Colarieti per Notte Criminale: “La strana morte di Mario Ferraro, agente del Sismi”

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Mario FerraroC’è chi ha detto che i misteri non esistono se non negli ambiti religiosi. Il resto va rubricato sotto la dicitura “segreti”. Quello raccontato da Fabrizio Colarieti su Notte Criminale è da ascrivere alla categoria di cui sopra. È la strana morte di Mario Ferraro, agente del Sismi:

Roma, via della Grande Muraglia Cinese 46, 16 luglio 1995. È domenica e a Roma è una giornata molto calda. Il tenente colonnello dell’Esercito, Mario Ferraro, 46 anni, calabrese, distaccato al Sismi, esperto in informatica, traffici di armi e terrorismo internazionale, è in casa insieme alla sua compagna, Maria Antonietta Viali, per gli amici Antonella. Sono al quinto piano, in un attico nel quartiere Torrino, accanto all’Eur. La coppia è in assoluto relax dopo aver trascorso una giornata serena e scandita da poche e semplici azioni, ignari che quella sia la loro ultima domenica insieme.

Il post, piuttosto corposo, prosegue qui e si addentra in altri segreti. Tra questi il delitto Alpi-Hrovatin, Gladio e le sue missioni, il sequestro Moro, i traffici d’armi passati per la procura di Torre Annunziata e finiti nell’inchiesta Cheque to cheque. Un interessante spaccato di avvenimenti recenti, metodi e “soluzioni”.

Ravenna, fu la raffineria che attraversò la stagione delle bufere sui petroli e dove, dopo, gli operai sono morti per cancro

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Abandoned eternit factory - Foto di Lars K. ChristensenDodici morti di cancro perché venuti a contatto con sostanze tumorali nella raffineria degli scandali sui petroli. È quello che si vuole dimostrare alla ex Sarom di Ravenna e se già un censimento di malati e deceduti è in corso, servono altri dati. E forse neanche gli operatori dell’Aea, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute, se l’aspettavamo. Ma al loro appello, lanciato un paio di settimane fa, è giunta nel giro di qualche giorno una prima risposta.

Quella di una ravennate che lavorò alla Sarom e che ora intende mettere a disposizione la sua storia clinica per due motivi. Il primo: andare a nutrire un’anagrafe ufficiale (sul modello di quella costituita già nel 2001 in Friuli Venezia Giulia, a oggi ne esiste una “autogestita” dal 2010). Il secondo: contribuire ad azioni legali collettive contro i datori di lavoro e ottenere i risarcimenti dall’Inail.

La raffineria degli scandali petroli dove non si guardò ai lavoratori. La Sarom di Ravenna era una società di raffinazione fondata nel 1950 da Attilio Monti, imprenditore ravennate le cui attività ebbero notevoli echi nazionali per il suo coinvolgimento nel primo scandalo dei petroli e in quelli che seguirono. Ma se all’industriale la raffineria servì per lanciarsi in scalate nel mondo dell’oro nero sia in Italia che all’estero, nella città costiera avrebbe dovuto creare occupazione.

E così fu fino al 1973, quando una serie di acquisizioni dalla British Petroleum (gli impianti veneziani di Porto Marghera e quelli piemontesi di Volpano, oltre a una catena di distributori) iniziò a far registrare difficoltà alla società di Ravenna. La storia dell’azienda, che nel frattempo si era estesa anche a Milazzo e a Gaeta e che aveva accumulato oltre 500 miliardi di debiti, si concluse con la cessione per una lira all’Eni.
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“Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984)”: lo slideshow della mostra

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Lo slideshow con i pannelli della mostra Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984) partita da Milano e in esposizione fino al 12 novembre a Bologna. È opera del Laboratorio Lapsus, creato da studenti di storia all’università Statale.

