“Perpetuare il male per garantire il bene”: qualcuno la pensava così e allora permise che si consumassero eccidi inconcepibili

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Un video che non è una novità, questo, tratto dal film Il divo di Paolo Sorrentino. Ma aiuta riproporlo perché risulta un buon condensato di concetti che hanno caratterizzato gli anni della strategia della tensione.

“Gli anni spezzati” sul piccolo schermo e il racconto di Piazza Fontana e Calabresi da chi conosce le carte come Luciano Lanza

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Banca Nazionale dell'Agricultura, Piazza Fontana, MilanoCon la prima puntata della serie Gli anni spezzati di Graziano Diana, puntata sulla figura del commissario Luigi Calabresi, la rivista Una città ripropone un’intervista pubblicata nel 1997. Si intitola La strategia segreta, è firmata da Franco Melandri e l’intervistato è il giornalista Luciano Lanza, autore del libro Bombe e segreti. Piazza Fontana: una strage senza colpevoli, pubblicato da Eleuthera. Eccone un estratto:

Questo convegno [quello dell’Istituto Pollio che ebbe luogo dal dal 3 al 5 aprile 1965 svolgendosi all’Hotel Parco dei Principi di Roma, ndb] fu, in pratica, l’atto costitutivo dei Nuclei di difesa dello Stato (Nds), un’organizzazione parallela a Gladio: mentre Gladio era l’organizzazione “ufficiale” di difesa territoriale in caso di invasione da parte del blocco comunista (e infatti praticamente non fece mai nulla), i Nds erano invece l’organizzazione che doveva prevenire dall’interno, e con ogni mezzo, l’avanzata del comunismo in Italia.

La “strategia della tensione” si perfezionò nel ’69, quando il gruppo neonazista di Franco Freda e Giovanni Ventura, con base a Padova, il 25 aprile mise le bombe alla Fiera Campionaria e alla stazione centrale di Milano, mentre il 9 agosto collocò dieci bombe su vari treni in tutta Italia, provocando 12 feriti. Questa stessa strategia toccò il culmine il 12 dicembre ’69, giorno in cui il gruppo di Freda e Ventura, il gruppo di Ordine Nuovo di Venezia-Mestre e il gruppo di Avanguardia Nazionale di Roma, piazzarono alcune bombe a Roma, alla Banca Nazionale del Lavoro e all’Altare della Patria, provocando rispettivamente 14 e 4 feriti, e a Milano, dove, alla Banca nazionale dell’agricoltura, il bilancio fu di 16 morti e oltre 100 feriti, mentre la bomba alla Banca commerciale italiana non esplose. Venne fatta esplodere in seguito, eliminando una prova importantissima.

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“Protocollo fantasma”: il racconto di Walter Molino su mafia e “strategia della tensione al tempo delle larghe intese”

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Protocollo fantasmaUn libro che si inserisce in temi di stretta attualità, quello scritto dal giornalista Walter Molino e intitolato Protocollo fantasma (Il Saggiatore, 2013). Lo si comprende già dal sottotitolo, “dossier, silenzi e segreti di Stato. Strategia della tensione al tempo delle larghe intese”, e dal fluire dei capitoli: dall’assoluzione del generale Mario Mori nel processo in cui era accusato di aver favorito la latitanza di Bernando Provenzano alle parole del figlio del boss, Angelo, dalle indagini sugli stragi degli anni Novanta alle telefonate tra l’ex ministro Nicola Mancino e Loris D’Ambrosio, il magistrato divenuto altissimo funzionario del Quirinale con l’elezione di Giorgio Napolitano a presidente della Repubblica, nel 2006.

Il libro di Molino è una specie di “romanzo, ma non di sola fantasia. Le vicende sono state rielaborate dall’autore, ma senza tradire la realtà”. Si tratta di una sorta di compendio della storia della trattativa, o di quello che della trattativa si sa, in cui compaiono “zozzoni” e “zozzerie”, depistatori, pentiti veri e fasulli, investigatori che denunciano colleghi e superiori, sospetti autori di fughe di notizie e giovani medici finiti in strani suicidi, come Attilio Manca, la cui morte sembra davvero poco un suicidio. E si arriva fino al protocollo che dà il titolo al volume, quelle dodici pagine che vengono recapitate nel settembre 2012 al pubblico ministero palermitano Nino Di Matteo.

