
Parte l’edizione dell’Emilia Romagna del Fatto Quotidiano dove si inizia a tracciare una mappa della criminalità organizzata in regione.

Parte l’edizione dell’Emilia Romagna del Fatto Quotidiano dove si inizia a tracciare una mappa della criminalità organizzata in regione.
La pirateria è bella, diceva Carlo Gubitosa nello spettacolare Elogio della pirateria (Altreconomia, 2005) di cui si era parlato ai tempi. Ed aveva ragione, in quel libro. Ora se ne può leggere anche in Media Piracy in Emerging Economies:
È il primo studio indipendente e su larga scala che analizza il fenomeno della pirateria in ambito musicale, cinematografico e software focalizzandosi su Brasile, India, Russia, Sud Africa, Messico e Bolivia. Realizzato basandosi su tre anni di lavoro di trentacinque ricercatori, questo testo racconta due storie globali: una che traccia l’esplosiva crescita della pirateria per quanto riguarda le tecnologie digitali, ormai economiche e ubique nel mondo, e un’altra che segue l’evoluzione delle lobby industriali che hanno ridefinito le leggi e l’irrigidimento della protezione del copyright. Il report sostiene che questi sforzi sono ampiamente falliti e che il problema della pirateria è inteso più come un inefficace approccio all’accesso ai media sui mercati legali.
Particolare la licenza con cui questo lavoro viene rilasciato, che si chiama The Consumer’s Dilemma e che differenzia modalità di accesso e uso discriminando sull’elemento commerciale (è gratuito per i Paesi che non appartengono a Stati Uniti, Europa Orientale, Giappone, Australia e diverse nazioni del Golfo Persico). Per averne una copia cartacea via Lulu.com, questo è l’indirizzo.
Da qualche giorno è uscito per Editori Riuniti Filmgate – Come Berlusconi ha ucciso il cinema italiano, libro-intervista che il giornalista Paolo Negro ha scritto dialogando con il produttore Silvio Sardi a proposito della compravendita di diritti televisivi da parte di Mediaset e Mediatrade, oggetto di un processo. E oggi l’ufficio stampa della casa editrice ha diffuso un comunicato in cui fa sapere che Sardi, ai tempi un insider della vicenda, è stato convocato dalla procura di Roma come persona informata sui fatto. Nella nota si legge infatti:
[Nel volume] si ricostruisce come quel meccanismo di aumento dei prezzi fosse stato “denunciato” proprio [dal produttore] a Paolo Berlusconi, Pier Silvio Berlusconi, Marcello Dell’Utri, Fedele Confalonieri, e all’allora top manager Mediaset Roberto Pace. E a tutti non solo furono ripetute le stesse cose, ma fu spiegato nei dettagli, chiarendo anche il ruolo che aveva il consulente Mediaset Daniele Lorenzano (chiamato in causa più volte nel processo). Compaiono quindi documenti, lettere e numeri di contratti. Sardi, che per due anni circa fu anche azionista della società collegata al Giornale per la pubblicazione dell’inserto piemontese del quotidiano, produttore di film come Honolulu Baby, racconta così i meccanismi “che non rispondevano a nessuna logica di mercato”.
E soprattutto fa vedere i contratti di cessione dei diritti televisivi, in cui si dimostra come Mediaset prima rifiutasse di acquisire i diritti a prezzi di mercato e poi li acquistasse da società diverse a prezzi quintuplicati. E ora i magistrati hanno convocato Silvio Sardi, che nei giorni scorsi è stato vittima di minacce e atti di vandalismo, come “persona informata sui fatti”, alla fine del mese di marzo.
Per leggere ancora a proposito del libro, si veda qui.
Si intitola Breviario per aspiranti terroristi il breve testo (96 pagine) scritto da Mathias Enard e tradotto da Alice Volpi. In attesa di un nuovo titolo dello stesso autore, questo lo rilancia in libreria Nutrimenti per raccontare che:
Un attentato che si rispetti deve avere un fine e una religione. Ci vuole perseveranza, sacrificio. E un’esplosione. Bisogna poi colmare il vuoto che segue. Terrorismo e cospirazione non sono per chiunque. Ad insegnarci quest’arte è Virgilio, negro buono e gentile, a sua volta istruito ai supremi artifici da un maestro-padrone severo e gaudente, in dieci comode lezioni illustrate.
