Al Jazeera Transparency Unit: per la divulgazione di documenti in arabo e in inglese (ma non solo)

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Al Jazeera Transparency Unit

Una risposta a Wikileaks: Al Jazeera Transparency Unit (AJTU). Per saperne di più. Per inviare documentazione. Per cercare i file.

Aggiunge in proposito Paolo Brini su Facebook:

Il sito è bloccato almeno in Palestina, il metodo più veloce per aggirare la censura è http://proxy.cryptoanarchy.org/aljaz ma non è criptato.

Per accedervi solo in lettura (non va bene per fare l’upload) con criptazione (nel caso in cui SS…L/TLS non risulti bloccato) fra i tanti modi c’è questo proxy su infrastruttura Google Appspot (scritto in Python, non inietta ads, e ha un certificato SSL valido): https://9000tunnels.appspot.com/ajtransparency.com/

Sempre se le connessioni TLS non vengono bloccate airvpn è più flessibile perché non ha le limitazioni di un proxy e consente connessioni su porta 53 (fondamentale per molti regimi censori): https://airvpn.org/

Inoltre è possibile usare AirVPN over TOR, cosa molto importante.

Il giornalismo d’inchiesta in Friuli Venezia Giulia riprende online con “La voce di Trieste”

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La Voce di Trieste

Dopo questa notizia arriva la reazione. Ed è positiva:

Lo staff redazionale ed il direttore Paolo G. Parovel che producevano il settimanale d’inchiesta triestino “Il Tuono”, azzerato clamorosamente il 7 gennaio dall’editore, rilanciano come promesso. Da questo sabato 22 gennaio escono infatti col nuovo settimanale La Voce di Trieste, per ora solo in rete ma progettando di tornare appena possibile anche in edicola per raggiungere i lettori che non usano internet.

Il primo numero contiene le inchieste sulle concessioni edilizie illegittime del Comune di Trieste recentemente annullate dal Consiglio di Stato e sulle morti per amianto nelle caserme della Guardia di Finanza, oltre ad una quantità di altri articoli, notizie ed appuntamenti di varia attualità e cultura.

L’editoriale chiarisce che il nuovo periodico “nasce come risposta immediata ad un atto di censura stampa prepotente ed intollerabile per l’intera categoria dei giornalisti”,e non è concorrenziale agli altri media locali e regionali perché ha funzioni diverse. Verrà inoltre rilevato tra breve da un’apposita organizzazione per la libertà di stampa, mentre al momento è stato intestato in via provvisoria al direttore Parovel per abbreviare i tempi d’uscita.

Si inizia tra oggi e domani.

Genocidio, crimine impunito? Se ne parla a Ca’ Foscari in un workshop per il Giorno della Memoria

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Genocidio crimine impunito

Dunque, le coordinate del convegno per il Giorno nella Memoria (organizzato dall’Associazione Olokaustos e dal Centro interdipartimentale di ricerca sui diritti dell’uomo) sono riportate sopra e si può aggiungere che parteciperanno Amnesty International Venezia, Deportate esuli e profughe (Dep, rivista telematica di studi sulla memoria femminile) e Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace. Il programma dettagliato invece è riportato sotto:

Genocidio crimine impunito - Il programma

“Tutto vero: ti querelo!”: Cinquegrani torna sui revolver giudiziari puntati contro i giornalisti

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Forbidden - Foto di Carsten UllrichAncora dal mensile La voce delle voci di gennaio un articolo di Andrea Cinquegrani, codirettore del giornale insieme a Rita Pennarola, che scrive un pezzo intitolato Tutto vero: ti querelo!:

C’è la guerra preventiva, stile Usa. C’è la galera preventiva, come invoca oggi Gasparri per chi protesta contro la legge Gelmini. Ci sono le citazioni milionarie per mettere il bavaglio a quel poco di stampa libera che resta sul campo (sempre più martoriata…). L’abbiamo già scritto e ri-scritto, denunciato e ri-denunciato: le citazioni civili sono un revolver puntato contro chi osa documentare gli affari dei Palazzi e dei loro Potenti Inquilini. Senza se e senza ma. Non esiste paese al mondo in cui le Ferrovie ti sparano addosso – come è successo a Milena Gabanelli e al suo Report, oppure a Claudio Gatti, autore del libro denuncia sulle Fs Fuori Orario – una citazione per danni da milioni di euro, per fare un solo esempio.

