Delitti del Dams. In un libro l’omicidio di Angelo Fabbri, l’allievo di Eco ucciso nel 1982

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Ero amico di Angelo Fabbri

È una Bologna di crinale, quella raccontata nel libro “Ero amico di Angelo Fabbri” di Enrico Gulminelli (Pendragon, 2012). Da un lato i tramontanti anni di piombo, i carri armati per strada, le contestazioni, le bombe. Dall’altro gli Ottanta con i delitti del mostro di Firenze e con la catena degli omicidi neonazisti di Ludwig a nord, iniziati nel 1977.

È una Bologna “che si prepara agli anni della Uno bianca”, dice Carlo Lucarelli, che firma la prefazione al libro di Gulminelli, in cui c’è una facoltà universitaria che ha aperto da poco, il Dams, il corso che porta a laurearsi in discipline delle arti, della musica e dello spettacolo. E un allievo, Angelo Fabbri, 26 anni, promessa della ricerca accademica sotto l’egida di Umberto Eco e di Paolo Fabbri, sparisce tra il 30 e il 31 dicembre 1982.

Era un ragazzone eclettico che, abbandonati gli studi in fisica, decise di dedicarsi a materie umanistiche coniugando ancora la scienza, ma in parallelo ai fumetti, alla musica, alla cucina. Fino a quando, proprio in quel San Silvestro di 30 anni fa, Angelo Fabbri venne trovato morto, assassinato da 11 coltellate. A lui seguirono nel giro di una manciata di mesi i delitti della docente del Dams Francesca Alinovi, uccisa con 47 coltellate superficiali di cui una mortale, e di Leonarda Polvani, iscritta a quella facoltà per quanto lavorasse come designer di gioielli.

Per il delitto Alinovi, la giustizia ha condannato il suo giovane compagno, Francesco Ciancabilla, mentre per Leonarda Polvani, trovata in una grotta della Croara, alle porte di Bologna, non c’è colpevole. Così come non c’è colpevole per Angelo Fabbri, finito dopo i due successivi due omicidi nel novero dei delitti del Dams, espressione usata per riunire quelle morti forse malcelando la voglia – smentita – di un serial killer che si aggirasse nel mondo dell’arte bolognese.

Il libro di Gulminelli, tuttavia, non è una “narrazione di cronaca”, aggiunge ancora Lucarelli, “uno di quelli che tendono a essere un coacervo di sensazionalismo. Ma è il racconto di un ambiente, di un periodo e di una persona” attraverso i ricordo di un amico. Gulminelli non era solo un amico di Angelo Fabbri, era uno dei migliori, e per 7 anni con lui ha condiviso la vita prima nell’appartamento di via Ciamician e poi in quello di via Mirasole, da cui il ventiseienne uscirà per poi venire ammazzato.

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“Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica” nel racconto di Lucia Visca

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PropagandaSegnalava ieri Booksblog il recente libro pubblicato da Castelvecchi e scritto dalla giornalista Lucia Visca con il titolo di Propaganda. L’origine della più potente loggia massonica:

Un fiume carsico che attraversa la storia d’Italia. Un filo rosso che nell’arco degli anni congiunge il malaffare praticato nei Palazzi del potere e coinvolge i protagonisti della scena politica e finanziaria: da Francesco Crispi e Adriano Lemmi fino a – si suppone – Gianni Letta e Luigi Bisignani. Stiamo parlando della loggia Propaganda, la società segreta più influente del nostro Paese ma della quale ancora molti aspetti sono avvolti nel mistero. Se gli scandali recenti lasciano pensare che vi sia stata la ricostituzione della P2, è molto probabile che prima di Licio Gelli qualcun altro avesse dato vita alla P1 […]. Quali sono stati i legami fra massoneria e lo sbarco dei Mille e quello degli Alleati in Sicilia nel 1943? Che rapporti ha avuto la Loggia con la mafia? E ancora, oltre a Silvio Berlusconi, quali sono e che fine hanno fatto gli iscritti alle liste della Propaganda nelle sue varie reincarnazioni.

Della stessa autrice era già uscito nel 2010 per lo stesso editore Pier Paolo Pasolini. Una morte violenta di cui si può leggere una recensione di Francesco Scarcella sul sito Mangialibri.

La storia del finanziamento pubblico dal 1974 ricostruita nel libro “I soldi dei partiti” di Veltri e Paola

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I soldi dei partitiLa casa editrice Marsilio pubblica il libro I soldi dei partiti (in uscita dal 25 gennaio), scritto da Elio Veltri, fondatore da ultimo dell’associazione Democrazia e Legalità, e da Francesco Paola, avvocato penalista che ha rappresentato tra l’altro le parti civili nel processo sui dossieraggi di via Nazionale.

