Morire al Cairo: Giulio Regeni e i desaparecidos in Egitto, “carcere a cielo aperto”

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Morire al Cairo

Tante domande, alla ricerca di risposte. Questo è Morire al Cairo. I misteri dell’uccisione di Giulio Regeni che esce oggi, lunedì 29 agosto, per Castelvecchi editore (collana Stato di eccezione):

Quando Giulio Regeni viene trovato morto, in una mattina di inizio febbraio, è subito evidente che molti conti non tornano. Chi ha fatto scomparire il giovane studioso? Perché è stato torturato? Qual è il coinvolgimento dello Stato egiziano? Il passare dei giorni non contribuisce a creare chiarezza, anzi è fortissima la sensazione di trovarsi di fronte a spiegazioni di comodo. Dove sta la verità? Chi era Regeni, di che cosa si stava occupando in Egitto? Che rapporto ha la sua uccisione con altre violazioni dei diritti umani perpetrate nel Paese?

Peacereporter: Afghanistan, l’Abu Ghraib italiana

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Afghanistan, l'Abu Ghraib italiana

Peacereporter racconta questa storia: Afghanistan, l’Abu Ghraib italiana affermando tra l’altro che:

Belle parole, drammaticamente in contrasto con la realtà denunciata da un rapporto dell’Onu, che descrive le sistematiche torture inflitte ai detenuti da parte degli agenti dei servizi segreti afghani, il National directorate of security (Nds). Il rapporto parla di “un approccio alla tortura altamente organizzato”, secondo una procedura standard riferita da almeno dodici prigionieri.

Continua qui.

Genocidio, crimine impunito? Se ne parla a Ca’ Foscari in un workshop per il Giorno della Memoria

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Genocidio crimine impunito

Dunque, le coordinate del convegno per il Giorno nella Memoria (organizzato dall’Associazione Olokaustos e dal Centro interdipartimentale di ricerca sui diritti dell’uomo) sono riportate sopra e si può aggiungere che parteciperanno Amnesty International Venezia, Deportate esuli e profughe (Dep, rivista telematica di studi sulla memoria femminile) e Fondazione Venezia per la ricerca sulla pace. Il programma dettagliato invece è riportato sotto:

Genocidio crimine impunito - Il programma

Power to the poster: da Adbusters un progetto per diritti umani e ambiente

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Power To The Poster

Il potere ai poster. Si intitola così un progetto lanciato dagli attivisti canadesi della rivista elettronica Adbusters. Con quale scopo? Lo racconta L’Internazionale:

L’idea è quella di liberare l’immaginario collettivo dagli stereotipi di cui è ricco e lanciare delle campagne di comunicazione per sostenere le grandi cause come i diritti umani e la difesa dell’ambiente. Il tutto attraverso un design gratuito e libero dall’idea di profitto. Sul sito della campagna è possibile scaricare gratuitamente decine di poster, pronti per essere stampati e attaccati sui muri, in casa o nelle strade.

Le istruzioni per partecipare sono qui.