“Behind the label”: un film inchiesta sul cotone indiano tra ogm, sementi sterili, monopoli e sfruttamento

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Behind the label: il doppio volto del cotone indiano. È un film inchiesta di Sebastiano Tecchio e Cecilia Mastrantonio prodotto da Barbara Ceschi a Santa Croce, Overcom e Bioscope Films India che ricostruisce una storia lontana e vicina:

Le biotecnologie sono davvero la soluzione per lo sviluppo dei paesi del Terzo Mondo? A chi giovano? Il documentario propone un […] racconto, con immagini inedite e interviste a volte drammatiche, per capire cosa si nasconde dietro la diffusione di piante geneticamente modificate nella coltivazione del cotone in India, uno dei più grandi paesi della terra, secondo produttore mondiale della fibra tessile che miliardi di uomini e di donne di ogni parte del mondo utilizzano per un’infinita varietà di necessità quotidiane. In appena nove anni l’India è stato conquistata dai semi prodotti dalla multinazionale Monsanto, con il miraggio di un’inedita prosperità per i propri contadini. L’ex-direttore commerciale di Monsanto India – Tiruvadi Jagadisan – racconta come l’azienda, per affermarsi sul mercato indiano, abbia negli anni ’90 introdotto illegalmente semi con un gene in grado di rendere sterili le varietà locali, e poi – dal 2002 con semi geneticamente modificati – ha acquistato, passo dopo passo, un monopolio di fatto quasi totale del mercato.

Ma non c’è solo questo. Per scoprire il resto si può consultare il sito sito dedicato al documentario.

“Pacifisti. Ecco dove siamo”: l’ebook (completo e gratuito) di Luca Kocci su dieci anni di attivismo per la pace

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Pacifisti. Ecco dove siamoTerreLibere.org, tra i suoi libri, mette a disposizione in versione integrale e gratuita l’ebook di Luca Kocci intitolato Pacifisti. Ecco dove siamo – 2001-2011. Dieci anni di attivismo per la pace (sopra l’anteprima dell’opera).

Un luogo comune afferma che i pacifisti sono spariti. Dopo le grandi manifestazioni contro la guerra in Iraq (2003) furono definiti dal “New York Times” la “seconda superpotenza mondiale”. Da allora, i grandi media e la politica hanno deciso di ignorarli. Nell`immaginario collettivo non esistono più. Questo archivio raccoglie dieci anni di attività dal 2001 al 2011. E dimostra che i pacifisti non sono solo quelli che scendono in piazza quando scoppia una guerra. Hanno fatto ben altro.

Sono parte del movimento contro il neoliberismo e per i beni comuni. Hanno informato su temi che nessun “grande” organo di informazione ha trattato, come l`uranio impoverito. Sono stati a fianco delle comunità locali contro le “grandi opere” e l’ampliamento delle basi militari, da Vicenza al radar USA di Niscemi, nella Sicilia profonda. Sono l’ossatura delle reti di economia solidale che stanno offrendo una risposta alla crisi e alle ingiustizie.

Da qui si può scaricare la versione in pdf mentra per quella ePub si veda qui.

Piazza Grande di ottobre: naviganti senza dimora, storie di chi non ha casa ma va in rete per raccontare e raccontarsi

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Piazza GrandeIl numero di ottobre del mensile Piazza Grande è dedicato ai naviganti senza dimora, a chi vive senza casa ma non rinuncia a una connessione per comunicare, informarsi o aggiornare il suo blog. Nell’inchiesta del mese, Francesca Mezzadri e Leonardo Tancredi, raccontano le storie di Luigi, Angelo e Marco persone con passato o un presente da senza dimora che hanno trovato nel web un rimedio alla solitudine, la possibilità di conoscere persone fuori dal mondo dell’emarginazione e anche un’opportunità di lavoro. Luigi e Marco si sono avvicinati ai computer grazie al Laboratorio di informatica di del Centro diurno di via del Porto, Angelo ha imparato in carcere, a Rebibbia. Racconta Luigi:

Per due anni uscivo dal dormitorio alle 8 e mi precipitavo all’internet point per restarci fino a sera all’inizio chattavo moltissimo, mi iscrivevo a qualsiasi lista, non dicevo di essere senza dimora, parlavo della mia vecchia vita.

Angelo dopo il corso da detenuto ha fatto uno stage in un’azienda, Marco invece sta cercando di ottenere la patente europea di informatica e gestisce i contatti del sito dell’associazione culturale Fraternal Compagnia. Per Marco e tanti altri senza dimora non solo a Bologna internet è diventato uno strumento di comunicazione non solo individuale: sono molti i blog nati in dormitori e centri diurni in tante città italiane. Massimiliano Salvatori ripercorre l’esperienza di Asfalto, il primo blog di senza dimora in Italia, nato nel Centro diurno e chiuso nel 2010 per i tagli al welfare.

Continua qui e qui.

“Al Qaida! Al Qaida! Come fabbricare il mostro in tv”: in uscita un documentario contro la manipolazione della realtà

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Al Qaida! Al Qaida! Come fabbricare il mostro in tv è un film documentario contro la manipolazione della realtà tratto dal libro Primo, non diffamare di Luca Bauccio. Girato da Giuseppe Scutellà e prodotto da DirittoZero, verrà presentato il 18 ottobre al Cinema Apollo di Milano e sullo schermo si potranno vedere alcuni dei personaggi divenuti oggetto di campagne denigratorie. Tra loro Beppino Englaro. Se ne parla più diffusamente sul blog Il giornalaio di Pier Luca Santoro.