Il finanziamento pubblico ai partiti in Italia, chiamato “rimborso delle spese elettorali” per aggirare il referendum abrogativo del 1993 e la tagliola della Corte Costituzionale, è il più elevato del mondo: 200 milioni di euro all’anno, con il minore controllo in assoluto. I soldi dei rimborsi – che per legge devono andare ai partiti – possono così essere riscossi da associazioni costituite da poche persone in nome del partito o dirottati altrove senza che nessuno abbia qualcosa da eccepire. Elio Veltri e Francesco Paola ripercorrono la storia dei finanziamenti dalla loro introduzione, nel 1974, alla progressiva degenerazione, fino ai giorni nostri. Per arrivare a delle proposte concrete: regole chiare e non modificabili a seconda delle convenienze, per dare risposte alla rabbia dei cittadini che ormai riconoscono nei partiti oligarchie e clan familiari, in cui omertà, familismo amorale e fedeltà hanno sostituito militanza, rigore morale, impegno per il bene comune.

Definito un “piccolo manuale di resistenza civile”, se può leggere ancora qui. Inoltre, sempre per i tipi di Marsilio, una segnalazione al romanzo L’ultimo hacker di Giovanni Ziccardi, docente di informatica giuridica all’università degli studi di Milano.

Eternit: storia di benessere (prima) e di morte (dopo, per amianto) in un libro a fumetti

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Scrive Quotidiano Piemontese:

La storia della Eternit a Casale è diventata un libro illustrato a fumetti: Eternit, Dissolvenza in bianco edito da Ediesse che sarà presentato a a Roma il 17 gennaio. Il libro è stato realizzato da Gea Ferraris, architetto, illustratrice e pittrice, e Assunta Prato, insegnante di scuola secondaria che fa parte dell’Associazione dopo la morte del marito per mesotelioma. Il libro racconta attraverso i fumetti la storia della Eternit a Casale Monferrato, una storia locale che per dimensione della tragedia e per l’impatto delle storie dei suoi protagonisti ha avuto un interesse nazionale. È la storia di una fabbrica che, come noto, prima portò a Casale Monferrato il benessere e poi la morte agli operai e alle loro famiglie, a causa della polvere d’amianto respirata da cittadini e lavoratori. Nasce quindi nella comunità locale la presa di coscienza dei rischi legati all’inquinamento da amianto, la necessità della bonifica e della ricerca scientifica, l’esigenza di giustizia con più di tremila parti civili per il processo in corso a Torino contro i dirigenti della multinazionale Eternit.

(Via Vittorio Pasteris)

La storia dell’umanità ricostruita attraverso le epidemie. L’autore: “È l’uomo il responsabile di comparsa e diffusione degli agenti infettivi”

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Storia delle epidemieÈ un volume illustrato e si intitola Storia delle epidemie il libro scritto dal medico infettivologo Stefan Cunha Ujvari e pubblicato dalla casa editrice bolognese Odoya. Di questo si tratta:

[È una] narrazione della tormentata convivenza tra gli esseri umani e, invisibili abitanti del nostro pianeta, i batteri. Esiste un batterio, che risponde al suggestivo nome di Bacillus infernus, capace di sopravvivere all’acqua bollente; ne esiste un altro, il Micrococcus radiophilus, che si nutre di sostanze radioattive, come uranio e plutonio, e che sarebbe ben contento di un’esplosione atomica […].

Dalla peste di Atene nel V secolo a.C. descritta da Tucidide, alla peste nera del Medioevo; dalla sifilide al colera diffusosi durante la Rivoluzione industriale, fino all’Aids e all’Ebola. La descrizione dell’evoluzione del rapporto tra germi e scienza, una lotta per la sopravvivenza della specie umana. Il libro racconta come l’insorgenza di ogni epidemia abbia modificato le varie civiltà, chiarendo come la trasmissione di queste malattie infettive sia stata ben lontana dal rappresentare la conseguenza di una maledizione divina come i nostri antenati credevano. L’autore infatti argomenta come sia l’uomo stesso il principale responsabile della comparsa e diffusione degli agenti infettivi.

Per quanto in brasiliano, sul sito della casa editrice Editora Contexto che ha pubblicato il libro in lingua originale ci sono indice e presentazione.

