“Il gioco della memoria”: un documentario “dal basso” su Vo’, provincia di Padova, campo di concentramento creato a fine 1943

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Il gioco della memoria

Il gioco della memoria di Vincenzo Agosto è (sarà) un documentario prodotto dal basso sul campo di concentramento per ebrei creato a fine 1943 nella frazione di Vo’, Padova:

Il 23 dicembre 1943 con decreto della Prefettura di Padova, il campo di concentramento iniziò ufficialmente la sua attività e da quel momento si formalizzò il concentramento degli ebrei che non essendo riusciti per scelta o impossibilità a nascondersi o a fuggire, furono arrestati e ivi tradotti.

Lunedì 17 luglio 1944, i tedeschi prelevarono senza preavviso tutti gli internati del campo che vennero trasferiti e incarcerati a Padova, trasferiti poi a Trieste nella risiera di San Sabba ed infine tradotti-stipati in vagoni merci, nel campo di lavoro e di sterminio di Auschwitz-Birkenau in Polonia. Degli ebrei già detenuti a Vo’ soltanto Bruna Namias, Sylvia Sabbadini e Ester Hammer sopravviveranno.

Progetto di Pregiat Photo Video Produzioni di Antonio Attisani.

“Io mi sono salvato”: Shoah e stragi naziste del 1943 sul lago Maggiore. La storia (in parte inedita) di Aldo Toscano

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Io mi sono salvatoGli accadimenti legati alla seconda guerra mondiale e dalla Shoah continuano a raccontare e a riproporre storie di costante interesse. È il caso del libro Io mi sono salvato. L’olocausto del lago Maggiore e gli anni dell’internamento in Svizzera (1943-1945) di Aldo Toscano, che esce (di nuovo) per Interlinea Edizioni a ridosso del settantesimo anniversario di una strage nazista:

Nei giorni immediatamente successivi all’armistizio, tra il 15 settembre e l’11 ottobre 1943, sulla sponda occidentale del lago Maggiore i soldati del primo battaglione SS del secondo reggimento della divisione corazzata Leibstandarte “Adolf Hitler” compirono uno dei più efferati eccidi di ebrei in territorio italiano. A oggi le vittime accertate sono 57, uomini, donne, vecchi e bambini, implacabilmente rintracciati e immediatamente sterminati. I contorni della strage emersero in tutta la loro tragica evidenza, soltanto nel 1963, grazie all’indagine condotta da Gerhard Wiedmann sull’attività del capitano delle SS Theodor Saewceke.

Prese avvio un’istruttoria giudiziaria che si concluse con un processo contro i maggiori responsabili dell’eccidio che venne celebrato nel 1968 a Osnabrück. Dopo 61 udienze e l’escussione di 180 testi, gli ufficiali vennero condannati all’ergastolo e i due sottoufficiali a pene minori. Nell’appello svoltosi il 17 aprile 1970, la corte suprema di Berlino li mandò assolti, con la stupefacente motivazione dell’avvenuta prescrizione dei termini.

Aldo Toscano, ebreo novarese nato nel 1907, dopo essere scampato all’eccidio rifugiandosi in Svizzera dove venne internato, fu il primo a dedicarsi alla ricostruzione storica di quegli avvenimenti, pubblicando il risultato delle sue ricerche nel 1993 su una rivista storica novarese. In occasione del settantesimo anniversario della strage e a vent’anni dalla morte di Toscano, si ripubblica lo studio insieme al diario che ricostruisce gli anni dell’internamento, rimasto inedito fino ad oggi.

“Io ho visto”: un libro di Pier Vittorio Buffa e un sito web per conservare la memoria delle vittime del nazifascismo

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Io ho visto

Io ho visto di Pier Vittorio Buffa è un libro appena uscito per Nutrimenti ed è anche un progetto web con uno scopo ben definito:

non dimenticare quello che è accaduto durante la guerra contro la popolazione civile italiana condotta dai nazifascisti tra il 1943 e il 1945. Un progetto semplice. Fatto di immagini e di parole. Di parole e di immagini. Le parole sono quelle che servono per cercare di dare corpo alle emozioni, come quelle del libro. Le immagini sono quelle di chi ha portato per sempre con sé il dolore di quegli anni.

Partecipare al progetto è semplice. È sufficiente scrivere qua sotto [qui il link, ndb] quello che si è visto allora. O un pensiero, un ricordo. O anche solo il modo per essere rintracciati e raccontare.

Quello che ne nascerà non lo so: racconti da pubblicare qui sul web, una nuova edizione del libro, una semplice raccolta di ricordi… Quello che Io ho visto diventerà lo deciderà soprattutto chi deciderà di parteciparvi.

Al momento nel libro sono raccolte trenta storie di sopravvissuti alle stragi nazifasciste mentre in rete, nella sezione dedicata alle fotografie, ci sono i volti di queste persone. Volti accompagnati dai rispettivi nomi, dalla località in cui i fatti si sono consumati e da una breve descrizione di ciò che accadde.

Scatti dalla seconda guerra mondiale: Trento dopo il bombardamento del 29 settembre 1943. Le immagini recuperate e messe online

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Seconda Guerra Mondiale - Trento bombardata

La fotografia, pubblicata su Flickr da Claudio Raffaelli, risale al 29 settembre 1943:

Sono riuscito a recuperare tramite la signora Laura delle foto originali del periodo della Seconda guerra mondiale in Trentino. Questa immagine come altre […] è stata scattata da uno dei fratelli Pedrotti, fotografi molto famosi a Trento per questo periodo storico e anche per la cultura del Trentino. Probabilmente alcune immagini non ritenute da loro di qualità le hanno accantonate in qualche cassetto e poi regalate […]. [Ritrae] un bombardamento selvaggio […]. Siamo nel quartiere Santa Maria e sulla sinistra si nota un pezzo di Torre Vanga e poi nello sfondo […] il campanile della chiesa di Santa Maria […]. Questa foto i fratelli Pedrotti l’hanno considerata scarta dato che era molto sfuocata.

