Quando la crisi non lascia una via d’uscita: storie di suicidi, di soprusi, di burocrazia ottusa in un film di Enzo De Camillis scritto con Gigi Marcucci. Parte la campagna per il crowdfunding su Produzioni dal basso.
crisi
“Cronache da un inverno europeo”: il documentario in crowdfunding sulla crisi. Tre gli episodi e si inizia dalla Grecia
StandardDalla presentazione di Cronache da un inverno europeo, realizzato con il supporto del crowdfunding e rilasciato con licenza Creative Commons:
È un documentario in tre episodi realizzato da Etienne Haug, documentarista francese residente a Berlino. Grazie al contributo volontario di traduttori e professionisti della comunicazione di tutta Europa, il primo episodio dedicato alla Grecia è da oggi disponibile gratuitamente con sottotitoli in più lingue: italiano, tedesco, greco e catalano (oltre che inglese e francese).
“Scampia e Cariddi”: un libro che racconta i giovani del sud al tempo della crisi
StandardUn titolo e una copertina suggestivi per un libro che è la fotografia del presente e probabilmente anche un’anteprima di un futuro che di certo migliore non sarà, se lo si immagina partendo dall’oggi. È Scampia e Cariddi – Viaggio tra i giovani del Sud al tempo della crisi uscito per Editori Riuniti e scritto dalla sociologa Maria Frega e dal giornalista Francesco De Filippo:
Scampia e Cariddi è un viaggio attraverso l’incoscienza, la paura e il coraggio di chi non sa come andare avanti, di chi non ha futuro, di chi sa chi quel futuro glielo ha già sottratto. Un libro denuncia che narra, come un romanzo, le verità scomode del declino dell’Italia. Un’indagine narrativa che svela la realtà della generazione che, più di ogni altra dal dopoguerra a oggi, paga il prezzo, durissimo e indefinito, della crisi dell’economia reale e della demolizione del welfare nel nostro Paese […].
Dagli altiforni dell’Ilva di Taranto ai call center sardi, dai cantieri navali trapanesi al gorgo del lavoro nero (e della criminalità) dell’hinterland napoletano, fino alle speranze disattese degli aspiranti al posto fisso statale come quelle dei presunti talenti televisivi. Qui, fra Scampia e Cariddi, campano le ragazze e i ragazzi italiani da generazioni o migranti nuovi italiani, quelli classificati nelle statistiche che svelano come il 34% dei cittadini sotto i 35 anni non ha un’occupazione.
Ma i ragazzi del Sud non sono solo nel Mezzogiorno: ripresa l’emigrazione, tanti sono partiti per trovare, negli hotel di Londra, nei laboratori delle università statunitensi, nelle librerie francesi, quella meritocrazia e quelle regole che il nostro Paese disconosce. Fin lì li hanno seguiti gli autori.
Per avere un’ulteriore anticipazione del libro, si può leggere che ne ha scritto il Corriere della Calabria.
L’Europa ai tempi della crisi: il racconto a cavallo tra il 2011 e il 2012 con il libro di Global Voices Books
StandardÈ un libro elettronico in più formati quello che innugura il progetto Books di Global Voices. Si intitola EU in Crisis e raccoglie tredici interventi (un’ottantina quelli online, scritti dalla primavera 2011 al luglio 2012 da altrettanti contributori). Come annuncia Global Voices Italia:
L’e-book è rilasciato sotto una licenza Creative Commons Attribution 3.0 ed è scaricabile in tre formati differenti:
- PDF (3,2 MB)
- ePub (3,2 MB)
- Mobipocket (2,8 MB)
Insieme ad un’originale introduzione che offre un’ampia panoramica sulla scenario in atto, questo e-book comprende [testi] che riguardano Grecia, Spagna, Portogallo, Italia e altri paesi europei, colpiti dalla crisi delle banche e dell’Euro, attraverso lo sguardo dei media online partecipativi.
Questo e-book è stato pensato come un flessibile strumento per un’ulteriore diffusione e discussione riguardo questi problemi d’attualità.
Continua su Global Voices Books.
In uscita “Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia”, storia di un anno e di un’escalation
StandardArticolo21 e Sos Impresa pubblicano la presentazione del libro curato da Marcello Ravveduto e intitolato Novantadue. L’anno che cambiò l’Italia. In uscita il prossimo 16 maggio per Castelvecchi Rx, si presenta con queste parole:
Il ’92 non fu un anno qualsiasi [e] non è solo l’anno delle stragi di Falcone e Borsellino, è piuttosto un’escalation: Tangentopoli, il voto proporzionale uninominale, l’affermazione della Lega, l’agonia dei partiti di massa, la voglia di riscatto civile, il terrorismo mafioso, il debito sovrano alle stelle, l’intervento pubblico assistenzialista, il difficile rapporto con l’Europa. La lunga crisi della Repubblica sembra esplodere in tutta la sua urgenza lasciando immaginare che «nulla sarà come prima». Questo libro torna sui fatti accaduti, cercando di andare oltre le macerie materiali e morali accumulate nel corso di un ventennio, per raccontare, fuori dai luoghi comuni, le storie che lo hanno reso un anno «indimenticabile». Senza pregiudizi ideologici, né inutili moralismi, ma con passione civile.
