Pisa, a ottobre torna l’Internet Festival, a confronto sul futuro tra innovazione, influenze, economia e politica

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A Pisa, dal 4 al 7 ottobre, è Internet festival 2012 – Forme di futuro:

Internet Festival è una storia ricca di futuro ambientata in una città piena di eventi, incontri, confronti, spettacoli, esperienze, laboratori. Grazie agli interventi di 100 e più esperti, influencer, opinionisti, ricercatori, politici, imprenditori, top user, artisti e semplici appassionati, da tutto il mondo.

Si veda qui per riguardare l’edizione 2011.

Tra il Novecento e la Milano criminale: appunti e documenti per una storia ricostruita dal laboratorio Lapsus

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Si intitola Milano Criminale – Appunti per una storia della criminalità:

Documentario realizzato dal Laboratorio La.p.s.u.s. (laboratorio progettuale degli studenti universitari di storia) per far riflettere su un tema socio-politico, storico ed economico poco approfondito: la criminalità. Analizziamo che ruolo, che sviluppo, che crescita ha avuto il fenomeno criminale (e mafioso) in una città come Milano, e che modifiche ha apportato questo tipo di fenomeno allo svilupop della metropoli lombarda. Dalla ligera degli anni Cinquanta fino all’instaurazione di quel complesso sistema di interdipendenze tra politica, finanza, industria e criminalità organizzata che nasce con la fine degli anni Settanta.

Il progetto nella sua impostazione più ampia si chiama Novecento criminale è dedicato a Primo Moroni, è una produzione dal basso. Per sostenerlo, si veda qui.

“Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984)”: lo slideshow della mostra

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Lo slideshow con i pannelli della mostra Chi è Stato? La strategia della tensione e le stragi impunite (1969-1984) partita da Milano e in esposizione fino al 12 novembre a Bologna. È opera del Laboratorio Lapsus, creato da studenti di storia all’università Statale.

“Aldo Moro: frammenti della memoria”, un blog per riunire “testi e testimonianze sull’unità nazionale”

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Accademia Aldo Moro

Aldo Moro: frammenti della memoria è un blog in cui vengono raccolti “testi e testimonianze sull’unità nazionale e il senso dell’essere italiani”. Nato all’inizio dello scorso agosto, fa parte del programma “L’intelligenza e gli avvenimenti” dell’Accademia di studi storici Aldo Moro e deve essere calato nelle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Dal post di presentazione:

È vero che il Paese corre più veloce, in un mondo in rapido e completo mutamento, che non riescano a fare governo, parlamento ed istituzioni politiche e ciò mentre sentiamo lo stimolo di una vita internazionale aperta e di una comunità europea senza frontiere. È vero che l’Italia cresce e mal si adatta agli schemi angusti del passato. (…) La mia richiesta non è di mettere in stato di accusa il nostro Paese, che amo nella sua intensa bellezza e nella sua straordinaria vitalità, ma di impegnarsi, tutti, in modo che in un’armonia feconda sia scongiurata la decadenza, siano affrontate le sfide del nostro tempo, sia assicurato al nostro popolo, nella concordia di intenti propria delle ore difficili, il suo avvenire di libertà, di benessere, di pace.”

Lo scrisse il 5 dicembre 1974 lo il politico Dc che fu assassinato dopo 55 giorni di prigionia il 9 maggio 1978.

Federazione italiana associazioni partigiane, un convegno per parlare di un archivio per la Resistenza e per la storia

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Domani, 20 ottobre, presso la sede milanese della Fiap – Federazione Italiana Associazioni Partigiane (Saletta Incontri – via De Amicis 17) a partire dalle 17.30 si parlerà di Un archivio per la Resistenza e per la storia. Questo il programma:

  • Giovanni Scirocco – L’uso pubblico della storia tra memoria e politica
  • Andrea Torre – Gli archivi della Resistenza: tipologie documentarie e accessibilita alle fonti
  • Fiorella Imprenti – La storia e gli archivi della EIAR: un contributo per la memoria della Resistenza
  • Federica Artali – La memoria costruisce il futuro: nuovi percorsi per una nuova cittadinanza

(Via Circolo “Giustizia e Libertà” di Sassari)

Aldo Giannuli: riflessioni su un'”idea della Storia dura a morire”

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Aldo Giannuli ha pubblicato qualche giorno fa sul suo blog un intervento a proposito di una idea della Storia dura a morire. L’assunto di partenza è questo:

C’è una idea dura a morire – e che riecheggia in molti interventi variamente modulata – per la quale la Storia è una specie di ancella della politica cui spetta essenzialmente un ruolo di fiancheggiamento propagandistico finalizzato a tenere serrate le fila e, possibilmente, a reclutare consensi nel campo altrui. Naturalmente, non ci è ignoto che la storia ha un ruolo importante nel definire identità collettive, giustificare aspettative, fissare confini ecc., ma questo si colloca ad un livello più alto della propaganda e soprattutto della propaganda spicciola per cui facciamo l’elenco dei rispettivi crimini ed orrori.

Per inciso: se la mettiamo sul piano di chi ha fatto più massacri ed affini, nessuno se la passa tanto bene: i nazisti hanno ottime probabilità di arrivare primi, ma cristiani, comunisti, liberali, legittimisti ecc. non è che si collochino tanto più in basso e neppure socialisti ed anarchici (che presumibilmente occuperebbero i gradini bassi della scala) andrebbero del tutto esenti da qualche ricordo sgradevole.

E nel seguito della riflessione invita a non soffermarsi solo sugli eventi più recenti, ma a risalire a catena la linea della storia. Perché ogni evento è collegato a un precedente con una linea di continuità da cui non si può prescindere. Continua qui.

Il Caso S. – Dialogando di storia, qualcosa ne verrà fuori. Ci provano aspiranti accademici dell’università di Bologna

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Il caso S

Nasce il Caso S. – Dialogando di storia, qualcosa ne verrà fuori, progetto creato da aspiranti storici dell’Alma Mater di Bologna che si presentano in questi termini:

Il Caso S. è un progetto di comunicazione storica animato da studenti che provano a mettersi in gioco con l’unica merce di cui sono produttori: le semplici ricerche che ognuno di noi conduce quotidianamente. La nostra idea di partenza è presto detta. Crediamo che le scienze sociali, tutte, non possano ridursi a svolgere un ruolo di sostanziale mantenimento dello status quo, ma debbano mettere in pratica tutto il loro potenziale critico. Crediamo che la sfida fondamentale, oggi come mai, sia quella di socializzare i saperi, piuttosto che confinarli negli spazi sempre più stretti di un dibattito per soli addetti ai lavori.

Qui alcuni degli argomenti affrontati finora.