NotteCriminale.it: meno due giorni alla partenza. Da mercoledì online il sito che racconta il crimine in Italia

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Notte criminaleLo si scriveva qualche giorno fa: mancano meno di due giorni all’avvio di NotteCriminale.it, il portale sul crimine in Italia che verrà inaugurato mercoledì, 9 novembre, alle 11.30, nel corso di una conferenza stampa che si terrà a Roma, a Palazzo Wedekind (Piazza Colonna, 366). Ed ecco il comunicato in base al quale si presenta più approfonditamente:

Una scelta, quella della data, con la quale «vogliamo sottolineare – spiega Alessandro Ambrosini, ideatore, curatore ed editore del progetto – la nostra assoluta libertà. Libertà che per noi significa oltrepassare quel muro che a volte vincola ed ostacola il vero giornalismo». Il sito, curato da Helmet Group, vuole soddisfare un target di pubblico vasto ed eterogeneo grazie alla qualità delle informazioni (inchieste, dossier, rivisitazioni di crimini e criminali, rubriche, interviste o semplice cronaca), del materiale (foto inedite, video, documenti) e della multimedialità che, adattata ai nuovi strumenti di comunicazione, ha raggiunto i lettori attraverso le varie applicazioni per smartphone o tablet.

Ideata inizialmente per dare il nome ad un evento che ripercorreva il crimine di Roma, Milano e Venezia dagli anni ’70 ad oggi, Notte Criminale ha debuttato sul web nel settembre del 2010 come “blog-test” d’interesse attorno all’argomento criminalità di ieri e di oggi. La sua crescita da allora è stata esponenziale: 6.000/8.000 visite giornaliere uniche al blog, per un totale di oltre 800.000 visitatori (598.445 visitatori unici) e 860.000 pagine viste per una media mensile pari a 49.870.

Accanto al sito ci sono e rimangono l’account Youtube, dove sono stati pubblicati video e interviste realizzati dallo staff di Notte Criminale, e quello Facebook, che “hanno contribuito ad accreditare il blog come punto di riferimento non solo tra i lettori più o meno ‘esperti’ ma anche tra giornalisti, magistrati, giudici e avvocati grazie anche a scoop quali quelli su Vallanzasca e quello più recente sul caso Ustica”.

“Chi è Stato?”: la mostra sulla strategia della tensione e sulle stragi impunite dal 1969 al 1984 approda a Bologna

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La strategia della tensione e le stragi impunite

La mostra Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984) di cui già si era parlato approda a Bologna presso il dipartimento discipline storiche dell’università, nel chiosco di piazza San Giovanni in Monte 2. Qui ci sarà l’inaugurazione, in programma per lunedì prossimo, 7 novembre, alle 15 (l’esposizione resterà aperta fino a venerdì prossimo), con una performance teatrale curata da Corrado Gambi della compagnia teatrale della Luna Crescente a cui prenderanno parte anche gli studenti del laboratorio Lapsus (organizzatori della mostra e del convegno omonimo dello scorso aprile). Alle 15.30, invece, nell’aula grande è previsto il dibattito “Stragi impunite: la storia e la memoria” con Paolo Bolognesi (presidente Associazione familiari 2 agosto 1980), Daria Bonfietti (presidente Associazione familiari della strage di Ustica del 27 giugno 1980) e Mirco Dondi (direttore del master di comunicazione storica di Bologna).

Documentario sull’Italicus, “quando Bologna scoprì gli anni di piombo”

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Trailer “4 AGOSTO ’74 – Italicus, la strage dimenticata” from Officinemedia on Vimeo.

A proposito del documentario 4 agosto ’74 – Italicus, la strage dimenticata di cui si era parlato qui, Enrico Bandini scrive sul Fatto Quotidiano di quando Bologna scoprì gli anni di piombo:

Due le testimonianze inedite nel film, quelle di Marco Affatigato e Mario Tuti, rappresentanti della cellula toscana del Fronte nazionale rivoluzionario; mentre sono più di una ventina gli intervistati tra cui magistrati, rappresentanti delle istituzioni, avvocati, storici e giornalisti: Leonardo Grassi (presidente della Corte d’Assise di Bologna e istruttore del processo “Italicus – bis”), Vito Zincani (procuratore capo di Modena), Sergio Flamigni (senatore, membro delle commissioni parlamentari d’inchiesta Moro, P2 e antimafia), Valter Bielli (membro delle commissioni d’inchiesta stragi e Mitrokhin) e Giovanni Pellegrino (presidente della commissione stragi), Claudio Santini e Aldo Balzanelli (cronisti al processo Italicus) e Nicola Rao (giornalista Rai ed esperto del neofascismo italiano).

