“Il lato oscuro”: due sorelle, webdocumentario su una storia degli anni di piombo

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Webdocumentario “Il lato oscuro”. Due sorelle, una storia degli anni di piombo, su Repubblica:

Elena, ex terrorista nera, e Mariella, giornalista di sinistra, si ritrovano 35 anni dopo un arresto che sconvolse la famiglia. L’occasione è il libro che Elena ha appena scritto “Non mi abbracciare” (Wingsbert House). Un confronto drammatico sulla giovinezza, il rapporto col padre, Renato Venditti (famoso giornalista comunista), la politica: dal tormento per gli errori fatti fino alla riconciliazione. “Quando uno mette piede nel suo lato oscuro tutto sembra possibile”

di Concetto Vecchio
Riprese di Sonny Anzellotti, Paolo Saracino e Maurizio Stanzione
Montaggio di Paolo Saracino

“Perpetuare il male per garantire il bene”: qualcuno la pensava così e allora permise che si consumassero eccidi inconcepibili

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Un video che non è una novità, questo, tratto dal film Il divo di Paolo Sorrentino. Ma aiuta riproporlo perché risulta un buon condensato di concetti che hanno caratterizzato gli anni della strategia della tensione.

“Napolitano. Il capo della banda”: un libro sul presidente che fu il migliorista preferito dal repubblicano Henry Kissinger

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Una lettura che si preannuncia interessante è quella che reca la firma del giornalista Ugo Maria Tassinari. Si tratta del libro in uscita per Edizioni Sì di Cesena e intitolato, senza troppe possibilità di fraintendimento sul contenuto, Napolitano. Il capo della banda:

Da dove viene, quali sono le idee, quali sono le frequentazioni del nostro presidente della Repubblica? Perché è diventato il Grande Vecchio di un regime corrotto, controllato da poteri occulti e centrali estere, finanziarie e politiche? Perché ha potuto muoversi ben oltre la lettera e lo spirito della Costituzione, godendo di ogni appoggio e copertura da parte dei maggiori leader politici italiani e stranieri? Perché Kissinger lo considera ‘il suo comunista preferito’? Perché sostiene il Nuovo Ordine Mondiale, considera la scelta dell’euro irreversibile, ritiene l’alleanza fra destra e sinistra la naturale evoluzione dei sistemi politici parlamentari? Perché ha fatto distruggere i nastri delle sue telefonate con Mancino invece di renderle pubbliche? Perché ha fatto cadere Berlusconi, nonostante la lunga alleanza, perché sceglie i presidenti del consiglio senza riguardo alla volontà popolare? Perché… Ai molti perché legati alla sua carriera ormai sessantennale risponde con puntualità questo libro tanto chiaro quanto documentato.

La prefazione è del “il reporter per caso” Salvo Mandarà

Testimoni di giustizia: “Gente ‘pericolosa’ da candidare alle elezioni, anche quelle europee. Ma pericolosa per chi?”

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Riscrive il testimone di giustizia di cui si era già pubblicato un altro intervento. Ecco quali sono le sue considerazioni questa volta.

Orami i giochi sono fatti, le liste chiuse e allora viene da chiedersi qualcosa a proposito degli 81 testimoni di giustizia sotto protezione, uomini e donne che – a dire di uomini delle istituzioni, politici e società civile – sono degli esempi, eroi, simboli di quell’Italia che vogliamo. E allora perché degli 81 testimoni di giustizia nessuno è candidato alle elezioni europee?

Qualcuno potrebbe dire che non sono competenti, preparati o forse non sarebbero all’altezza. Quindi bisogna iniziare da un paio di paragoni: chi è europarlamentare uscente e chi oggi è in lista? Partiremo dalla rettitudine morale, credendo che i testimoni di giustisia siano testimonial di tale virtù. Continuiamo con quel grande senso di dovere e attaccamento alle istituzioni. Bene, chi può dire il contrario per i testimoni di giustizia?

Segue poi quel senso di sacrificio e di sopportazione che è parte di ogni testimone di giustizia, quell’intrinseca voglia di verità, di legalità che è parte integrante del loro essere. Dunque, ora il paragone fatelo voi uomini e donne della società civile. E se la domanda viene posta a qualcuno, la risposta che giunge è sempre la stessa: quegli esempi tanto osannati, tanto citati, vanno tirati fuori al momento opportuno un po’ come un coniglio dal cilindro.
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“Le altre Gladio”: Giacomo Pacini torna in libreria raccontando la rete anticomunista nata dopo l’estate del 1945

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Le altre GladioEsce tra pochi giorni il libro Le altre Gladio – La lotta segreta anticomunista in Italia. 1943-1991 (Einaudi). Lo ha scritto lo storico Giacomo Pacini, già autore di Le organizzazioni paramilitari nell’Italia repubblicana (1945-1991), Il cuore occulto del potere. Storia dell’ufficio affari riservati del Viminale (1919-1984) e di Divo Giulio. Andreotti e sessant’anni di storia del potere in Italia (quest’ultimo lo abbiamo scritto insieme per Nutrimenti). Giacomo è uno studioso scrupoloso e serissimo e dunque alta è l’attesa per questo suo nuovo lavoro, presentato così:

Diverso tempo è passato da quando Giulio Andreotti, in qualità di presidente del consiglio, svelò l’esistenza di un’organizzazione segreta denominata Gladio. Ma Gladio, nata nel 1956, non era che una parte di un sistema di sicurezza ben piú complesso, articolato e oscuro, una rete anticomunista che operava fin dall’estate del 1945. Qual è la storia di questo sistema? Quali sono le sue origini? Che ruolo ebbe questa rete segreta nei tragici anni della strategia della tensione? E quali furono le reali motivazioni che spinsero Andreotti a rivelare l’esistenza di Gladio? Giacomo Pacini risponde a queste e ad altre domande, in un volume rigoroso nell’esame delle fonti e misurato nella scrittura.

