Faccendieri e papi neri: l’analisi di Girolamo De Michele sulle vite parallele degli uomini che sapevano tutto

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Il faccendiereSi parla del libro Il faccendiere, ma anche di Andreotti. Il Papa Nero. Antibiografia del divo Giulio di Michele Gambino e di Divo Giulio – Andreotti e sessant’anni di storia del potere in Italia, scritto con Giacomo Pacini. È l’analisi politica firmata da Girolamo De Michele su Carmilla che scrive:

Tanta ricchezza informativa fa da contraltare all’incredibile “leggerezza”, al limite dell’elogio servile, con la quale gran parte della stampa italiana ha delicatamente glissato sulle peggiori pagine della nostra storia nel momento in cui, morto Andreotti, sarebbe stato imperativo un bilancio non formale della sua carriera politica. C’è voluto “Il Post” di Luca Sofri perché venisse ripubblicata – con scarsa cura per i refusi – la durissima pagina del Memoriale in cui Aldo Moro, dalla galera brigatista, tracciava un ritratto a lettere di fuoco della statura politica e morale dell’ex amico di partito […].

Se le date hanno un significato, il memoriale-Ciolini compare a sette mesi di distanza da un celeberrimo editoriale vergato di proprio pugno da Bettino Craxi, nel quale il segretario socialista paragonava Gelli a «un attivissimo arcidiavolo, un Belfagor dalle mille risorse, dai mille contatti, intese, dossier, trappole e anche ricatti». Insomma, una specie di «grand commis dell’organizzazione, […] un uomo molto abile, una volpe, ma non un capo […]. Belfagor resta una specie di segretario generale di Belzebù. E se c’è Belzebù, ognuno se lo potrà immaginare come meglio crede, sforzandosi di dargli una fisionomia, una struttura, un nome» (Belfagor e Belzebù “Avanti!”, 31 maggio 1981; Divo Giulio, p. 139). Come se all’io so (l’identità di Belzebù) si volesse rispondere con un anch’io so (del conto aperto dal tuo uomo Larini a Lugano).

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Belgrado, il sito della memoria serbo rischia di diventare un centro commerciale

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Topovske Šupe - Foto di Vladimir TatlinRestò in funzione pochi mesi, dall’agosto al dicembre 1941, ma a Topovske Šupe, ex base militare serba trasformata in campo di concentramento nazista, morirono circa 5mila persone e la sua attività contribuì a dichiarare Belgrado, nel maggio 1942, “liberata dagli ebrei” dato che quasi tutta la popolazione maschile israelitica fu sterminata lì. Ma oggi, a 7 anni di distanza dall’inaugurazione di un sito dedicato alla memoria di quello sterminio e dall’apposizione di una targa commemorativa, il campo potrebbe scomparire o, nella migliore delle ipotesi, essere inglobato da un centro commerciale di 182mila metri quadrati.

A raccontarlo, a valle di settimane di polemiche tra i belgradesi che hanno dato vita al Čas istorije (lezione di storia) e la società che realizzerà l’opera, la Delta Holding, è uno storico dell’Olocausto serbo, Jovan Byford, alla rivista e-Novine. Da un lato, denunciano i cittadini, il progetto per la costruzione del centro commerciale non ha tenuto in considerazione l’importanza del luogo, già in passato al centro di controversie a causa di errori nel riportare i fatti storici come accaddero ai tempi. Dall’altro, invece, il Delta Planet – come si chiamerà l’area destinata a diventare la più estesa della regione con un investimento da 200 milioni di euro – non rimuoverà la placca che ricorda le vittime dello sterminio, per la maggior parte ebrei e rom, nonostante nella brochure esplicativa non si trovi traccia della “decorosa ubicazione” prevista dal management.