In allegato al pezzo sul documentario di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo prodotto da Officinemedia, sempre Enrico scrive che era il 1974, l’inizio di una stagione orribile.

“La sentenza”, il nuovo libro di Valerio Varesi. La Resistenza raccontata da un anti-Pansa

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La sentenza di Valerio VaresiNon stupisce che Valerio Varesi abbia messo in pausa il più noto dei suoi personaggi, il commissario Soneri. Lo aveva già fatto in passato, per esempio, con “Il paese di Saimir” (Verdenero, 2009) per raccontare la storia di un ragazzino albanese finito sotto il crollo di un edificio in un cantiere edile in cui non avrebbe dovuto esserci. Almeno non così, in nero. Ed era accaduto anche con “Le ombre di Montelupo” (Sperling & Kupfer, 2008), vicenda di un’impresa alimentare che cresce fino al punto di trasformarsi in uno scandalo finanziario e che richiama senza troppi veli il crac Parmalat, consumatosi nella terra d’origine dello scrittore, quella “piccola Parigi” nel cuore dell’Emilia finita tante volte sulle pagine di cronaca dei giornali.

Varesi è così, racconta storie prima che queste vengano classificare a seconda dei generi narrativi. E dunque, si diceva, non stupisce che la Parma che rievoca nel libro appena uscito, La sentenza (Frassinelli), sposti l’asse del tempo per assestarla sull’anno del Signore 1944. Seconda guerra mondiale, dunque, e soprattutto lotta di Liberazione, in piena occupazione tedesca che, nella realtà geograficamente poco distante da lì significava gli eccidi di Monte Sole con i fatti di Marzabotto che seguivano a ruota la lucchese strage di Sant’Anna di Stazzema.

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“4 agosto ’74 – Italicus, la strage dimenticata”: in un documentario i fatti del 4 agosto di 37 anni fa

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Trailer “4 AGOSTO ’74 – Italicus, la strage dimenticata” from Officinemedia on Vimeo.

Si intitola 4 agosto ’74 – Italicus, la strage dimenticata e si riferisce a questi fatti. È un documentario di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo prodotto da Officinemedia e già se n’era parlato qui. Oggi è peraltro la giornata in cui si è scritto di un nuovo testimone (o pentito) per i fatti del 28 maggio 1974, quando scoppiò una bomba in piazza della Loggia, a Brescia.

“Manuale di intelligence”: tra mancate previsioni e sicurezza nazionale

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Manuale di intelligence di Antonella Colonna VilasiUn libro che nasce dalla volontà di sfatare qualche miti. Ma anche di attualizzare il concetto di “sicurezza dello Stato” al contesto nazionale, ormai divenuto imprescindibile. Sono queste alcune delle mosse da cui prende vita Manuale di intelligence della criminologa e saggista Antonella Colonna Vilasi, pubblicato da poco per la casa editrice reggina Città del Sole. Perché scrivere un libro del genere, il cui approccio tiene conto anche del neofita, di colui che non ha alcuna nozione in materia?

Lo spiega la stessa autrice, secondo la quale “fare a meno dell’intelligence non si può, in un mondo in cui persino gli Stati faticano a sopravvivere alle nuove minacce che li incalzano. Quindi la cosa migliore è conoscere i servizi per quello che sono e rappresentano. Quando un paese è solido, fondato su un governo legittimo e su un Parlamento in grado di controllarne l’operato, l’intelligence ritrova tutto il suo fascino. Ed è altrettanto affascinante capire come funziona e a cosa serve”. Per cui si inizia a raccontare cos’è una raccolta di informazioni, come avviene e a quali elaborazioni successive viene sottoposta dagli analisti. E il manuale vorrebbe un po’ anche sfatare il concetto in base al quale gli apparati di sicurezza devono muoversi oltre i confini della legalità. Questo però avviene, come hanno dimostrato molteplici inchieste giudiziarie, fin da tempi ampiamente in anticipo rispetto agli anni della strategia della tensione per arrivare a vicende ben più vicine, come i dossieraggi Pompa-Pollari.
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