“Cosa resta della democrazia”: tra libertà privata e regime politico, ecco come si svuota un sistema costituzionale

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Cosa resta della democraziaManca il punto interrogativo alla frase – all’apparenza una domanda – che dà il titolo al nuovo libro di Remo Bassetti, Cosa resta della democrazia, in uscita a febbraio per Nutrimenti. Ed ecco la presentazione del volume, che a fronte di quel punto punto interrogativo mancante ne pone altri, di punti, che suonano interessanti:

“La democrazia è il peggior sistema politico, salvo tutte le altre forme che si sono sperimentate finora”: parola di Winston Churchill. Forse proprio questa consapevolezza ci ha reso nel tempo così pigri da lasciarne appassire contenuto e modi, al punto che, in un momento storico in cui tutti si proclamano democratici, la democrazia è ormai a uno stadio larvale, svuotata di significato e obiettivi.

La libertà privata, per lo più identificata con quella economica, è diventata il vero cardine del regime politico in cui viviamo e ne ha assorbito l’identità. Al distacco dei cittadini dalla vita pubblica, si aggiunge lo spento rituale delle procedure politiche che i finti cantori della democrazia hanno ridotto e manipolato, tracciando strade che il web ha la tendenza a ripercorrere anziché cambiare. D’altra parte, quello che è oggi il tentativo più radicale di ricondurre la democrazia all’autogoverno – il movimento dei grillini – finisce talvolta per coincidere con dinamiche autoritarie, e persino con l’auspicio dello “stato minimo”, lo stesso concetto neoliberista che alla democrazia ha dato il colpo di grazia.

Ispirandosi a teorie che si stanno facendo largo in altre parti del mondo e corredandole di proposte specifiche per la situazione italiana, questo libro traccia le basi per una nuova e originale idea di democrazia, che abbia come scopo la realizzazione della giustizia e superi la dicotomia tra rappresentatività e partecipazione diretta: una democrazia partecipativa responsabile.

In arrivo il nuovo libro di Valerio Evangelisti, “Storia del Partito Socialista Rivoluzionario”

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Storia del Partito Socialista RivoluzionarioUn grandissimo scrittore, Valerio Evangelisti, per un libro in uscita per il prossimo 30 ottobre che verrà letto. È Storia del Partito Socialista Rivoluzionario (Odoya):

In attesa del suo nuovo romanzo (Il sol dell’avvenire) che uscirà a novembre per Mondadori, Valerio Evangelisti, il “papà” dell’inquisitore Eymerich pubblica con Odoya un saggio che racconta la storia del periodo e del contesto in cui è ambientato il romanzo: il Partito socialista rivoluzionario romagnolo (1881-1893).

Un saggio davvero unico nel suo genere, su un’esperienza politica poco indagata eppure ricca di spunti di riflessione sull’attualità. Andrea Costa si fece primo promotore della via rivoluzionaria alle riforme, riunendo sotto l’egida del suffragio universale contadini e artigiani dell’Emilia Romagna: una via tutta italiana al cambiamento radicale.

Non è la prima volta che Evangelisti pubblica nei panni di storico, ma è la prima volta che entrambi i côté della storia, verità e fiction, sono proposti dallo stesso autore.

“Il quotidiano del muretto”: in un film di Riccardo De Sanctis la storia del “manifesto” in settanta minuti

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Il quotidiano del muretto:

un film di 70 minuti di Riccardo De Sanctis per uno sguardo curioso e appassionato dentro il manifesto, il quotidiano col cuore che batte tutto a sinistra. I redattori del giornale e alcune firme storiche, da Valentino Parlato a Luciana Castellina a Stefano Rodotà, passando per Ermanno Rea, Piero Bevilacqua, Enrico Pugliese, raccontando le sfide e le speranze di un’esperienza politica, editoriale e umana straordinaria. Oggi che la rivoluzione digitale sta trasformando il panorama dell’editoria mondiale, la sfida del manifesto è ancora più difficile: raccontare la realtà con indomito spirito partigiano, continuare a essere Davide contro i giganti Golia dell’informazione.

Città degli Archivi: a breve online oltre 8 mila fascicoli (1872-1983) del casellario politico della questura di Bologna

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Persone pericolose per la sicurezza dello Stato

È stato annunciato ieri e a breve sarà possibile consultarlo online. È l’archivio della questura di Bologna, nello specifico il casellario politico provinciale dove finivano le schede relative a “persone pericolose per la sicurezza dello Stato”. Lo si scrive sul sito della Città degli Archivi che in proposito anticipa:

Versata nel 2004 all’Archivio di Stato di Bologna, la serie conta 8.644 fascicoli relativi ad altrettanti individui che per la loro militanza politica, per il loro impegno sindacale, o più semplicemente per la loro irrequietezza sociale, sono stati schedati e controllati dall’autorità di pubblica sicurezza su tutto il territorio provinciale.

Tra il 1872 e il 1983, attraverso il mutare delle epoche e delle condizioni politiche, la questura bolognese ha predisposto perquisizioni, arresti e interrogatori, imposto diffide, ammonizioni e confino, deferito a tribunali ordinari e speciali, scattato foto segnaletiche e compilato schede biografiche, sequestrato passaporti, tessere di partito e di sindacato, giornali e corrispondenza personale, allo scopo di attuare un’incisiva azione di “polizia preventiva”.