La ribellione civile di Palermo, l’organizzazione dell’attentato di Capaci, la televisione della pietà e del dolore, l’immaginario cinematografico, l’avanzata dei «perfidi» localismi, la distribuzione di plasma infetto, la silenziosa modernizzazione della ‘ndrangheta, il ruolo delle donne nelle scorte dei magistrati antimafia, la sofferenza psicologica di Rita Atria, i grandi pentiti di camorra e l’alba del dominio del clan dei casalesi nell’affare rifiuti, la tangente Enimont e la nuova razza padrona. Il Novantadue è dunque l’inizio di una transizione che ha dato luogo a una lunga stagione di precarietà politica, civile, sociale ed economica, durante la quale il futuro, una chimera, e il passato, un ostacolo da rimuovere, sono stati sostituiti da un immutabile presente.
Continua qui, dove si trova anche l’indice del volume.
(Via Monica Zornetta su Facebook. Monica ha scritto il capitolo “Il salotto della Lega”)
Documerica: i tempi della crisi degli anni Settanta negli Stati Uniti raccontati in 46 fotografie
StandardDomani: le vestali del regime, fedeli fino all’ultima (o penultima) bugia
StandardQualcuna presta il fianco alla tesi del complotto internazionale delle banche, come Michaela Biancofiore. E si spera per lei e per le sue capacità di analisi che sia in malafede, che non dica sul serio, pronta a qualsiasi affermazione pur di difendere il capo decaduto. Anche a sollecitare gli italiani a comprarsi il debito pubblico in nome di una disperata – ma forse è più corretto scrivere disperante – autoctona difesa dell’economia nazionale provocando più di qualche sarcasmo di chi in materia ne capisce.
E poi c’è qualche altra Pdl-lady, come Daniela Santanchè, che nega anche l’evidenza di un semplice esercizio aritmetico, come la conta dei voti in parlamento. “L’opposizione non ha la maggioranza”, ha sostenuto a emicicliche urne ancora calde. Del resto, se per 17 anni, ha funzionato la strategia di affermare il falso fino a quando fosse ritenuto vero o per lo mento verosimile, perché non tentare anche stavolta?
Di Gabriella Carlucci, poi, si è già ampiamento scritto. La pasionaria azzurra che, a nave in affondamento rapido, salta sulla scialuppa dei cattolici centristi dell’Udc si è discusso da lunedì sera. Qui valga solo un’aggiunta, passata con minor evidenza ma a discreta esplicazione del personaggio. Nel giro di qualche ora, l’onorevole transfuga ha oscurato il suo sito personale, dove tante volte ha inneggiato allo schieramento a cui apparteneva fino a pochi giorni fa e al suo leader. Viene da pensare che, arrivati a questo punto, non abbia più il coraggio delle sue precedenti affermazioni.
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Loretta Napoleoni: la crisi, l’Italia e il fallimento (pilotato o meno). Non se ne parla e rischia di far saltare l’euro
StandardLoretta Napoleoni, autrice del recente Il contagio. Perché la crisi economica rivoluzionerà le nostre democrazie, in tema di finanza fa affermazioni interessanti, da approfondire. E soprattutto prospetta scenari diversi rispetto a quelli che in genere si sentono declinare dagli addetti ai lavori. Nel post Default: sarà l’Italia a far saltare l’Europa, pubblicato su Cado in piedi, traccia un (drammatico) quadro di quanto sta accadendo in Grecia, tra ospedali con farmacie sempre più vuote, incremento di pasti erogati dagli enti caritatevoli, scioperi e scontri di piazza. “C’è una situazione quasi da guerra civile”, scrive, ma non si limita a quanto avviene nella penisola ellenica. A proposito dell’Italia e della sua condizione economica, considera:
Per quanto riguarda l’Italia la maggior parte degli economisti anglosassoni e tra questi ci sono anche gli americani, si domanda come mai in Italia non si parli di questo, come mai l’Italia non abbia iniziato a livello proprio di intellettuali e di economisti, un dibattito sulla possibilità di un default pilotato o anche sulle alternative a una politica che chiaramente è una politica che non funziona, si pensa infatti che questo declassamento delle società di rating sia solamente l’inizio di una serie di declassamenti che dovrebbero presentare l’economia italiana come quella più malata e quella più cruciale alla rottura dell’Euro.
Perché? Perché l’Italia non è la Grecia: la Grecia è una piccola parte dell’economia europea, l’Italia è il terzo paese dell’Unione Europea, quindi è in un certo senso, un paese troppo grande per fallire, ma nello stesso tempo anche troppo grande per essere salvato. Il debito è decisamente troppo elevato per poter essere assorbito anche dalla Bce o anche dal Fmi che adesso pare voglia acquistare anche parte del debito.