Con un abile sovvertimento di premesse e implicazioni dove l’unico fine appare la soddisfazione del proprio compiacimento, Mathias Enard dispiega con colta provocazione, muovendosi tra Voltaire e Swift, rovesciando Defoe, una proposta di terrorismo elitario che ha lo scopo di svegliare le menti dall’abbrutimento e dalla consuetudine. Meglio consegnare la propria “opera” all’eternità o cercare quei quindici minuti di celebrità cari a Warhol? Un libro allegorico e diverso da prendere alla lettera, un pamphlet contro il razionalismo occidentale e l’integralismo islamico che strappa un sorriso inquieto.
Per leggere cosa ne hanno scritto alcuni giornali, si veda qui.
Stefania Limiti, l’autrice del libro L’anello della Repubblica sul Noto Servizio di cui si era parlato qui, pubblica sul blog Cado in piedi il post-intervista Caso Moro: le verità nascoste. A rispondere alle domande della giornalista è un ex carabiniere a cui fu ordinato di tenere sotto sorveglianza il covo brigatista di via Montalcini durante i cinquantacinque giorni del sequestro del presidente della Democrazia Cristiana. E commenta in coda Limiti:
L’esperienza del signor Mario può suggerire tante cose ma tutte andrebbero verificate. E’ certo che lascia di stucco: durante i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro nessuno sapeva dell’esistenza di un covo-prigione in via Montalcini. Il generale Dalla Chiesa suggerì una sua ipotesi durante un’audizione in parlamento: cioè che da via Montalcini fosse uscita una Renault 4 quella mattina, ma vuota. Ciò che Moro non fosse lì. Comunque, qualcuno sapeva che in quell’appartamento non c’era solo una normale coppia di giovani sposi. Così come era sotto osservazione, da lontano, il covo di via Gradoli: lo ha detto un uomo dell’Anello, spiegando che fu impedito un blitz per liberare Moro.
Continua qui.
Before I die: su un muro di New Orleans, in 900 Marigny Street, i passanti raccontano i desideri da realizzare prima del grande salto. Andare a Roma, tra questi. L’idea è dell’artista Candy Chang (peraltro senior fellow al Ted 2011).
(Via Neatorama)
Il libro Valerio Verbano – Ucciso da chi, come, perché, scritto da Valerio Lazzaretti (Odradek), viene raccontato su Micromega Online da Giacomo Russo Spena nell’articolo Omicidio Verbano, trent’anni di misteri:
Il libro […] è un processo indiziario, è un’attenta e accurata inchiesta giornalistica che ricostruisce al dettaglio tutti questi eventi, evidenziando le contraddizioni, i misteri e le piste su cui bisogna invece ancora indagare. L’autore, Valerio Lazzaretti, ricostruisce tutta la vita di Verbano facendo un’esamina approfondita dell’estrema destra romana arrivando a far intuire ai lettori chi sono, per lui, gli assassini. O almeno i mandanti di quel feroce assassinio.
Non è il primo scritto, o prima controinchiesta, su questo caso ma Lazzaretti ha il merito di spiegare esattamente cosa fossero i Nar. Non un’organizzazione unica con un vertice e una base; impossibile equipararla ad altre sigle del terrorismo rosso e nero di quegli anni. È un logo di cui si appropriano molti, magari aggiungendo al marchio “Nar” un’altra sigla. Tra dicembre ’79 e giugno ’80 si innesca infatti una vera e propria rivalità tra i gruppi già operanti e i “nuovi spontaneisti” per avere l’egemonia nell’estrema destra. E se il gruppo Fuan-Nar che fa capo a Giusva Fioravanti in quel periodo cerca una tregua coi rossi per dedicarsi alla lotta al sistema, i Gpoa, che l’autore dimostra come non fossero di sinistra, vedono nei compagni l’obiettivo principale per la rivoluzione fascista. Una guerra intestina nell’estrema destra romana di cui Verbano fa le spese. Forse perché sapeva troppo.
Continua qui.
La interactive timeline of Bradley Manning’s alleged leaking la pubblica Wired (via BoingBoing). Il caso era quello di Collateral Murder di cui si parlava qui.