Così fece esattamente vent’anni fa, l’allora potente zar del Bilancio, Paolo Cirino Pomicino, con noi della Voce, che avevamo scritto e pubblicato il libro ‘O ministro: ci chiese, allora, 11 miliardi di vecchie lire, ovviamente da devolvere in opere di bene. Mentre siamo al centosettantesimo posto o giù di lì per tasso di sviluppo, superati anche da Haiti, siamo al primo, in assoluto, su questo fronte: negli altri paesi europei – pochi lo sanno – un simile sistema intimidatorio non esiste, in Spagna e in Francia, due soli casi, è previsto un tetto (tipo 20-30 mila euro), a maggior ragione valido per le testate minori, altrimenti facilissimo bersaglio del Ras di turno che a costo zero (tanto per loro, gli Inquilini dei Palazzi, le spese legali sono un optional) ti spara bordate mortali.

Il tutto, senza freni, senza regole, senza pagarne minime conseguenze (quando poi dopo anni verrà fatta giustizia in aula). Non sarebbe il caso – per dirne una con Gabanelli – di depositare in via cauzionale un tot, mettiamo il 10 per cento presso il tribunale, su un conto infruttifero, come cauzione: ti chiedo 1 milione di euro per danni, deposito 100 mila euro come cauzione. Almeno si darebbero una regolata o ci penserebbero un attimo prima di imbracciare la lupara.

Fra le novità di stagione, comunque, ci sono anche le citazioni “autogol”, in cui vieni accusato per aver scritto cose assolutamente veritiere, come ammette il “presunto” diffamato persino nell’atto giudiziario che ti viene notificato. Non contento, cita l’autore dell’articolo, il direttore responsabile e anche il condirettore. Non gli basta, perché la pancia non è piena: confeziona il tutto in un pacchetto-regalo e sporge anche un querela, passando così sul piano penale, tanto per dimostrare d’aver un pizzico di coraggio (si sa, nel penale esiste un pm, è possibile introdurre testi etc.). Succede a noi della Voce, bersaglio privilegiato per Potenti di prima e seconda repubblica, camorristi, faccendieri e compagnia cantando.

Per continuare a leggere si clicchi qui. E a proposito di ciò che non si può scrivere – e nemmeno citare – si dia un’occhiata a questo post pubblicato sul blog della casa editrice Chiarelettere.

Women are heroes: dalla Francia un film sulle donne di Brasile, India, Kenia e Cambogia

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“Ritratti di donne del XXI secolo. Anonime ed eroiche”, incontrate “ai quattro angoli del mondo e in particolare in Brasile, India, Kenia e Cambogia”. È il lungometraggio Women are heroes di JR, produzione di Arte France Cinéma, Dum Dum Films, Social Animals e Studio 37. Per Women are heroes è stata creata anche una pagina Facebook.

(Via @Lis_Selavy)

E così, nel 2011, venne il giorno in cui si invocò il rogo di libri e scrittori ritenuti “scomodi” nelle biblioteche (del veneziano)

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Da Venezia il rogo dei libri

Ebbene sì, c’è chi vuole far sbattere fuori dalle biblioteche della provincia di Venezia molti libri di molti scrittori italiani e francesi. Motivazione? Il sostegno a Cesare Battisti, per quanto la ragione suoni come una scusa. Per saperne di più si legga qui o anche qui (se ne parla anche Booksblog). Per indignarsi, si scriva all’indirizzo info[at]speranzon.it. Per rimanere aggiornati, su Twitter si può seguire @Wu_Ming_Foundt.