Quindi quello che si pensa è che il paese che potrebbe portare alla rottura dell’Euro e quindi alla disintegrazione di questo Euro così come l’abbiamo conosciuto noi e quindi a uno sdoppiamento dell’Euro, non sarà la Grecia ma sarà l’Italia che è il paese che seguirà a ruota la Grecia, qualora questa vada in bancarotta.
Continua qui.
“2012: la grande crisi” di Aldo Giannuli. Anno non di profezie, ma di cambiamenti storici
StandardLeggo sul blog di Aldo Giannuli che ieri è uscito il suo nuovo libro, 2012: la grande crisi (Ponte alle Grazie), a un anno dal notevole Come funzionano i servizi segreti, di cui si era detto. Il titolo del nuovo lavoro del professore attira l’attenzione perché fa una curiosa assonanza con la celebre profezia e in effetti, nell’indice [pdf, 25KB] i maya sono citati, ma per dire che non c’entrano nulla. Ecco perché:
Nel 2012 non finirà certamente il mondo: ma potrebbe cambiare la Storia. Il triennio ’12-14 si prospetta infatti come un crocevia di eventi epocali. Non solo, come già paventano banche centrali e istituti di rating, siamo ancora dentro la crisi, ma essa potrebbe intensificarsi gravemente. Fra le cause, la fragilità economica legata al debito USA ma anche di alcuni paesi europei, con la scadenza di titoli di Stato e obbligazioni per il mostruoso totale di circa ventimila miliardi; la guerra valutaria e commerciale fra Occidente e Cina; la crisi dell’Unione Europea con il rischio di una sua scissione, ed eventi politici di grande portata: le elezioni presidenziali in USA, Francia e Russia, il cambio della dirigenza cinese, la nomina del nuovo governatore della BCE e, nella nostra piccola Italia, la possibilità strisciante di forme soft o meno soft di secessione. Grazie al rigoroso supporto di dati per lo più ignoti al pubblico, Aldo Giannuli ricostruisce gli scenari che da questo complesso puzzle di avvenimenti potrebbero sorgere negli anni a venire. Associando lettura economica e lettura politica degli eventi con una precisione e una competenza rare, 2012: la grande crisi è anche un vademecum per la comprensione del mondo d’oggi, uno strumento che ci consentirà di affrontare le sfide e partecipare ai dibattiti dei prossimi anni.
Tra le uscite di Ponte alle Grazie, da segnalare per interesse anche Lo Stato bisca di Carlotta Zavattiero: “Gratta e Vinci, Win for Life, Superenalotto, slot machine, poker online, casinò: la nazione è malata di gioco. Il ruolo della politica e della malavita in un mercato che non conosce crisi”.
L’OIC e i dieci anni di studi sulla comunicazione di crisi
StandardDieci anni di comunicazione di crisi. Li festeggia il francese OIC (Observatoire International des Crises), organismo indipendente nato appunto a inizio 2000 con lo scopo di “occuparsi più specificamente delle crisi legate a internet, tema assente dal panorama sociale”. Per vedere quanto, in questo arco di tempo, il materiale dell’osservatorio si sia arricchito, si provi a dare un’occhiata all’elenco degli articoli e delle pubblicazioni, consultabili in rete e scaricabili in formato pdf.
Per quanto mi riguarda, ho conosciuto telematicamente l’osservatorio nel 2003 e ai tempi avevo tradotto Il ruolo di Internet nella condivisione del sapere in situazioni di crisi di Didier Heiderich, a cui è seguito qualche mese fa L’influenza su Internet, come si segnalava al momento dell’uscita. Ma per chi legge il francese di tematiche interessanti ce ne sono. Oltre ad atti e interventi a conferenze per mezzo mondo, si veda per esempio quello che accadde nel 2007:
Le prese di posizioni dell’OIC, per quanto moderate, sui pericoli legati agli investimenti in Cina ci sono valsi una censura […] e un periodo di osservazione e un’audizione da parte delle autorità in Francia. La notizia di questa censura farà il giro del pianeta.
Ora chissà che nel prossimo decennio non decidano di sbarcare anche in Italia. Che un lavoro come quello del team dell’OIC sarebbe senz’altro utile anche da questa parte delle Alpi. Intanto, per capire cos’è accaduto nei dodici mesi appena conclusi, è stato messo online un bilancio delle crisi del 2009:
Accelerano, vengono banalizzate e la memoria delle crisi passate si dissipa a causa della condanna mediatica inflitta dall’irrompere [di nuovi eventi] e dalla conseguente dimenticanza quasi immediata [dei precedenti]. Dietro questa accelerazione, le crisi cambiano volto e ciascuna lascia insegnamenti che le sono propri.
Il testo, scritto da Thierry Libaert e Christophe Roux-Dufort, entrambi docenti universitari, comprende – tra gli altri fatti – il disastro dell’Airbus AF 447, la crisi economica, la catena dei suicidi a France Telecom e l’influenza A. E, oltre a caratterizzare ciascuno degli eventi affrontati, si chiude con una serie di interrogativi lasciati in eredità al nuovo anno.