“L’Italia dei crack”: da Parmalat a Italease, i grandi fallimenti societari ricostruiti nel libro di Mara Monti

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L'Italia dei crackSul Fatto Quotidiano Leo Sisti scrive Da Parmalat a Italease. In un libro “L’Italia dei crack” scritto dalla giornalista del Sole24Ore Mara Monti. Il volume, pubblicato da Newton Compton Editori, ha come scopo quello di raccontare di “milioni di euro andati in fumo. Migliaia di risparmiatori truffati. Ecco come sono andate veramente le cose”. Sisti descrive il lavoro della cronista in questi termini:

280 pagine che ricostruiscono fatti, misfatti e crimini dei colletti bianchi negli anni Duemila con le loro società: da Parmalat a Cirio, ma anche, in rivoli minori, da Giacomelli a Fin. Part, da Italease a Finmatica e Freedomland (un nome, un programma…), fino ad altri aspiranti finanzieri, pronti a turlupinare il pubblico del “parco buoi”, come spregiativamente vengono definiti quei poveracci che non hanno nessuna colpa se non quella di essere finiti nelle fauci di autentici pescecani.

Nella presentazione del libro invece si legge:

È la parabola della Parmalat e del suo fondatore, Calisto Tanzi. Vicenda parallela a quella di Sergio Cragnotti e della Cirio, con la sua rete di società in esotici paradisi fiscali, dove per anni ha nascosto il denaro dei risparmiatori. Era dai tempi del crack Ambrosiano e del Banco di Napoli che non si vedevano dissesti di queste dimensioni. Più di mezzo milione le vittime dei crack degli ultimi anni: dai bond venduti come sicuri e divenuti carta straccia dopo l’insolvenza (Parmalat, Cirio, Giacomelli, Fin.part), ai derivati spericolati di Italease, fino alle dot.com della new economy all’inizio degli anni 2000 (Freedomland, Finmatica, Opengate e Algol).

Se ne può leggere anche qui, sulle pagine web del Sole24Ore.

In un libro “scomparso” la controinchiesta voluta dalla famiglia Kennedy sul delitto di Jfk

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Il complottoCon la prefazione di Stefania Limiti e la postfazione di Paolo Cucchiarelli, uscirà a gennaio per i tipi di Nutrimenti il libro Il complotto – La controinchiesta segreta dei Kennedy sull’omicidio di JFK, scritto da James Hepburn. Pubblicato la prima volta in lingua originale nel 1968, rientra nella categoria dei testi che con il tempo sono scomparsi. Infatti:

[Si tratta di] una storia eclatante e avvincente anche in virtù della travagliata vicenda di questo libro, ampiamente ricostruita nell’introduzione e confermata da un’intervista a William Turner, ex agente dell’Fbi tra i collaboratori del giudice Jim Garrison, che ha combattuto per portare alla sbarra alcuni tra i responsabili della cospirazione (come ha narrato il regista Oliver Stone).

Il libro, pubblicato […] con il titolo “Farewell America” e firmato da uno sconosciuto James Hepburn, [è] la sintesi della controinchiesta voluta dalla famiglia Kennedy sull’assassinio di JFK e finita sulla scrivania del giudice Garrison, come contributo alle sue indagini. Se Bob Kennedy non fosse stato ammazzato il 5 giugno del 1968, sarebbe diventato di lì a pochi mesi presidente e avrebbe varcato la soglia della Casa Bianca portando nella sua valigia il dossier con la verità sulla morte del fratello. Il complotto ripropone il libro ma soprattutto ricostruisce un’incredibile vicenda: all’ombra delle autorità ufficiali, la famiglia Kennedy chiese aiuto a servizi segreti di altri paesi per cercare la verità. L’inchiesta che ne è nata porta la firma del generale De Gaulle e dei servizi sovietici, due mondi interessati a far emergere la verità sul 23 novembre 1963.

Nel 1968 una sconosciuta casa editrice torinese su richiesta di un misterioso committente pubblicò poche copie del libro con il titolo “L’America brucia”: il giornalista dell’Unità Saverio Tutino lo notò e cerco di capirne di più, arrivando a ipotizzare che la pubblicazione fosse avvenuta su impulso diretto di Gianni Agnelli, molto legato ai Kennedy. Oggi è possibile finalmente ricostruire questa incredibile vicenda.

Il Fatto Quotidiano: “Umberto Magno”, in un libro il lato oscuro (e cialtronesco) di Bossi e della Lega Nord

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Umberto MagnoPer un libro poco lusinghiero nei confronti del suo protagonista, 60 presentazioni tonde e finora neanche l’annuncio di una querela. È Umberto Magno (Aliberti), scritto da Leonardo Facco, giornalista ed editore con un trascorso politico nella Lega Nord e professionale nel quotidiano “La Padania”. Interrotto ormai da un quindicennio l’uno e l’altro, da cronista ha risposto a un impulso: raccontare il dark side di Umberto Bossi e del suo partito, dalla genesi alla catastrofe del quarto governo Berlusconi.

