Agenzia Dire: una borsa di studio dell’ordine dei giornalisti in memoria di Simone Rochira

Standard

Poco tempo un giovane giornalista è scomparso e a breve la sua memoria verrà ricordata nel modo migliore. Scrive a questo proposito l’Agenzia Dire:

Giornalismo, nasce la borsa di studio “Simone Rochira”. Mercoledì l’ordine ricorda il collega della Dire morto a 33 anni

(DIRE) Bologna, 26 feb. – L’idea era stata lanciata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, Gerardo Bombonato, nelle ore immediatamente successive alla morte del nostro collega Simone Rochira, il 15 dicembre scorso, a 33 anni, per un male incurabile. Un’idea che mercoledì prossimo, 2 marzo, troverà compimento, permettendoci di ricordare Simone proiettando il mestiere che amava in un altro giovane appassionato com’era lui.

Alle 15, nella sede dell’Ordine a Bologna (Strada Maggiore 6) sarà assegnata la borsa di studio “Simone Rochira”. Il premio (6.000 euro, la retta di iscrizione annuale, deliberato dal consiglio dell’Ordine il 7 febbraio scorso) andrà al migliore studente della scuola di Giornalismo “Ilaria Alpi”, istituita da Ordine e Università. La stessa che il nostro Simone aveva frequentato con profitto prima di essere assunto alla “Dire” nel 2007.

Alla consegna del premio, oltre a Bombonato, al direttore della Scuola di Giornalismo, Angelo Varni e al direttore della “Dire”, Giuseppe Pace, parteciperanno i famigliari di Simone. L’invito è naturalmente esteso a tutti coloro che l’hanno conosciuto e apprezzato. Lunedì prossimo sarà reso noto il nome dello studente vincitore.

Licio Gelli: ecco come ci dividevamo gli apparati. Qualche altra dichiarazione dal signor P2

Standard

Dopo aver preso la parola a fine gennaio, Licio Gelli torna a raccontare la “sua” versione e lo anticipa l’Ansa scrivendo di un’intervista più ampia in uscita domani. Ecco di seguito quanto si può leggere.

“Giulio Andreotti sarebbe stato il vero “padrone” della loggia P2? Per carità… Io avevo la P2, Cossiga la Gladio e Andreotti l’Anello”. L’Anello? “Sì, ma ne parleremo la prossima volta”. Con poche parole l’ex venerabile Gelli conferma per la prima volta che il senatore Andreotti sarebbe stato il referente di un’organizzazione quasi sconosciuta, un sorta di servizio segreto parallelo e clandestino, un possibile anello di congiunzione tra i servizi segreti (usati in funzione anticomunista) e la società civile.

Il settimanale Oggi, che pubblica l’intervista a Gelli nel numero in edicola domani, ha chiesto un commento ad Andreotti, che con queste parole ha fatto sapere di non voler commentare. Gelli dice: “Se avessi vent’anni di meno, mobiliterei il popolo, bloccherei ferrovie e autostrade per protestare contro l’ingerenza dell’Europa. Per bloccare chi vieta di esporre il crocifisso negli edifici pubblici”.

Sulla P2, Licio Gelli tra l’altro dice: “La rifarei. Anche se tanto del mio Piano di rinascita è stato realizzato. Mi sarebbero bastati altri quattro mesi. Solo quattro. E avrei cambiato il sistema politico senza colpo ferire”. L’ex venerabile dà un giudizio negativo su Berlusconi: “La sua politica non mi piace. Si è dimostrato un debole, ha paura della minoranza e non fa valere il potere che il popolo gli ha dato. Oggi il Paese è in una fase di stallo. Molto pericolosa. Berlusconi è stato troppo goliardico, avrebbe dovuto dedicare più tempo ad altri incontri, ad altre cene”. Lapidario il giudizio su Gianfranco Fini: “È un uomo senza carattere”.
Continue reading

