divenne, infatti, un campo di tortura per gli oppositori politici del regime […].

Al Jazeera, che ha seguito dal 1996, la vicenda della Colonia racconta la storia di Winfried Hempel, un ragazzo crescuito nella Colonia senza sapere chi fossero i suoi genitori e senza avere nessuna cognizione di quello che stava succedendo in Cile. Fino a vent’anni Hempel non sapeva nemmeno parlare spagnolo.

Qui il link diretto alla pagina di Al Jazeera.

“Gaza Hospital: Beirut”: il documentario di Al Jazeera a trent’anni dal massacro di Sabra e Shatila

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Gaza Hospital: Beirut, un reportage di Federico Schiavi e Marco Pasquini per Al Jazeera:

Tre medici tornano a Beirut e rievocano gli eventi a cui hanno assistito al Gaza Hospital durante il massacro di Sabra e Shatila.

Il reportage, realizzato a trent’anni di distanza dai fatti narrati, fa parte dei filmati realizzati per la sezione Witness.

Guerra del Vietnam: trentasette anni dopo ci si avvicina a 4 mila dei 300 mila dispersi

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Alla ricerca di chi dal fronte non ci è mai tornato, trentasette anni (si combatté dal 1960 al 1975) e 300 mila dispersi dopo la guerra del Vietnam. Se ne stanno occupando due veterani australiani, Derrill de Heer e Bob Hall, che hanno interpolato i dati di riferimento e indicato la zona approssimativa in cui si potrebbero trovare circa quattromila soldati. Lo spiega il reportage di Al Jazeera.

Casting Inshallah: Al Jazeera World racconta la storia di Ouarzazate, la Hollywood del Marocco

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Casting Inshallah è un reportage di Al Jazeera World su Ouarzazate, città del Marocco meridionale diventata tra le più ambite location cinematografiche, anche da parte delle produzioni internazionali, e con i più grandi studios del Paese. Qui sono stati girati film di fama come Lawrence d’Arabia, Il gladiatore, Le crociate e Babel e nel tempo la mecca del grande schermo del Maghreb è cresciuta per un flusso migratorio interno di aspiranti addetti ai lavori.

(Via Internazionale)

Su Peacereporter il racconto degli affari di una guerra (sporca), quella libica

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Libia, affari di guerra sporca

Scrive Peacereporter a proposito di Libia, affari di guerra (sporca):

Lunedì, dopo l’ingresso dei ribelli a Tripoli, precipita il prezzo dell’oro e schizzano i titoli di banche e aziende petrolifere che, come Unicredit e Eni, hanno interessi nel Paese e che hanno finanziato i ribelli. Sui quali pesa l’incognita di Al Qaeda.

Il dossier continua qui. Inoltre, sempre in tema, Peacereporter segnala anche questi altri articoli correlati:

Al Jazeera Transparency Unit: per la divulgazione di documenti in arabo e in inglese (ma non solo)

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Al Jazeera Transparency Unit

Una risposta a Wikileaks: Al Jazeera Transparency Unit (AJTU). Per saperne di più. Per inviare documentazione. Per cercare i file.

Aggiunge in proposito Paolo Brini su Facebook:

Il sito è bloccato almeno in Palestina, il metodo più veloce per aggirare la censura è http://proxy.cryptoanarchy.org/aljaz ma non è criptato.

Per accedervi solo in lettura (non va bene per fare l’upload) con criptazione (nel caso in cui SS…L/TLS non risulti bloccato) fra i tanti modi c’è questo proxy su infrastruttura Google Appspot (scritto in Python, non inietta ads, e ha un certificato SSL valido): https://9000tunnels.appspot.com/ajtransparency.com/

Sempre se le connessioni TLS non vengono bloccate airvpn è più flessibile perché non ha le limitazioni di un proxy e consente connessioni su porta 53 (fondamentale per molti regimi censori): https://airvpn.org/

Inoltre è possibile usare AirVPN over TOR, cosa molto importante.

Ilaria Alpi: online il documentario “The toxic truth” di Al Jazeera

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Andato in onda lo scorso 17 gennaio, è stato messo in rete il documentario The toxic truth, reportage contenuto nella trasmissione People & Power di Al Jazeera e realizzato da due giornalisti italiani, Emanuele Piano e Alessandro Righi. Tema centrale è stato il caso di Ilaria Alpi e di Miran Hrovatin, uccisi a Mogadiscio il 20 marzo 1994, e dell’inchiesta che stavano conducendo a proposito di un traffico d’armi e di rifiuti tossico-nocivi nel Corno d’Africa. Annunciato da Woman.it e dall’osservatorio sull’informazione dedicato alla memoria della giornalista Rai, il reportage è stato messo a disposizione sul canale Youtube dell’emittente del Qatar e suddiviso in due parti (qui la prima e qui invece la seconda): nodi della ricostruzione sono la situazione del Paese, lo stato delle indagini – compresa la condanna del cittadino somalo accusato di aver fatto parte del commando (un “capro espiatorio”, secondo l’avvocato Douglas Duale, che lo difese) – il tentativo di voler archiviare ulteriori approfondimenti e la voce dei genitori di Ilaria Alpi, instancabili della loro ricerca che dura da quasi quindici anni.

Online l’archivio Creative Commons di Al Jazeera

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Al Jazeera Creative Commons RepositoryQuesta è una notizia da diffondere: la riprendono Bernardo Parrella e il blog di CC.org scrivendo che Al Jazeera Network ha annunciato di aver aperto il primo archivio di filmati di qualità professionale rilasciati con la più libera delle licenze Creative Commons, la 3.0 Attribuzione (che in sostanza consente l’uso di un contenuto per qualsiasi scopo, compreso quello commerciale e la derivazione di nuove opere, citando l’autore del contenuto stesso). L’Al Jazeera Creative Commons Repository al momento mette a disposizione video sul conflitto in corso a Gaza realizzati dalle troupe dell’emittente televisiva del Qatar e quanto è e andrà online sarà disponibile in inglese e in arabo. In rete anche i documentari e gli eventi pubblici tramite i canali di Youtube. Per saperne di più qui c’è il comunicato stampa che annuncia l’iniziativa di Al Jazeera.