Un depistaggio? Forse, e solo l’esito degli accertamenti sui ventiquattro punti che contiene potrà stabilirlo. Ma intanto qualcosa su quel documento si può dire. Scrive Walter Molino:
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“I denti del drago”: il nuovo libro di Saverio Ferrari sull’Internazionale nera dalle prime esperienze del dopoguerra a oggi

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I denti del dragoEsce tra pochi giorni, il prossimo 18 maggio, un nuovo libro di Saverio Ferrari, dal 1999 alla guida dell’Osservatorio democratico sulle nuove destre. Pubblicato da BFS Edizioni, si intitola I denti del drago – Storia dell’Internazionale nera tra mito e realtà:

Un lavoro storico-giornalistico condotto sulla base dei materiali informativi provenienti dai centri di documentazione ebraici, della Resistenza e della Deportazione, ma soprattutto reperiti in questi ultimi anni negli archivi di polizia e dei servizi segreti. Una ricca documentazione per una ricerca non all’insegna di suggestioni o facili sensazionalismi, ma di una minuziosa ricostruzione dei multiformi tentativi di dar vita a un coordinamento dell’estrema destra su scala mondiale.

Un excursus pluridecennale, dalla prima Internazionale di Malmoe alle reti neonaziste attuali, da Blood and Honour agli Hammerskin, passando per gli antisemiti del Nuovo ordine europeo, i terroristi dell’Oas, Jeune Europe, la World union of national socialits e le trame dell’Aginter Presse dietro la strage di piazza Fontana e la strategia della tensione in Italia.

A chiusura del libro, in appendice, compare un saggio sui populismi e le estreme destre europee di oggi. Infine per consultare l’indice e la scheda completa del volume si può vedere qui.

Da marzo a Riccione parte “Smokin Gun per capire gli anni Settanta”, iniziativa di Cedost, Rete degli Archivi e Ilariaalpi.it

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Rete degli archivi per non dimenticare

L’annuncio arriva dalla Rete degli archivi per non dimenticare. E così ecco che a Riccione a marzo arriva “Smokin Gun” per capire gli anni Settanta:

Giornali, riviste, musica, tv e letteratura per capire gli anni Settanta sono al centro dell’iniziativa “Smokin Gun”, progetto rivolto agli under 25. A Riccione, 4 appuntamenti a cadenza settimanale su terrorismo, strategia della tensione, pacifismo, Aldo Moro, Pier Paolo Pasolini e molto altro.

I partecipanti saranno messi nelle condizioni di realizzare prodotti radiofonici con materiali originali dell’epoca.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Riccione, in collaborazione con l’Associazione Ilaria Alpi e la Rete per gli Archivi per non dimenticare.

Il progetto contempla 3 incontri di approfondimento sugli eventi che hanno segnato gli anni Settanta, attraverso l’analisi dei materiali stampa (giornali quotidiani, riveste, telegiornali) e delle produzioni artistiche dell’epoca (brani musicali, testi letterari, ecc.), allo scopo di fornire strumenti critici di lettura e sostenere la cittadinanza attiva dei giovani. Dal progetto emergeranno sicuramente i due principali filoni che hanno contraddistinto il periodo: il terrorismo e i movimenti.

Il coordinamento degli incontro è affidati alla grande Cinzia Venturoli del Cedost – Centro di documentazione storico politica sullo stragismo di Bologna.

In memoria di Valerio Verbano: trentatré anni dopo il delitto la manifestazione a Roma, la prima senza la madre Carla

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Lontano da ciò che è stato organizzato per oggi nella piazza romana di San Giovanni, in via Monte Bianco 17 c’era a partire dalle 16 ben un’altra manifestazione. Una manifestazione che nulla aveva a che fare con la campagna elettorale e molto invece con la memoria. Era quella per ricordare il trentatreesimo anniversario dell’assassinio rimasto impunito del militante antifascista Valerio Verbano. E il ricordo targato 2013 – su Twitter #valerio e #ciaovalerio – è stato il primo senza la madre del ragazzo, Carla, scomparsa lo scorso giugno dopo quasi una vita intera a chiedere che venisse fatta piena luce sull’omicidio del figlio. Sopra invece la prima parte dello speciale di RaiStoria, disponibile in versione integrale qui.

“Così i servizi pianificavano la strategia della tensione”: la descrizione in un documento del settembre 1963

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Settembre 1963: così i servizi pianificavano la strategia della tensione, documento trovato da Giacomo Pacini, storico dell’Isgrec (Istituto grossetano della Resistenza e dell’età contemporanea).

Romanzo di una strage: “Davvero, commissario, lei pensa che uomini dello Stato possano aver voluto la morte di tante vittime innocenti?”

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Il video è la ricostruzione dell’esplosione che causò la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. È tratta dal film di Marco Tullio Giordana, Romanzo di una strage, in uscita il prossimo 30 marzo il cui trailer è disponibile qui. In esso si sente una domanda posta a Luigi Calabresi: “Davvero, commissario, lei pensa che uomini dello Stato possano aver voluto la morte di tante vittime innocenti?”

“Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984)”: lo slideshow della mostra

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Lo slideshow con i pannelli della mostra Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984) partita da Milano e in esposizione fino al 12 novembre a Bologna. È opera del Laboratorio Lapsus, creato da studenti di storia all’università Statale.