Documentario franco-tedesco racconta l’anomalia del Caimano e della sua storia

Standard

Lettera43, il quotidiano online diretto da Paolo Madron, pubblica la storia del Caimano alla tedesca, raccontando del documentario franco-tedesco Die Akte Berlusconi, prodotto da Arte.tv e Zdf e realizzato da Maria Rosa Bobbi e Michael Busse. Se il video può essere visto in versione integrale qui (per buona parte in tedesco), l’articolo anticipa che:

«Il tycoon di Mediaset vuole davvero plasmare l’Italia a immagine e somiglianza del piano di “rinascita democratica” della loggia di Licio Gelli Propaganda Due?» L’ipotesi è stata portata avanti per tutti i 52 minuti della pellicola […] che i documentaristi hanno girato, partendo dal presupposto di perseguire una tesi predefinita, sulla base della mole del materiale raccolto. Così, minuto dopo minuto, nel lavoro di Bobbi e Busse, “premiata coppia” che in 30 anni […] ha confezionato 50 documentari su commissione, ha preso corpo un parallelo tra l’Italia odierna del governo Berlusconi e quella disegnata, negli anni ’70, dagli uomini di Gelli, fino a quando, nel 1981, con la pubblicazione delle liste, non esplose lo scandalo P2 […]. Dagli indizi che vogliono la sua carriera di imprenditore costruita grazie ai soldi e alla protezione della mafia all’incontrastato potere di manipolazione dell’opinione pubblica raggiunto con le sue tivù, com’è possibile, si sono chiesti i due filmmaker nella versione franco-tedesca del Caimano, che Berlusconi, nonostante le ripetute violazioni, finora l’abbia sempre fatta franca, superando indenne ben oltre 20 procedimenti giudiziari?

L’articolo merita di essere letto per esteso. Tra gli intervistati nel documentario, invece, il senatore Sergio Flamigni, i magistrati Gherardo Colombo e Mario Ristuccia, il colonnello della guardia di finanza Guido Mario Geremia, don Antonio Gallo, il giornalista Raffaele Fiengo, l’imprenditore Francesco Di Stefano (l’editore di Europa 7, inciampata nel cosiddetto lodo Rete4), il politico Leoluca Orlando, l’architetto del premier Mario Catalano e lo stesso pluricitato nel video Licio Gelli (tornato a parlare poche settimane fa). C’è margine per sperare che una tivù italiana ne acquisti i diritti e lo trasmetta anche nel Belpaese?

“Crimini di guerra”: Vanguard racconta la storia dei militari affetti da sindrome post-traumatica

Standard

L’altra faccia dei crimini di guerra, raccontata da Vanguard:

Il nostro inviato Kaj Larsen indaga sull’allarmante crescita del numero di soldati affetti da sindrome post-traumatica in seguito alle missioni svolte all’estero.

E il risvolto sono gli episodi di violenza provocati da alcune delle persone per le quali è stata formulata una diagnosi di PTSD. Che, stando alle stime, riguarderebbe un terzo degli oltre due milioni di militari che hanno partecipato a conflitti.

California Watch Media Network: una rete per il giornalismo investigativo

Standard

California Watch Media NetworkLsdi racconta che nasce in California un network di giornalismo investigativo:

Un nuovo network di giornalismo investigativo. È il California Watch Media Network, lanciato in questi giorni da California Watch, un progetto del Center for Investigative Reporting, e raccoglie l’adesione di alcune delle maggiori testate giornalistiche dello stato americano. Fanno parte della struttura – spiega Businessjournalism – , San Francisco Chronicle, Sacramento Bee, San Diego Union Tribune, Orange County Register, Bakersfield Californian e Fresno Bee.