Aggiornamento: sul blog di Loredana Lipperini viene riportato che la Provincia di Venezia (e non solo) prende le distanze dalla lista di proscrizione letteraria di Raffaele Speranzon.

Aggiornamento del 19 gennaio: Booksblog racconta che la farsa continua: la Regione Veneto invita le scuole a censurare gli autori della lista nera.

Toptenz.net: i dieci fotoreporter che hanno fatto la storia del giornalismo per immagini

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Saigon, 1968, Eddie Adams

Nel presentare la sua classifica dei dieci migliori fotoreporter, il sito Toptenz.net scrive, ricordando come questa sia una professione sempre più in via di scomparsa (si pensi solo alla chiusura dell’agenzia Grazia Neri, un paio d’anni fa):

È incredibile poter guardare una serie di immagini, se non una singola immagine, ed essere nella condizione di tracciare i contorni di una storia – che non per forza deve essere commuovente – arrivando al suo messaggio, l’elemento più importante. Di seguito sono elencati dieci fotoreporter celebri […]. Molti di loro hanno rischiato la vita, alcuni hanno assistito a fatti che per i più sono inimmaginabili. E ognuno di loro è stato in grado di poter impugnare una macchina fotografica e di scattare alcune istantanee famose.

Tra i fotografi inseriti in questa top-10 ci sono Philip Jones Griffiths, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau, David Burnett, Robert Capa, David Seymour, Dorothea Lange, Margaret Bourke-White, Eddie Adams (autore dell’immagine ad apertura di questo post) e Robert Frank.

(Via Neatorama)

Wikileaks: libri in arrivo e già arrivati sul progetto di Assange per raccontarne luci e ombre

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Inside WikileaksBooksblog riprende un’anticipazione di Affaritaliani.it in cui si dice che è in uscita per Marsilio l’attesissimo “Inside Wikileaks”. La data di pubblicazione prevista è il 16 febbraio (e a darlo alle stampe è Marsilio) mentre il volume viene presentato in questi termini:

Daniel Domscheit-Berg [l’autore, NdB] è l’ex portavoce di Wikileaks (ha ricoperto la carica fino a settembre 2010) e ha sbattuto la porta per via di profondi disaccordi con il fondatore del sito più discusso degli ultimi mesi. Il suo memoir, dal titolo “Inside WikiLeaks. La mia esperienza al fianco di Julian Assange nel sito più pericoloso del mondo”, anticipa l’uscita (in Italia per Feltrinelli) del libro di Assange stesso […]. Nel suo “Inside Wikileaks”, l’ex portavoce promette di svelare l’evoluzione, i finanziamenti, le tensioni all’interno di Wikileaks, a partire dal suo primo incontro con Assange, datato dicembre 2007. Quanto all’autore, si sa che Daniel Domscheit-Berg, nato in Germania nel 1978, ha ricevuto in regalo il primo computer all’età di otto anni. Terminati gli studi, ha cominciato a lavorare come programmatore. Anche prima del suo coinvolgimento in WikiLeaks è stato un attivo militante del movimento per la libera informazione. Recentemente ha annunciato di essere al lavoro insieme ad altri fuoriusciti da WikiLeaks su OpenLeaks, un sito analogo ma concorrente.