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Città degli archivi: dal Cedost digitalizzata la documentazione sullo stragismo e sul terrorismo

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Ancora una segnalazione dal sito Città degli archivi. Questa volta gliguarda Archivio del Centro di documentazione storico politica sullo stragismo (Cedost):

Il Centro di documentazione storico politica sullo stragismo è stato istituito a Bologna nel 1996 allo scopo di promuovere la conoscenza e lo studio del fenomeno dello stragismo e del terrorismo nei suoi diversi aspetti, criminali, giudiziari, politici, economici, sociali e militari. A tale scopo il Cedost ha condotto un’intensa campagna di ricerca, raccolta, classificazione, conservazione e analisi di qualsiasi materiale documentario utile per la comprensione del fenomeno, e ha promosso manifestazioni, convegni, esposizioni e pubblicazioni.

L’archivio conserva oggi un’ampia rassegna stampa relativa alle Brigate rosse e ai movimenti di estrema destra, alle stragi italiane e al terrorismo internazionale, alla violenza politica e alla criminalità organizzata. È inoltre possibile consultare documentazione in copia tratta dagli archivi giudiziari e parlamentari e relativa alle più importanti inchieste italiane, tra le quali primeggia per la rilevanza e la quantità del materiale raccolto quella sulla strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980.

Stragi80.it e la sciagura di Ustica, va online l’ultimo audio del pilota del Dc9: “Tutto bene”. Poi l’esplosione

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Sono circa le 20.50 del 27 giugno 1980 e Domenico Gatti, il comandante dell’aereo Dc9 I-Tigi decollato dall’aeroporto di Bologna e diretto a Punta Raisi, dove dovrebbe atterrare alle 21.13, pronuncia le ultime parole dirette ai 77 passeggeri, che viaggiano insieme a lui e ad altri 3 componenti dell’equipaggio. L’audio originale, 2 minuti e 10 secondi, lo pubblica Stragi80.it, l’archivio storico-giornalistico creato dai giornalisti Daniele Biacchessi e Fabrizio Colarieti e che riunisce i documenti sulla strage di Ustica, giunta quasi alla vigilia del trentatreesimo anniversario.

Qui il materiale messo a disposizione su Stragi80.it mentre qui prosegue l’articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano.

Una recensione dal Fatto Quotidiano: “Quando il faccendiere si traveste da giornalista”. Identikit della fauna umana in un mondo particolare

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Il faccendiereMaurizio Chierici, sul Fatto Quotidiano oggi in edicola, parla del libro Il faccendiere (Il Saggiatore) mettendolo a confronto con un altro di recente uscita, L’uomo che sussurra ai potenti (Chiarelettere), scritto dall’ex giornalista (tra i tanti lavori svolti) Luigi Bisignani e Paolo Madron, direttore ed editore di Lettera43. Scrive Chierici:

I ragazzi non trovano lavoro e la tentazione di infilarsi nella scia dei potenti può affascinare i cuori disperati. Non è una carriera per tutti. Apprendistato severo fra comprimari che sgomitano nelle reti ambigue di chi conta. Si allargano in politica e negli affari, inventano e “fingono di sapere, mescolano il falso al vero per stupire”, [si] racconta nel Faccendiere, biografia di Elio Ciolini, l’uomo che sapeva tutto, Il Saggiatore. Senza lo specchio dei giornali o sussurri dei talk show, il faccendiere non può far strada nel mercato delle notizie, labirinto dalle mille scorciatoie controllate dalle confraternite di qualche ufficio segreto. Travestirsi da giornalista “bene informato” è la risorsa che continua a funzionare. Cortigiani di Gelli e robot di Berlusconi: l’abitudine non cambia. Piduisti accampati attorno ai governi o manovalanze che depistano le stragi […]. Imbroglioni per vocazione o poveracci dall’obbedienza pronta e assoluta?

Continua qui con l’articolo completo.

La pagina del Guardian con le parole di Snowden (sparito): “Non posso permettere che il governo Usa distrugga privacy e libertà fondamentali”

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Edward Snowden

Datagate: “Non posso permettere che il governo statunitense distrugga privacy e libertà fondamentali”, disse Edward Snowden, la fonte che al momento è sparita, al Guardian.

