Le strane storie sulla “Isla de las Munecas”, lembo di terra messicano su cui “vivono” solo bambole

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Isla de las Munecas

Si chiama la Isla de las Munecas (l’isole delle bambole) e la leggenda vuole che sia dedicata all’anima sola di una ragazzina “che incontrò troppo presto il suo destino”. Di fatto l’isola, che si trova nei canali della delegazione di Xochimico, a sud di Città del Messico, sembra essere un coacervo di storie (tutte tendenti più o meno all’horror) per spiegarne la sua bizzarra “fauna inanimata”. Di certo l’effetto turistico è uno degli obiettivi raggiunti, per quanto pare che l’isola sia ancora oggi di difficile accesso e per lo più circunnavigabile in modo da danneggiare il meno possibile lo strano giardino che ospita le bambole.

Per leggerne di più si veda qui.

“La sentenza”, il nuovo libro di Valerio Varesi. La Resistenza raccontata da un anti-Pansa

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La sentenza di Valerio VaresiNon stupisce che Valerio Varesi abbia messo in pausa il più noto dei suoi personaggi, il commissario Soneri. Lo aveva già fatto in passato, per esempio, con “Il paese di Saimir” (Verdenero, 2009) per raccontare la storia di un ragazzino albanese finito sotto il crollo di un edificio in un cantiere edile in cui non avrebbe dovuto esserci. Almeno non così, in nero. Ed era accaduto anche con “Le ombre di Montelupo” (Sperling & Kupfer, 2008), vicenda di un’impresa alimentare che cresce fino al punto di trasformarsi in uno scandalo finanziario e che richiama senza troppi veli il crac Parmalat, consumatosi nella terra d’origine dello scrittore, quella “piccola Parigi” nel cuore dell’Emilia finita tante volte sulle pagine di cronaca dei giornali.

Varesi è così, racconta storie prima che queste vengano classificare a seconda dei generi narrativi. E dunque, si diceva, non stupisce che la Parma che rievoca nel libro appena uscito, La sentenza (Frassinelli), sposti l’asse del tempo per assestarla sull’anno del Signore 1944. Seconda guerra mondiale, dunque, e soprattutto lotta di Liberazione, in piena occupazione tedesca che, nella realtà geograficamente poco distante da lì significava gli eccidi di Monte Sole con i fatti di Marzabotto che seguivano a ruota la lucchese strage di Sant’Anna di Stazzema.

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“Aldo Moro: frammenti della memoria”, un blog per riunire “testi e testimonianze sull’unità nazionale”

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Accademia Aldo Moro

Aldo Moro: frammenti della memoria è un blog in cui vengono raccolti “testi e testimonianze sull’unità nazionale e il senso dell’essere italiani”. Nato all’inizio dello scorso agosto, fa parte del programma “L’intelligenza e gli avvenimenti” dell’Accademia di studi storici Aldo Moro e deve essere calato nelle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Dal post di presentazione:

È vero che il Paese corre più veloce, in un mondo in rapido e completo mutamento, che non riescano a fare governo, parlamento ed istituzioni politiche e ciò mentre sentiamo lo stimolo di una vita internazionale aperta e di una comunità europea senza frontiere. È vero che l’Italia cresce e mal si adatta agli schemi angusti del passato. (…) La mia richiesta non è di mettere in stato di accusa il nostro Paese, che amo nella sua intensa bellezza e nella sua straordinaria vitalità, ma di impegnarsi, tutti, in modo che in un’armonia feconda sia scongiurata la decadenza, siano affrontate le sfide del nostro tempo, sia assicurato al nostro popolo, nella concordia di intenti propria delle ore difficili, il suo avvenire di libertà, di benessere, di pace.”

Lo scrisse il 5 dicembre 1974 lo il politico Dc che fu assassinato dopo 55 giorni di prigionia il 9 maggio 1978.

Federazione italiana associazioni partigiane, un convegno per parlare di un archivio per la Resistenza e per la storia

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Domani, 20 ottobre, presso la sede milanese della Fiap – Federazione Italiana Associazioni Partigiane (Saletta Incontri – via De Amicis 17) a partire dalle 17.30 si parlerà di Un archivio per la Resistenza e per la storia. Questo il programma:

  • Giovanni Scirocco – L’uso pubblico della storia tra memoria e politica
  • Andrea Torre – Gli archivi della Resistenza: tipologie documentarie e accessibilita alle fonti
  • Fiorella Imprenti – La storia e gli archivi della EIAR: un contributo per la memoria della Resistenza
  • Federica Artali – La memoria costruisce il futuro: nuovi percorsi per una nuova cittadinanza

(Via Circolo “Giustizia e Libertà” di Sassari)

“4 agosto ’74 – Italicus, la strage dimenticata”: in un documentario i fatti del 4 agosto di 37 anni fa

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Trailer “4 AGOSTO ’74 – Italicus, la strage dimenticata” from Officinemedia on Vimeo.

Si intitola 4 agosto ’74 – Italicus, la strage dimenticata e si riferisce a questi fatti. È un documentario di Alessandro Quadretti e Domenico Guzzo prodotto da Officinemedia e già se n’era parlato qui. Oggi è peraltro la giornata in cui si è scritto di un nuovo testimone (o pentito) per i fatti del 28 maggio 1974, quando scoppiò una bomba in piazza della Loggia, a Brescia.

