Sono 525 le pagine del report desecretato della Cia su Guantanamo e le torture a stelle e strisce.
(Via Pier Luca Santoro)
Sono 525 le pagine del report desecretato della Cia su Guantanamo e le torture a stelle e strisce.
(Via Pier Luca Santoro)
Portraits from Ellis Island è una galleria fotografica che Messynessychic.com pubblica e che contiene scatti risalenti alla seconda metà degli anni Venti. Ellis Island fu punto d’ingresso negli Stati Uniti per i migranti e divenne anche centro di detenzione. Molti erano italiani, come testimoniano pure le foto messe online da Messynessychic.com, anche se c’è chi non se lo ricorda.
(Via Neatorama)
In questa storia di vittime non ce n’è solo una. In tutto sono venti, tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese. Nessun ferito o sopravvissuto. Muoiono il 3 febbraio 1998, il giorno in cui per una coincidenza “bizzarra” la corte di Cassazione pronunciava la sentenza definitiva sull’aereo militare caduto sull’istituto tecnico-commerciale Salvemini di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, il 6 dicembre 1990. Negli ultimi istanti di vita gli sciatori, gli escursionisti e coloro che stanno lavorando si trovano sospesi a circa 150 metri dal suolo perché sono all’interno della cabina di una funivia, quella del Cermis, in Val di Fiemme.
A ucciderli non è un incidente all’impianto, ma il passaggio di un aereo militare americano, un Grumman EA-6B Prowler, al cui comando c’è un ufficiale dei marines, il capitano Richard Ashby, che era decollato per un volo di addestramento dalla base di Aviano alle 14.36. Con il primo capitano ci sono a bordo altri tre parigrado: il navigatore Joseph Schweitzer, l’addetto ai sistemi di guerra elettronica William Rancy e l’addetto ai sistemi di guerra elettronica Chandler Seagraves.
Sul fatto che il mezzo stia volando troppo basso si è d’accordo fin dall’inizio, ma cosa sia effettivamente accaduto e in base a quale dinamica si sia arrivati a quella strage non è chiaro subito. E allora i magistrati ottengono l’immediato sequestro dell’aereo, che le autorità statunitensi stavano già smontando facendo temere di voler farlo sparire. A provocare tutti quei morti è stata la coda del Prowler che trancia il cavo della funivia e dunque a processo ci dovrebbe finire chi era ai comandi. Ma una prima doccia fredda giunge quando si ripesca una convenzione Nato del 1951 in base alla quale i militari americani non possono essere processati e giudicati in Italia, ma quella competente è una corte statunitense.
Un altro libro da mettere nella lista di lettura. È l’ultimo di Ennio Caretto, Quando l’America si innamorò di Mussolini (Editori Riuniti), che di questo parla:
L’ascesa del Duce fu molto seguita negli Stati Uniti, che inizialmente lodarono e apprezzarono l’operato di Mussolini. La storia segreta, uscita dai documenti degli Archivi nazionali americani che Caretto ha avuto modo di consultare, ci racconta proprio di un’America sedotta dal dittatore, dal suo modo di fare al tempo stesso galante e canagliesco, e questo libro, che quella storia racconta, ci aiuta a capire quali sono i motivi che spinsero le alte sfere di Washington a non combattere il fascismo in Italia, almeno fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Di più, questo libro racconta i rapporti ambivalenti intercorsi fra gli Stati Uniti e l’Italia negli anni dell’ascesa delle camicie nere, tra incidenti diplomatici mancati, accordi internazionali, leggi razziali ed eugenetica. E racconta di un amore inconfessabile fra il Paese della Democrazia e un dittatore capace di sedurre perfino Hollywood e di mettere il seme per la deriva “nera” che oggi, come allora, rischia di impossessarsi del mondo “libero” americano ed europeo.
Dal 1934 il libro Our Lenin, propaganda sovietica a fumetti per bambini e ragazzi tradotta dal partito comunista degli Stati Uniti d’America.
Amici e parenti dubitano del lavoro svolto dai dipendenti e dai collaboratori della NSA? Ecco in un documento del 22 novembre 2013, a ridosso del giorno del ringraziamento, quanto si è autorizzati a dire ai propri congiunti. Molto patriottismo e poco cyberspionaggio, nelle intenzioni dell’agenzia.
(Via BoingBoing)
"Don’t let paranoia or fear deter you from activism." -Jeremy Hammond, political prisoner, American hero pic.twitter.com/dSGv50yeCS #FreeHammond
— Anonymous Operations (@YourAnonCentral) November 15, 2013
E così è stato condannato da una corte federale americana, Jeremy Hammond, l’hacktivista accusato di essere dietro la sottrazione delle comunicazioni elettroniche della Stratfor che hanno dato vita al progetto Global Intelligence Files (GIFiles) di Wikileaks. Dieci anni di carcere per aver consentito la pubblicazione di notizie come queste.
Pardon Bradley Manning perché l’opinione pubblica merita la verità e chi fornisce informazione deve avere protezione. È la petizione di Amnesty Internazional rivolta al presidente degli Stati Uniti, Barack Obama.
Come già si dice nel titolo, ecco qualcosa da inserire nella serie delle letture estive, the CIA declassifies Area 51. Ottenuti attraverso una richiesta ai sensi del Freedom of information act.
Datagate: “Non posso permettere che il governo statunitense distrugga privacy e libertà fondamentali”, disse Edward Snowden, la fonte che al momento è sparita, al Guardian.
(Via Roberto Reale)