I giornali che hanno aderito alla rete riceveranno quotidianamente articoli e servizi da parte di California Watch, che a questo punto diventa il più grande team investigativo dello Stato, e che coordinerà progetti di ricerca e di inchieste comuni fra i giornalisti investigativi delle varie testate. “L’anno scorso abbiamo realizzato più di 40 servizi di inchiesta, un giornalismo di grosso impatto”, racconta Mark Katches, direttore editoriale di California Watch, “che ha prodotto modifiche legislative, progetti di riforma e ha portato anche all’arresto di un criminale”.

Lo staff di California Watch ha prodotto finora più di 1200 articoli, un insieme di notizie di attualità, analisi e approfondimenti. Nel 2010 i materiali giornalistici prodotti sono stati venduti direttamente a 80 diverse testate. Quest’ anno si è passati a una offerta globale a un numero limitato di testate. La gran parte dei membri del network avranno accesso a un determinato numero di servizi, oltre ai post quotidiani prodotti dalla redazione.

Interessante la sezione in cui si mette a disposizione una serie di guide e di strumenti per i reporter.

Dentro l’inchiesta, un racconto dell’Italia nelle indagini dei reporter da Salvatore Giuliano al giornalismo partecipativo

Standard

Dentro l'inchiestDentro l’inchiesta – L’Italia nelle indagini dei reporter è un libro uscito un po’ di tempo fa (era lo scorso ottobre) per i tipi delle Edizioni della sera nella collana Cronache moderne. Scritto da Gerardo Adinolfi con prefazione di Sandro Provvisionato, ecco quali temi racconta:

“Dentro l’inchiesta” è un viaggio nel giornalismo investigativo italiano. Dall’indagine sulla morte del bandito Giuliano, alle inchieste di Report. Passando per il periodo della controinformazione, delle stragi, di Ustica, degli scandali Lockheed, Gladio, P2 e Tangentopoli. Fino alle inchieste sull’immigrazione di Fabrizio Gatti, su “L’Espresso”, e di Stefano Liberti, su “il manifesto”. Ai documentari sulle mafie che trovano poco spazio in televisione, alle nuove forme di inchieste de “Le Iene” e “Striscia la Notizia” fino al citizen journalism che si sta sviluppando sul web. Ma cosa è un’inchiesta? Quali sono i rischi, le tecniche? “Dentro l’inchiesta” racconta cosa è, e quali sono stati gli esempi di giornalismo investigativo che più hanno scosso l’opinione pubblica italiana. Attraverso le testimonianze dei reporter che hanno raccontato misteri e scandali del nostro Paese, e che con le loro indagini contribuiscono a soddisfare il bisogno di informazione dei cittadini.

Il libro è anche un blog omonimo e qui si può trovare il booktrailer.

Peacereporter: in Cile si apre un’inchiesta sulla morte di Salvador Allende

Standard

Interessante notizia diffusa da Peacereporter secondo la quale in Cile è aperta indagine sulla morte dell’ex presidente Allende:

La magistratura cilena ha intenzione di avviare un’inchiesta sulla morte dell’ex presidente Salvador Allende avvenuta nel settembre del 1973 al Palazzo della Moneda, durante il colpo di Stato attuato da Augusto Pinochet. Lunedì scorso, il procuratore Beatriz Pedrals ha presentato presso un tribunale le richieste relative a 726 casi di violazioni di diritti umani tra il 1973 e il 1990, sui quali la magistratura non ha mai effettuato alcuna indagine. Tra questi fascicoli, secondo la stampa locale, vi era anche quello relativo al generale, che sarà esaminato dal giudice Mario Carroza. È la prima volta che viene aperta un’indagine sulla morte di Allende che, secondo alcuni ricostruzioni, si sarebbe ucciso al Palazzo della Moneda, mentre questo veniva attaccato dagli aerei di Pinochet.

Nel Giorno della Memoria delle vittime della Shoa e delle dittature europee, è una buona notizia anche per altre memorie da conservare. E approfondire.