“Manuale di intelligence”: tra mancate previsioni e sicurezza nazionale

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Manuale di intelligence di Antonella Colonna VilasiUn libro che nasce dalla volontà di sfatare qualche miti. Ma anche di attualizzare il concetto di “sicurezza dello Stato” al contesto nazionale, ormai divenuto imprescindibile. Sono queste alcune delle mosse da cui prende vita Manuale di intelligence della criminologa e saggista Antonella Colonna Vilasi, pubblicato da poco per la casa editrice reggina Città del Sole. Perché scrivere un libro del genere, il cui approccio tiene conto anche del neofita, di colui che non ha alcuna nozione in materia?

Lo spiega la stessa autrice, secondo la quale “fare a meno dell’intelligence non si può, in un mondo in cui persino gli Stati faticano a sopravvivere alle nuove minacce che li incalzano. Quindi la cosa migliore è conoscere i servizi per quello che sono e rappresentano. Quando un paese è solido, fondato su un governo legittimo e su un Parlamento in grado di controllarne l’operato, l’intelligence ritrova tutto il suo fascino. Ed è altrettanto affascinante capire come funziona e a cosa serve”. Per cui si inizia a raccontare cos’è una raccolta di informazioni, come avviene e a quali elaborazioni successive viene sottoposta dagli analisti. E il manuale vorrebbe un po’ anche sfatare il concetto in base al quale gli apparati di sicurezza devono muoversi oltre i confini della legalità. Questo però avviene, come hanno dimostrato molteplici inchieste giudiziarie, fin da tempi ampiamente in anticipo rispetto agli anni della strategia della tensione per arrivare a vicende ben più vicine, come i dossieraggi Pompa-Pollari.
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Omicidi politici: documenti desecretati e documentazione sull’Assassination Archives and Research Center

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Assassination Archives and Research Center

Si chiama Assassination Archives and Research Center (Aarc) e si tratta di una realtà fondata nel 1984 per radunare informazioni sugli omicidi politici. Dalla presentazione della biblioteca pubblica:

La biblioteca pubblica è una collezione di oltre 35 mila pagine di report, trascrizioni e altri dossier […]. Molti di questi documenti sono stati recentemente declassificati in base ai termini della JFK Assassination Records Collection Act il cui mandato deriva dall’Assassination Records Review Board.

La prima legge è illustrata qui mentre l’Assassination Records Review Board è spiegato qui.

“La mia Bandiera. La Resistenza al femminile”: documentario di Bugani e Lucchese sulle donne della Liberazione

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Si intitola La mia Bandiera. La Resistenza al femminile il film documentario di Giuliano Bugani e Salvo Lucchese che sarà presentato lunedì prossimo, 17 ottobre, nella sala Mastroianni del bolognese Cinema Lumière (la proiezione è programmata per le 18). Si tratta della ricostruzione del ruolo che le donne ebbero durante la Liberazione. Scrivono gli autori:

Dalle testimonianze delle partigiane, uniche protagoniste del documentario, si ha uno spaccato inedito delle loro esperienze di lotta e di vita quotidiana come rivoluzionarie, attraverso le quali viene messo in evidenza il ruolo essenziale che le donne hanno avuto per la sopravvivenza e la vittoria della Resistenza stessa. Il progetto, nato da un’idea di Giuliano Bugani, operaio e giornalista, realizzato con Salvo Lucchese […], con Alessandra Cesari, presidente dell’associazione Elenfant Film e responsabile sviluppo progetti, e con Roberta Bononi, ex collaboratrice della Cineteca di Bologna, ha inizio nel 2009 ed è una raccolta di interviste a partigiane dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini.

Questo il sito di Elenfant Film, la realtà che ha curato la produzione. Il progetto ha poi avuto il contributo della fondazione Carisbo e dell’Anpi di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Forlì, Ravenna, Rimini, Castelfranco Emilia, Parma e Piacenza. Tra gli enti che lo hanno patrocinato compaiono il Comune di Bologna, l’Istituto storico Parri, Isrebo, l’Istituto per gli studi della storia contemporanea e della Resistenza di Ravenna e provincia e l’Istituto storico della Resistenza di Alfonsine. Le musiche originali, inoltre, sono state composte da Gianluca Nuti e il brano di coda, “Partisan’s Bella Ciao”, è dei Modena City Ramblers.

Infine la coppia Bugani-Lucchese aveva già lavorato insieme. Era accaduto con un altro documentario, Anno 2018: verrà la morte, sulle morti per amianto, di cui si era parlato qui.

Peacereporter: Afghanistan, l’Abu Ghraib italiana

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Afghanistan, l'Abu Ghraib italiana

Peacereporter racconta questa storia: Afghanistan, l’Abu Ghraib italiana affermando tra l’altro che:

Belle parole, drammaticamente in contrasto con la realtà denunciata da un rapporto dell’Onu, che descrive le sistematiche torture inflitte ai detenuti da parte degli agenti dei servizi segreti afghani, il National directorate of security (Nds). Il rapporto parla di “un approccio alla tortura altamente organizzato”, secondo una procedura standard riferita da almeno dodici prigionieri.

Continua qui.