Le frequenze della criminalità organizzata raccontate nel libro “Telecamorra” di Alessandro De Pascale

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TelecamorraÈ uscita lo scorso giugno, con la prefazione di Amato Lamberti (scomparso poco dopo la pubblicazione) e Giommaria Monti, Telecamorra di Alessandro De Pascale (Lantana Editore), un’inchiesta nata nel 2008 e che, a fronte di ciò che è emerso, ha portato la magistratura ad aprire fascicoli d’indagine:

È una storia di soldi, clan e potere, gli ingredienti di sempre quando si tratta di criminalità organizzata. Quella attiva in Campania è una vera e propria «cricca delle telecomunicazioni». Terza regione d’Italia per numero di licenze, dove si contano 77 tv e 165 radio locali registrate, la criminalità organizzata è andata da tempo all’assalto dell’etere. Dal boss iscritto alla Siae all’editore socio dei Casalesi, dall’agente neomelodico, parente del capoclan, al proprietario di una tv che offre un alibi falso al killer della camorra: nell’etere della Campania circola questo e molto di più. Le trasmissioni radio e tv sono utilizzate dai clan per inviare messaggi agli affiliati o boss durante le dirette, «onde killer» sparate a potenze non consentite o peggio completamente abusive. Frequenze rubate allo Stato, con un danno per la collettività stimato in 500 milioni di euro e rivendute con atti di compravendita falsi.

Antenne usate come armi per minacciare, pubblicità sfruttata dalle cosche per giustificare il racket delle estorsioni. Funzionari ministeriali sotto processo per presunti favoritismi e forze dell’ordine indagate perché ritenute colluse con i malfattori. Piccole tv di quartiere diventate in pochi anni grandi gruppi editoriali regionali, ora accusate di aver fatto il salto di qualità grazie alle rapine. In ballo ci sono contributi pubblici per 12 milioni di euro l’anno, centinaia di spot elettorali utilizzati per ottenere protezioni politiche, ma anche il controllo del settore dell’informazione e la gestione dei posti di lavoro dell’indotto a cui si aggiunge l’esercito di cantanti neomelodici e sedicenti maghi. Un’illegalità diffusa e tollerata per anni nonostante le numerose denunce presentate alla magistratura e oggetto di un’inchiesta.

(Via Vittorio Pasteris)

“Il brevetto” di Andrea Capocci: e fu così che l’invenzione cessò di essere bene comune per diventare una merce

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Il brevettoSi parla di smartphone ma anche di Ogm, di computer e di farmaci, di cibo e di fumetti. Il tutto nel libro Il brevetto di Andrea Capocci in uscita per i tipi di Ediesse:

Grazie al brevetto, un’invenzione cessa di essere un bene comune per diventare una merce da scambiare sul mercato. Secondo alcuni, il brevetto rappresenta uno stimolo fondamentale all’attività di innovazione tecnologica, ma, come tutti i monopoli, esso limita la competizione tra le idee innovative e può rallentare la diffusione del progresso. Per farsi un’opinione sui brevetti, dunque, occorre esaminarne costi e benefici sulla base di dati oggettivi e senza pregiudizi ideologici.

Il dibattito sul brevetto dura sin dal Rinascimento e ha visto prevalere ora l’una ora l’altra posizione. Le nazioni e i gruppi sociali che dai brevetti traggono vantaggio o ne subiscono le conseguenze mutano continuamente. Gli Stati Uniti, l’Europa e il Giappone, che hanno scritto le regole del sistema brevettuale globale, devono ora fronteggiare la competizione della Cina, dell’India e degli altri paesi emergenti, che chiedono regole nuove. Gli sviluppi della tecnologia, dall’informatica alla genetica, spingono questo dibattito in territori finora sconosciuti e pongono nuove domande alla politica, al diritto e all’economia.

Pubblicato nella collana Fondamenti, un estratto del libro è disponibile qui.

Anonymous: hacker, attivismo e libertà d’informazione. Due libri e l’articolo di Pier Luca Santoro

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Anonymous - Noi siamo legioneLo European Journalism Observatory (Ejo) scrive di Anonymous e di hacker, attivismo e libertà d’informazione. Lo fa con un articolo di Pier Luca Santoro che parla di due libri. Oltre ad Anonymous – Noi siamo legione, c’è anche l’ebook uscito da pochi giorni e firmato da Carola Frediani, Dentro Anonymous. Viaggio nelle legioni dei cyberattivisti. Pier Luca, in merito al primo, scrive:

Le parti più interessanti del volume sono quelle che raccontano l’intervento di Anonymous a fianco delle rivolte tunisine, egiziane, degli indignados spagnoli, degli studenti inglesi, del movimento NoTav. La vera differenza tra la loro attitudine hacker e quella dei loro fratelli maggiori sta proprio nel cercare un legame tra le rivolte dentro la Rete e le rivolte al di fuori delle schermo.

Dentro Anonymous. Viaggio nelle legioni dei cyberattivistiSul secondo, invece, viene raccontato:

Si inizia dal caso di Sabu, nickname di Hector Xavier Monsegur, leader del movimento arrestato nel giugno del 2011 e da allora spia, traditore, collaboratore dell’FBI, per poi analizzare le molte teste, quelle che l’autrice definisce Idra ispirandosi alla mitologia greca, e ovviamente il caso, ed anche la lezione di WikiLeaks. Numerosi i casi analizzati, sia a livello internazionale con l’operazione Free Assange e il caso TrapWire, che in specifico riferimento alla realtà italiana attraverso l’illustrazione e l’analisi, per citarne alcuni, degli attacchi alle università italiane e al Cnaipc, i retroscena sull’attacco a Paniz e Grillo sino a quello recentissimo dell’Ilva di Taranto.

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