Casting Inshallah: Al Jazeera World racconta la storia di Ouarzazate, la Hollywood del Marocco

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Casting Inshallah è un reportage di Al Jazeera World su Ouarzazate, città del Marocco meridionale diventata tra le più ambite location cinematografiche, anche da parte delle produzioni internazionali, e con i più grandi studios del Paese. Qui sono stati girati film di fama come Lawrence d’Arabia, Il gladiatore, Le crociate e Babel e nel tempo la mecca del grande schermo del Maghreb è cresciuta per un flusso migratorio interno di aspiranti addetti ai lavori.

(Via Internazionale)

“C’è chi dice no”: nel racconto di Chiara Lalli la “cronaca di un cambiamento” dalla leva all’aborto

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C'e' chi dice no. Dalla leva all'abortoBooksblog oggi segnala un libro uscito da poco per i tipi del Saggiatore. Si tratta di C’è chi dice no. Dalla leva all’aborto. Come cambia l’obiezione di coscienza scritto da Chiara Lalli e il volume viene presentato con queste parole:

Si tratta in fondo di una specie di “cronaca del cambiamento” che registra l’evoluzione del dibattito intorno a questi due grandi temi, dalla loro nascita, passando per le tappe – chiave del 1972, (l’introduzione del servizio civile) e della legge 194 (sull’interruzione volontaria di gravidanza), fino alle ultime recrudescenze inattuali, mettendo in luce come l’obiezione di coscienza sia un’indispensabile strumento di esercizio del diritto essenziale di opposizione, e come, ciò nonostante, sia “spesso brandita come arma contro l’esercizio delle singole volontà”.

Per leggerne di più, oltre al post di Booksblog, si veda anche quello pubblicato da Uaar.it.

Piazza Fontana, Salvini: quei pezzi di verità mancanti che non si stanno cercando abbastanza

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Piazza Fontana: nessuno e' statoDue settimane fa, in occasione del quarantaduesimo anniversario della bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, è stata presentata la quinta edizione del libro Piazza Fontana: nessuno è stato di Fortunato Zinni, nel 1969 assessore al bilancio del Comune di Bresso e commissario della commissione interna centrale dell’istituto di credito in cui alle 16.37 esplose l’ordigno che uccise 17 persone e ne ferì 88.

Nel volume è riportato anche un saggio di Guido Salvini, il giudice istruttore che riaprì le indagini su quell’attentato. Il testo del magistrato si intitola Piazza Fontana o della perseveranza e si concentra su tre eventi. La fine del lavoro di digitalizzazione degli atti del processo di Catanzaro, una “fotografia insostituibile della storia dell’Italia contemporanea”. E – sottolinea Salvini – “i nove cd, per una incomprensibile resistenza, sono ancora considerati dal ministero copie di atti giudiziari e non atti pubblici” vanificandosi così, per adesso, il senso dell’iniziativa.

Inoltre a tutt’oggi non c’è ancora traccia di un’altra iniziativa: la rimozione del segreto di Stato dando piena attuazione alla legge 124 del 2007 che riforma i servizi segreti e ciò che deve rimanere riservato. Come già ribadito altrove, sono ancora molti gli archivi da declassificare e rendere, se non pubblici, almeno fruibili al ricercatori. “Per rendere realizzabile la proposta”, scrive Salvini, “basterebbe poco. Sarebbe sufficiente che il ministero della cultura […] potesse nominare una commissione formata da storici, studiosi ed esperti di ricerche d’archivio, autorevoli e indipendenti […]. Sarebbe uno strumento semplice […] e un passo importante per la ricerca di ‘più verità'”.

Infine un riferimento alla richiesta presentata nel 2009 alla procura di Milano dai familiari delle vittime di piazza Fontana per la riapertura delle indagini. “Nuovi documenti”, dice ancora il magistrato, “e nuovi testimoni sono infatti apparsi e altri, anche in modo spontaneo, sono emersi anche di recente. Nuove piste investigative percorribili si sono delineate, che non possono sfuggire a chi ha esperienza di queste cose”. Ma nulla è avvenuto. “Una scelta [che] sembra la continuazione di quanto avvenuto negli anni Novanta, quando le nuove indagini […] furono considerate meritevoli di poca attenzione […] incidendo non poco sull’esito finale” e allontanando “frammenti di verità” che invece devono ancora oggi essere cercati.

Il saggio completo di Guido Salvini è scaricabile in formato pdf (2,8MB) da qui.

Hidden Europe: le foto di Ms Larsen per raccontare alcuni aspetti a Est del vecchio continente

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Hidden Europe - Foto di Ms Larsen

Hidden Europe è un percorso fotografico di Ms Larsen pubblicato su E – Il mensile di Emergency. Si tratta di questo:

Una breve sessione in pellicola dedicata all’Europa nascosta, nata dall’amore per i Paesi un tempo parte di quella che oggi è l’ex Unione Sovietica rappresentati in questa gallery dalla Lituania, il Paese baltico che più ha pagato il prezzo dell’oppressione sovietica e dall’enclave di Kaliningrad, avamposto in Russia circondato dai Paesi della comunità europea.

Continua qui.

“L’Italia dei crack”: da Parmalat a Italease, i grandi fallimenti societari ricostruiti nel libro di Mara Monti

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L'Italia dei crackSul Fatto Quotidiano Leo Sisti scrive Da Parmalat a Italease. In un libro “L’Italia dei crack” scritto dalla giornalista del Sole24Ore Mara Monti. Il volume, pubblicato da Newton Compton Editori, ha come scopo quello di raccontare di “milioni di euro andati in fumo. Migliaia di risparmiatori truffati. Ecco come sono andate veramente le cose”. Sisti descrive il lavoro della cronista in questi termini:

280 pagine che ricostruiscono fatti, misfatti e crimini dei colletti bianchi negli anni Duemila con le loro società: da Parmalat a Cirio, ma anche, in rivoli minori, da Giacomelli a Fin. Part, da Italease a Finmatica e Freedomland (un nome, un programma…), fino ad altri aspiranti finanzieri, pronti a turlupinare il pubblico del “parco buoi”, come spregiativamente vengono definiti quei poveracci che non hanno nessuna colpa se non quella di essere finiti nelle fauci di autentici pescecani.

Nella presentazione del libro invece si legge:

È la parabola della Parmalat e del suo fondatore, Calisto Tanzi. Vicenda parallela a quella di Sergio Cragnotti e della Cirio, con la sua rete di società in esotici paradisi fiscali, dove per anni ha nascosto il denaro dei risparmiatori. Era dai tempi del crack Ambrosiano e del Banco di Napoli che non si vedevano dissesti di queste dimensioni. Più di mezzo milione le vittime dei crack degli ultimi anni: dai bond venduti come sicuri e divenuti carta straccia dopo l’insolvenza (Parmalat, Cirio, Giacomelli, Fin.part), ai derivati spericolati di Italease, fino alle dot.com della new economy all’inizio degli anni 2000 (Freedomland, Finmatica, Opengate e Algol).

Se ne può leggere anche qui, sulle pagine web del Sole24Ore.

“Il delta dei veleni”: su Peacereporter dal Niger il racconto fotografico sullo sfruttamento di petrolio e gli effetti sulla popolazione

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Il delta dei veleni

Il delta dei veleni è un lavoro fotografico di Luca Tommasini con testi di Elena Gerebizza. Lo pubblica Peacereporter per raccontare, a cavallo del Niger, lo sfruttamento dei giacimenti locali di petrolio e gli effetti sulla popolazione locale.