Oltre all’immagine sopra riportata, ne sono state scattate e recuperate anche altre: 1, 2, 3 e 4.

La morte dei fratelli Cervi: una storia di Resistenza nelle parole di Maria, figlia di uno dei giovani antifascisti uccisi il 28 dicembre 1943

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Il 28 dicembre 1943 furono fucilati nel poligono di tiro di Reggio Emilia i sette fratelli Cervi, gli antifascisti Gelindo (1901), Antenore (1906), Aldo (1909), Ferdinando (1911), Agostino (1916), Ovidio (1918) ed Ettore (1921). Questa è una storia che ha rappresentato la Resistenza non sono in Emilia, ma in tutta Italia, raccontata in primis dal padre Alcide nel libro I miei sette figli e dal film del 1968 di Gianni Puccini.

Tempo addietro il museo Cervi di Gattatico ha messo online in cinque parti il racconto fatto da Maria Cervi, la figlia di Antenore scomparsa nel 2007. Ed ecco una voce e una storia che provengono direttamente dai fatti di sessantanove anni fa. Qui la prima parte mentre i link per accedere alle successive sono questi: due, tre, quattro e cinque.

“L’ultima notte dei fratelli Cervi”: un romanzo di Dario Fertilio sulla Resistenza e l’eccidio avvenuto a Reggio Emilia il 28 dicembre 1943

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L'ultima notte dei fratelli CerviEsce in questi giorni per Marsilio il romanzo L’ultima notte dei fratelli Cervi, scritto dal giornalista Dario Fertilio. L’ambientazione è quella della lotta di Resistenza e la vicenda narrata si increccia a quella di un noto eccidio avvenuto il 28 dicembre 1943 a Reggio Emilia, nel poligono di tiro. Il volume viene presentato con queste parole:

La storia di Archimede, giovane contadino reggiano reclutato nei Gap fra il 1943 e il 1945, si intreccia con la tragedia dei sette eroici fratelli Cervi fucilati dai fascisti. I crescenti dubbi del protagonista, di fronte all’ordine di uccidere a freddo esponenti della Repubblica Sociale in agguati programmati, lo portano prima a scoprire, e poi a confrontarsi con una realtà scomoda: i Cervi, al momento della cattura, erano stati isolati dai compagni comunisti che dirigevano la Resistenza nella provincia, perché accusati di comportarsi “da anarchici”. Così la guerra civile, fra attentati e rappresaglie, bombardamenti, viltà e atti di coraggio quotidiani, gli rivela progressivamente il suo volto disumano. La svolta morale di Archimede si completa nell’apprendere un ulteriore segreto: in quella medesima ultima notte dell’agguato fascista, i Cervi erano stati traditi e denunciati da un infiltrato. Una verità che, nel clima surriscaldato del dopo 25 aprile a Reggio, tra lotte politiche e regolamenti di conti, deve essere nascosta.

Sulla vicenda dei fratelli Cervi si veda la scheda pubblicata sul sito dell’Anpi.

Giorno della memoria 2012: presentato il sito “I nomi della Shoah italiana” del Centro di documentazione ebraica contemporanea

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Con il Giorno della memoria 2012 e dopo la pubblicazione del volume Il libro della memoria – Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945) di cui si parlava qui, adesso arriva il sito I nomi della Shoah italiana – Memoriale delle vittime della persecuzione antiebraica, iniziativa del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec):

Nel 1979, il Cdec prese in considerazione l’idea di pubblicare in un libro-memoriale l’elenco completo di tutti gli ebrei morti in Italia o deportati dall’Italia nel biennio 1943-1945. La direzione del progetto fu affidata a Liliana Picciotto. Nuovi documenti erano nel frattempo venuti alla luce: la schedatura di 58.000 ebrei o supposti tali messa in atto dal governo fascista nel 1938, i registri-matricola delle carceri italiane con i nomi degli ebrei arrestati, i documenti del Ministero dell’Interno reperiti per le Procure tedesche nell’ambito dei processi a criminali nazisti che avevano operato in Italia.

L’analisi di questo complesso documentario portò alla luce nuovi nomi e nuovi dati. Nel 1986 il Cdec ricevette in dono un raro e prezioso computer che dette una svolta alla ricerca: i dati fino ad allora reperiti furono fatti confluire in un innovativo data base creato con l’aiuto dell’ingegnere informatico Alfonso Sassun. L’esito della ricerca sui nomi è stato pubblicato nel 1991 dalla casa editrice Mursia […], che ha visto successive numerose edizioni. La vasta diffusione del libro permise a parenti e amici delle vittime di entrare in contatto diretto con il Cdec e con l’elenco stesso.

Segnalazioni e integrazioni, inizialmente assai numerose, non sono nel corso degli anni mai cessate, segno dell’interesse costante da parte della società civile e della comunità ebraica verso il proprio passato. Poiché nuovi dati e completamenti ci vengono ancora comunicati, l’elenco non si può considerare definitivo ma un continuo working progress. Il Cdec con i due monumenti: Il libro della memoria e questo sito “I nomi della Shoah Italiana” ha inteso da una parte soddisfare la ricerca storica e dall’altra onorare la memoria delle vittime.

Chi avesse informazioni, notizie o fotografie in tema, può segnalarle qui.