(Via Roberto Reale)

“The ghost army”: in un documentario si racconta la storia di un pezzo dell’esercito Usa che combatté Hitler con l’illusione

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The ghost army è un documentario girato da Rick Beyer con il supporto della PBS che racconta una storia risalente alla seconda guerra mondiale: quella dell’unità militare americana che dall’estate del 1944 riuscì sul fronte europeo a ingannare le armate di Adolf Hitler facendo ricorso all’illusione e all’illusionismo tra carri armati gonfiabili ed effetti sonori. Molti di coloro che ne fecero parte erano artisti e tutti erano addestrati a confondere il nemico, per quanto per decenni questo pezzo di storia sia stato fatto passare sotto silenzio, forse perché avrebbe preparato le campagne di guerra psicologica che seguirono nell’epoca successiva.

(Via BoingBoing)

“Il faccendiere” su QN: “Gli anni delle stragi raccontati da un depistatore”

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Il faccendiereInnanzitutto un augurio al giornalista Gerardo Bombonato perché possa riprendersi presto. E poi la segnalazione della sua recensione “Gli anni delle stragi raccontati da un depistatore” al libro Il faccendiere (Il Saggiatore) uscita sabato 1 giugno sulle pagine Il caffè del week end di QN:

Di tanto in tanto rispuntano. E ci fanno ripiombare nel passato più buio della storia d’Italia: anni delle stragi e delle bombe. Una spy story con tutti gli ingredienti: massoni potenti e logge coperte, servizi segreti e destra eversiva, politici in odore di mafia e Cosa nostra. Basta metterli in fila, ma non se ne viene mai a capo. Nemmeno dopo 30/40 anni. E i burattinai restano nell’ombra. Nove mesi fa viene arrestato in Romania ed estradato in Italia, Elio Ciolini, l’instancabile depistatore della strage di Bologna. Una ‘carriera’ trentennale snodatasi in mezzo mondo con la copertura, di volta in volta, dei servizi francesi, americani, italiani, che ha occupato le cronache dagli Anni 80 in poi. Ciolini ha parlato tanto e di tutto, guadagnandosi la nomea di ‘pataccaro’. Ma non c’è giudice che non sia corso ad ascoltarlo in un carcere o nell’altro. Chi è Ciolini? Come ha fatto a prendere per il naso giudici e barbe finte per tanto tempo? Chi lo manovrava? Su che libro paga era?

Qui il pdf con l’articolo completo. Un’altra segnalazione è uscita tra i Consigli da librai di Ultimabooks.

Il crowdfunding come strumento per realizzare l’infografica di quattro minuti dell’Anpi sui valori della Resistenza e della Costituzione

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Che cos’è l’Anpi e quali sono i valori della Resistenza: è il video o, meglio, l’infografica di quattro minuti pubblicata pochi giorni fa e realizzata dalla cooperativa Kiné per l’Anpi di Colle Val d’Elsa attraverso il crowdfunding.

(Via @betapdb)

Città degli Archivi: a breve online oltre 8 mila fascicoli (1872-1983) del casellario politico della questura di Bologna

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Persone pericolose per la sicurezza dello Stato

È stato annunciato ieri e a breve sarà possibile consultarlo online. È l’archivio della questura di Bologna, nello specifico il casellario politico provinciale dove finivano le schede relative a “persone pericolose per la sicurezza dello Stato”. Lo si scrive sul sito della Città degli Archivi che in proposito anticipa:

Versata nel 2004 all’Archivio di Stato di Bologna, la serie conta 8.644 fascicoli relativi ad altrettanti individui che per la loro militanza politica, per il loro impegno sindacale, o più semplicemente per la loro irrequietezza sociale, sono stati schedati e controllati dall’autorità di pubblica sicurezza su tutto il territorio provinciale.

Tra il 1872 e il 1983, attraverso il mutare delle epoche e delle condizioni politiche, la questura bolognese ha predisposto perquisizioni, arresti e interrogatori, imposto diffide, ammonizioni e confino, deferito a tribunali ordinari e speciali, scattato foto segnaletiche e compilato schede biografiche, sequestrato passaporti, tessere di partito e di sindacato, giornali e corrispondenza personale, allo scopo di attuare un’incisiva azione di “polizia preventiva”.