Dal racconto di Facco, la Lega Nord ne esce con i contorni di una formazione politica a conduzione familiare, o familista, con il ruolo dei figli di Bossi, a iniziare da Renzo, il “Trota”, della seconda moglie, Manuela Marrone, matrona silenziosa e potente, e del cerchio magico, di cui fanno parte personaggi come Rosy Mauro e Marco Reguzzoni. Ma la si descrive anche come il luogo delle affermazioni rimangiate e delle condotte politiche mutate di 360 gradi fino al (nuovo) patto del 2001 con l’amico-nemico Silvio Berlusconi (credito da 2 miliardi di lire compreso, come ha documentato il ilfattoquotidiano.it). E ancora come un tribunale per l’epurazione dei dissidenti, che hanno compreso anche l’ideologo Gianfranco Miglio, e una corte con una gestione del denaro quanto meno discutibile.

È questo il quadro che viene fuori dalla ricostruzione di Facco. Presentando il libro a Bologna alla Libreria Irnerio, si era però cercato il confronto con i leghisti emiliani. Ma Manes Bernardini, consigliere comunale e regionale, invitato a parlarne, ha prima risposta che avrebbe dovuto consultare il consiglio federale del partito e poi, all’ultimo, ha declinato tramite la sua segreteria per la concomitanza con le commissioni convocate in viale Aldo Moro.

Continua sul Fatto Quotidiano Emilia Romagna.

“Storia dell’omofobia” di Paolo Pedote: racconto antico e fin troppo attuale lontano dal tramonto

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Storia dell'omofobiaStoria dell’omofobia è il titolo di un recente libro scritto da Paolo Pedote e pubblicato dalla casa editrice bolognese Odoya. Con la prefazione del giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella, ecco come si presenta:

Partendo dai libri sacri per arrivare alla censura perseguita da ogni totalitarismo, passando per i sistemi legislativi e per la disciplina del Novecento omofoba per eccellenza, la psicoanalisi, l’omofobia emerge come doloroso leitmotiv, isteria collettiva, ma anche meccanismo spietato, fonte di morte e paura.

Un pregiudizio crudele di cui hanno fatto le spese, tra gli altri, il genio creativo di Oscar Wilde – condannato a due anni di lavori forzati dall’Inghilterra vittoriana per la sua relazione con il giovane Alfred Douglas – e quello matematico di Alan Turing – inventore del computer e decrittatore del codice Enigma durante la Seconda guerra mondiale, sottoposto a castrazione chimica nell’Inghilterra del dopoguerra e costretto al suicidio – oltre a migliaia di anonimi perseguitati, torturati, uccisi a causa del loro orientamento sessuale.

Qui si può leggere quanto Stella ha scritto in proposito sul suo giornale lo scorso 7 novembre.

La finanza cattolica secondo Ferruccio Pinotti: “La storia più completa e sconvolgente degli intrecci tra fede, denaro e potere”

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Finanza cattolicaÈ uscito qualche giorno fa per i tipi di Ponte Alle Grazie l’ultimo libro del giornalista Ferruccio Pinotti intitolato Finanza cattolica – La storia più completa e sconvolgente degli intrecci tra fede, denaro e potere:

Che il mondo laico cerchi il profitto a ogni costo potrà non piacerci. Ma che finanzieri osservanti, pii banchieri, uomini di Chiesa, esponenti politici che fanno pubblica professione di fede pratichino comportamenti economici che di caritatevole non hanno nulla, suscita forte repulsione in un’epoca in cui molte famiglie e individui non arrivano alla fine del mese. Sulla base di una rigorosa documentazione, “Finanza cattolica” racconta le vicende – clamorose e spesso inedite – di banche grandi e piccole, società, personaggi molto in luce o molto in ombra: tutti riconducibili al potere dei cattolici, cardine del nostro Paese.

Dai casi scabrosi di molte casse rurali alle tante gestioni deviate di opere assistenziali, fondazioni e istituzioni religiose; dalla bancarotta Sindona alle vicende del Banco Ambrosiano, dallo IOR fino agli ultimi sviluppi della Popolare di Lodi; dai successi del grande patron della finanza cattolica Giovanni Bazoli ai disastri del governatore Antonio Fazio; dai depositi vaticani offshore, creati da Pacelli, Montini, Wojtyla e Ratzinger fino alla nascita di Berlusconi, vero miracolo delle banche cattoliche; dalle «guerre di religione» con la finanza laica al cinismo con cui sono state finanziate imprese decotte o venduti titoli spazzatura: un panorama completo, di grande leggibilità, che per la prima volta mostra un fatto di enorme gravità: ampi settori della finanza e dell’imprenditoria cattolica agiscono tradendo l’etica, in nome di una fede ogni giorno vilipesa.

Ulteriori dettagli sul libro sono disponibili qui, dove è pubblicata la scheda descrittiva.