Wikileaks. Il libro dei fatti che non dovevate sapereDi fatto, alla fine dell’anno scorso i più “veloci” erano stati quelli di Editori Riuniti con il libro di Ludovica Amici intitolato Wikileaks. Il libro dei fatti che non dovevate sapere:

La rete è libera e non segue le regole finora conosciute dell’informazione. Wikileaks ne è la dimostrazione più evidente e dirompente. Centinaia di migliaia di documenti segreti hanno messo in imbarazzo i governi di tutto il mondo, a partire dagli Usa, coinvolgendo anche l’amministrazione Obama. Un vero e proprio fenomeno mondiale, che vede milioni di utenti connettersi al portale creato dall’enigmatico Dulian Assange e consultare una mole poderosa di materiale finora sconosciuto – o solo immaginato. Una rivoluzione dell’informazione ai tempi del web 2.0, una finestra finalmente spalancata sugli orrori delle guerre, sui soprusi dei governi e delle multinazionali, sulla corruzione e sul reale funzionamento delle diplomazie. Nulla sarà più come prima dopo Wikileaks.

L’etica introvabile della comunicazione di crisi: in italiano un articolo di Thierry Libaert (Observatoire International des Crises)

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Observatoire International des CrisesIl francese Magazine de la communication de crise et sensible, rivista dell’Observatoire International des Crises, ha di recente pubblicato un articolo di Thierry Libaert (già incontrato qui) intitolato L’éthique introuvable de la communication de crise. Disponibile sempre sul sito dell’osservatorio d’Oltralpe, ne è stata tratta anche una versione italiana in cui tra l’altro si scrive:

Il dibattito tra la morale e l’etica sembra troppo complesso: «Si parla di etica quando la morale è persa». Più interessante è partire constatando l’assenza di ogni etica formalizzata per la comunicazione di crisi. Tutti i professionisti della comunicazione possiedono un loro codice deontologico. Quest’anno commemoriamo – con una certa discrezione, è vero – il centenario delle relazioni pubbliche e della famosa dichiarazione dei principi affermati da Ivy Lee, riconosciuto come suo padre fondatore. Furono formalizzate altre regole per le relazioni pubbliche: tra queste il codice di Atene (1965) e di Lisbona (1978). I direttori della comunicazione dispongono di un loro codice redatto nel novembre 1997. Il marketing diretto, la stampa, tutto è formalizzato, a eccezione della disciplina percepita giustamente come una nave che naviga costantemente ai confini del cinismo, quella che spesso ha costituito l’accesso principale ai critici del carattere manipolatorio della comunicazione: la comunicazione di crisi.

Continua qui.

“Il tuono”, settimanale d’inchiesta triestino, chiuso d’imperio e senza preavviso dall’editore

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Il tuonoCon l’inizio dell’anno, sembra morire un altro giornale che la cantava chiara. Si tratta del Tuono, settimanale d’inchiesta triestino che, a numero quasi in stampa, s’è visto saltare nonostante (o forse proprio qui sta la causa) le pubbliche denunce di “malaffari politici, mafie ed ingiustizie”. Lo racconta un comunicato diffuso oggi dai giornalisti. Eccolo in versione integrale.

Trieste, 8 gennaio 2011 – L’editore dell’unico settimanale d’inchiesta triestino, “il Tuono”, Daniele Pertot, ne ha cessata la pubblicazione senza preavviso, bloccando la stampa del numero 32 in uscita per oggi (sabato 8 gennaio). Ne erano già state stampate le locandine, che annunciavano inchieste sul malaffare edilizio comunale e sulle morti per amianto nelle caserme della Guardia di Finanza.

Il settimanale, diretto dal giornalista investigativo Paolo G. Parovel e leggibile anche in rete (www.iltuono.it), usciva a 32 pagine dal 1° maggio 2010, su una linea politico-editoriale di rigorosa indipendenza e con l’impegno cavalleresco in testata di “dire la verità, non avere paura ed aiutare i più deboli”. Le sue inchieste documentate, che hanno dato origine a procedimenti penali delle Procure di Trieste e Bologna, denunciavano in particolare cartelli degli appalti, mafie, inquinamenti, abusi edilizi ed urbanistici, speculazioni immobiliari e malagiustizia, omesse assistenze sociali e sanitarie ed altre violazioni della legalità e dei diritti dei cittadini.
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