Internazionale: il video “Il mondo diseguale”, come la ricchezza si è andata concentrando in poche mani

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Il mondo diseguale, video del settimanale Internazionale pubblicato lo scorso novembre su questi temi:

Nonostante il livellamento degli stili di vita, oggi la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani.

Realizzato da Maria Abdulhamid e Fabio Bartolomei, il video, con i dati che fornisce, prende spunto da un’inchiesta dell’Economist uscito sulla versione cartacea del giornale.

Pisa, a ottobre torna l’Internet Festival, a confronto sul futuro tra innovazione, influenze, economia e politica

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A Pisa, dal 4 al 7 ottobre, è Internet festival 2012 – Forme di futuro:

Internet Festival è una storia ricca di futuro ambientata in una città piena di eventi, incontri, confronti, spettacoli, esperienze, laboratori. Grazie agli interventi di 100 e più esperti, influencer, opinionisti, ricercatori, politici, imprenditori, top user, artisti e semplici appassionati, da tutto il mondo.

Si veda qui per riguardare l’edizione 2011.

“Non ci resta che crescere” sapendo tuttavia che esiste “l’1 per cento che controlla il mondo”

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Non ci resta che crescerePeacereporter, attraverso un pezzo di Enrico Piovesana, racconta di quella percentuale, l’1 per cento che controlla il mondo:

La prestigiosa rivista New Scientist ha rivelato nei giorni scorsi i risultati di un complessa ricerca condotta da un team di economisti dell’Istituto Svizzero di Tecnologia, che rivela come una rete di poche decine di multinazionali, soprattutto banche, controlli di fatto l’economia mondiale.

Gli studiosi di sistemi guidati dal professor James Glattfelder hanno analizzato le relazioni che intercorrono tra circa 43mila multinazionali, scoprendo che al centro della mappa della struttura del potere economico mondiale vi sono 1.318 multinazionali che detengono l’80 per cento della ricchezza economica globale.

Tra queste, secondo la ricerca, ce ne sono 147 che controllano il 40 per cento del sistema. Le più potenti di queste super-entità sono quasi tutte banche (Barcalys, JP Morgan Chase, Ubs, Merryl Lynch, Deutsche Bank, Credit Suisse, Goldman Sachs, Bank of America, Unicredit, Bnp Paribas), più alcune grandi società finanziarie americane e compagnie assicurative.

L’articolo di Piovesana fa parte di un dossier più ampio, Non ci resta che crescere, che parte dall’omonimo libro (la casa editrice è Egea e il sottotitolo si riferisce alle “riforme: chi perde, chi vince, come farle”) curato dal docente della Bocconi Tommaso Nannicini. Il quale parte da una domanda e da una risposta:

Perché in Italia, da oltre un decennio, si fa un gran parlare di riforme finendo per fare poco o nulla? La risposta è apparentemente semplice: i potenziali vincitori non hanno voce presso partiti e parti sociali, mentre i potenziali sconfitti sanno bene come far pesare la loro influenza.

Dal sito della casa editrice si possono scaricare in pdf l’introduzione (593KB), l’indice (51KB) e i profili dei singoli autori (112KB).