Su Narcomafie Alberto Spampinato torna sui giornalisti minacciati, storie calate nel silenzio

Standard

Narcomafie sui giornalisti minacciatiSu Narcomafie si scrive di piccole minacce [che] crescono, silenzi e impegni per i giornalisti “invisibili”. Lo fa Alberto Spampinato, dell’osservatorio Ossigeno per l’informazione:

Non si parla di queste cose, in tv e sui giornali, ma cresce la consapevolezza che esistono molti bavagli. Tant’è vero che se n’è parlato anche al Quirinale, dove il presidente Napolitano venerdì 21 gennaio ha riunito il mondo del giornalismo per l’annuale “Giornata dell’Informazione”. “Il numero dei giornalisti italiani minacciati è incredibilmente aumentato negli ultimi anni”, ha detto il presidente dell’Ordine dei Giornalisti Enzo Iacopino, citando i dati dell’osservatorio Ossigeno per l’Informazione. Se n’è parlato anche a Bergamo, al congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti. II segretario della FNSI, Franco Siddi , rieletto dal congresso, ha citato i dati di Ossigeno e ha detto che bisogna difendere di più e meglio i giornalisti minacciata dalla mafia e da chiunque altro. “Quando un giornalista è in pericolo – ha affermato – ce ne deve essere immediatamente un altro che si mette al suo fianco per proteggerlo e non farlo sentire solo. A fianco di ogni minacciato ci deve essere tutto il sindacato dei giornalisti. Il sindacato esiste proprio per non far sentire solo nessuno”. Anch’io ho parlato al congresso. Quando ho ricordato i nomi dei giornalisti italiani uccisi e le centinaia di giornalisti minacciati e resi invisibili, tutto il congresso si è commosso, si è alzato in piedi e ha tributato un grande applauso. Nessuna cronaca lo ha riferito, ma è stato un buon segno.

Nel pezzo di Spampinato si fa riferimento alle storie Nello Rega (Televideo), Giulio Cavalli (attore e consigliere regionale lombardo) e Fabio Amendolara (Il Quotidiano della Basilicata).

Il giro della nera: il crime mapping in Italia tra utilità e strumento da analizzare con attenzione

Standard

Il giro della nera a Milano centro

Il crime mapping, strumento per effettuare analisi sul crimine in base alla sua mappatura attraverso strumenti di geolocalizzazione, viene raccontato su Lsdi (che già ne aveva parlato tempo addietro) attraverso un’intervista al giornalista Daniele Belleri, autore del blog Il giro della nera. Belleri peraltro avverte:

Le mappe del crimine sono strumenti che vanno usati con cautela anche per altri rischi che portano con sé. Il primo è quello di stigmatizzare le aree urbane dove si verificano più reati. Il secondo è quello di incoraggiare una visione egoistica della città, dove la ricerca di sicurezza raggiunga vertici di paranoia e intolleranza ai minimi segnali di socialità nello spazio pubblico, in una vittoria del modello delle gated community anglosassoni o dei coprifuoco milanesi.

Spetta al giornalista ovviare a queste derive, e i modi possono essere quelli della comparazione. Una comparazione prima di tutto statistica, cioè un confronto per evidenziare i risultati positivi ottenuti nel corso degli anni sul versante del calo dei reati, in alcuni quartieri. Questo avrebbe il doppio risultato di fare pressioni sull’amministrazione cittadina, per un suo intervento, e di offrire alle aree oggi più in difficoltà una prospettiva di riscatto a breve termine”.

Un avvertimento già rilevato da The Omicide Report, uno dei primi esperimenti in questo senso con base a Los Angeles e che già da tempo fa uso di una propria mappa del crimine. Tra le risorse suggerite da Belleri, la rappresentazione dei delitti a Londra.

Aggiornamento del 27 gennaio 2011: un nuovo articolo che parla dell’argomento, ancora da Lsdi. Nuovi giornalismi, un blog-osservatorio sugli omicidi a Washington.