Museo Martinitt e Stelline: la multimedialità per raccontare la storia di orfani e filantropia nella Milano tra ‘800 e ‘900

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Museo Martinitt e Stelline

Sul blog del master di comunicazione storica si racconta di come la storia di Milano tra Ottocento e Novecento sia narrata attraverso le vite degli orfani attraverso il patrimonio archivistico del museo Martinitt e Stelline, creati rispettivamente all’inizio e a metà del Cinquecento. L’origine dell’esposizione permanente invece viene ricostruita qui:

La scelta di istituire un museo multimediale nasce dall’esigenza di pubblicare il maggior numero possibile di documenti all’interno di uno spazio esiguo […]. Al comitato scientifico va il merito di aver posto in luce […] tutti gli aspetti della vita degli orfani, riuscendo a evidenziare come gli istituti Martinitt e Stelline siano un esempio di filantropia illuminata […]. L’attività primaria che [la struttura] intende promuovere è la ricerca e lo sviluppo del tema storico legato al fenomeno dell’assistenzialismo nell’Ottocento, con la conseguente comunicazione degli esiti alla comunità scientifica e generica.

Twisted Sifter: la storia della fotografia aerea a inizio Novecento passava attraverso i voli dei piccioni

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The History of Pigeon Camera Photography

Quando non esistevano droni né altre tecniche per fare fotografie aeree, si usavano i piccioni. La storia, che risale a inizio Novecento, la racconta Twisted Sifter. Di pigeon photography se ne parla anche in una voce di Wikipedia.

(Via BoingBoing)

Le lotte e le proteste delle donne nel Novecento attraverso le fotografie della Biblioteca del Congresso

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Immagini di donne e di proteste fino a metà del Novecento. Fanno parte del patrimonio iconografico della Biblioteca del Congresso statunitense. Per accedere ad altro materiale sull’argomento si veda anche American Women. E in particolare Women of Protest.

Stati Uniti, inizio del Novecento: venti fotografie raccontano il lavoro minorile in miniera

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Coal mine in West Virginia

The Harrowing Lives of Child Miners in the Early 1900s, le vite strazianti dei bambini minatori a inizio Novecento. Si intitola così la galleria di venti immagini pubblicata da Environmental Graffiti. Sono state scattate negli Stati Uniti, soprattutto tra West Virginia e Pennsylvania, ma si possono ben riproporre anche in altre parti del mondo. Quella riportata sopra ritrae un quindicenne e l’autore dello scatto, il fotografo Lewis Hine, disse: “A causa del buio intenso nella miniera, scritte e disegni sulla porta non furono visibili fino a quando la piastra non venne stata sviluppata”.

A marzo esce “Divo Giulio”, biografia dell’uomo che dominò la politica italiana del dopoguerra

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Dio GiulioScritto a quattro mani con Giacomo Pacini, uscirà a marzo per i tipi di Nutrimenti il libro Divo Giulio, che racconta “vita e potere di Giulio Andreotti in una biografia senza filtri. Tutte le ombre dell’uomo che ha dominato la politica italiana del dopoguerra”. La presentazione viene affidata a queste parole:

“È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per ottenere il Bene”, dice il Divo ritratto nel film di Paolo Sorrentino. E Giulio Andreotti, l’uomo in carne e ossa, di male ne ha attraversato tanto – o quanto meno di realtà opache. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l’esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti, il delitto Moro, l’allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l’Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Ma Andreotti è stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale? Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda politica, senza pregiudizi ma anche senza timori, significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi. Questo libro ricostruisce per la prima volta l’intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del ‘grande vecchio’ dell’Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della Prima Repubblica.

Nelle prossime settimane ulteriori novità.

ManifestiPolitici.it: una banca dati dal Novecento a oggi

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Manifesti PoliticiNon è proprio una novità in rete, ma è comunque una risorsa da tenere a mente. Si chiama ManifestiPolitici.it ed è una “banca dati sul manifesto politico e sociale contemporaneo”. Questa la sua presentazione:

Manifestipolitici.it è un progetto promosso dalla Fondazione Istituto Gramsci Emilia-Romagna e realizzato da Manifesta. Avviato nel 2000, consiste oggi in una grande banca dati online che conta più di 10.000 manifesti politici e sociali provenienti da diverse raccolte, datati dai primi anni del Novecento fino ai giorni nostri; recentemente si è avviata l’immissione anche di cartoline, sempre a carattere politico e sociale […]. La banca dati offre una vasta esemplificazione della produzione nazionale ed internazionale di comunicazione politica e sociale su carta: dai manifesti storici della propaganda elettorale alla libertà creativa dei movimenti di inizio millennio, dalla comunicazione degli enti locali alle testimonianze dell’America latina e di molti paesi europei, dai lavori di alcuni dei maggiori studi grafici a livello internazionale alle autoproduzioni dei movimenti giovanili.

Per consultare via internet la banca dati si veda qui mentre, con le elezioni politiche del 2006, è partito anche il progetto foto di strada. Per partecipare si dia un’occhiata anche qui.

Manifesti Politici